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Racconti Erotici Etero

Simonetta scopre la differenza

By 21 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La differenza tra fantasia e realtà è quello che si pensa che sia successo e quello che realmente è successo. In questo racconto solamente i nomi sono di fantasia, ma questo che importa?

Erano una bella coppia, Raffaele e Simonetta, lui 25 anni alto con un bel fisico, lei, 22 anni, longilinea con un seno piccolo ma sodo. Stavano insieme da un paio d’anni e ci frequentavamo quasi tutti i fine settimana. C’era molta intesa tra di noi e spesso i nostri discorsi cadevano sul sesso ed i rapporti intimi. Io all’epoca avevo circa 30 anni, ed anche se non ero sempre alla ricerca di nuove avventure Michela e le sue confidenze mi attiravano in modo particolare. Spesso, quando eravamo soli, mi confidava i deficit di Raffaele, la sua frase più ricorrente era:’non gli mancano i centimetri, ma non li sa usare, e poi vorrei sapere cosa si prova a fare qualcosa di diverso dalla solita missionaria di 10 minuti’. Un sabato sera, in cui Raffaele aveva esagerato con gli alcoolici abbiamo deciso di riaccompagnarlo a casa e dopo averlo riportato mi ritrovai solo con lei in auto. Inevitabilmente lei ritornò alle sue lamentele in fatto di sesso ed io per provocarla gli risposi che se voleva un paio di lezioni potevo dargliele gratuitamente. Pensavo che, come al solito, mi avrebbe risposto che amava il suo Raffaele, invece il suo viso divenne improvvisamente serio e mi rispose che la cosa la allettava ma che mai avrebbe dato la su passerina ad un altro. ‘Non importa’, le risposi,’ posso farti godere anche senza scoparti la passerina’. Rispose di no, quindi decisi di portarla a casa. Arrivati sulla stradina che portava alla villa di suo padre mi chiese di fermare la macchina per fare ancora due chiacchiere, ma appena arrestata l’auto si girò verso di me e mi mise la lingua in bocca in uno di quei baci famelici che ti fanno rizzare il cazzo. Subito le mie mani hanno iniziato ad accarezzare il suo corpo, i suoi seni, il culetto e la sua passerina. Abbassai i sedili, lei mi diceva di non farlo, ma i suoi occhi dicevano il contrario. Le abbassai i pantaloncini e le mutandine ed iniziai una lenta masturbazione seguita da piccoli baci e leccate sempre più profonde sulla passerina. Giocai con il suo clitoride, succhiandolo e mordicchiandolo fino a quando non esplose nel primo dei suoi orgasmi. Poi fu lei a cercare il mio cazzo, prima con le mani inizio una sega lenta ma piacevole, allora cercai di forzarla a scendere con la testa ma mi disse che non lo aveva mai fatto. ‘Provaci’, le risposi, e ripresi a spingerla verso il basso. Si lascio guidare docile e sottomessa fino a ritrovarsi con le labbra a contatto con il glande, a quel punto la lascia fare da sola. Inizio con qualche timida leccatina e con qualche bacio a fior di labbra. Le dissi di baciarlo come se fosse un bocca, con tanto di lingua e di succhiarlo, lo fece ed anche se era inesperta si sentì subito che ne aveva la predisposizione. Nel frattempo io avevo iniziato a giocherellare con i suoi buchini, e dopo con le dita bagnate dei suoi umori inizia a forzarle l’ano con un dito. Mugolava sempre più forte mentre le lavoravo il buchino, anche lì sembrava tutt’altro che insensibile. Allora la staccai dal mio cazzo e la trascinai fuori dall’auto. Non fece resistenza, anzi, i suoi occhi dicevano scopami ed era esattamente quello che volevo fare in quel momento. La feci stendere sul cofano della macchina e ricominciai a leccarla tutta, a partire dai capezzoli fino alla passerina e ad suo culetto nel quale già giocavo a scoparla con due dita. Mi sollevai ed inizia a strofinare il pene sulle labbra umide senza spingere, aspettando che fosse lei a chiedermi di farlo. Vedevo che il desiderio cresceva incontrollato in tutti i suoi lineamenti, aveva voglia di essere scopata ma qualcosa la tratteneva ancora. Continuai con quel giochino fino a quando dalle sue labbra non uscì imperiosa la richiesta-‘mettilo dentro, fammelo sentire tutto’. Lentamente inizia la penetrazione, implacabile senza fermarmi lo infilai tutto fino ai testicoli, per poi fermarmi in quella posizione. Lo stupore che si dipingeva nel suo sguardo tradiva l’emozione di quello che stava provando. ‘non mi sono mai sentita così piena, lo sento fino all’utero, come se avessi dentro il cazzo di Raffaele moltiplicato per 2’. Evidentemente 22 cm di cazzo per 6 di diametro le facevano un bell’effetto. Inizio a muoversi sotto di me mentre io iniziavo a scoparla lentamente ma sempre molto in profondità, ed immediato arrivo un altro orgasmo che la fece tremare tutta. ‘non fermarti implorò, fammi sentire il tuo sperma che mi riempie’. ‘non ancora’ le risposi, ‘prima voglio assaggiare il tuo culetto’. La paura mista all’eccitazione tradiva la sua voglia di osare, inizialmente cercò di dissuadermi, ma erano talmente flebili le sue parole che compresi immediatamente che quella sera non si sarebbe fermata di fronte a nulla. La feci girare lentamente ed iniziai a leccarle il buchino riempiendolo di saliva e penetrandolo con uno e poi due ed infine tre dita. Quando sentii che l’anello cedeva appoggiai il cazzo al buchino e con un colpo secco inizia a penetrarla. Si mordeva le labbra per il bruciore ma non mi chiese mai di toglierlo. Dopo aver inserito tutta la punta mi fermai per farle riprendere il fiato e quando sentii il suo rilassamento spinsi ancor più forte di prima, ma questa volta senza fermarmi fino a quando Simonetta non ebbe 22 cm di cazzo saldamente piantati nel culo. Attesi un po’ e poi iniziai a pomparla lentamente, le sue smorfie di dolore si trasformarono lentamente in grugniti di piacere, le lacrime di dolore divennero lacrime di gioia. Tolsi il cazzo più volte per poi affondarlo in lei in un solo colpo ed ogni volta i suoi sospiri divenivano sempre più forti. Poi la girai nuovamente per incularla guardandola negli occhi, e tra il cazzo che la sodomizzava ed il clitoride che strofinava sul mio pube arrivo un altro orgasmo che la portò al limite dello svenimento. A quel punto decisi che era arrivato il momento di riempirla, aumentai il ritmo e quando il mio cazzo mi fece capire di essere al punto di non ritorno lo tirai fuori schizzandole su tutto il corpo. Rimanemmo alcuni minuti fermi, sudati e con il fiatone in attesa di riprenderci, poi lei con un filo di voce mi disse:’ora non potremo più frequentarci, non riuscirei mai a guardarti scherzare con Raffaele dopo quello che è successo questa sera’. ‘Ok’ le risposi, sapevo che non era vero, ma questa è un’altra storia.
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Simonetta non aveva fatto i conti con Raffaele e la sua ‘amicizia’ nei miei confronti, ed anche se dopo quella serata aveva cercato di evitarmi accuratamente non poteva sapere quello che sarebbe successo. Un mercoledì squilla il mio cellulare, era Raffaele che mi chiedeva se avessi qualche programma per il fine settimana, gli risposi di no, ero libero dal lavoro e da altri impegni. ‘senti’, mi disse, ‘i genitori di Simo hanno una casa al mare e ci hanno invitati a passare il week end con loro, inoltre sarebbero felici se portassimo qualche altra persona, così per fare un po’ di casino ‘.’. Diedi il mio assenso alla cosa, anche perché speravo di rivedere Simonetta e di gustare ancora una volta le sue grazie.
Il venerdì pomeriggio ci ritrovammo tutti a casa di Simonetta e da lì ci trasferimmo, con le varie auto, nella casa al mare. Era una porzione di villette a schiera di vari formati con una grande piscina in comune, non il massimo della privacy, ma sicuramente avrei trovato il modo di gestire la cosa. Oltre a noi, ed ai suoi genitori, facevano parte del gruppo anche Marzia, la sorella di Simonetta, 27 anni statura e fisico nella norma ma una bocca di incredibile bellezza, e Giorgio il suo fidanzato di 30 anni, uno sfigato di quelli che si vergognava anche solo ad ammettere che si prendeva in mano l’uccello per pisciare.
La serata trascorse piacevolmente in un ristorante della zona con una cena a base di pesce e, complici le varie bottiglie di vino, l’atmosfera si riscaldo in modo esponenziale tra battutine e sottintesi. Già prima di arrivare ai caffè iniziavo a notare le prime manovre manuali sotto il tavolo tra i genitori ed anche tra le 2 coppie di fidanzatini. Simonetta, per la verità, non era stata molto loquace, ma probabilmente il ricordo era ancora molto forte in lei e quando Raffaele iniziò ad allungare le mani i suoi occhi ripresero, in parte, la stessa espressione di quella sera. Fu Raffaele a proporre una passeggiata al chiaro di luna ed il conseguente bagno di mezzanotte, ma i genitori di Simonetta declinarono l’offerta optando per il rientro nella villetta. Rimanemmo solamente noi con Marzia e Giorgio e ci avviammo verso una piccola spiaggia che sapevamo essere molto tranquilla e riservata. Arrivati sul posto scoprimmo che l’unico maschio che aveva il costume era Giorgio e che le ragazze avevano solamente l’intimo di ordinanza. Il sottoscritto, schivo di ogni problema invece si era già denudato, essendo abituato a frequentare spiagge per naturisti la nudità era l’ultimo dei miei problemi e Raffaele incoraggiato da questo mio atteggiamento si era denudato completamente anche lui, anche se poi aveva fatto una corsa per immergersi immediatamente in mare e nascondere in parte tale nudità. Notai solamente in quel momento, anche se ne avevo già avuto sentore durante la cena, le mezze frasi sussurrate tra Simonetta e Marzia e come entrambe, cercando di non farsi notare guardassero il mio pene a riposo. Non detti peso alla cosa, ero abituato a tali situazioni, sapevo che le donne hanno lo stesso istinto che hanno gli uomini quando vedono una donna nuda. Entrammo in acqua quasi insieme e subito iniziarono i soliti giochini a spruzzarci, sfiorarci e toccarci, a volte anche con misurata malizia. Fu durante uno di quei giochini che Marzia mi agguanto il cazzo sott’acqua e mi disse’ha ragione Simo, è proprio un bel biscione, chissà che effetto fa dentro ‘.’.La cosa non mi stupì molto, sapevo che le sorelline avevano una buona intesa e probabilmente Simonetta si era confidata con la sorella raccontandole tutto di quella notte. Fu Giorgio, il rompiscatole, che lamentando un certo freddo propose di rivestirci e di ritornare a casa. Rientrammo tutti insieme in silenzio, per il timore di disturbare i genitori ma appena salite le scale ci rendemmo conto immediatamente che non c’era quel pericolo, evidentemente approfittando della nostra assenza avevano già iniziato a dar sfogo ad i loro istinti, ad a giudicare dal rumore la cosa aveva preso una certa piega piacevole. Ci ritirammo tutti nelle nostre stanze, ma non avendo sonno decisi di andare nel terrazzo a godermi ancora un po’ di fresco. Fu lì che iniziai a sentire le prime effusioni tra Simonetta e Raffaele, lei stava inginocchiata tra le sue gambe e gli succhiava il cazzo con passione e nello stesso tempo gli aveva infilato un dito nel culo, con evidente piacere da parte di lui, ma poi Raffaele l’aveva rigirata su letto e dopo essersi piazzato in mezzo alle gambe l’aveva pompata per 5 minuti arrivando immediatamente all’orgasmo. Simonetta provo poi a rianimarlo, probabilmente nella speranza di ottenere anche lei il suo piacere ma lui non reagiva e dopo un po’ si girò dall’altra parte per dormire. Dall’altra finestra arrivavano i rumori provocati da Marzia e Giorgio, ma anche lì la solfa non sembrava essere diversa, finestre rigorosamente chiuse, tapparelle abbassate e pochi e veloci rumori per quella che sembrò una sveltina più rapida di quanto potesse fare Speedy Gonzales. Solamente i genitori sembravano avere ben chiaro quello che andava fatto, infatti dalla loro finestra si vedevano mentre lei, messa a 90 gradi, si faceva infilare il cazzo del marito nel culo e nello stesso tempo usasse un vibratore prima simulando un pompino e poi infilandoselo nella vagina fradicia per arrivare all’ennesimo orgasmo, poi, con misurata troiaggine si è girata verso il marito e gli ha fatto un pompino, che ad occhio e croce, gli ha fatto eiaculare anche il contenuto della spina dorsale.
Dopo tanti spettacolini osé, più o meno esaltanti, decisi di andare il piscina, erano quasi le 4 del mattino, il giardino era completamente immerso nel buio e non vi era il pericolo che qualcuno potesse notarmi, o almeno così credevo, perché dopo una decina di minuti che mi trastullavo nell’acqua sento dei passi felpati sull’erba e dopo un po’ vedo la sagoma di Marzia venire verso la piscina. Non disse nulla quando arrivò a bordo vasca si spoglio dell’accappatoio che la ricopriva rimanendo nuda e lentamente si immerse completamente per riemergere di fronte a me. Mi pose l’indice sul naso, a fronte di una richiesta di non dire nulla, e mi baciò, quindi afferrò il mio membro e dopo averlo masturbato un po’, per fargli raggiungere la giusta erezione si impalò direttamente. ‘E’ proprio grosso’ sospirò, ma nello stesso tempo iniziò una cavalcata che la portò rapidamente a raggiungere il primo orgasmo. Tremava tra le mie braccia mentre, nuotando, la trascinai in un punto della piscina dove l’acqua, per effetto di un paio di gradini era alta solo pochi centimetri. La feci rimanere stesa e lentamente scesi a sfiorare prima i suoi seni e poi le sue labbra vaginali con la lingua. Iniziai a leccare e succhiare aumentando il mio lavoro sul suo clitoride, succhiandolo come se fosse stato un piccolo cazzo, mordicchiandolo piano piano mentre con 2 dita esploravo la sua vagina fradicia. Poi passai al suo culetto, lo leccai avidamente simulando una penetrazione con la lingua e penetrandola con un dito, e la cosa sembrava piacerle in modo particolare perché mi chiese di scoparla ancora. La feci girare e dopo, averla messa alla pecorina, infilai il mio cazzo nella sua fica palpitante. Fu a quel punto che mi accorsi della presenza di Simonetta, era nel terrazzo e ci guardava credendo di non essere vista e si masturbava, seduta con le gambe larghe ed il perizoma in fondo alle caviglie. Non sapevo se fossero d’accordo, e non mi ponevo minimamente il problema, iniziai a pompare dentro a quella fica vogliosa continuando a solleticare il suo buchino, ma quando cercai di forzarlo con 2 dita Marzia mi fermò. ‘No, non farlo, almeno non ora, non l’ho mai fatto ed ora ho paura a provarci. Fammi godere così’. Le sue parole erano state chiare, e visto che non volevo rovinare tutto continuai a scoparla fino a quando non raggiunse il suo terzo orgasmo. Poi fu lei a prendere in mano la situazione, mi fece sdraiare ed iniziò un pompino da favola alternando piccole leccate su tutto il glande a piccoli morsi su tutto il cazzo fino ai testicoli, piccole succhiate a succhiate profonde in cui si infilava il cazzo in bocca fino a farmi sentire le tonsille. Poi arrivò il mio orgasmo, 3, 4, 5 schizzi che inizialmente provò ad ingoiare completamente ma, vista la quantità non riuscì a fare, così finii di godere sul suo viso ed i suoi seni. Simonetta aveva raggiunto anche lei l’orgasmo, gli occhi sbarrati a guardarci rivelavano il piacere che aveva provato, poi lentamente si è rialzata ed è rientrata in camera. Dopo un po’, anche io e Marzia siamo rientrati nelle rispettive camere, c’erano ancora 2 giorni da trascorrere lì e sapevo che quello non sarebbe stato un caso isolato, ma tutto questo lo leggerete la prossima volta.
Sabato mattina, erano passate da poco le 11,30 quando aprii gli occhi svegliato da un rumore all’interno della mia camera, Simonetta in silenzio, sulla soglia, mi guardava, sembrava che attendesse il mio risveglio e quando, nella penombra, intuì che avevo aperto gli occhi fece alcuni passi fino a trovarsi vicino al bordo del letto.
‘Ti ho visto questa notte, tu e Marzia in piscina’- mi disse
‘lo so’-risposi-‘anche io ti ho vista sul terrazzo
‘mi hai fatta soffrire e godere nello stesso tempo’
‘Mi spiace, avrei voluto che fossi tu con me’-affermai, e sapevo che era la verità
‘Non lo so, a volte lo vorrei anch’io, ma poi penso a Raffaele e mi manca il coraggio’-disse abbassando gli occhi.
Allora mi alzai a sedere sul letto, con l’intenzione di prenderla tra le braccia e baciarla, ma la voce di Raffaele che ci chiamava un istante prima di entrare in camera mi blocco. Lei si girò verso di lui e sorridendo gli disse che finalmente mi ero svegliato e che si sarebbe potuti andare in spiaggia.
Rimanemmo al sole fino alle 14,00 circa e poi rientrammo per il pranzo. Per il pomeriggio c’erano ben poche alternative, spiaggia e mare oppure una partita a tennis. Decisi di prenotare il campo per le 18,00, avevo un mio piano ben preciso, rivolevo Simonetta e volevo giocarmi tutte le mie carte fino in fondo. In spiaggia ero il primo a proporre bagni e giochi approfittando di ogni momento per sfiorarla o abbracciarla e nello stesso tempo facevo correre e saltare Raffaele con la scusa di prendere la palla o il frisbee. Poi invitai Raffaele a giocare a tennis e lui fu felice di accettare per farmi vedere il suo famoso dritto, ma non aveva fatto i conti con la mia determinazione e soprattutto con la mia capacità in tale sport. Lo feci correre come un dannato per tutto il campo durante tutta l’ora ed alla fine era ridotto ad uno straccio. Per verificare se avesse ancora energie gli proposi una nuotata in piscina che lui declino decisamente. Mancava poco al compiersi del mio disegno. Alla sera ci recammo in pizzeria, e sapendo il debole per Raffaele per la birra mi profusi nel non fargli mai mancare il boccale pieno. Poi andammo in un pub e lì finii la mia opera demolitiva nei suoi confronti. A mezzanotte Raffaele non si reggeva sulle gambe, era talmente ubriaco da non sapere nemmeno dove si trovasse. Decidemmo quindi di riportarlo a casa e di metterlo a letto, quindi tornammo nella stessa spiaggia della notte precedente per farci un ultimo bagno. Come al solito mi spogliai ed attesi gli altri che facessero lo stesso. Giorgio rimase con un paio di mutande ‘improponibili’ per qualsiasi uomo mentre Marzia e Simonetta si spogliarono completamente rimanendo entrambe con un perizoma minuscolo. In acqua, approfittando del buio Marzia si avvicinò a me ed inizio ad accarezzare il mio pene sussurrandomi ad un orecchio parole di fuoco. Poi, visti i continui richiami, tornò da Giorgio. Simonetta colse l’occasione per avvicinarsi e mi disse che aveva capito quello che avevo fatto a Raffaele e che la cosa non le era piaciuta assolutamente, mi accusò di non essere un vero amico e che non aveva alcuna intenzione di rifare nulla con me, ‘anzi’, mi disse, ‘quando saremo tornati a casa non ti voglio più vedere’. La guardai serio negli occhi e le dissi:’Ti aspetto fino alle 2,30 in camera, poi se vuoi rivedermi devi andare nel terrazzo’. Capì immediatamente quello che intendevo, se lei non fosse venuta da me io sarei andato anche quella notte in piscina con la sorella. Stizzita uscì dall’acqua, e brontolando si rivestì. Marzia le chiese cosa avesse ma non ottenne risposta, rientrammo quindi a casa, erano l’1,30. Andai direttamente in camera ed accesi la tv ma senza volume ed attesi. Alle 2,15 spensi la tv. Lessi qualche pagina di un libro per far trascorrere gli ultimi 15 minuti. Alle 2,30 esatte, chiusi il libro e spensi la luce. Non era venuta, tutto il mio piano era andato in fumo per colpa del suo orgoglio, non aveva a apprezzato tutto lo sforzo fatto per poter stare solo con lei. Decisi che avrei avuto la mia vendetta. Sapevo che Marzia mi avrebbe raggiunto in piscina più tardi, me lo aveva detto senza mezzi termini al mattino stesso, ‘il tempo che Giorgio si addormenti e poi sarò in acqua ad aspettarti per tutta la notte’- mi aveva detto. Aprii la porta del terrazzo per uscire ed in quel momento due labbra si incollarono alle mie, due mani mi abbracciavano con forza ed il suo corpo mi spingeva indietro, inesorabilmente verso il letto. Con un piede spinse la porta per richiuderla, non vi riuscì ma non sembrava che la cosa avesse una grande importanza. Continuò con quel bacio per almeno 5 minuti, come se avesse paura di staccarsi e di perdere così il momento magico. Sentivo lacrime rigare le sue guancie, i suoi denti mordermi le labbra, le sue unghie aggrapparsi alla mia pelle come se fosse sott’acqua e disperatamente cercasse di risalire. La staccai lentamente e con la stessa lentezza presi il suo viso tra le mani. La guardai negli occhi, pieni di lacrime.
‘Perché lo fai?’-mi chiese.
‘Perché tu non sei e non sarai mai solo una semplice scopata. Voglio di più da te, e se non lo hai capito allora è meglio che te ne vai’-le risposi, e poi la baciai.
Dopo un po’ mi staccai da lei, le girai attorno ed iniziai a baciarla sul collo, sulle spalle, sulla schiena mentre con la mano le accarezzavo il ventre piatto, poi le slacciai le reggiseno, feci scivolare le spalline continuando a baciarla e lo lasciai cadere. Lei si girò verso di me, le nostre bocche si cercavano nella penombra della stanza, i corpi si sfioravano in una danza sensuale, c’era fame l’uno dell’altra, e viceversa, c’era il desiderio di sentirci parte dell’altro. Slacciai i laccetti che reggevano il suo perizoma che cadde su i suoi piedi e, come se fossi legato ad esso da un filo invisibile, scesi anche io ritrovandomi con la bocca affamata di lei all’altezza del suo pube. Baciarla sfiorandolo, aprirla con le mani ed affondare la lingua tra le sue grandi labbra, succhiare il suo clitoride, avrei desiderato che quel momento non finisse mai. Il suo respiro profondo, le sue mani artigliavano la mia testa premendomi su di lei, sulla sua vagina. Il suo tremore, lei che cade all’indietro sul letto in preda del primo orgasmo. Sembrava tutto completamente irreale. Non aveva nulla di simile alla prima volta, non aveva quella componente selvaggia che ci aveva fatto scopare sul cofano della macchina, volevamo tutto, ma doveva essere completo in ogni sua fase. Mi stesi vicino a lei ed iniziai a baciare i suoi capezzoli, a succhiarli come un bambino avido del latte materno, le sue mani che entravano nei miei slip alla ricerca del mio cazzo teso come una barra d’acciaio per l’eccitazione che provavo in quel momento. Una lenta masturbazione con la quale sembrava volesse constatare la durezza e nello stesso tempo ritardare il proseguo di ciò che stavamo facendo. Lei che si china su di lui, lo bacia, lo succhia, lo fa scivolare in bocca, sempre di più. Io che la giro in un 69 lento ma continuo, la mia lingua di nuovo sul suo sesso, sul suo buchino, e poi di nuovo sul suo sesso, ed ancora sul suo buchino e di nuovo un orgasmo. La tenevo tra le braccia stesa sopra di me mentre lentamente si lasciava scivolare giù ed il mio cazzo lentamente scivolava su, dentro di lei. Il suo sguardo, illuminato da un filo di luce che entrava attraverso le tapparelle rivelava due occhi colmi di gioia per ciò che stava provando in quel momento. Si siede sopra di me ed inizia una cavalcata sensuale, prima lenta, poi più veloce ed infine forsennata, quasi ossessiva mentre il terzo orgasmo la colpiva come un vortice, contemporaneamente al mio. ‘incredibile’- le dissi, ‘credo di aver sentito chiaramente la tua vagina godere, i tuoi schizzi che colpivano il mio cazzo, le pareti che si contraevano in un modo che non avevo mai sentito in vita mia’. ‘io credo che questo sia il primo orgasmo multiplo che ho avuto e non so se mai riuscirò a provarne uno simile’- mi rispose. Facemmo l’amore ancora 2 volte quella notte, raggiungendo vette di piacere che Simonetta non aveva mai provato e che in parte neanche io pensavo fossero possibili. Abbiamo goduto entrambi della bocca dell’altro, il tutto condito da uno smorza candela anale come finale. Fuori stava albeggiando, lei stava assopita tra le mie braccia, apre gli occhi e mi guarda:’ora vado, non voglio che si svegli qualcuno e che non mi trovi’-mi disse.
‘Ti capisco’, le risposi, ‘probabilmente è meglio così’.
‘Questa è stata l’ultima volta, veramente l’ultima’, disse seria, guardandomi negli occhi, ‘non dobbiamo più farlo. Ho scoperto la differenza che c’è tra un ragazzo ed un uomo, ma scelgo il ragazzo, con i suoi difetti. Non dico che con te non sono stata bene, anzi lo sono stata anche troppo e credo che difficilmente scorderò quello che ho provato fisicamente, ma al di là della fisicità non ho provato null’altro. Raffaele è l’uomo che amo, forse un giorno me ne pentirò, ma oggi scelgo lui.’-così dicendo la vidi alzarsi dal letto ed uscire dalla stanza, e aldilà delle ore passate insieme quella domenica, posso dire che fu l’ultima volta che la vidi.
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