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Tales of MiMa’s nights – episodio 1 – il bartender

By 19 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Tales of MiMa’s nights – episodio 1

Correva l’anno 2014. Marco, allora, aveva 21 anni e si guadagnava da vivere facendo vari lavori stagionali. Quell’estate aveva trovato posto come bartender presso un noto stabilimento balneare della riviera. Di giorno era un normalissimo bagno, con ombrelloni e lettini, ma di notte si trasformava in pista da ballo sulla sabbia. Marco faceva il turno serale in una capannina allestita a bar, che ricordava un po’ i chiringuitos caraibici. Lavorava fino alle 2 di notte, a volte anche più tardi.
Quella sera di metà  luglio faceva molto caldo. Erano le 2:30, Marco aveva appena finito di riordinare il bar. Gli ultimi clienti se ne erano andati da un quarto d’ora. Sarebbe dovuto andare a dormire, ma alloggiava in una specie di soffitta e, con quel caldo, non si resisteva. Decise allora che sarebbe potuto rimanere in spiaggia a riposare. Si incamminò lungo la battigia, attraversò un ponticello su un piccolo canale che tagliava la spiaggia e si diresse verso alcune barche tirate in secca poco più in la. Quelle barche, di giorno, venivano noleggiate o usate per la scuola di vela, ma la sera restavano a pochi metri dalla battigia, sul loro carrellino. Marco decise che una di quelle barche era l’ideale per ripararsi dalla brezza umida che proveniva dal mare. Vi si appoggiò e si appisolò.
Fu risvegliato da una risatina, e delle voci sussurrate. “dai…cosa fai….se ci vede qualcuno ?” diceva una voce femminile. “Ma chi vuoi che ci veda ? Non c’è nessuno” rispondeva una voce maschile. Le voci provenivano da oltre la barca su cui era appoggiato Marco. Non riusciva a vedere le persone, ma sentiva che erano a poca distanza, probabilmente nascosti fra 2 barche li vicino. Marco si infilò letteralmente sotto la barca, nello spazio che il carrellino lasciava fra la chiglia e la sabbia. Quella zona era buia e non poteva essere visto, mentre lui vedeva chiaramente i due ragazzi infrattati fra 2 barche, ma illuminati dalla luce lunare. Erano in piedi fra le due barche. Lei era molto giovane, forse neanche maggiorenne. Lui doveva avere più o meno l’età  di Marco. Lei indossava un abitino di cotone leggero, a piegoline. Lui glielo aveva alzato ed aveva infilato la mano sotto gli slip, mentre la baciava sul collo, e fin giù al décolleté. “Dai…smettila…” diceva lei, ansimando e cercando, ma senza troppa convinzione, di sfilare quella mano dalle sue mutandine. Poco dopo, lui sfilò la mano e lei, soddisfatta del risultato, la lasciò andare. Non sapeva, però, quali erano le intenzioni del suo ragazzo. Con movimenti rapidi, lui le afferrò il vestito dal basso, con entrambe le mani, e lo sfilò dalla testa. Lei non fece in tempo a rendersene conto, ed assecondò l’operazione, alzando istintivamente le braccia. Quando si accorse di essere in intimo, il suo vestito era già  stato lanciato lontano, sulla sabbia. “Ma sei pazzo ?…” Lui non le lasciò il tempo di finire la frase. La baciò profondamente in bocca. Lei, evidentemente rapita da quel bacio, si abbandonò fra le sue braccia. Lui ne approfittò nuovamente, e sganciò il reggiseno. Questa volta lei tentò di trattenere il reggiseno, ma lui glielo strappo quasi violentemente dalle mani e lo lanciò verso il vestito. “Sei uno stronzo…”. Lei si coprì i seni con entrambe le braccia. Lui la baciò di nuovo, ma lei non lo abbracciò, continuava a tenere le braccia conserte per coprirsi. Con un altro rapido susseguirsi di studiate mosse, lui infilò entrambi gli indici sotto l’elastico delle mutandine di lei, uno su ciascun lato, e si lasciò quasi cadere in ginocchio. Prima che lei potesse afferrarle, le mutandine scesero ai suoi piedi, ed il viso di lui si tuffò nel suo pelo. Lei cercò di respingerlo, ma senza troppa convinzione “Co….cosa fai…no…noo…ooo”. Lui l’afferro per entrambe le natiche e la tirò a sè. Marco non vedeva chiaramente, ma era evidente che la lingua del ragazzo stava colpendo un punto debole. Lei continuava a ripetere “noo..ooo…noo..ooo”, ma non opponeva più alcuna resistenza. D’un tratto lui la sollevò da terra e la depose sul bordo di una delle barche. Le allargò le gambe senza trovare alcuna resistenza. Poi affondò la faccia sul suo sesso, e lei prese ad ansimare più forte. Progressivamente, i “noo…” si trasformarono in “ooohh..”, poi in “sììì….”, e da flebili sospiri, diventarono gemiti e, infine, quasi urli, quando lei esplose in un “sìììììì….ooohh…sììììììììì….”. La prese e la distese sulla sabbia. Lei era come una bambola nelle sue mani, completamente priva di forze. Lui la guardò per un attimo, poi si tolse i vestiti. Lei aveva gli occhi chiusi, forse neanche si accorse che il suo ragazzo era nudo quando si stese di fianco a lei e la baciò. Mentre le baciava i capezzoli lei disse “non pensavo fosse così bello…”. “E devi ancora provare il resto” disse lui stendendosi su di lei ed allargandole le gambe. Lei puntò entrambe le mani sul suo ventre e, forse solo allora, si rese conto che lui era nudo. “Nooo, nooo, lo sai che non sono ancora pronta, te l’ho già  detto!”. “Va bene, ma non puoi lasciarmi….insoddisfatto”. Lei abbassò la voce, quasi si vergognasse “cosa….dovrei…?”. “Fallo con la bocca” disse lui deciso. “Non…sono…capace…” la sua voce tradiva grande imbarazzo. “Siediti”. Lei obbedì. Lui si alzò in piedi di fronte a lei. La sua erezione era evidente, ed a pochi millimetri dalla bocca di lei. Lei chiuse gli occhi e non si mosse. Lui si avvicinò ancora un po’, fino a toccare le labbra di lei. Lei, ancora, non si mosse. Lui spinse ancora ed entrò di qualche centimetro senza trovare alcuna resistenza. “ti prego, usa la lingua”. Evidentemente, lei obbedì. “Così….sì…lo vedi che sei brava….prendilo con la mano”. Lei lo impugnò, un po’ maldestramente. Lui le guidò la mano “ecco, muovila così…”. “sììì….come sei brava….sei fantastica….lecca….lecca….sììì…muovi più forte la mano…”. All’improvviso lei ebbe un sussulto e si buttò all’indietro, facendolo uscire dalla bocca. Lui la trattenne con una mano dietro la nuca e fece per rimetterglielo in bocca. Ma lei oppose molta più reistenza. Questa resistenza, però, non impedì che 4 o 5 fiotti cremosi le colpissero il volto, e cominciassero a scivolare verso il collo. “oddio….” disse lei, tenendo le 10 dita divaricate ai lati del viso, quasi a non sapere come muoversi. Lui le prese la testa con entrambe le mani e leccò più volte il suo viso ed il suo collo, raccogliendo tutto quello che sembrava turbarla tanto. Poi la baciò profondamente. “Sentito? non è cattivo”. “No” disse lei “si impasta solo un po’ in gola” aggiunse deglutendo più volte. Poi si distesero e si baciarono a lungo. Ad un certo punto lei scattò a sedere “Cazzo, sono quasi le 4, mio padre mi fa il culo….”. Si rivestirono in fretta e corsero via, e Marco potè finalmente riemergere dal suo nascondiglio, scomodo, ma eccitante. Non poteva resistere a ciò che aveva visto, si abbassò pantaloni e boxer e si masturbò da in piedi, venendo nel punto esatto dove si trovava la ragazza poco prima.

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