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Racconti Erotici Etero

Sogno e realtà

By 2 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Sogno e  realtà

 

Sabina si affacciò alla soglia della stanzetta ove Marzio viveva da qualche mese. Era ancora spoglia ma c’era tanto di lui lì dentro. C’era il suo odore e la sua chitarra, il suo armadio semi vuoto, e c’erano anche le sue notte insonni passate a speculare, a riflettere sulla vita, o semplicemente a ridere in compagnia di amici. E così c’erano le sue mattine angosciose, passate a sentirsi inutile ed inadeguato rispetto al mondo. Amava quel luogo a cui, a volte, era appartenuta. In precedenza altre donne avevano pensato di appartenervi. Non accettava il pensiero che potesse essere stata la stessa cosa. Inutile chiederselo. Adesso era lei a trovarsi lì, e guardava lui che se ne  stava adagiato sul letto con lo sgaurdo perso nel nulla, fumandosi con meticolosa lentezza la sua sigaretta, preparata con cura in precedenza. I pantaloni erano un po’ abbassati e si vedeva il membro rilassato adagiarsi, quasi dormiente, da un lato. La musica francese che lei settimana scorsa gli aveva passato tramite Skype era nell’aria. Parlavano ogni giorno fino a notte inoltrata. Lei faceva orari assurdi per il piacere e il desiderio di condividere quei momenti con lui. Quei momenti erano le uniche cose vere che potevano condividere vivendo a migliaia di chilometri di distanza e Sabina non se n’era mai pentita, nemmeno quando la sveglia suonava alle sette e lei si sentiva morire. Poco fa la conversazione Skype aveva assunto una connotazione diversa dal solito. Tramite lo schermo freddo del computer si erano fissati a lungo, come amavano fare dal vivo. Lui ad un certo punto le aveva chiesto di spogliarsi. Lei si era sorpresa e, presa dalla timidezza, aveva fatto finta di non sentire quello che quel ragazzo che l’aveva stregata due mesi prima le stava dicendo. La butto’ sul ridere, per smorzare la tensione. Ma lui non si lascio’ distrarre. Le disse, con lo sguardo sicuro e pieno di desiderio, che era serio e che voleva vederla. Lei chiuse gli occhi e si fece coraggio. Lo voleva ma allo stesso tempo aveva paura. Avvicinò piano la mano al suo top e lì indugiò qualche secondo, poi con un gesto rapido se lo levo’ e lo getto’ nel mezzo della stanza. I suoi seni piccoli si erano inturgiditi per il freddo della stanza e per l’eccitazione e il disagio derivante da questa situazione inusuale che era venuta creandosi. Si mise un braccio intorno la vita e guardo’ lui con uno sguardo intenso, intenta a scrutarlo. Attraverso i mircofoni s’intendette il suono di una cintura dei jeans che si apriva e del cotone dei jeans che si sfregava sulla pelle nuda. Lei non vedeva ma sapeva, e la paura e l’eccitazione andavano di pari passo. Lui le disse di abbassarsi anche i pantaloni. Lei si levo’ tutto e smise di guardare lui. Amava tutto questo ma si sentiva comunque imbarazzata. Lui le disse che voleva che lei lo guardasse e così lei levo’ lo sguardo e smise di senirsi intimidita. Lui le disse di sedersi e di aprire le gambe. Lei obbedì e lo guardò. Dallo suo sguardo capì che l’eccitazione saliva senza tregua in lui. Marzio le disse di accarezzarsi, e lei, con delicatezza, inizio’ ad accarezzarsi l’interno delle cosce, prima piano, poi con più forza, tirando la pelle vicina alle grandi labbra, di modo che esse potessero allargarsi e stringersi a ritmo. Si sentiva bagnata e sentiva l’odore dei suoi fluidi diffondersi nella sua stanza. Desiderava che lui fosse lì a guardarla dal vivo e non a tutti quei chilometri. Voleva che lui la prendesse senza dire una parola, che la penetrasse senza troppo riguardo. Voleva che lui le toccasse i capezzoli fino a farle male e che si avvicinasse pure al posteriore per sentire quel dolce dolore che combinato ad altro le donava estremo piacere. Ma il corpo di lui non era lì, c’erano solo la sua anima e la sua essenza. Si inizio a sfiorare il clitoride, che era talmente bagnato che le sue dita si spostavano senza attrito alcuno, bastava un tocco delicato ma deciso e continuo per mandarla in estasi. Si sentiva morire dal piacere e sapeva che non poteva resistere a lungo. Tutta la sua pelle sussultava, sentiva mille brividi leggeri attraversarle il corpo e desiderava che lui la toccasse ovunque con la dolce fermezza che lo contraddistingueva. Sentiva il suo clitoride  sempre più gonfio pulsare e avvertì con forza la mancanza di lui dentro di lei. Da dove scaturiva quel desiderio di lui? Non voleva solo far l’amore con lui, desiderava inglobarlo in se stessa interamente, farlo fondere con il suo corpo e la sua anima. Intanto i fremiti aumentavano e disse a lui che stava per venire. Lui la guardo’ con passione mista a tenerezza, vedendo la timidezza di lei essersi così sfrontatamente mutata in un gioco al rialzo di desiderio ed eccitazione. Lui la guardo’ intensamente, lei pure, e così in quell’attimo si consumò, nella distanza, la loro unione perfetta.

Sabina, nuda, tenendosi una mano delicatamente appoggiata al cuore camminava verso Marzio con passo gentile. Lui alzo’ lo sguardo e, per un istante sorpreso ma non interdetto, si sollevo’ e, con un sorriso luminoso e grato, la prese tra le braccia e la strinse a sè con forza.

 

 

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