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Racconti Erotici Etero

Silvana, Michele, Roberto ed io

By 28 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Silvana, Michele, Roberto ed io.

Mi è stata raccontata via on line ,è stata da me ‘ripresa’,scritta e pubblicata.
Dice che è stata un’esperienza vera. Io aggiungo : spero sia stata ben interpretata.

Ho un amico con una fidanzata che mi è sempre piaciuta. L’abbiamo conosciuta insieme alcuni anni fa al mare, vicino casa nostra. L’amicizia, abitando in due paesi contigui, è continuata dopo le vacanze.
Ero e forse sono un imbranato . Non le ho mai dichiarato il mio interesse e quando il mio amico ‘si è fatto avanti’ gli ha detto di si.
Ora sono insieme da sei anni e sono prossimi al matrimonio.
Abbiamo tutti circa venticinque anni.
Il mio interesse per lei non è mai diminuito ,anzi con gli anni e con la frequenza, seppur indiretta ,è aumentato.
Lei da giovane ,bella ragazza , è diventata una bellissima signorina.
E’ simpatica e solare. Sempre con il sorriso sulle labbra e disponibile ad aiutarti.
Ha sempre avuto un bel viso, quello delle ragazze per bene tutte casa e chiesa, ed il suo fisico si è ben sviluppato.
Vedendola spesso in costume posso farne una valida descrizione. Circa un metro e settanta, terza di reggiseno con tette in apparenza tonde e ben tirate su.
Capelli lunghi sulle spalle. Corpo magro con culetto spinto all’infuori che ti viene voglia di morderlo e gambe lunghe e toniche.
Nell’insieme : una bella figa.
In tutto questo essere bella l’elemento discriminante, in negativo, era il non evidenziare tutto questa bellezza.
In paese portava gonne lunghe o pantaloni larghi, spesso faceva la treccia ai capelli.
Sembrava sempre infagottata e la sua immagine non rispecchiava la realtà.
Faceva una vita normale. Lavorava presso uno studio notarile del suo paese e con frequenza assidua frequentava Michele, suo fidanzato e la nostra ‘compagnia’. A questi incontri spesso c’ero anch’io e rodevo per quanto non era stato, dandomi del cretino per non averci mai provato.
Alcune volte andavamo a cena insieme :lei(Silvana),Michele ,io(Francesco) e chi capitava.
Il giorno delle nozze si avvicinava ed il mio malessere aumentava sempre più fino a sfociare in qualcosa di cui non vado orgoglioso ,ma che è successo.
Mi dicevo: se anche non era la mia donna almeno una volta avrei voluto far l’amore con lei. In fondo me lo doveva. Ero stato io a ‘tacchinarla’ e poi a presentarle Michele.
Sapevo che questo era un desiderio non realizzabile; o almeno non realizzabile con il suo consenso. La mia mente, allora malata, partorì uno spregevole piano
Ripeto: mi vergogno, non per quello che ho fatto, ma per come l’ho ottenuto.
Avrei organizzato una cena presso casa mia a cui avrei invitato Silvana, Michele e pochi altri e poi avrei fatto in modo che gli effettivi presenti fossero loro ed un mio amico di avventure( Roberto).
Andò come volevo e quella sera a casa mia eravamo noi quattro.
Il mio piano era semplice, ma non ero sicuro del suo successo.
Vino ed alcol a volontà per Silvana e Michele e anche qualcosa di più.
Per Roberto e me un po’ d’alcol e tanta voglia di scoparci Silvana.
Si, anche a Roberto piaceva tantissimo Silvana. Nelle nostre confidenze ,più volte mi aveva detto: sai cosa farei a quella santerellina di Silvana’il resto ve lo lascio immaginare.
Erano discorsi tra ragazzi sempre allupati e quando gli proposi il mio piano pensò che scherzassi. Solo al mio insistere comprese che il mio non era uno scherzo ,ma una volontà.
Si convinse, come mi convinsi io. Se funziona bene, se non funziona amen.
Quella sera il vino in tavola fu molto buono e ci adoprammo che Michele e Silvana ne bevessero molto più del normale .
Ci aiutò in questo il gioco, ha nomi diversi a seconda delle regioni italiane, che per penitenza obbliga a bere un nuovo bicchiere a chi”
Condimmo il tutto con alcune ottime ‘canne’ che Michele ormai ottenebrato si gustò sino in fondo.
Per farla breve Michele crollò in un profondo sonno, nemmeno i fuochi d’artificio l’avrebbero svegliato . E Silvana?
Silvana era quasi astemia, ma quella sera bevve molto( anche per lei valse il sistema utilizzato con Michele) e per la prima volta, colpa del vino, si fece anche una “canna” per cui era in una situazione di beatitudine simil ubriaca.
Michele dormiva alla grande sul divano e lei stravaccata al suo fianco era persa.
Non si rese nemmeno conto che la portammo, quasi a peso morto, in camera da letto.
Indossava una lunga gonna svasata delle sue ed una camicetta scura chiusa con i bottoni
La stendemmo sul letto.
Pur nel suo ‘stato d’incoscienza’ disse: ma che fate?
Francesco si occupò della parte sotto. Le sollevò la gonna in vita e le tolse gli slip.
Ricordo che erano bianchi.
Fu una questione di attimi. Silvana era a gambe aperte e con la passera esposta ai nostri sguardi. Era bellissima.
Francesco mi diede uno sguardo e si accucciò tra le gambe. Aprì con le dita la passera e con la lingua si inserì in essa leccandola con ingordigia.
La reazione di Silvana fu sconvolgente e comprensibile. Era incapace di intendere e volere’
Chissà se Michele le aveva mai fatto quel servizio.
Il suo bacino schizzò verso l’alto come se una scossa di corrente l’avesse colpito e dopo un flebile, ma chiaro noo’si godette la lingua e dita di Francesco.
Era fatta.
Le slacciai la camicetta e feci uscire dal reggiseno le sue bellissime tette.
Alla prima ciucciata i suoi capezzoli si ersero. Era sottoposta ad un duplice piacevole lavorio.
Forse a letto non era tanto santa.
Visto il suo piacere mi permisi anche di metterle la lingua in bocca; persa com’era non si sottrasse.(pensava di essere con Michele).
Visto come ben buttava, Roberto ,continuando a leccare, si era calato pantaloni e slip. Il suo cazzo, in tiro, era pronto a completare il servizio.
Lo bloccai con gesto e voce. Volevo essere il primo.
A malincuore acconsentì.
Silvana gemeva dal piacere e spingeva la passera verso la sua bocca.
Velocemente mi calai pantaloni e slip anche il mio cazzo era già pronto.
Mi affiancai a Roberto che si sollevò lasciandomi il posto. Silvana sentì l’interruzione e ne parse sorpresa , ma fu per poco.
Ero già steso su lei ,me questa volta la coprivo completamente. Allargai le sue gambe intorno ai miei fianchi, appoggiai la punta dell’uccello tra le sue intime labbra(era bagnatissima) e bastò spingermi in avanti per entrare in lei.
Ero in quel momento il possessore del mondo. Psicologicamente fu la scopata più bella della mia vita.
Lei sentiva il cazzo in figa ed era evidente, da come mi stringeva i fianchi, quanto le piacesse.
La mia lingua era nella sua bocca ed eravamo un’unica persona.
Riuscii persino a toglierle gonna e reggiseno senza alcuna resistenza ed ero nudo anch’io.
Penso che non scopammo più di dieci minuti, ma fu sufficiente per me.
Cercavo di spingermi dentro lei il più possibile e mi aiutavo con le mani sotto il suo bacino tirandola me.
Quando sentii l’orgasmo montare non feci resistenza; mi spinsi in lei per quanto potevo e godetti sentendo il mio sperma riempire la figa della mia vita.
Non mi rilassai più di tanto poiché Roberto che era rimasto a guardare sino alla fine disse: spostati adesso tocca a me.
A malincuore gli lasciai la ‘mia donna’ ed in attimo il suo cazzo aveva preso il posto del mio in lei.
Silvana non si rese conto del cambiamento. Era rimasta ‘ vuota’ per pochissimo e riprese la scopata.
Roberto fu bravo perché se la godette, ma aspettò che anche lei godesse.
Quando lei disse: vengo, vengo ed il suo bacino si scosse in modo incontrollabile anche lui si lasciò andare e venne in lei.
In pochi minuti due uomini l’avevano riempita di sperma.
Era protetta? Boh’
Silvana era sprofondata nel sonno ed io pensavo di rivestirla e riportarla a fianco di Michele. Non avrebbe ricordato o avrebbe avuto un ricordo confuso ed avrebbe tenuto tutto per sé.
Mi stavo rivestendo, ma Roberto mi disse: che fai?
Ed io che vuoi che faccia? Rimettiamo a posto’
Pensavo fosse finita ,ma Roberto era più bastardo di me.
Mi disse: se non ne approfittiamo adesso non ne avremo più l’occasione. Ed indicandomi Silvana disse: adesso tocca al culetto.
Sicuramente a Michele non l’aveva mai dato. Michele me l’avrebbe detto.
Dissi: sei pazzo, si sveglierà.
Disse: si sveglierà, ma sarà rincoglionita come prima e se dirà qualcosa daremo colpa anche a lei. Diremo che eravamo tutti ubriachi’quindi la colpa è di tutti.
Il ragionamento reggeva e non ci volle molto per convincermi.
La girammo a pancia in giù e le infilammo un cuscino sotto la pancia perché il suo culetto fosse in bella evidenza.
Questa volta volle essere lui il primo. Era un suo diritto’..
Andò in cucina e prese dell’olio . Poi le leccò ,solo per suo piacere, il culetto e la bruna pastiglia. Poi aiutato dall’olio le lubrificò ed allargò il buchetto.
Lei si mosse un po’, più infastidita che preoccupata.
L’eccitazione aveva già fatto sollevare il cazzo di Roberto. Si appoggiò delicatamente su lei ,guidò con la mano il glande a prendere posizione ed inizio un lento su e giù . La stava preparando.
Ad ogni passaggio spingeva un po’ di più e si vedeva la rosetta allargarsi. Era il momento.
Mi guardò come dirmi è adesso’ e si lasciò andare a fondo. L’uccello sparì nel culo di Silvana.
Adesso Silvana lo sentì, e fece un grido: nooo
Roberto si fermò immobile e le parlò sussurrando. E’ un sogno, è passato tutto, non sentirai più male ,continua a sognare.
Fece passare un po’ di tempo e quando lei si rilassò riprendendo il sonno ricominciò lentamente a muoversi. Il condotto si era abituato alla sua presenza e l’olio aveva ridotto l’attrito .
In breve il suo divenne un costante dentro e fuori. La stava inculando alla grande.
Si divertiva con l’uccello. Entrava in fondo, lo usciva quasi completamente per poi rimetterlo a fondo. Io lo guardavo affascinato ed eccitato.
Il culetto della mia amata posseduto da un duro uccello che la apriva in due .
Silvana aveva un viso rilassato come in un piacevole sogno.
Roberto era invasato: scopiamola in due.
Ed io: cosa?
Si, in due.
Mettiti sotto e mettiglielo in figa. Tranquillo non si sveglia più.
Dopo due minuti Silvana possedeva due cazzi: una in figa ed uno in culo.
Non poteva durare molto e volli provare anch’io il suo culo.
Roberto prese il mio posto. Eravamo all’epilogo.
Roberto disse: non ce la faccio più sto venendo. Gli risposi : sto venendo anch’io . Ci mettemmo d’accordo al dieci.
Contammo sino al dieci e venimmo in lei.
Francesco in figa ,io in culo.
A chiusura della nostra libidine utilizzammo il mio telefonino per alcune foto di lei nuda con i segni del nostro sperma.
Era stupenda.
In particolare una foto rimase nella mia mente e nel mio album stra -privato : lei nuda, a braccia e gambe aperte, con la figa luccicante dello sperma ricevuto. Sembrava mi dicesse : sono tua. Prendimi.
Fu davvero il termine. La pulimmo per quanto possibile, la rivestimmo e la portammo di fianco a Michele .Poi dopo un ‘oretta li svegliammo.
Prima lui.
Poi lei.
Ci guardava con occhi assonnati, ma sospetti.
Ricordava qualcosa?
Raccontammo che si erano addormentati uno sull’altra come due pere.
Lui rise della cosa, lei continuava a guardarci sospettosa.
Finì così.
Roberto ed io promettemmo di non farne mai parola con alcuno e solo adesso dopo molti anni ho voluto far raccontare l’accaduto senza che si possa risalire all’accaduto.
Solo Roberto e forse lei possono dalla lettura del racconto risalire, ma ‘..
C’è poi stato altro?
Il tempo è volato”sono due anni che è sposata con Michele

PS
I nomi sono quelli che mi sono stati detti. Penso siano inventati, ma non spostano di una virgola il racconto. Tra le righe ho compreso che potrebbe esserci stato un seguito solo a conoscenza di Francesco. Se c’è stato e vorrà raccontarlo’ sono qui.
Mi sono divertito a scrivere; se qualcuno ha desiderio di far raccontare la sua storia’

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