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Serata fuori programma

By 29 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Prima di tutto mi presento, com’&egrave giusto che sia. Mi chiamo Sabrina e sono una donna sposata di quarant’anni. Sono madre di due figlie fantastiche di ventitré e ventiquattro anni. Fisicamente mi mantengo in forma cercando di fare diete e un minimo di esercizio fisico a casa. Sono snella, bionda con i capelli che mi arrivano quasi a metà schiena, alta 1.70, con una seconda di seno ancora piuttosto alta e anche un bel fondoschiena. Non dico sodo come quando ero giovane ma ancora, appunto, in forma. Caratterialmente invece sono ancora un po’ timida e introversa, non mi apro con tutti, anche se a scherzare lo faccio con chiunque. Sessualmente sono inattiva da almeno due anni, nel senso che il mio matrimonio &egrave talmente monotono da non regalarmi soddisfazioni. Mio marito non scopa più con me e quando posso cerco di praticare l’arte del piacere solitario con giocattolini vari, ma due giorni fa ho avuto modo di praticare del sesso un po’ libertino con una delle mie due figlie, Clara, precisamente la più piccola.

Onestamente non ho concretamente nessun amico o amica (esclusa la vicina di casa trentaduenne con cui chiacchiero frequentemente il numero &egrave zero). La cosa ovviamente mi pesa un po’; il mio lavoro &egrave da scrivania e abitudinario, io sono diventata col tempo una donna casa – lavoro. Sgobbo dalle otto fino alle cinque, poi m’imbarco in macchina e alle sei torno a casa. Così tutti i giorni, compreso il sabato. La domenica &egrave il mio unico giorno libero e lo dedico alle faccende di casa. Durante la settimana invece, quando nessuno &egrave in casa, cerco di sfogare le mie voglie. Mi chiudo in camera, mi spoglio e comincio a giocare con la mia intimità con un piccolo ciuffetto di peli sul pube.

Quella domenica di fine Aprile però non mi andava veramente di fare nulla. Mio marito era uscito per comprare le sigarette e non sarebbe ritornato prima di un’ora vista la sua estroversione con il tabaccaio. Clara era in casa; erano le dieci e ventisette precise quando posai lo smartphone sul comodino e mi alzai dal letto con indosso una vestaglietta leggera color nero che risaltava le mie forme. Scalza mi recai in salotto, trovando la finestra dell’ampio balcone aperta. Fuori c’era Clara seduta sulla sedia di plastica del piccolo tavolino rotondo e verdognolo. Mi sorrise con il cellulare in mano.

-“Mamma ben alzata!”-


Gli andai vicino e la baciai sulla guancia. Mia figlia era leggermente paffuta, capelli castani raccolti in una coda di cavallo, alta un metro e sessantacinque, i suoi grandi occhi neri (presi da me) erano coperti dai suoi occhiali alla maghetto del cinema. Posò subito il cellulare sul tavolo.

-“In realtà stavo solo… cazzeggiando”- il mio tono di voce era stanco e amareggiato.

-“Mamma dovresti uscire un po’ di più… magari con papà…”-

Scossi la testa.

-“Lo sai che… lo amo ma in verità non lo amo”-

In quel momento mi sedetti sulla sedia di fronte a lei.

-“Lo so, ogni domenica te ne lamenti… povero uomo.”- calò il silenzio. – “Divorzierete?”-

-“Non lo so ma ora che me lo hai detto ho bisogno di uscire con qualcuno…”-mormorai.

Lei aggrottò la fronte e inarcò di poco un sopracciglio.

-“Stasera la mia migliore amica Sonia darà una festa… te la ricordi no? Quella a cui davamo sempre un passaggio quando ero al liceo… alta, snella, chioma rossa ribelle, simpaticissima…”-

-“Come no?”- le sorrisi -“Certo!”-

-“Come ti dicevo stasera c’&egrave una festa in piscina… l’ingresso &egrave libero… la svolge nella villa che gli hanno lasciato i suoi genitori. &egrave grandissima, mà! Ci sono stata l’anno scorso… ha una piscina veramente fantastica! Ha invitato tantissime persone, ci sarà gente anche della tua età… “-


-“Mi sembra strano che abbia invitato pure i grandi…”- distolsi per un secondo lo sguardo.

-“Sonia &egrave così… &egrave espansiva… credo che i grandi saranno i genitori dei ragazzi ma fino a quarantacinque anni. Più vecchi non li vuole… Quindi sei perfetta… vedila come un’opportunità, ma!”-

-“Intanto ti accompagno, poi vedremo…”-

-“E dai mà…”- Clara mi fece gli occhi dolci a cui non sapevo mai resisterle e inarcò verso il basso le sue labbra carnose in segno di tristezza. -“Potresti conoscere nuova gente…”-

Mi alzai e me ne andai confusa. Non sapevo se andarci o no, ero combattuta. Una parte di me diceva che non dovevo, l’altra stravedeva per andarci. Restai sul limbo fino alle sette e quarantatré, orario in cui Clara mi ripresentò la proposta.

-“Intanto ti accompagno… poi vediamo…”-

Mi vestii come tutti i giorni, esattamente come se andassi al lavoro, solo con qualche miglioria in più data l’indecisione. Indossai un abito verde acqua a maniche lunghe con uno spacco a V coperto dai lacci, pantaloni aderenti neri e degli stivaletti col tacco marroni. Mi piaceva essere notata dai giovani e finalmente ne avrei avuta la possibilità. Una parte di me gioiva di fronte allo specchio.

-“Dai mà, muoviti o faremo tardi!”-

Dopo quelle parole andai in bagno e mi truccai dando un leggero eyeliner attorno ai miei occhi in modo da metterli in risalto. Dentro di me ero sempre più sicura che sarei andata insieme a mia figlia.


Salutai mio marito con un finto bacio sulle labbra. Uscita dal portone di casa e giunta in macchina ebbi una scossa lungo tutto il corpo. Ero elettrica, avrei di nuovo mostrato la mia bellezza e forse avrei trovato anche qualcuno con cui sfogarmi.

Arrivammo in tempo alla festa in una location isolata e di campagna; lasciai mia figlia fuori al cancello d’ingresso. Già da fuori potevo udire gli schiamazzi e la musica elettronica un po’ vecchio stampo. Sull’orologio della macchina erano segnate le nove in punto. Quella serata sarebbe stata mitica. Parcheggiai sullo sterrato e scesi dall’auto lasciando il cellulare nel cassettino lato passeggero. Non volevo rogne. Presi la borsetta mettendomela sulla spalla e all’ingresso il bodyguard mi fece mostrare la carta d’identità.

Dentro era magnifico… c’erano un sacco di ragazzi ma pochi genitori. Tutti i giovani che posavano lo sguardo su di me mi squadravano e io mi eccitavo.

-“Ehi mà…”- la voce di Clara mi colse alla sprovvista facendomi voltare all’istante.

-“Non ci posso credere…”- abbracciai Sonia che nel frattempo si era fatta proprio una bella ragazza.

Aveva la stessa età di mia figlia ed era alta esattamente come lei ma era agile, un fisico notevolmente tonico, dei seni niente male e un bel sedere florido. I suoi capelli erano ancora rossi e ribelli e i suoi occhi verdi avevano uno sguardo intrigante. Non so perché ma mi ritrovai leggermente attratta da lei.

La baciai sulle guance, insieme a mia figlia ricordammo i vecchi tempi, quelli dei passaggi in macchina dopo la scuola. Lei era ancora solare come un tempo, espansiva come mi disse quella mattina mia figlia.

-“Lo sai, tutti mi chiedono di te, stasera, stai facendo colpo su molti ragazzi…”- mi disse Sonia.


-“Dai mà, divertiti con qualcuno!”-


Io sorrisi avvampando nervosamente.

-“&egrave la tua serata Sabri, divertiti!”- mi incitò Sonia.

-“&egrave stato un piacere ma un paio di ragazzi richiedono la nostra attenzione…”-tagliò corto Sonia. -“Ci scusi”-.

Mi lasciarono sola in mezzo alla folla. Poco dopo un ragazzo alto e riccio mi diede una leggera spallata, facendomi trasalire. La borsetta cadde a terra e chinandosi mi aiutò a riprenderla.

-“Grazie”- dissi con tono sommesso.

Gli sguardi dei vicini erano puntati su di noi.

-“Mi scusi… si &egrave fatta male? Mi perdoni per la borsetta…”-

-“No no, tranquillo”- mormorai. -“&egrave tutto a posto…”-

Controllai al suo interno che tutto fosse ok. Niente di rotto fortunatamente.

-“Signora ma lei &egrave… se lo lasci dire… bellissima…”- mi squadrò con tono malizioso dalla testa ai piedi.

-“Grazie…”- avvampai sentendomi sussultare nell’intimità.

-“Le posso offrire qualcosa? Per farmi perdonare?”-

La sua gentilezza mi disarmò. Amavo i toni dolci e delicati, quindi non potevo rifiutare. Mi feci offrire un bicchiere di vino rosso che all’inizio mi fece uno strano effetto. Essendo abitudinaria solo acqua e qualche volta una bevanda analcolica. Ci mettemmo a parlare su una panchina non lontano dalla piscina nel giardino. Lui era molto cortese e cordiale. Mi faceva arrossire e i suoi continui complimenti mi lusingavano. Stavo sentendo più caldo del normale ed ero leggermente bagnata. Quel ragazzo mi stava facendo uno strano effetto. Mi schiusi con lui riguardo al mio matrimonio, a mio marito, a Clara, alla mia professione e abitudini facendomi raccontare anche un po’ di lui. Scoprii che si chiamava Angelo, aveva venticinque anni, era un ragazzo anche lui, introverso e riservato, a tratti diffidente. Era un fanatico dell’esercizio fisico e mi mostrò una porzione dei suoi addominali. Era proprio un bel tipo. La mia mente divagò e mi persi nel suo sguardo intrigante e nella sua misteriosità. Aveva anche un bel sorriso e il mio cuore batteva forte in sua presenza. Insomma tutto mi diceva che quella sera mi ero invaghita.


-“Sabrina…”- il suo rivolgermi la parola scandendo il mio nome così bene mi faceva sempre sorridere -“Posso confessarle una cosa?”-

-“Dimmi caro…”-

-“Laggiù sua figlia e Sonia la stanno guardando”- fece un cenno con la testa indicandole dall’altra parte del giardino, alla destra.

Mi voltai incuriosita, scorgendole tra la moltitudine di persone che ci separavano. Mi stavano osservando e sembravano sorridere.

-“Scusami se mi assento un attimo”-.

-“Non si preoccupi, la aspetto qui”-.

Presi la borsetta e m’incamminai percorrendomi strada tra le persone a bordo piscina per raggiungerle.

-“Mamma!”- esclamò Clara -“Finalmente hai rimorchiato!”-

-“Stavamo solo parlando…”- mormorai con un senso di vergogna -“Più discrezione”- le intimai.

-“Non può capire sua figlia che ha combinato…”- Sonia sembrava non stare più nella pelle.

-“Mi sono spompinata un ragazzo mamma!”- mormorò.

Restai interdetta dalla felicità, i suoi occhi lucidi mi segnalarono che probabilmente aveva bevuto. Mugugnai squadrandola.

-“Posso parlarvi entrambe?”-

Sonia che era meno brilla prese Clara sottobraccio e mi fece strada ad un angolo del giardino in penombra, non frequentato. Ci sedemmo a una panchina dietro una siepe, al riparo da sguardi indiscreti.

-“Sabrina non puoi capire…”-

-“Già mamma, non puoi capire com’&egrave stato…”- mormorò Clara divertita.

-“Forse &egrave giunto il momento di andarsene”-.

-“Mamma!”- gridò lei -“Sono solo le undici”-

-“B&egrave…”- non sapevo che inventarmi -“Io ho sonno, andiamo”-.

Provai ad afferrarla per la mano ma lei mi diede un leggero schiaffetto su di essa facendomi trasalire.


-“Clara ha ragione”- intervenne Sonia -“&egrave poi &egrave tutto così divertente…”-

Mia figlia rise stridulamente come impazzita e baciò sulla guancia Sonia.

-“Grazie tesoro, tu sì che mi capisci…”-

-“Angelo!”- esclamai in un lampo.

Quella situazione era così strana da sembrarmi irreale. Avevo lasciato Angelo su una panchina il che mi sembrò poco educato.

-“Posso sempre mandargli un messaggio e farlo venire qua”- rispose Sonia.

-“Fallo venire qua! Voglio proprio rivederlo!”- sorrise Clara.

Sonia prese il telefono e lo chiamò. Angelo si presentò da noi qualche minuto dopo.

-“Scusami…”- vedendolo mi vergognai.

-“Non si preoccupi Sabrina”- di nuovo quel suo scandire che mi eccitava

-“Angelo!”- Clara si alzò gettandogli le braccia al collo.

Diede anche a lui un bacio sulla guancia. Vederla in quello stato mi fece sorridere un po’.

-“Lo sai che piaci a mamma?”-

-“Clara…”- abbassai lo sguardo vergognata e infastidita dal comportamento di mia figlia. Mi sentivo bruciare da tutte quelle emozioni.


-“Non deve preoccuparsi, so mantenere i segreti…”- lui rispose impacciatamente.

-“Cavoli mà! Piaci ad Angelo!”- lei rise divertita.

La guardai negli occhi fulminandola, ma lei si vede che era troppo brilla per comprendere i fatti.

-“Ah…l’amore…”-

Sonia ottenne la mia attenzione. Clara si sedette e voltando lo sguardo baciò lei sulle labbra.

-“Ma che fate?”- dissi imbarazzata.

-“Mamma!”- esclamò mia figlia voltandosi.

Le sue labbra si unirono alle mie sorprendendomi. Stavo morendo dal caldo e quel suo gesto, l’eccitazione di avere Angelo vicino, l’imbarazzante situazione… volevo morire, sul serio.

-“Divertiti!”- esclamò nuovamente Clara.

Angelo mi guardò sbigottito. Anche lui non sapeva cosa dire. Sonia e Clara si baciarono di nuovo ed io le guardai con una strana attenzione. Ogni schiocco era sempre più intenso, quasi a sembrare passionale. Dentro di me volevo morire ma s’insinuò una strana voglia di provare. E poi c’era quell’esclamazione di mia figlia che mi ronzava costantemente nella testa. Guardai per un secondo Angelo che le fissava curioso, l’eccitazione al centro dei pantaloni che scalpitava enormemente.

-“Non mi aspettavo una cosa simile da mia figlia…”-


Clara si voltò verso di me e mi squadrò con occhi maliziosi, rivolgendosi poi ad Angelo.

-“Te lo posso succhiare?”- rise.

-“Basta Clara, datti un contegno!”- Sonia le mollò uno schiaffo sulle spalle – “Smettila, c’&egrave tua madre!”-

Lei mi guardò smettendo di ridere. Forse aveva capito ma pochi secondi dopo riprese. Io mi ero impietrita di fronte a quegli eventi e le parole che pronunciò Sonia erano le stesse che volevo dire io.

Clara s’inginocchio sull’erba, pronta, Angelo tirò fuori il suo membro subito duro ed eretto. Non era grandissimo ma dalle buone dimensioni, piuttosto in carne. Le sue vene a fior di pelle mi fecero vagamente eccitare zittendo quella vocina di vergogna e umiliazione che circolava nella mia mente. Sonia mi guardò perplessa. Angelo invece come se dovesse scusarsi. A Clara importava solo la sua stecca e poco dopo il suo pompino mi portò alla mente diversi ricordi giovanili. Mi eccitai nostalgicamente al solo pensiero guardando mia figlia lucidare quel membro con la sua saliva. Angelo godeva silenzioso lanciando raramente qualche gemito ed io li guardai con rinnovato stupore.

-“Posso toccarti?”-

Il sussurro di Sonia mi arrivò all’orecchio facendomi trasalire. Non appena mi voltai le sue labbra si stamparono dolcemente sulle mie. Restò a fissarmi mentre sentivo i suoni del pompino di mia figlia e mi eccitai a dismisura.

Sonia mi posò una mano sulla coscia facendomi rabbrividire; sotto mi sentivo umidissima. La baciai di mia iniziativa chiudendo gli occhi e facendomi trasportare dalle emozioni. Ben presto arrivò la sua lingua. Mi sentivo strana ma felice.


Mi staccai dalle sue labbra con una certa voglia di ricominciare ma lei mi fece capire che dovevo passare ad altro con un semplice sguardo. Ero fottutamente vogliosa di provare quel pene tra le mie labbra, come quand’ero giovane. Mi resi conto in quel momento che stavo venendo meno ai miei impegni coniugali, ma poco me ne importava. M’inginocchiai sull’erba sporcandomi di terra i pantaloni bianchi, mi avvicinai, scansai mia figlia dandole un colpetto sulla spalla e guardai Angelo che subito mi sorrise maliziosamente. Il mio cuore era nuovamente agitato.


-“Signora… non mi sembra il caso di… Ah!”-

Averlo in bocca mi scosse enormemente donandomi intensi brividi di piacere. Serrai le gambe umidissima, avvertendo qualche goccia scivolarmi sulle cosce. Ero un fuoco sia dentro sia fuori. Il pompino fu lento, all’inizio faticai a riprenderci la mano ma dopo qualche colpo di assestamento ritrovai la tecnica. Una mano, probabilmente di mia figlia, mi spostò una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio. Continuai quel lavoro fino a che Angelo non decise che era ora di smettere e passare a diverso piacere.

Voltandomi verso la panchina vidi mia figlia distesa priva di maglietta, i seni completamente fuori. Rideva come una matta mentre Sonia stuzzicava i suoi capezzoli baciandoli e succhiandoli.

-“Potremo fare la stessa cosa…”- mormorò Angelo.

Lo guardai stupita e vogliosa. Mi slacciai il vestito, lui mi aiutò a toglierlo. Mi fece rialzare in piedi tendendomi una mano e mi appiccò con la schiena a un albero lì vicino. I rumori della festa erano distanti. Lo aiutai a mia volta a togliersi la magliettina e la vista dei suoi pettorali mi mandò in estasi. Mi tremavano le gambe.

Il primo contatto fu bestiale. Mi baciò il leggerissimo spacco tra i miei seni poi ne prese uno tra le mani e alternando lo stuzzicare dei miei capezzoli, prima il destro poi il sinistro e viceversa. Ero emozionatissima e fu lì che ebbi il mio primo vero orgasmo potente dopo tanto tempo d’inattività con un uomo. Mi sentivo bruciare mentre gemevo a non finire, la testa pulsava, il mondo che sembrava sgretolarsi attorno e lui che non mi dava tregua.


-“Mamma, hai avuto un orgasmo!”-


La voce di Clara mi fece riaprire gli occhi. Non ci credevo neanche io. Sotto mi sentivo grondare. In quel momento Angelo smise di giocare con me.

-“Certo che sei proprio dispettosa!”- Sonia gli diede un leggero schiaffetto a un suo seno.

Clara rise. -“Ahio!”-

-“Penso che tu sia pronta…”-

Mi girai al volo e Angelo mi tirò giù i pantaloni aderenti quel poco che bastò per l’esercizio. Poi fu la volta dell’intimo e una leggera brezza serale ci accarezzò facendomi venire la pelle d’oca. Lo volevo dentro di me. Appoggiai le mani al tronco dell’albero e mi chinai per permettergli di poter eseguire la posizione. Il suo membrò indugiò a entrare ma in un attimo lo avvertii scivolarmi dentro veloce, senza troppo dolore.

-“Scopami!”-

Al mio grido di battaglia Angelo non ci pensò due volte; mi prese i fianchi con le sue mani calde e cominciò a sbattermi facendomi sentire viva. Il piacere subito si fece strada e mi ritrovai subito a mugolare e ad ansimare per i suoi colpi.

-“Sì, sì, sì, sì, sì, sììììì…”-

Il suo ritmo era ben cadenzato, la sua stretta sui fianchi era forte e rassicurante, l’orgasmo arrivò rapido e fui scossa nuovamente nei sensi. Una volta arrivata al capolinea, lui estrasse il suo membro da dentro me. Lo sentii masturbarlo rapidamente perciò cercai di mantenere la posizione. Avvertii la sua venuta sul mio fondoschiena, un’emozione che per me fu unica e indescrivibile.

Voltandomi di nuovo verso la panchina vidi mia figlia Carla intenta ad assaporare la figa umida di Sonia con i capelli ribelli sparsi sul viso. Gemeva in maniera strozzata e copiosa. Aguzzando di poco la vista vidi il braccio di Carla muoversi veloce. Non potevo crederci. Mia figlia bisex. Sorrisi.

-“Ti serve una salviettina?”-

-“Aspetta… Carla…”-

Lei si voltò smettendo di leccare e le feci cenno sul mio fondoschiena. Si sbrigò, facendo arrivare Sonia all’orgasmo rapidamente e subito venne da me. La sua lingua passò raccogliendo con diverse leccate il seme ancora caldo di Angelo.

-“Fatto!”- esclamò.

Mi tirai su di nuovo i pantaloni e l’intimo e voltandomi trovai Sonia ancora distesa con l’intimità all’aria e mia figlia che si baciava con Angelo.

-“Ehi!”- esclamai -“Lui &egrave mio!”-

Carla mi fece cenno di aver bisogno di un attimo ma io lo volevo subito. Gli diedi un paio di schiaffi dietro la nuca facendola desistere, quindi lo presi tutto per me. I suoi baci erano teneri e a momenti quasi passionali. Le nostre lingue s’intrecciarono giocando tra di loro, poi ci sciogliemmo, ritornando alla normalità. Angelo nel togliere la mano scese fino a strizzarmi dolcemente il sedere. Risi come una matta.

-“Sei stata fantastica…”- mormorò.

-“Anche tu…”-


-“Ecco il divorzio!”- Clara rise alle nostre spalle.

Mi girai puntando occhi battaglieri su di lei. Sonia nel frattempo si era rivestita. Tutti eravamo pronti per levare le tende. Era mezzanotte quasi e mezza quando lasciammo la festa salutando calorosamente Sonia. Angelo ci accompagnò alla macchina; di nuovo qualche bacio senza mia figlia d’intralcio con l’intento di rivederci presto. Ci scambiammo anche i numeri di cellulare sotto battute stupide e ciniche di Clara che ancora stava vivendo l’ubriachezza. Crollò subito sul sedile passeggero mentre giungemmo a casa. Ero felice e per nulla preoccupata. Crollai anch’io sul letto matrimoniale vicino a mio marito. L’infedeltà mi aveva ringiovanito e aveva giovato anche alla mia salute non solo fisica e mentale.



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