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Spiccare il volo

By 30 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Tanti problemi a togliermi il sonno, debiti da saldare, somme importanti da pagare, non so come fare, mi servono subito parecchi soldi. Un convivente praticamente incapace di gestire le situazioni, un amico defilato, la tristezza dentro di sentirmi sola, la delusione nei confronti degli uomini’ Dopo essermi rivolta agli amici mi assale lo sconforto di non trovare una soluzione, poi un’idea’ combattuta, dura, dentro una lotta continua: l’unica possibilità che ho, ma sarò in grado? Non ho idea se reggerei la situazione. Ma’ mi vengono in mente due persone che potrebbero pagarmi per stare con loro. Uno è C., un uomo di 48 anni, fisicamente normale, sguardo torbido (da mettermi i brividi ogni volta), conosciuto tre anni fa, mi ha sempre detto apertamente di volermi scopare a qualsiasi prezzo ma alle sue condizioni: esibirmi in una strada, farmi caricare come una puttana e farlo in un anfratto, farmi prendere, perché vuole dominarmi, vuole possedermi come un oggetto. E poi R., 45 anni, dal fisico prestante, viso piacevole, sguardo penetrante ma anche dolce. L’ho conosciuto parecchi anni fa, conoscente del mio convivente. Ho sempre capito di attrarlo, molti scherzi anche in presenza del mio convivente in cui gli chiedeva di cedermi per una notte a qualsiasi prezzo. Mentre capivo l’attrazione di C, non ho mai compreso perché questo interesse continuo e duraturo di R. Non sono quel tipo di donna che tutti gli uomini si girano a guardare, posso piacere, ma con i miei limiti e i miei difetti’ qualche chilo in più, un seno dalla terza misura, ma dalla mia un bel sedere, un viso grazioso, occhi che colpiscono e una bocca che so essere stuzzicante’ Ci penso per giorni e notti, ne avrei bisogno ma ho paura, non è facile per una come me decidere di fare una cosa del genere. Mi è sempre piaciuto il sesso, anche molto, ma per il piacere che lo pervade, per i giochi, per le fantasie’ non per soldi’ e soprattutto con persone con cui non ho creato nulla’ per me c’è sempre voluta una componente di gioco a due, qui non ce n’è, si tratta di una compravendita. Mi decido alla fine a telefonare a C. Ci ho riflettuto, da una parte ultimamente mi sono sentita usata anche da chi ho amato, dall’altra so che C. non ama il sesso anale, che per me rappresenta un’esperienza molto recente e su cui temo il confronto con un uomo irruento, e so che non ama pratiche sadomaso, questo mi rassicura su possibili incidenti di percorso. Con il cuore a mille, gli dico che accetto la sua proposta. Lui è sposato, concorda con me su una sera pre-cena in modo da non destare sospetti, mi chiede di mettermi una gonna corta, calze autoreggenti, una camicia aperta e un cappotto, vista la stagione, ma corto e di lasciar intravedere quanto mi chiede di esporre. Mi caricherà su una strada, frequentata da prostitute di professione. Metto giù il telefono, e mi assale il panico per quanto ho deciso di fare. Passano i giorni, nel frattempo contatto anche R. che mi farà sapere’ lui è molto diverso, c’è qualcosa che mi è sempre piaciuto in lui’ Decido di andare al lavoro con il mio abbigliamento consueto e di cambiarmi in un bar non molto lontano dal punto dell’appuntamento. Tutto il giorno con il timore di aver sbagliato ad accettare la sua proposta. Arriva il momento, mi dirigo al bar, entro nel bagno e mi cambio, decido di uscire dal bar con il cappotto chiuso, almeno questo, poi mi incammino. Vista l’ora, la strada non è molto frequentata dalle prostitute, nonostante questo le poche che ci sono mi insultano quando mi trovo troppo vicino a loro. Sento la vergogna avvampare mentre apro il cappotto, fortunatamente a parte qualche colpo di clacson, passa troppo poco tempo perché qualcuno si possa fermare. Arriva lui, accosta, abbassa il finestrino e mi chiede ‘Quanto vuoi?’. Io, stizzita, gli rispondo ‘dai, aprimi’ mentre provo ad aprire la portiera. Lui accelera e se ne va. Mi assale il panico, mi chiedo cosa stia facendo. Pochi minuti dopo lo vedo tornare, si ripete la scena, questa volta capisco e gli rispondo ‘500 euro per due ore’, mi apre la portiera e mi fa salire, ripartendo. Mentre guida mi prende un braccio stringendolo da farmi male e mi dice ‘Ti avevo detto di esporti, cazzo. La gonna è troppo lunga, e la camicetta troppo chiusa’. Penso che io al contrario mi sento quasi nuda mentre lui continua ‘ora apriti due bottoni della camicia e alza la gonna sopra al bordo delle autoreggenti’, guardandomi con degli occhi spietati. Lo faccio, mi sento calda in viso, sto arrossendo per la vergogna, lui ha un sorriso cattivo, soddisfatto. La sua mano mi accarezza l’interno coscia risalendo, fino a toccare la stoffa del mio brasiliano, mi sento tremare. Ci fermiamo ad un semaforo, mi dice di tirare fuori il seno. Guardo fuori, c’è gente che potrebbe vedere anche se è buio, glielo faccio notare, lui mi stringe ancora forte il braccio dicendomi di muovermi. Lo faccio, lui le prende in mano, le strizza, poi stringe i miei capezzoli facendomi male. Vedo un uomo che sta guardando, ma non oso fiatare. Finalmente riparte. Mi prende una mano e la porta sul suo cazzo, che sento duro sotto i suoi pantaloni, so cosa vuole. Apro i pantaloni, abbasso i boxer e inizio ad accarezzare, ad impugnarlo. Mi guarda e con una mano mi abbassa in maniera decisa la testa, avvicino la mia bocca ed inizio a leccarlo, lenta, mentre spero che nessuno possa vederci, lo prendo in bocca e lo succhio, stuzzicandolo con la lingua, è duro, caldo, non particolarmente grosso ma decisamente lungo, me ne rendo ancora più conto quando con la mano libera dal volante mi preme la testa contro il suo pube e lo sento arrivare in gola, mi sento mancare il respiro, mi viene quasi da tossire ma lui non allenta la presa, solo un tentativo di conato gli fa togliere la mano, mi alza la testa e ride guardandomi, ‘guardati, sei ridicola’, mi guardo allo specchietto, il trucco colato degli occhi per il conato. Mi ripulisco, mentre stiamo arrivando. Non capisco dove siamo, mi fa scendere, sta davanti a me e mi dice di seguirmi, mi fa entrare in un palazzo che sembra solo per uffici, ci sono telecamere ovunque, mi fa fare un lungo corridoio, mi spinge in una piccola rientranza del muro con la faccia al muro, mi alza la gonna, ed inizia a toccarmi, prima mi stringe le natiche, poi passa sulla mia fighetta, allarga il brasiliano per accarezzarla con due dita, poi all’improvviso in un colpo me lo strappa, la sua mano si prende possesso di me, mi tremano le gambe, da una parte la vergogna, ma anche un sottile piacere dovuto alla sua mano, poi mi gira, mi fa inginocchiare, tira fuori un preservativo, lo apre e me lo da, si apre la cerniera, abbassa di poco i boxer per liberarlo e mi dice ‘mettimelo tu, ma non devi usare le mani’, gli dico che non l’ho mai fatto, ma è come se non esistessi… provo a farlo, riesco a coprirgli la cappella, a spingerlo un po’ oltre ma poi sta per scivolare, tento di prenderlo, ma cade. Mi guarda, ne prende un altro e mi dice con un’aria sprezzante ‘Se butti anche questo ti detraggo la scatola intera dal pagamento’. Un brivido, ci riprovo, ma questa volta ci riesco. Mi guarda sprezzante e ‘ho sempre pensato che eri una perfetta puttana” le sue parole mi fanno male, accrescono la mia vergogna, perché in fondo è questo che sto facendo’ Mi fa alzare, mi gira verso il muro, mi piega la schiena, sento le sue mani sui miei fianchi, lo sento strusciarsi sulle mie labbra, sul mio clitoride, sono bagnata, lo sente e ‘una puttana che si eccita’ ridendo’ me lo mette dentro in un colpo, dolorosamente, un sussulto, lui mi prende i capelli in una mano e mi tira indietro la testa, mi lecca il lobo dell’orecchio e mi sussurra ‘te la sei tanto tirata, sono tre anni che aspetto questo momento, ora sei la mia puttana’ e tenendomi i capelli inizia a spingere dentro di me sempre più forte, affondando nella mia figa con colpi secchi e profondi, la sua lunghezza lo aiuta nel farmi sentire spaccata, spinge così violentemente che mi sembra quasi di perdere il terreno sotto i piedi, lo sento ansimare, mentre ad ogni colpo tira sempre più forte i miei capelli’ inizio a sperare che finisca presto, ma continua, resiste a lungo, senza tregua, finchè lo sento pronto a venire, esce da me, e tirandomi per i capelli mi fa girare e inginocchiare, si toglie il preservativo, ma mentre mi avvicino con la bocca tira indietro i miei capelli e il primo getto della sua sborra mi colpisce una guancia, caldo, poi ovunque’ non volevo, devo tornare a casa, e mi rendo conto che mi ha colpito anche i capelli, lo ha fatto volutamente’ infatti con un’espressione crudele, mi guarda in faccia con un ghigno e mi dice ‘così devi essere, sporca come una puttana” sento le lacrime salirmi agli occhi, ma non voglio cedere, mi avvicina al suo cazzo e me lo fa pulire con la lingua, poi mi accarezza la testa e sempre con quel ghigno mi dice ‘brava la mia cagna’, e inizia a sistemarsi, lo faccio anch’io, poi torniamo all’auto, appena saliti apre il portafoglio e mi getta sulle gambe 600 euro dicendomi ‘oggi mi sento buono, il resto è un premio per l’essere la tua prima volta, farai strada, lo sapevo” il suo disprezzo, è questo che mi aggiunge dolore alla vergogna di essermi dovuta abbassare ad una scelta simile’ mi porta dove mi ha caricato, nessun saluto, scendo e mi avvio al bar, mentre mi sto ripulendo in bagno mi arriva un sms ‘Posso lasciare il tuo numero a dei miei amici, chissà magari organizziamo una festicciola’, lo leggo mentre mi scendono le lacrime calde della vergogna, della disperazione di aver dovuto abbassarmi a tanto, del sentirmi sporca’ e mentre piango ricevo un altro sms’ ‘Ciao, sono R. Mercoledì alle 18, ci troviamo davanti allo Spanck” freddo’ mi assale ancora più la tristezza, in quel bagno continuo a piangere, mi sento sconfitta e sola, con la delusione degli uomini che ho incontrato, con la verità di sentirmi un oggetto, una puttana’ e invece’ si sta per aprire un mondo fantastico che mai avrei immaginato di poter conoscere’ Passano i giorni, non riesco a togliermi le sensazioni di quella sera, la vergogna. Continuo a pensare a cosa succederà con R. Penso all’uomo che amo in questo momento. Penso che sarebbe bastata o basterebbe una sua parola per fermarmi, nonostante tutti i guai in cui mi trovo, mi basterebbe saperlo vicino e tutto sarebbe più facile da affrontare. Ma lui non c’è e in fondo so che non c’è mai stato, sono stata solo un corpo, nulla di più. Mi riprometto che mercoledì sarà l’ultima volta che faccio una cosa simile, mi ha già segnata troppo. Non ho altre comunicazioni da R., non so se desideri qualcosa di particolare, e visto che è così decido che sarò più quello che sono, non mi aspetto nulla di meglio, ma almeno sarò io. Arriva mercoledì. Come sempre vado al lavoro, ma questa volta posso permettermi di vestirmi come mi farò trovare da lui, una longuette nera con uno spacco non eccessivo dietro che delinea la forma del mio sedere, e una camicia con un gioco discreto di vedo e non vedo, quel tanto che basta per farsi notare senza esporre il cartello ‘puttana’. Passo la giornata cercando di concentrarmi sul lavoro, a fatica. Al termine mi dirigo verso lo Spanck. Ho le mani ghiacciate per la paura. Arrivo e lo trovo già ad aspettarmi, mi squadra con un sorriso che mi fa capire che è contento, un paio di jeans, e un giubbotto, semplice’ e interessante come i suoi occhi. Mi prende le mani nelle sue dandomi due baci sulle guance. Poi mi porta alla sua auto. Mi fa salire e poi parte, non so dove siamo diretti. Inizia a parlare, mi chiede della giornata al lavoro, si informa di me, credo voglia mettermi a mio agio, con la sua voce calda, cosa che mi è sempre piaciuta di lui. Ci fermiamo davanti ad un palazzo, mentre saliamo mi dice che ha un secondo appartamento in città, mi fa entrare in casa, mi sento la testa confusa, ma lui è molto tranquillo. Mi aiuta a togliermi il cappotto, mi guarda, vedo che segue il mio corpo, poi mi fa accomodare sul divano e mi chiede se voglio qualcosa da bere. Ho bisogno di bere, e possibilmente qualcosa di alcolico, forse mi aiuterà a sciogliermi un po’. Gli chiedo un bicchiere di vino, lui arriva con il bicchiere e dei salatini e si siede accanto a me continuando a parlare, beviamo, mi versa un altro bicchiere che trangugio senza respirare. Mi guarda, mi guarda soprattutto la bocca. Dopo un momento di silenzio mi dice ‘vorrei che tu capissi che ho aspettato a lungo questo momento, e non voglio solo scoparti’, non rispondo nulla, non riesco a capire se sia una minaccia o cosa. Poi mi dice di alzarmi e mi chiede di togliermi la camicia’ Con ritrosia lo faccio mentre lui mi guarda, poi mi fa togliere la gonna. Si alza a questo punto, mi gira intorno guardandomi, mentre il mio imbarazzo sale, vorrei quasi nascondermi, poi gira dietro di me e mi parla all’orecchio dandomi una scarica forte, il suo respiro che mi elettrizza, mi chiede di togliermi il reggiseno, lo faccio, mentre lui viene davanti a me, di istinto mi porto le braccia sul seno a coprirlo, lui senza forzare me le apre e mi dice ‘una donna va goduta prima di tutto con gli occhi’, lascio andare le braccia, lui gira di nuovo dietro di me, e mi chiede di togliermi gli slip, lo faccio abbassandoli e lasciandoli cadere a terra, questa volta senza celarmi. Lo sento dietro di me, sento i suoi occhi su di me, quello sguardo che sembra guardare oltre, che sembra spogliarmi anche oltre la nudità, per degli istanti che sembrano non finire mai, poi torna davanti a me, allungo le mani per togliergli la maglia, mi ferma e mi dice che vuole guardarmi ancora. Si allontana tenendomi a vista, e torna portandomi un altro bicchiere di vino, il mio imbarazzo è tanto, ma mi sento più a mio agio, bevo il vino, lui prende il mio bicchiere, lo appoggia, mi prende le mani, le stringe, e poi le porta ai lembi della sua maglia e accompagnato dalle sue mani mi fa togliere la sua maglia, mostrandomi un torace ben delineato, non palestrato ma curato e delle spalle grosse. Mi lascia le mani, e io, senza capire cosa faccio, gli accarezzo il torace, lo percorro con le mie dita, scendendo verso il ventre, inizio a sbottonargli i jeans e li faccio scendere ai suoi piedi, mentre mi abbasso noto la sua erezione, notevole anche se coperta dai boxer, avvicino la mano e lo stringo da sopra i boxer, lui mi prende la mano e mi fa salire, provo a ritoccarlo, ma mi ferma. Non capisco cosa voglia, mi sconcerta questo comportamento. Poi mi guida verso il letto e mi fa stendere, faccio per tirarlo a me, ma mi ferma e mi fa allargare le braccia, poi si allontana, si mette ai piedi del letto in piedi guardandomi. Questo mi fa agitare ancora di più, mi chiede di allargare le gambe, lo faccio. Rimane a guardarmi a lungo, come se sondasse ogni cm del mio corpo, mi dice che lo fa ammattire il fatto che io sia completamente depilata, lo sperava, mi sento colare, poi si avvicina, si siede sul bordo del letto e inizia a baciarmi il collo, mentre con le mani mi stringe i seni, scende con la bocca e mi succhia i capezzoli, li lecca, scariche che si scatenano nel mio corpo, di istinto porto la mia mano sulla sua erezione, lui la allontana nuovamente dicendomi ‘devi fare come voglio io’, poi scende ancora con la bocca sul mio ventre, sull’inguine e poi sulle mie cosce, sento il suo fiato sulla mia fighetta, ho paura, mi aspetto da un momento all’altro che si scateni la durezza come è successo la volta con C., eppure mi sto eccitando, sento che mi sto bagnando e sento i muscoli della mia fighetta contrarsi per questo, non voglio, ho paura di quello che ci sarà dopo. Mentre mi trattengo la sua bocca arriva su di lei, e si avvicina al clitoride, sento la sua lingua calda che lo avvolge, lo titilla, la mia testa sembra pervasa dalla nebbia, fino al punto che tutto si scioglie, e mi salgono le lacrime agli occhi, facendomi accrescere la vergogna, cerco di stare in silenzio, ma lui alza la testa, e mi guarda perplesso. Sale, mi guarda negli occhi e mi chiede cosa succede, ed è la fine, gli dico piangendo che quello che stava facendo era divino, che non è colpa sua ma che non so trattenermi, e lui anziché incazzarsi come mi sarei aspettata, mi stringe immobile. Il calore del suo corpo, ma anche il suo desiderio evidente dalla sua erezione mai abbandonata mi fanno calmare, mi chiede allora se è la prima volta, gli dico che è la seconda, e mi chiede perché questa reazione. Gli spiego che temevo un comportamento più ‘animale’, mi chiede se questo è successo la prima volta e gli racconto tutto, non so perché lo faccio, la cosa più sbagliata per una ‘puttana’, ma le parole escono. Lui mi guarda fisso e mi dice ‘anch’io posso essere un animale, ma solo per gioco con la donna con cui sto se lo gradisce. Ma come ti ho detto io non voglio solo scoparti’. E per la prima volta cerco la sua bocca con la mia, mentre lui preme il bacino sul mio, facendomi sentire il suo cazzo sulla mia fighetta attraverso la stoffa dei boxer. Poi scende a baciarmi e a giocare con il mio clitoride ancora, e io riesco a lasciarmi andare, non ho più paura, anzi sento il piacere pervadermi, è piacevolmente sfinente nel leccarmi, sembra mi conosca da sempre o che interpreti le mie reazioni, mentre con un dito entra nella mia fighetta giocando, e andando in fondo, in un ritmo perfetto, le mie mani stringono il lenzuolo, poi una mia mano stringe una sua, mentre tutta la mia carne impazzisce, i miei gemiti non si fermano più, mentre la nebbia nel cervello mi porta lontano, le scariche elettriche aumentano e mi sento scoppiare, sì, scoppio in un orgasmo che sembra una liberazione, io ‘puttana’ godo del mio cliente, senza respiro, lui non si ferma finchè non sente con il dito che le contrazioni della mia fighetta non rallentano, allora alza la testa, mi guarda, sorride, ma ha uno sguardo che è sesso, caldo, si alza, toglie i boxer mentre lo guardo, pensavo fosse notevole, ma la sua vista mi crea un misto di eccitazione e timore, è lungo ma soprattutto grosso, mi siedo per poterlo toccare, lo prendo con entrambe le mani, mi sembra un trofeo, e lui sorride guardando la mia espressione, che probabilmente potrebbe essere un’espressione ebete, ma di meraviglia, e mi chiede a cosa penso, e mi escono le parole più stupide che io possa dirgli, ‘è bellissimo’, mentre le mie dita sfiorano la pelle violacea e morbida della sua cappella, e lui ride questa volta sonoramente, dicendomi ‘nessuna mi aveva mai detto una cosa simile’. Arrossisco per la vergogna, lui mi guarda, e con un tono di voce più bassa, smettendo di ridere mi dice ‘mi sta scoppiando da tanto lo sento duro, e sei tu che hai fatto questo, sei tu che hai fatto questo tante volte che ti ho incontrato, sentire quelle parole e vederti arrossire come una bambina mi hanno eccitato come raramente, senti’, e mi fa stringere le mani attorno al suo cazzo, sento caldo dentro. Poi improvvisamente si libera dalla mia presa, mi tira le gambe verso il bordo del letto facendomi stendere, poi prende un preservativo, lo infila mentre lo guardo, mi alza le gambe sui suoi gomiti, e appoggia la sua cappella all’entrata della mia fighetta. Sorpresa dalla mossa continuo a muovere il mio sguardo tra i suoi occhi e il suo cazzo attendendo la mossa successiva. Dentro di me sento la voglia di sentirmi presa da lui, ma lui non si muove, con il bacino mi spingo allora verso di lui, ma lui mi ferma. Sempre più strano. Sta fermo e percorre il mio corpo con gli occhi’. Guarda il mio corpo e mi bacia i polpacci, ma non mi penetra, pur sentendolo lì. Sento salire una specie di tensione dentro, non ce la faccio più, la mia voglia mi sta facendo tendere, provo ad avvicinarmi e lui mi tiene ferma, finchè non resisto e a mezza voce dalla mia bocca esce ‘scopami ora’, e dopo un secondo ‘ti prego’, lui sorride, e senza lasciarmi tempo entra in un colpo deciso facendomi sussultare, e lanciare un urlo. La posizione mi ha fatto sentire come se il suo cazzo mi rompesse dentro, ma alla fitta dolorosa momentanea si è sommato il piacere profondo. Lo guardo a bocca aperta, senza fiato, mentre lui rimane fermo con me impalata sul suo cazzo, mentre mi guarda, poi inizia a muoversi lentamente, esce ed entra sempre lentamente facendomi assaporare ogni cm del suo cazzo, facendomi sentire piena di lui, e quando i miei gemiti si fanno più intensi e sente le mie mani sul suo sedere che tirano il suo bacino su di me, inizia a spingere di nuovo a fondo, a sbattere contro la parete del mio utero a lungo, ma ora è solo piacere, sobbalzo dal piacere, a lungo, non si ferma un istante, sento il suo cazzo scivolare nella mia fichetta che è un lago, lo sento dal rumore imbarazzante, ma ora non me ne frega niente, il suo ritmo si fa più intenso, mi guarda, io me lo sento in gola, è una sensazione intensa come raramente ho provato, le vibrazioni delle sue spinte solleticano anche il mio clitoride, non riesco più a trattenermi, non riesco, perdo il controllo strozzando un urlo (credo) in gola, lasciandomi andare al mio orgasmo. Pochi istanti dopo, lui si ferma ed esce dalla mia fichetta, e guardandomi mi dice ‘avresti dovuto vederti, ti sei tesa come un arco con la schiena e hai drizzato le gambe, sembrava un’erezione’ sorridendo, io arrossisco di nuovo e questa volta gli confesso ‘non riesco a capire se mi stai prendendo in giro perché sono ridicola’, e lui facendosi più serio ‘nulla di tutto questo, sentire le contrazioni della tua vagina che accompagnavano questi tuoi movimenti mi hanno fatto percepire come ti sei lasciata andare’, mi prende una mano, me la fa stringere attorno al suo cazzo e mi chiede ‘Secondo te, ti giudico ridicola?’. Abbassando lo sguardo gli faccio cenno di no con la testa. La mia testa gira libera pensando a come mai mi sarei aspettata questo già solo questa mattina, lo guardo sorridendo, ansimante ma con la voglia che mi stupisce di sentirmi ancora nelle sue mani, basita di tutto questo, e a mio agio, incredibilmente a mio agio’ Ancora il mio respiro è affannoso, un suo dito sfiora le mie labbra intime facendomi saltare sul letto, mi sento tutta una scossa, e lui ha deciso di non darmi tregua, mi tira a sè mentre lui si stende e mi fa montare sopra, gli sorrido e prendendo il suo cazzo in mano per tenerlo dritto lo porto alla bocca della mia fichetta e lentamente mi impalo sopra, sentendolo aprirmi fino in fondo. Mi fermo così, sorridendogli convinta scioccamente di aver io il potere ora, ma mi rimette subito in riga con un colpo di reni che mi fa spalancare la bocca, sorrido di nuovo ma questa volta mi arrendo, inizio a muovermi sul suo cazzo con movimenti dapprima circolari per sentirlo spingere verso pareti diverse, poi con leggeri affondi per gustarmelo in fondo, dapprima con le mani appoggiare al suo torace, poi dietro sulle sue ginocchia per inarcarmi e sentirlo sempre più in fondo, lui guarda il mio seno, continua a fissarlo mentre balla per i miei movimenti, poi inizia a toccarlo, sfiorando i capezzoli delicatamente, accogliendolo come in una coppa, inizio a muovermi più ritmicamente, lui prende un mio fianco con una mano e con le dita dell’altra inizia a titillare il mio clitoride, le sue dita guidano i miei affondi sul suo cazzo per un po’, fino a che i miei movimenti non si fanno più frenetici, complici quelle dita che amplificano tutte le mie sensazioni. La mia testa non riesce a seguire più tutti li stimoli, tutto si mescola e si intensifica, voglio che lui venga, lo voglio, gli dico ‘fermati, sto per venire’, lui lo sa e sorride e non smette, anzi aumenta il ritmo delle sue dita, non so fermarmi, non riesco a trattenermi, le sue dita che diventano un’unica cosa con il suo cazzo che mi sfonda inebriandomi di piacere fino all’esplosione finale, come mai mi era successo mi sento cedere, tremo continuando a muovermi su e giù sul suo cazzo’ Rallento e mi fermo, è ancora duro, mi alzo da lui facendolo uscire, lo guardo con un sorriso mentre gli sfilo il preservativo, quasi chiedendogli permesso, lui non fa una piega, lo accarezzo, lo stringo, mi avvicino con la bocca ed inizio a leccarlo, sento il sapore fastidioso del preservativo, un po’ alla volta sento il suo mentre lo lecco da sotto a sopra avvolgendo con la mia lingua la sua cappella, lo guardo prendendolo in bocca, per quanto riesco, lo stringo con le mie labbra ed inizio a muovermi sulla sua asta, su e giù cercando di andare sempre più in fondo, sforzandomi, non per soldi, per lui, per me, lo sento ansimare, appoggia una mano sulla mia testa, ma la ritrae subito, la prendo e me la porto sulla testa guardandolo mentre lo succhio, spinge con la mano, seguo il suo ritmo, muovendo la mia bocca su e giù, finchè lo sento teso nello spasmo dell’orgasmo che sta montando, e lo sento venire nella mia bocca con un gemito, i suoi fiotti caldi che mi colmano la bocca, continuo a muovermi e quando sento il suo respiro calmarsi, lo faccio uscire dalla mia bocca e ingoio tutto il suo gusto, me lo godo, soddisfatta, sorride guardando il mio sguardo, poi mi tira a sé e mi bacia stringendomi’ Stiamo un po’ così, poi vedo l’ora, è tardissimo, glielo dico, ci facciamo una doccia e ci vestiamo, gli confesso che non mi aspettavo tutta questa durata e lui mi risponde che sono giorni che si sta preparando da solo sorridendo. Sorrido anch’io, mi piace questa sincerità, questo suo evitare di pavoneggiarsi. Una volta pronti, tira fuori il portafoglio, gli dico (e lo penso) che sarei io a dover pagare lui, di lasciar perdere, ma lui mi dà i soldi, me ne dà di più e mi dice di considerare l’extra come una forma di ricatto, se li prendo dovrò essere disposta a rivederlo. Sorrido, dentro di me penso che lo voglio, che era quanto volevo sentirmi dire, e non mi sembra vero di aver vissuto tutto questo, di aver provato così tanto piacere. Mi riaccompagna. Pochi secondi dopo un sms ‘Preparati, la prossima volta sarai alla mia mercè’, sale la curiosità di cosa mi aspetta. Passo quella notte ripensando a tutto, ancora incredula, accarezzandomi pensando a lui, aspettando il momento in cui lo rivedrò’ Passo i giorni a ripensare a quel primo incontro con R. Mi scopro a sorridere da sola durante il giorno e noto che le persone che mi stanno accanto mi guardano stupite, non riesco a controllarmi. Penso a quanto successo, a tutto il piacere che R. mi ha dato. Spesso mi tocco pensando a lui. Nell’ultimo anno mi sono sentita una puttana, un oggetto, e nulla di più con la persona di cui mi sono innamorata, cercata solo per eccitare, per essere usata, per soddisfare piaceri, senza tenere conto di tutto quello che sta dietro al mio corpo. Rifletto che in modo paradossale mi sento molto meno ‘puttana’ con R., ho sentito il suo desiderio e la sua voglia di farmi godere, di farmi toccare gli apici del piacere. E so che da anni mi ha sempre desiderata. Abbiamo anche parlato e scherzato spesso, una persona strana, con degli occhi che mi facevano sempre sorgere un turbinio di sensazioni, che mi facevano pensare alla nebbia della mente, ma una persona anche molto intelligente e attenta. E ora eccomi qui, a pensarlo continuamente, a desiderare di incontrarlo di nuovo, non per soldi, ma per piacere, per voglia. Mi manda un sms dandomi appuntamento dove mi ha portato quella prima sera, mi dice che campanello suonare per farmi aprire. Mi sento come una ragazzina al primo appuntamento, penso a come vestirmi, a cosa può succedere, i miei pensieri continuano a volare lì. Arriva il giorno, opto per una gonnellina e giacca scozzese, camicia, autoreggenti e tacco. E mi avvio. Suono, si apre il portone, salgo al suo piano, la porta è accostata, la spingo e lo vedo lì davanti a me con il suo splendido sorriso, mi prende le mani con le sue guardandomi e in un impeto mi spinge contro il muro e mi bacia, sento il calore salire, e il calore del suo corpo sul mio, la sua mano che sale sulla mia coscia alzandomi la gonna, mentre mi preme contro il muro, sento il suo cazzo duro contro di me, e già le mie gambe tremano. Poi si stacca, mi guarda, tutta, facendomi girare. Poi prende dal tavolino vicino all’entrata una benda e me la fa mettere, dicendomi di non temere, basterà che io gli dica di fermarsi e lo farà, so che lo farà. Con una mano ne prende una mia e con l’altra mi cinge i fianchi portandomi in un’altra stanza. Poi si ferma, sento il suo respiro, ma non dice nulla e non si muove per alcuni istanti, poi gira attorno a me, torna davanti a me, mi sbottona la giacca e me la toglie. Mi bacia e sento le sue dita passare sul mio collo, quasi una carezza che mi fa salire i brividi. Poi sbottona la mia gonna e la lascia cadere a terra, sento caldo, mentre le sue dita percorrono il bordo delle autoreggenti, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra con il suo fiato caldo ‘sei divina’, sorrido. Le sue dita salgono appena fino al bordo dei miei slip, li percorrono, vorrei che mi toccasse, ma si ferma. Immobile come spesso fa. Poi le sue mani raggiungono la mia camicia, la aprono lentamente e me la tolgono. Mi gira attorno, lo percepisco, sento i suoi occhi su di me, poi mi abbraccia da dietro, avverto la sua erezione sul mio culetto. Sento le sue dita che sfiorano la mia pelle, dal bordo del reggiseno su per le spalle, le braccia, la schiena, mi sento esplodere i capezzoli dalla voglia di lui, il suo fiato caldo sul collo, i suoi baci sul collo. Da dietro mi sgancia il reggiseno e me lo toglie, da dietro lo prende a piene mani, stringe delicatamente, poi torna davanti a me, sento la sua lingua sul mio seno, lo sento che me lo succhia e gioca con la lingua, le sue mani che afferrano il mio sedere e lo stringono, continuando a succhiarmi i capezzoli, così sensibili in questo momento per l’eccitazione che mi pervade, le sue mani scendono al bordo degli slip e li abbassano, non si stacca dal mio seno, semplicemente li fa scivolare giù. Mi bacia, la sua lingua calda che gioca con la mia, si allontana un po’, lui sa che mi fa impazzire quando mi guarda, lo immagino mentre sorride malizioso e soddisfatto della mia inquietudine. Viene dietro di me, appoggia le sue mani sui fianchi e mi spinge, fino a quello che mi sembra il bordo del letto, mi fa sedere e poi sdraiare, allargandomi le gambe, mi sento avvampare a sentirmi così esposta davanti a lui, ed eccitata, la mia fichetta è bagnata, molto. Lo sento armeggiare, poi mi prende un braccio e lo allunga legandolo con della stoffa, mentre mi rassicura di non preoccuparmi, fa lo stesso con l’altro, poi scende ai piedi del letto e mi lega entrambe le gambe spalancate. Non ho paura, anzi sono incredibilmente eccitata e questa sua mossa mi sta facendo salire l’apice del piacere, lui è in piedi, non sento il suo peso sul letto, ed improvviso sento un suo dito, credo, che mi sfiora il clitoride, mi inarco, sto per esplodere, lui lo sente e mi dice ‘Siamo troppo su di giri, devo calmarti un po”, so che sta sorridendo di me, che mi prende in giro. Si avvicina a me, si mette a cavallo delle mie gambe, mi rendo conto che è nudo, passa qualcosa di leggero sul mio corpo lentamente, non capisco se stoffa, sembra una piuma, non lo capisco. Si sofferma sui miei seni, girando attorno ai capezzoli, mi sembra che vogliano scoppiare, una sensazione che scatena la mia fichetta, gli dico ‘ho voglia di te subito’, lui ‘non ti preoccupare, vedrai che arriverai alla fine’. Sento che cola qualcosa di tiepido sul mio corpo, come gocce sul mio ventre, sul mio inguine, sui miei seni, sulle mie cosce. Rimane fermo, poi sento la sua lingua che lecca, segue le gocce, prima i seni, succhia delicatamente i miei capezzoli, brividi che scendono su tutto il mio corpo, continuo a muovermi protendendomi verso di lui, lui continua, scende lungo il mio ventre, si avvicina all’inguine, ma non ci arriva, continua sui fianchi, passando per una zona tra fianchi e gambe per me molto sensibile, che mi fa sobbalzare, scende lungo le cosce, passando all’interno, da lì sale, sento il suo fiato sulla mia fichetta, mi inarco per ricevere la sua lingua ma niente, soffia su di lei e si allontana. Si alza da me, si allontana, poi lo sento avvicinarsi di nuovo, si rimette a cavallo, poi avvicina un qualcosa che sembra di plastica liscia, e un secondo dopo questo aggeggio inizia a vibrare sul mio clitoride, mi inarco tutta, mi piace, sento scariche in tutto il corpo, poi lo ferma, sospiro fremente che riinizi. Sento due sue dita che prendono un mio capezzolo, delicatamente. Istantaneamente lo strizzano mentre riparte la vibrazione, le sensazioni si sommano, come se tutto il mio corpo fosse solleticato, poi si ferma nuovamente, riparte in questo modo un numero di volte che non riesco più a contare e man mano si ferma sempre poco prima che io raggiunga l’apice. Io non ce la faccio più, mi sento un nodo alla gola dalla voglia di raggiungere il piacere e lui ‘sei pronta?’ Io faccio sì con la testa, penso potrei piangere dalla frenesia di godere. Sento che si avvicina all’apertura della mia fichetta con quell’oggetto e me lo infila dentro, sì, è un ovetto, ora lo riconosco ed inizia a farlo vibrare, poi sento la sua bocca che mi bacia il clitoride, me lo lecca, me lo succhia, mentre le sue dita ogni tanto strizzano il mio capezzolo dandomi delle forti scosse, il mio corpo non intende più da dove arrivano tutti gli impulsi, sento che sto per cedere, il mio respiro si rompe sempre di più, la sua lingua è uno strumento perfetto di piacere, finchè non sento come un’ondata che mi pervade tutto il corpo, mi sento come una corda di violino, tesa in tutti i miei muscoli ed esplodo urlando tutto il mio piacere, mentre rimane la sua lingua a giocare con il mio clitoride. Vorrei tirarlo a me, ma non posso, sono ancora legata, vinta dall’intensità del mio piacere, con la voglia di sentirlo dentro la mia fichetta mentre mi sbatte con forza

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