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Racconti Erotici Etero

Soli

By 14 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

C’era un silenzio teso nell’ufficio.

La porta dell’ufficio del notaio era chiusa, l’ufficio deserto, le luci spente, i computer spenti, le impiegate andate a casa.

Solo una lama di luce filtrava da sotto la porta.

I suoi passi sono annunciati da un pesante rumore di tacchi sul legno pregiato del pavimento.

E’ l’unico rumore che c’è nell’ufficio.

Attraversa l’ingresso, i vari uffici e si dirige diritta alla porta dell’ufficio illuminato. Come se conoscesse l’ufficio, non accese la le luci.

Bussò delicatamente.

“Avanti”

Entra. Attraversa la stanza, arredata con gusto classico è molto ampia, accelera il passo. Non si guarda intorno.

Sorride all’uomo dietro alla scrivania. Lui la guarda serio.

Infila la mano in tasca e ne tira fuori una piccola scatoletta chiusa da un fiocco blu scuro. Sempre sorridendo e guardandolo negli occhi la appoggia delicatamente sulla scrivania davanti all’uomo.

La donna si gira e lascia cadere la borsetta su un divanetto alla destra della scrivania. Si dirige verso un mobile vicino a questo piccolo salottino. Si muove come se conoscesse la stanza. Si piega tenendo volontariamente le gambe rigide. Vuole far salire la gonna del tailleur blu che indossa. Apre l’anta che si trova davanti alle sue gambe, c’è un piccolo frigo. prende un bicchiere e una bottiglietta d’acqua.

L’uomo dietro la scrivania molto lentamente tira il laccetto che forma il fiocco che chiude la scatoletta, lo butta via e apre la scatoletta.

Lei versa l’acqua nel bicchiere e lo appoggia sulla scrivania vicino all’uomo.

L’uomo prende una piccola pastiglia dentro la scatoletta, sorride compiaciuto, la ingoia bevendo dal bicchiere.

Lei si avvicina al divanetto, apre la cerniera della borsa, tira fuori il cellulare e lo spegne.

Lui si rilassa, si appoggia allo schienale della sedia in pelle. Lei si avvicina a lui, gli sorride, gli allarga la cravatta e la sfila lentamente. Gli apre il primo bottone della camicia.

Lui la guarda allontanarsi. Lei si avvicina al divanetto. Si gira, lo guarda fisso negli occhi.
Con la mano apre lentamente i tre bottini della giacca che indossa. La leva lentamente.
Nessuna musica, nessun balletto, nessuna mossa di finta seduzione. Solo una giacca che cade a terra, lasciandola con indosso un reggiseno nero.

La gonna fa la stessa fine della giacca. Si gira per mostrare all’uomo il perizoma che indossa e le calze nere, sorrette da un sottile reggicalze, prudentemente indossato sotto il perizoma.

Sa che lui le sta guardando il sedere, sa che adora le calze nere, i tacchi a spillo, l’intimo semplice e soprattutto non sopporta inutili smancerie.

Si avvicina a lui lentamente, si fa guardare, si sente bella.

“Mi aiuta a slacciare il reggiseno, per cortesia” chiede con un filo di voce, accucciandosi di fronte a lui.
Mentre fa scorrere la mano sulla sua schiena la osserva in volto. Capelli raccolti in una coda, pochissimo trucco sugli occhi, rossetto scarlatto. Si sta eccitando.

Lei gli prende l’altra mano. “No, è davanti” .

Lui avvicina le due mani ai suoi seni. Mette la mani a coppa mentre lei sgancia il piccolo cuoricino che fa da fermaglio. Il reggiseno si apre e lui le tiene i seni tra le mani. Piccoli, sodi, duri e pieni al tatto, con 2 piccoli capezzoli chiarissimi, svettanti verso l’alto.

Lei si toglie il reggiseno dalle spalle si alza lentamente. Si ferma di fronte a lui.
Lui fissa il piccolo gioiello che è nell’ombelico di lei. Lo ricorda bene.

Lei allarga leggermente le gambe. Lui appoggia l mano sul monte di Venere di lei, è caldo. sposta la mano, afferra il perizoma dietro, lo tira, lei geme per la pressione del filetto, lo rompe, lo strappa via, è eccitato. Lei lo sa.

Lei si siede sul divanetto … allarga le gambe, si mostra. Le decolltè nere col tacco a spillo cromato, le calze nere, il sottile reggicalze, il suo corpo nudo. Sono un invito. Ma è presto.

Lei si tocca, con intensità, con volgarità, con forza. Strapazza il seno, maltratta i capezzoli, allarga le gambe e con una mano apre le grandi lebbra. Lui la fissa in mezzo alle gambe.

Lei si masturba con forze e volgarità.

Lui sorride. “Come ti devo chiamare?”

Lei è bagnata. “Decida lei! non ci sono problemi”

“Sei semplicemente Donna”

“Come desidera”

“Donna, godi per me”

Lei prende dalla borsa un cilindro di metallo rosa. E’ un vibratore, non troppo grosso, ma nelle sue mani diventa un’arma di piacere. Si tocca, si sfiora, lo bagna con la lingua. E’ eccessiva, volgare, plateale. finche non lo spinge dentro. La sua rosa vagina lo accoglie come con un sospiro. Lei chiude gli occhi. Lo muove pianissimo dentro, con piccoli cerchi.

Lui si alza, mentre lei inizia a spingerlo sempre più a fondo.
Si toglie la camicia, lei lo tira lentamente fuori.
Si slaccia i pantaloni e li fa cadere, lei lo spinge dentro con un colpo secco che la fa sussultare.
Ridicolo nei suoi boxer e calzini, si avvicina a lei.
Lei si sdraia sul divano, mette le gambe sulla stoffa chiara, fa compiere al vibratore piccoli circoli dentro al suo piacere.

“Donna succhia”

Lei apre la bocca, lo accoglie con molta saliva e molto desiderio, lui afferra il vibratore e inizia a muoverlo. Lei sta per venire. Lui ha una potentissima erezione che cresce ancora con la lingua di lei che la chiama.

Lui si ferma un attimo, la guarda negli occhi, Sorride. Lei si tira sui gomiti.

Lei: “Tutto ok? E’ pronto?”

“Certo, volevo solo dire ….. Grazie di questo regalo”

“Buon compleanno. Papà”

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