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Racconti Erotici Etero

Sono tua

By 10 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono tua’

– Davvero mi vuoi?
– Davvero faresti qualsiasi cosa pur di portarmi a letto?
– Allora vieni qui adesso! O mi scopi adesso o mai più!.
– Guardavo interdetto quell’sms.
Mesi di giochi e scherzi e adesso mi trovavo quella proposta.
Presi il cellulare e chiamai.
– Alzata di buon umore ma incazzata nera con tuo marito?
– Stai cercando una valvola di sfogo e hai pensato a me?
– Poche storie Marco o vieni adesso qui a casa mia e mi scopi comeda sempre dici oppure esco e mi faccio il primo che mi va a genio?
– Oh’ma parli sul serio
– Ascolta Marco, se entro mezzora non ti vedo qui’questo gioco finisce per sempre
Il classico rumore di un telefono chiuso e la mia incredulità era tutto quello che mi era rimasto.
Mentre con la macchina mi avviavo verso il mio desiderio segreto, riflettevo sulle conseguenze di quello che stavamo per fare.
Comunque girassi quella patata bollente, mi rendevo conto che era tutto sbagliato.
Niente da fare’avrei voluto andare con quella macchina da qualsiasi parte meno che da lei, ma ormai ragionavo con l’uccello.
– Cazzo sto facendo’
Le scale fatte due a due col cuore in gola’il suono del campanello e l’attesa infinita di un secondo.
Il rumore di una porta che si apre e poi lei: stupenda, sexy, disponibile come nei miei sogni più intimi.
Una visione mozza fiato che mi lascia inibito sulla porta, poi le sue braccia che mi portano dentro e il suo corpo che si avvolge a me come una gatta in effusioni.
Una fiamma intensa esplode sotto i miei calzoni e il sapore della sua bocca &egrave gia dentro la mia.
I vestiti vengono lanciati alla rinfusa mentre le mani si incrociano e i corpi si aggrediscono.
La bufera dei sensi &egrave scoppiata, il vento dei sentimenti ci trascina sul divano e freneticamente le mani cercano i sessi.
Mi sento avvolgere il cazzo e il piacere mi possiede.
I suoi seni subiscono l’attacco della mia lingua, succhio i suoi capezzoli come fosse un lecca lecca poi li mordo piano mentre le mie dita trovano il miele del suo rifugio.
Entro a giocare con la sua calda carne: il calore che mi avvolge le dita, si moltiplica con la sua mano che scivola decisa avanti e indietro sul mio cazzo.
Un bacio lungo, una promessa infinita impossibile da mantenere.
Corpi sudati che si scontrano, gambe che si aprono per accogliere il massimo del piacere, il momento dell’attesa finisce, la mano lascia il posto alla dura carne, il desiderio del maschio si scontra con la voglia della femmina.
Dolce tepore nel momento dell’entrata.
Il caldo pertugio si schiude come un fiore al sole, solo il calore &egrave diverso.
I muscoli vaginali si stringono attorno al mio cazzo e mi fanno impazzire di piacere, continuo a baciarla, a morderla,lecco il suo profumo, annuso il suo odore, spingo tutto il possibile in quell’amplesso; il rumore dei corpi che si scontrano viene accentuato solo dai nostri sospiri, i gemiti di piacere soffusi dai nostri baci sono la consapevolezza della passione nascosta sotto la cenere celata da mesi di tensione erotica.
Il divano vede un nuovo film, una storia di sesso sfrenato senza limiti e senza pietà.
Incuranti di altri ci scopiamo sino all’esaurimento dei nostri sessi e solo la impossibilità di continuare da parte mia, lenisce la passione esplosa.
Le nostre carezze sui nostri sessi, sono il segnale di una ricerca continua del nostro piacere, le bocche con l’aiuto delle lingue vanno a cercare il sesso dell’altro e famelicamente se ne impossessano.
Il rito tribale della carne si ripete.
Tutto si riduce a cercare piacere, soddisfare il tuo partner, farlo felice, sentirlo morire sotto la tua lingua, il clitoride strapazzato dai miei succhiotti, i denti mordono le dolci labbra polpose poi la lingua scende sulle cosce e scivola sino ai piedi lasciando la sua bava di piacere, la giro e risalgo a lenire il suo fuoco, bacio le sue rotondità e subito penso al piacere di profanarle lo stretto pertugio mentre con la lingua allargandole le natiche rientro a cercare il clitoride.
I suoi gemiti sono il mio lascia passare, il mio diritto di maschio, il mio dovere di maschio, il mio piacere di maschio.
Aggredisco quel piccolo pezzo di carne al centro del mondo femminile e stringo, di nuovo succhio tutto di lei e poi, improvvisamente, come un vulcano in eruzione, tremiti inconfondibili dell’orgasmo.
Un’esplosione di umori nella mia bocca.
Continuo a stare dentro di lei e ogni tanto esco a leccarle anche il piccolo buchino:
scambio vorticosamente i due pertugi e mi preparo a esaudire il mio desiderio più proibito:
– Hai un culo meraviglioso’ci morirei dentro
Quante volte te l’ho detto al cellulare e tu ridendo come una bambina mi hai sempre detto che lo tenevi caldo solo per me’
E adesso mentre violo piano quello stretto passaggio, mi rendo conto che forse veramente aspettavi me per essere sodomizzata.
La carne cede al passaggio della tempesta e subito si adatta, una mano sale ad accarezzare le tue labbra carnose proprio mentre il mio sperma comincia a scaldarti le viscere.
Asciugo le tue lacrime e ti bacio’
Grazie Patrizia’molto meglio che al cellulare’

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