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Racconti Erotici Etero

Tale figlio, tale padre.

By 26 Agosto 2019Dicembre 16th, 2019One Comment

Amid stava rientrando a casa quando di sfuggita mi vede in giardino, intenta ad annaffiare le mie piante, e mi saluta.
“Buongiorno signora Valeria.”
Amid abita nella casa vicina alla mia. Si è trasferito in Italia dal Sudan con suo padre qualche anno fa, il resto della famiglia, la madre ed una sorella, è perito nella guerra civile che imperversa nel loro paese.
Amid Ha appena concluso il primo anno di università. Un bravo studente che è uscito dalla maturità con il massimo dei voti. Suo padre, Sallah, si sta spaccando la schiena al lavoro tutte le notti per dare la possibilità al figlio di completare gli studi.
“Buongiorno Amid.” Gli rispondo cortesemente. “Come vanno gli studi?”
“Gli studi vanno bene, almeno quelli vanno bene…” Mi dice un po’ triste.
“Qualcosa non va?” Gli chiedo incuriosita.
“Ah, qualche problema con la mia ragazza. La sua famiglia le ha fatto storie…”
“Perchè sei di colore?” Chiedo.
“No, no… perchè sono musulmano.”
“Capisco… cioè, capisco che l’integrazione religiosa sia ancora un grosso ostacolo per alcune famiglie italiane.”
“Beh, diciamo che anche mio padre non era molto felice all’idea che frequentassi una ragazza cristiana.”
“Io penso che se c’è l’amore, la razza o la religione siano questioni di poco conto.”
“Magari tutti la pensassero come lei…”
“Entra, che ti offro qualcosa da bere, così mi racconti un po’ come vanno le cose.”
“Grazie, se non disturbo…”
“Non disturbi. Mi fa piacere avere un po’ di compagnia. Spesso passo intere giornate da sola che alla fine mi metto a parlare con i miei fiori.”
“Dicono che crescano meglio.”
“In effetti sono stupendi… che sia perchè parlo troppo?” Gli dico ridendo.

I minuti trascorrono discorrendo di varie cose finchè Amid se ne esce con questa frase:
“Signora Valeria, ma lo sa che è veramente piacevole parlare con lei… e devo dire che è anche una bella donna!”
“Grazie Amid… potrei essere tua madre.” Uscita infelice, visto che la sua l’ha persa quando era ancora un bambino.
Lo vedo rabbuiarsi dopo quello che ho detto.
Mi siedo accanto a lui, cerco di scusarmi come posso per le mie parole.
“Non fa niente signora Valeria.” Mentre lo dice la sua mano si posa sulla mia coscia, coperta a metà dalla gonnellina che indosso.
Un brivido mi percorre il corpo. Sono parecchi mesi che un uomo non mi tocca. Dopo il divorzio, cinque anni fa, ho avuto un paio di storie ma è da più di un anno che non frequento nessuno.
Amid, incitato dalla mia non-reazione, si fa più audace e la sua mano di sposta sotto la mia maglietta, sento le sue dita scivolare lungo il mio addome, verso il mio seno non protetto dal reggiseno. A casa non lo indosso quasi mai
La sua mano lo afferra e lo stringe delicatamente. Resto immobile, attonita per quello che gli sto lasciando fare.
“Ha delle tette stupende, quelle della mia ragazza non sono così grosse e sode.”
Non rispondo. Non so cosa rispondere.
Anche l’altra mano si infila sotto la mia maglia. Con un colpo secco la sollevano e mostrano il mio seno nudo al giovane africano. I capezzoli sono gonfi e duri. Eccitati.
La sua bocca inizia a succhiargli. Mordicchiarli. Leccarli. Ogni tocco aumenta il mio desiderio. Il ragazzo mi sta facendo impazzire.
Una mano scende tra le mie gambe. Arriva alle mie mutandine già umide di piacere. Lo sento stuzzicarmi la figa. Due dita mi scostano l’intimo per poi accarezzarmi le grandi labbra.
Si scosta un po’ da me. Si toglie la maglietta mostrandomi il suo giovane e scolpito fisico di ebano. So cosa vuole e lui sa cosa voglio io. Gli tiro giù i pantaloncini. Una sagoma ben distinta si profila dentro ai suoi slip. Tiro giù anche quelli. Mi ritrovo davanti un membro nero di dimensioni ragguardevoli.
“Allora è vero quello che dicono di voi neri…” Me ne esco con questa schiocchezza.
“Diciamo che sono nella media.”
“Nella media??? Non ne ho mai visto uno così grande!” Gli dico afferrandolo con una mano, quasi a sincerarmi che sia vero. E’ caldo e pulsante. La circonferenza di quel coso è enorme. La mia mano non riesce a stringerlo completamente. Gli uomini che ho avuto nella mia vita avranno avuto dei cazzi che saranno stati la metà in lunghezza e in larghezza di quell’arnese.
Lui spinge il bacino verso di me. La mia bocca inconsciamente si apre. La sua cappella si appoggia sulle mie labbra. La mia lingua gli tittilla la punta del pene, ad assaggiare il liquido preseminale che già lo ricopre. Un gusto dolce ed intenso.
Spingo avanti la testa e inizia a succhiare quell’asta incredibile. Mi riempie completamente la bocca. Lo succhio avidamente. Non ho mai amato il sesso orale ma questa volta la cosa mi sembra la più naturale possibile. Mi sembra mio dovere rendere omaggio così a questo splendido cazzo. Ci metto il massimo impegno possibile. Lui si stende sul divano per godersi al meglio il mio servizio. Apprezza. Lo capisco dall’intensità dei suoi mugolii che aumentano ad ogni mio affondo sul suo pene.
Lo sento pulsare dentro la mia bocca e all’improvviso un fiotto di sperma mi schizza direttamente nella gola, seguiti da numerosi altri. Mi ritrovo costretta a deglutire buona parte del suo sperma ma altrettanta cade sul divano e sul suo pube.
Riprendo fiato. Non riesco a credere a quello che è appena successo.
Allungo la mano per prendere dei fazzolettini dal tavolino di fronte al divano, mi ripulisco la faccia e ripulisco anche lui.
Il suo membro è ancora duro come era prima. Lo guardo stupita.
Lui sembra capire il mio stupore.
“Non penserà mica che un pompino sia sufficiente a placare il mio appetito?” Mi chiede.
“Questo tuo coso non può entrare dentro di me… è troppo grosso!”
“Signora Valeria, la sua figa è completamente zuppa, scivolerà dentro come un coltello caldo nel burro.”
Non sbaglia, le mie mutandine sono completamente bagnate.
Mi accompagna dolcemente a distendermi sul divano. Mi toglie le mutandine e si posiziona sopra di me. Il suo cazzo struscia contro la mia figa e poi gentilmente le preme contro. Lo sento entrare in me senza sforzo apparente. Sento le pareti del mio sesso stringere la sua asta, avvolgerla completamente. Lo sento scivolare ripetutamente avanti e indietro dentro di me. Amid aumenta il ritmo e allo stesso modo aumentano i miei gemiti. Lui ci prende gusto a sentirmi mugolare e aumenta ancora di più i suoi affondi. Sento la punta del suo membro spingere contro il fondo della mia vagina. Impazzisco. Vengo. Grido.
“Si dai Amid. Scopami, scopami!!! Fammi sentire quel tuo bel cazzo nero. Di più! Più a fondo! Dai!!!”
Pochi secondi ed un altro orgasmo monta dentro di me. Due orgasmi in pochi minuti. Non mi era mai successo prima. Non mi era mai successo un orgasmo facendo sesso a ben pensare.
Ancora qualche colpo e Amid esclama: “Vengo!”
“No. Fermo! Non dentro di me…” Non faccio a tempo a finire la frase che sento il suo membro gonfiarsi e rilasciare il suo carico di seme nel mio ventre.
“Cazzo Amid… non dovevi venirmi dentro… non sto prendendo la pillola.”
Si toglie e una quantità enorme di sperma cola dalla mia figa.
“Per fortuna non sono nel periodo fertile.”
“E’ stata una scopata fantastica signora Valeria.”
“Si, lo è stata ma non doveva succedere. Anzi quello che abbiamo fatto non è mai successo, chiaro?”
“Come vuole lei. Adesso devo proprio andare.”
Amid in un lampo si riveste ed è fuori da casa mia.
Ancora tutta eccitata e sconvolta mi infilo sotto la doccia per ripulirmi da tutto quel sperma che esce dal mio sesso.

Non sono neanche le nove di mattina quando sento suonare il campanello di casa.
Vado ad aprire e mi trovo davanti Sallah, il padre di Amid.
“Buongiorno Sallah, cosa posso fare per lei?”
“Sono venuto a conoscere la puttana bianca che si scopa mio figlio.”
Resto scioccata da quella frase e balbettando cerco di rispondere.
“Non è come pensa…”
“Dice di no?”
“Si dai Amid. Scopami, scopami!!! Fammi sentire quel tuo bel cazzo nero. Di più! Più a fondo! Dai!!!” Sento uscire dal telefonino che Sallah tiene in mano.
Amid deve averci filmato senza che me ne accorgessi.
“Era da poco rientrato dal lavoro, me ne stavo per andare a letto dopo avermi fatti una doccia, quando sento il telefono che mio figlio ha ldimenticato a casa, che inizia a squillare. Vado per spegnerlo e accidentalmente parte questo cazzo di video.”
“Per cortesia Sallah, entri e ne parliamo. Non facciamo scenate qui sulla porta.”
Mi faccio da parte e lo faccio accomodare in casa.
“Ho sempre detto ad Amid che voi donne cristiane siete tutte puttane.”
“Non le permetto di parlarmi così!”
“Ve ne andate in giro sempre mezze nude e poi appena vedete un uomo, subito a saltargli addosso.”
“Non è assolutamente vero! E poi con Amid non doveva succedere… ho sbagliato io.”
“Da quello che ho visto mi sembra che lo sbaglio le sia piaciuto!”
“Beh, suo figlio è un bel ragazzo e ……”
“E cosa?”
“Mi vergogno a dirlo ma è molto prestante…”
“E secondo lei da chi ha preso?”
“Non mi vorrà dire che anche lei ha un…”
“…grosso cazzo nero? E’ questo che stava per dire?”
Annuisco.
“Secondo lei?” Mi dice calandosi i pantaloni.
Mi ritrovo davanti agli occhi un pene che ancora moscio era delle dimensioni di quelle del figlio in erezione.
“Notevole!” E’ l’unica parola che riesco a dire.
Come a sincerarmi di quello che sto vedendo, mi inginocchio e lo accarezzo con una mano. Con l’altra gli afferro le palle. Mi ritrovo in mano due calde palle da tennis, da quanto grosse sono. Soppeso l’intera asta. La guardo ripetutamente da cima a fondo. La sento gonfiarsi nelle mie mani. Lentamente prende dimensioni sempre maggiori. Alla fine mi ritrovo tra le mani un cazzo abbondantemente più grosso di quello di Amid.
Alzo gli occhi e vedo Sallah che mi guarda con aria arrogante, perchè già sa che non posso resistere a tale meraviglia della natura.
Inizio a leccarlo per tutta la sua lunghezza, avanti e indientro. Sento le sue pulsanti vene scorrere sulle mie papille gustative. Lecco quelle possenti palle. Ritorno su per l’asta e finalmente me lo faccio entrare in bocca.
Se il cazzo del figlio me la riempiva completamente, questo me la dilata ancora di più. Sento la mandibola aprirsi in maniera incredibile. Ma non mi importa, voglio sentirlo entrare ancora di più e allora spingo la mia testa verso il corpo dell’uomo, lo sento sbattere contro il fondo della mia gola. Avanti e indietro, avanti e indietro. Finchè non sento il suo caldo liquido scendermi nella gola. Un fiume di sborra calda mi riempie lo stomaco.
“Sei proprio brava a succhiare puttana, vediamo se sei altrettanto brava a scopare.”
Si siede sul divano con il cazzo ancora in tiro, il servizietto che gli ho appena fatto non ha minimamente scalfitto la sua erezione.
Mi spoglio completamente e monto sopra di lui. Il suo enorme cazzo è ancora ricoperto dalla mia saliva e dal suo sperma. La mia figa è altrettanto bagnata. Questo mix permette a quell’arnese di entrare agevolmente dentro di me. Lo lascio entrare piano, non del tutto convinta che realmente possa entrare in me, grosso com’è. dopo centimetro si fa spazio nella mia figa, lo lascio scivolare fino a dove può arrivare, fino a quanto è completamente dentro. Poi, lentamente inizio a cavalcarlo, su è giù, su e giù, su e giù.
Più mi muovo e più lo sento a mio agio dentro di me. Aumento il ritmo, su è giù, su e giù, su e giù. Sallah mi afferra le tette che gli stanno ballonzolando davanti. Me le stringe, me le spreme, me le strizza. Ed io ancora su è giù, su e giù, su e giù. Sempre più veloce, sempre più intenso. Fino a sentire esplodere dentro di me un orgasmo spaventoso.
Mi prendo appena il tempo per godermi questa meravigliosa sensazione e riprendo subito la mia cavalcata.
Dopo qualche minuto un nuovo orgasmo mi sconquassa il corpo da cima a fondo.
Dopo qualche momento anche Sallah sta per venire, faccio per togliermi da sopra di lui ma lui mi afferra per la vita e mi tiene salda sopra di lui mentre impietoso svuota il suo carico di seme dentro al mio utero.
“No, no, no…” Gli grido. “Perchè sei venuto dentro?”
“Non vorrai mica che sprechi il mio seme. E’ giusto che finisca dentro di te, puttana cristiana, così magari mi darai un bel figlio!” Mi dice ridendo.
“Per mia fortuna non sono nel mio periodo fertile.”
“Peccato.” Mi risponde lui.
Quando finalmente mi tolgo da sopra lui, un fiume di sborra calda esce dal mio sesso e si riversa lungo le mie gambe.
“Ora mi riposo un po’, è tutta la notte che sono in piedi. Tu prepara qualcosa da mangiare, oggi sono tuo ospite, chiamami a mezzogiorno, quando è pronto.” Mi dice chiudendo gli occhi e sdraiandosi comodamente sul mio divano, completamente nudo.
“Ma….”
“Tsk, tsk, tsk… zitta puttana, lasciami dormire.”

Non sapendo come replicare, lascio la stanza e vado a farmi una doccia.
Mentre l’acqua scorre e lava via il sudore e lo sperma dal mio corpo, non posso non pensare alle sensazioni che ho provato solo pochi minuti fa. Agli incredibili orgasmi che quel grosso cazzo nero mi ha fatto provare, orgasmi che mai prima nella mia vita avevo provato in maniera così intensa. Una mano scivola tra le mie gambe alla ricerca del mio sesso… un altro potente orgasmo arriva in poco tempo sotto il tocco delle mie dita pensando a quel fantastico membro che sta dormendo sul mio divano…

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