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Racconti Erotici Etero

Semplicemente…

By 21 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Racconto Sui generis…da capire!
Grazie per i fantastici commenti ai racconti precedenti!

Era una calda sera di fine luglio.
Claudia, semi assopita, si godeva gli ultimi raggi di sole, distesa sul suo asciugamano.
La spiaggia era favolosa a quell’ora, quando gran parte della gente raccoglieva le proprie cose e si allontanava ed il brusio di tutte quelle voci e dei bambini sovraeccitati lasciava finalmente spazio al solo rumore delle onde.
In lontananza una chitarra suonava note conosciute.
Claudia si alzò per guardarsi attorno.
Erano rimaste poche persone.
Era il momento ideale per concedersi un ultimo bagno prima di rientrare a casa.
SI mise in piedi, stiracchiandosi pigra e si avviò lentamente verso il mare.
Distava solo pochi passi, ma i sassolini del bagnasciuga rendevano il percorso arduo.
Claudia rabbrividì al contatto con l’acqua fresca. Era stata al sole per diverse ore e la sua pelle bollente faticava ad adattarsi al brusco cambio di temperatura. Decise per un’azione rapida anche se non indolore e quindi si tuffò.
Quanto le piaceva stare sott’acqua.
In quel mondo ovattato in cui tutto il resto spariva’solo lei e il mare.
Riemerse a malincuore per riprendere fiato, pronta a riimmergersi appena possibile’fu a quel punto che notò l’uomo che la fissava insistentemente dal bagnasciuga.
Incrociò il suo sguardo, sperando che bastasse a distoglierlo.
Invece no. Lui continuò imperterrito a guardarla negli occhi al punto che fu lei a girarsi.
SI immerse nuovamente ma l’immagine di quell’uomo la tormentava.
Non riusciva a distaccarsi, come sempre le accadeva andando sott’acqua.
Quindi riemerse.
Lui era ancora lì, immobile e ancora la guardava.
Rimasero così, fermi a fissarsi per un tempo indefinibile.
Claudia era come ipnotizzata.
Fu lui a interrompere il gioco.
Le sorrise dolcemente e poi si alzò e si allontanò.
Claudia non sapeva davvero cosa pensare.
Da un lato voleva uscire dall’acqua e rincorrerlo, ma la sua parte razionale ebbe il sopravvento’decise quindi di archiviare il caso.
Fece un’ultima nuotata, poi uscì, si asciugò e indossò il suo leggero abito bianco.
Fece la strada fino a casa con la musica a tutto volume nelle orecchie, come faceva sempre.

Claudia era una ragazza particolare.
Soffriva di una rara forma di autismo, chiamata Sindrome di Asperger.
Nulla di grave, aveva una forma molto lieve.
Solo viveva come estraniata dal resto del mondo.
In un mondo tutto suo, come quando stava sott’acqua.
Amava la solitudine, difficilmente riusciva a legarsi ad altre persone.
Molto egocentrica’al resto del mondo appariva timida ed introversa, goffa ed impacciata.
Nessuno riusciva a penetrare quel suo mondo particolare.
Secondo molti era ritardata’chi la conosceva invece sapeva che era tutt’altro.
Anzi, possiamo definirla geniale nella sua stranezza.
Una sorta di rain woman, genio della matematica e dalle indiscussi doti musicali.

Con queste premesse non stupirà sapere che era in vacanza da sola.
Aveva chiesto alla nonna il permesso di andare nella casa al mare di famiglia, in quella meravigliosa località.
Era lì già da diversi giorni e come al solito non aveva fatto nessunissima conoscenza.
Amava trascorrere il suo tempo da sola, amava la sua routine.
Ecco perché una volta a casa iniziò coi soliti rituali.
Si mise davanti allo specchio e si spogliò lentamente.
Claudia era come invaghita del proprio corpo.
Faceva scivolare dolcemente le spalline dell’abito, accarezzandosi le spalle fino a rabbrividire.
Guardava trasognata il vestito cadere e scoprire i suoi morbidi seni.
Ammirava con sguardo vacuo i capezzoli turgidi.
E già una mano scendeva e tirava il vestito giu’, facendolo cadere fino ai piedi.
Claudia allora ballava, sola, nel suo mondo, nel suo modo, lì, davanti allo specchio.
Si guardava sensuale, accarezzandosi il ventre mentre con lenti movimenti di bacino scendeva verso terra, finendo quasi con l’accovacciarsi, per poi risalire, come in una danza sessuale.
La sua figa rispondeva all’immagine rimandata dallo specchio, bagnandosi.
Claudia allora si masturbava.
Nel suo mondo in cui tutto era strano o normale, l’orgasmo era un momento speciale e Claudia, penetrandosi con foga crescente, urlava il proprio piacere come se non esistesse altro.

Dopo essere venuta rimaneva in ginocchio qualche istante, ancora contemplando il proprio viso sconvolto.

Poi si lavava con cura, si cospargeva di creme e profumi e si preparava per la serata.

Quella sera aveva indossato un miniabito nero, molto aderente e molto provocante.
Claudia non usava biancheria intima.
Non per stupire gli altri.
Lei agiva solo per se stessa.

Mangiò velocemente, cantando e ballando per casa con la radio.

E finalmente uscì.

L’aria era ancora tiepida.
Claudia si muoveva veloce per le strade affollate, con la sua musica alta sempre alle orecchie.
Guardava da lontano quel mondo che non capiva, gustandone ogni sfaccettatura.
Era appena arrivata al suo punto preferito della città, un affaccio sul mare, molto alto, da cui si godeva di un panorama mozzafiato, quando sentì una mano posarsi sulla propria spalla.
Reagì d’istinto scostandosi come una furia. Non era abituata al contatto fisico.
Si girò e si trovò davanti l’uomo della spiaggia.
Le sorrideva tranquillo e lei ancora imbambolata, non riusciva a dire o a fare nulla.
Lui la prese per mano, iniziando a correre e dicendole ‘Vieni con me’.
Claudia era confusa, destabilizzata’ma correva dietro al suo sconosciuto, con quella mano che la trascinava, chissà dove.
Percorsero diverse strade affollate, diversi vicoli bui e d’un tratto lui si fermò, lasciando finalmente la presa.
Claudia si guardò intorno, cercando di riprendere fiato.
L’aveva condotta ad una delle tante scalinate che univano il paese alla spiaggia.
‘Vieni e attenta a dove metti i piedi’.
Claudia lo vide sparire in una specie di grotta naturale.
Lo seguì, curiosa.
Era troppo buio per camminare, nonostante l’accendino brandito dallo sconosciuto l’ambiente era scuro’ lei seguiva il respiro di lui, in silenzio.
Camminarono a lungo.
Di colpo Claudia vide una luce, affrettò il passo.
Quando finalmente uscirono dalla grotta Claudia rimase a bocca aperta per lo spettacolo che le si stagliava davanti agli occhi. Erano su un terrazzino naturale, non riparato, a picco sul mare.
‘Ne valeva la pena, eh?’
Claudia si guardava intorno, godendo a pieno l’ebrezza di quella situazione, di quel luogo.
Lui l’abbracciò da dietro, respirandole sul collo.
‘Tu sei speciale’ le sussurò all’orecchio facendola rabbrividire.
Claudia non aveva mai avuto alcun contatto con gli uomini eppure si sentiva stranamente a proprio agio lì, in mezzo al mare, con quello sconosciuto.
Si girò e lo guardò negli occhi senza parlare.
L’uomo si avvicinò al suo viso, lentamente, senza smettere di fissarla.
Erano a pochi millimetri l’uno dall’altra.
Lui posò le labbra, dolcemente su un occhio di Claudia, baciandolo. Poi sull’altro, poi sulla fronte e poi, con la stessa misurata concentrazione, baciò ogni centimetro di pelle del viso di Claudia.
Quando arrivò agli angoli della bocca lei fremette.
Si sentiva eccitata tra le gambe.
Lui le baciò le labbra, piano, assaporandola, mentre lei rimaneva immobile, leggermente tremante.
Iniziò a succhiarle il labbro. Claudia non era abituata a questo tipo di contatto.
Ma nel suo mondo non c’erano regole!
L’eccitazione le diceva che toccarsi era quanto di piu’ giusto e naturale.
Così portò una mano sotto il vestito e iniziò a sfregarsi il clitoride.
Lui se ne accorse e le bloccò il braccio.
‘No, non sei davanti allo specchio. Adesso ci sono io.’
Le prese le dita umide di umori e le succhiò dolcemente.
‘Sai di buono.’
Claudia era sconvolta.
Lui la fece sdraiare. In quella posizione quasi sporgeva nel vuoto.
Prese ad accarezzarla piano, lungo le spalle, e a ricoprirla di teneri baci a fior di pelle, dietro le orecchie, sul collo, sul petto.
Poi abbassò il corpetto del vestito.
I capezzoli di Claudia erano già duri. Lui li accarezzò piano, per poi stringerli forte tra le dita.
Mmmmm, Claudia mugolava forte, non aveva controllo, non ne aveva mai avuto.
Tentava spasmodicamente di tornare con la mano tra le gambe, per toccarsi, per godere, ma lui prontamente la fermava.
Le mordicchiava i seni mandandola su di giri.
Lei si dimenava, strisciando come un animale in calore sulla roccia, muovendo il bacino come spinta da un istinto primordiale.
La bocca di lui intanto scendeva, leccava il ventre, mentre con le mani continuava a torturarle i capezzoli.
Le tolse il vestito e le aprì le gambe.
‘E’ perfetta” Le disse scrutandole la figa.
Posò un dito sul clitoride gonfio e lei iniziò a dimenarsi.
Rantolava dal desiderio, senza proferire parola.
Le dita di lui presero a muoversi veloci sulla figa inzuppata.
Affondò il viso tra le gambe di Claudia.
Gliela leccava tutta, succhiava, mordicchiava, strusciava il viso sulla figa sempre piu’ aperta e bagnata.
Poi prese a penetrarla con le dita.
Claudia continuava a godere.
Urlava e si contorceva a terra, incapace di pensare.
Le dita di lui la invadevano mentre la lingua le stuzzicava il clitoride e le labbra.
D’un tratto lui si fermò.
‘Ancora, ancora”, la voce le uscì come un sibilo.
‘Sì piccola, ancora.’
Lo vide armeggiare con la cintura.
Si abbassò i pantaloni e i boxer solo un po’, fino a scoprire il cazzo.
Claudia non ne aveva mai visto uno’ glielo disse.
Rise divertita dalla forma di quel buffo arnese.
Si tirò su per guardarlo meglio.
Lo guardava con aria interrogativa.
‘Toccalo, prova.’
Claudia lo impugnò’così le era venuto di fare!
Strinse un po’ per testarne la consistenza.
Lo sentiva liscio e duro.
Poi la sua attenzione passò alla punta di quello strano coso. Ci poggiò sopra un dito e la sentì umida.
Pensò che funzionasse come la sua fichetta e che quindi significasse che anche lui aveva voglia di venire.
Lui mise una mano sopra quella di Claudia, mostrandole come andava toccato.
Claudia sorrideva nel tirare su è giu’ quel lembo di pelle.
Che strani gli uomini!
Lui la lasciò fare da sola.
Claudia lo stringeva in mano e lo segava forte mentre con una mano andava a tastare quel ‘sacchettino’ nascosto sotto al cazzo. Sentiva due palle là dentro.
‘Fai piano, è una zona molto delicata’
A quell’avvertimento lei scostò la mano.
‘No piccola, puoi toccare, anzi è bello.’
Allora riprese ad accarezzare e stringere piano quei nuovi giocattoli.
Lui iniziava ad agitarsi e lei sorrideva compiaciuta nel vederlo eccitato per i suoi tocchi.
‘Bacialo ora’.
Claudia si distese tre le sue gambe.
Poggiò le labbra sulla cappella umidissima e leccò brevemente.
Che strano sapore acidulo! I succhi della sua fichetta erano così dolci!
Già’proprio strani gli uomini!
Iniziò a baciare quel cazzo, come lui aveva fatto prima su di lei.
‘Prova a prenderlo tutto in bocca’
Lei aprì la bocca sulla cappella e scese lentamente fino ad averne piu’ di metà in gola.
Lo guardava curiosa di sapere se stesse facendo bene.
‘Ora muoviti su è giu’ come facevi con la mano.’
Claudia iniziò a muovere la testa su è giu’, stringendo il membro di lui tra le labbra e cercando di leccare intanto.
‘Bravissima piccola, ora succhia.’
Claudia pensò di doversi comportare come quando mangiava i chupa chupa.
Quindi, sempre continuando precisa il su e giu’, iniziò a succhiare.
Lui fremeva e continuava a dire ‘Brava piccola, che bello”.
E Claudia succhiava sempre piu’ forte, accelerando la velocità del su e giu’.
Lui la fermò e lei temette di aver sbagliato qualcosa.
Il sorriso di lui la rassicurò.
Lo vide piazzarsi sopra di lei.
Iniziò a strusciare il cazzo sulla sua fica sempre fradicia.
Claudia tornò in estasi.
Ad un certo punto lo sentì puntare la cappella sulla sua apertura’era piu’ grosso delle dita!
Lui iniziò a scivolare lentamente dentro di lei.
Si sentiva piena, man mano che quel grosso affare entrava in lei.
Quando fu tutto dentro Claudia urlò e prese a muovere il culo per sentirlo ancora piu’ dentro.
Lui premeva forte dentro di lei, senza muoversi, succhiandole le tette.
Mmm’ mmm’ahhhhhh, Claudia urlava in preda all’eccitazione piu’ forte della sua vita.
Era incontrollata, come sempre..respirava a fatica e gli ficcava le unghie nella schiena.
Lui allora inziò a muoversi dentro di lei.
Di nuovo il su è giu’, pensò Claudia.
Usciva quasi completamente per poi riaffondare in fretta.
‘Ti piace essere scopata eh piccola..’.
Claudia non aveva mai capito cosa significasse scopare’fino ad’ora.
‘Sì scopami forte, scopami, scopami!’
Lui era eccitato come mai, davanti a quello strano esemplare di donna, che si comportava come se il sesso fosse l’atto piu’ naturale del mondo, che godeva senza remore ed inibizioni, che non provava vergogna nell’urlare, nel grugnire il suo piacere, nello strusciarsi e contorcersi come in calore’che agiva solo per istinti.
Prese a montarla con foga, con violenza, con brutalità.
La riempiva di cazzo, come lei implorava.
‘Vengo piccola”le urlò.
E Claudia lo vide estrarre il cazzo dalla sua fica e smanettarselo veloce sulla sua pancia fio a schizzare un sacco di liquido biancastro e caldo.
‘Sborrooo’ diceva lui mentre le inondava il ventre.
Claudia toccò quel liquido, cospargendoselo sul corpo e si portò un dito intriso di sborra alla bocca’acidulo’ma quel sapore’quell’odore le faceva uno strano effetto.
Non poteva evitare di continuare a leccarsi le mani sporche finchè non ebbe ripulito ogni centimetro di pelle. Ed ancora, non sazia, si rituffò con la bocca sul cazzo di lui, per raccogliere le gocce rimaste sulla punta. Lo divorava, come affamata’quasi senza rendersi conto che non era piu’ come l’aveva visto fino a poco prima, che era diventato molle.
Quando realizzò iniziò a tastarlo. Sembrava un salsicciotto ora.
‘E’ normale piccola.’
Lei sorrise, continuando a palparlo.
Ma la sua voglia non era ancora finita.
E come sappiamo, da brava animaletta in calore, aveva ancora bisogno di sfogarsi.
Così monto sul cazzo ancora moscio e prese a strusciarselo sulla fica.
SI strusciava forte, avanti e indietro, con le narici ancora piene di quell’odore acre che la mandava su di giri.
Gli poggiava le tette in faccia e lui leccava con cura i capezzoli ogni volta che Claudia risaliva.
Lei sentì che il cazzo stava riprendendo consistenza.
Meglio, così lo sentiva ancora di piu’, era ancora piu’ utile al suo fine.
Quando lui le strinse i capezzoli tra le dita Claudia esplose in un orgasmo mai provato prima, schizzando umori sul cazzo e sulla pancia di lui che ammirava incredulo quello spettacolo inaspettato.
Claudia si accasciò tra le sue braccia, stremata e confusa.
Poi si tirò su, prese il suo lettore mp3, infilò gli auricolari …ormai non importava piu’ chi fosse lo sconosciuto, perchè la consocesse e sapesse tante cose di lei…ormai Claudia, sdraiata su quel pezzetto di roccia, musica alta nelle orecchie…era tornata nel suo mondo.

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