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Specchio

By 12 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Davanti a te si trova uno specchio, ti guardi, sei nuda, indossi un paio di tacchi neri, ai polsi hai due fasce di cuoio, si potrebbero dire delle manette, ma no ne hanno assolutamente le sembianze, quindi rimani per l’idea che indossi due fasce di cuoio nero a cui &egrave collegato un anello, uno a polso, sei in ginocchio davanti ad un uomo, chi &egrave quest’uomo? sai davvero cosa stai facendo, ovviamente no, ma forse questa risposta che balena rapida nella tua mente &egrave solo una scusa dietro cui rifugiarsi, continui a guardarti allo specchio, hai gli occhi che brillano, grandi, neri, abbassi lo sguardo, i tuoi seni sono segnati da macchie rosse, li senti appena doloranti, niente a confronto di cosa proverai in seguito, quando quelle macchie rosse diventeranno di un violaceo intenso e poi gialle fino a uniformarsi del tutto con la tua pelle bianca. Sei ai piedi di un letto che non &egrave il tuo, in una stanza che ti &egrave sconosciuta, una mano ti sta accarezzando i capelli, piano, tu cerchi conforto in quella mano, in quel gesto così apparentemente buono, non sai perché ti sei ridotta a cercare spasmodicamente un briciolo di affetto in quel modo così svilente, eppure sei lì, a terra, con la schiena che brucia, ma sai perfettamente che la cosa non ti reca il minimo fastidio, al contrario, tutt’altro,
Ti eri messa in piedi, con la faccia contro il muro, le mani giunte e sopra la testa, come ti era stato chiesto, anche se il verbo chiedere &egrave enormemente fuori luogo, sei rimasta in quella posizione per ricevere ciò che ti ha dato un po’ di pace, sollievo, come quando su una scottatura di mette del ghiaccio per spegnere momentaneamente il dolore, allo stesso modo tu sentivi il primo colpo arrivare sulla tua schiena pallida, magra, hai digrignato i denti, contratto i muscoli, così come per i successivi dieci colpi, ma repentinamente i tuoi muscoli si sono distesi, i tuoi occhi si sono chiusi, la tua bocca lasciava uscire un accenno di piacere, che esplose in un gemito gutturale, quasi liberatorio, quando l’ultimo colpo ti ha sferzato, hai dovuto contare, ma non ti ricordi minimamente di aver parlato, il bruciore iniziale si &egrave lentamente trasformato in dolce fonte di godimento, non tanto per il tuo copro, quanto per la tua anima, ti sei girata, hai passato la mano su quelle righe rosse, leggermente gonfie, il tuo respiro era ancora irregolare e lo rimase a lungo.
Hai osservato la tua figura esile piegarsi sul letto mentre un uomo entrava a fondo dentro di te, hai osservato il tuo viso sconvolto dal piacere intimamente unito con il dolore che ti lacerava la carne, hai osservato il tuo ventre contrarsi, la tua schiena inarcarsi, le tue braccia cedere, in quel momento non ti era concesso nessun pensiero, non eri più niente, hai visto te stessa uscire da quella porta lasciata socchiusa e aspettare di potersi impossessare nuovamente della persona che stava sparendo sotto il corpo di quell’uomo.
Ora sei seduta per terra, le gambe incrociate, senti il rumore dell’acqua che scorre, la luce appena visibile del tramonto entra dal soggiorno, fai scivolare una mano lungo il basso ventre, le dita si bagnano del tuo liquido, le porti alla bocca, avvicini le labbra e ti assaggi, quella sei tu, ti alzi, prendi l’intimo che prima avevi fatto cadere a terra, lo indossi, vorresti fare una doccia, ma non puoi, infili le calze chiare, la gonna adagiata sul divano e il maglioncino appoggiato sul tavolo, trovi difficoltà a camminare, levi le fasce ai polsi, non riesci a metterti il reggiseno, il fastidio &egrave troppo forte, si potrebbe avvertire un’espressione quasi meravigliata sul tuo volto, ti togli i tacchi, non vuoi fare rumore, vedi il tuo flebile sorriso spegnersi, esci in silenzio, il rumore dei tuoi passi riecheggia nei corridoi del condominio, sei fuori.
Le luci della sera ti invadono, i rumori, gli odori, la strada con le sue persone ti avvolgono, ti trascinano come se fossero complici, come se ti volessero offrire la loro approvazione, una tua vana illusione che ti aiuta a chiudere gli occhi, la schiena ti fa male, le gambe sono rigide, accendi una sigaretta e vieni inghiottita dalla folla.

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