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The show must..burlesque!

By 30 Ottobre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Una sedia sul palco, illuminata..il resto della sala è buio.
La dolce voce di Marilyn Monroe inizia a scaldare l’atmosfera, l’illuminazione si allarga, nella scena compare lei.
E’ di spalle, il suo sguardo sbircia il pubblico da sopra la spalla destra. Sulla testa un cappello nero, leggermente inclinato, il suo corpo formoso fasciato da un bustino di pizzo nero, culottes nere con reggicalze, calze nere e tacchi alti, molto alti. Il pubblico si sta chiedendo se con quel tacco 17 riuscirà a fare il suo numero o rimarrà tutta la sera li, ferma in un angolo. Inizia a muovere la testa, la gira verso sinistra, allarga le gambe e con una graziosa piroetta si trova di fronte al pubblico. Possono ammirare il boa di piume che le accarezza il collo, i guanti neri fino al gomito, dei diamanti le ornano le orecchie lasciate libere dai capelli, un rossetto rosso fuoco le fa risaltare le labbra.
Si sta accarezzando la gamba ora, gli uomini in sala vorrebbero essere le sue mani. Si gira di lato, si piega a novanta, fa scorrere il cappello sulla sua schiena, piroetta di nuovo e lancia il cappello verso il pubblico. Non si sente parlare, sono tutti in soggezione. Quella mise scura e la sua carnagione bianca rendono il tutto ancora più eccitante. Si avvicina ancheggiando alla sedia, appoggia una mano sullo schienale ed inizia a strusciarvici, piano, sensualmente, gli occhi sempre puntati sul pubblico. Fa il giro della sedia sempre ancheggiando, il suo ginocchio si posa sul sedile e inizia a sfilarsi il boa, con calma, come se fosse una carezza, una mano sul boa e l’altra a sfiorarle il corpo, ed ora è il boa ad essere lanciato al pubblico. Con un dito si sfiora le labbra, fa scivolare dolcemente la gamba dalla sedia e posa l’altro piede sopra. Fa finta di sfilarsi la calza, sente qualcuno tossire, ma gli sembra di essere in un mondo lontano. Risale con le mani e inizia a sfilarsi i guanti, con i denti, dito per dito, ora sono loro a finire al pubblico.
Ancheggia ancora dietro la sedia, arriva al lato si siede. Le sue gambe finiscono sullo schienale, dritte, il busto sul sedile e il volto rivolto alla platea. Inizia a sganciare il bustino, con un’agile momento fa scivolare le gambe di lato e si sfila il bustino. Lo lascia li, dove capita. Con il braccio destro si copre i seni. Si dirige dietro le quinte, si volta un’ultima volta mentre la canzone sfuma, gli manda un bacio e scompare.

Ogni numero è studiato, provato innumerevoli volte, migliorato. Mentre torna al suo camerino sa di aver fatto un buon lavoro, quella sera la sua performance le stava particolarmente a cuore, sapeva che tra il pubblico c’era il nuovo finanziatore del locale, voleva renderlo contento del suo acquisto.
Saluta le altre ragazze che stanno per uscire, i loro completino da marinarette la fan sorridere, ricorda quando da piccola sua nonna glieli faceva indossare a forza, se solo ora sapesse..
Tutte condividono lo stesso spazio per cambiarsi, lei è l’unica ad avere un camerino tutto per se. Che poi definirlo tale è un’esagerazione, una stanza due metri per due con una toletta per il trucco, una sedia, uno specchio figura intera e un portabiti, ma almeno ha una porta. Per quanto non si faccia problemi a spogliarsi davanti ad estranei ha un certo pudore nel farlo con i colleghi, ha lottato per avere quell’angolo tutto per se e lo ha ottenuto.
Chiude la porta alle sue spalle e si infila la vestaglia di seta, si dirige alla toletta ma lo specchio cattura il suo sguardo. Non può farne a meno, adora il suo corpo, le sue curve, il potere che ha sulle persone. Con una mano si sfiora il grosso seno, i capezzoli sono turgidi, è eccitata. Probabilmente proprio a causa del nuovo investitore. Nel momento stesso in cui lo ha visto a desiderato sfilargli i vestiti. Fa scivolare la vestaglia a terra, ha voglia di sentirsi sua. Sa che qualcuno potrebbe entrare, per quanto ci sia la porta i suoi colleghi non si son mai fatti problemi del genere, ma sente che potrebbe impazzire se dovesse aspettare di tornare nel suo appartamento.
Si porta due dita alla bocca, le inumidisce e con esse inizia a stuzzicarsi i capezzoli. Con l’altra mano scosta le culottes e inizia a giocare con il suo clitoride, dopo poco sente le dita inumidirsi, è veramente eccitata. Infila l’indice e inizia a fare dei cerchi leggeri all’interno di se, sente il piacere farsi strada in lei. Si piega verso lo specchio per osservarsi meglio mentre fa scorrere anche il dito medio all’interno delle sue piccole labbra. Con movimenti secchi e decisi si fa spazio in lei, le dita che erano su capezzoli scendono a massaggiarle il clitoride. Un intenso orgasmo la rende instabile, sfila le mani e si appoggia con esse allo specchio. Alza lo sguardo, quello che vede sono i suo occhi azzurri famelici, le guance arrossate e un’espressione deliziata. Chissà se è la stessa immagine che osservano gli uomini a letto con lei.
Riacquista l’equilibrio, si china a raccogliere la vestaglia. La reinfila, quel tessuto così liscio sulla sua pelle ancora eccitata la riempie di brividi.
Si volta verso la porta, non sa perché lo fa, e lo vede. Il nuovo finanziatore è li, con la porta chiusa alle spalle ad osservarla, chissà da quanto. Non la sentito entrare.
Deglutisce, non riesce a fare altro. Non a muoversi, non a parlare. Sente il suo viso accaldarsi, è sicura di esser diventata tutta rossa. Lui la sta osservando con un’aria tra il sorpreso e il divertito. La sua mascella delineata, le labbra carnose, gli occhi verdi. Tutto sembra prendersi gioco di lei.
‘Mi scusi se la ho disturbata, forse era meglio se bussavo prima di entrare’ Rimane li, immobile. Non riesce a fare a meno di notare che anche lui è imbarazzato, il suo pomo d’adamo si muove freneticamente. Il suo corpo statuario ha una posa sicura ma il suo collo non mente. Ha le mani grandi, le nota appoggiate alla maniglia. Sa di dover rispondere, la scelta è solo una. O continuare con la finzione che i suoi numeri le impongono o essere se stessa. Ma in quel mondo non c’è spazio per essere se stessa.
‘Si figuri, non c’è problema. Non è il primo che entra senza bussare, lo sa come siamo noi gente dello spettacolo: nulla ci scandalizza’ Nicole si volta e si va a sedere davanti alla toletta. Spera con tutto il cuore che la farsa regga, si sta sentendo sprofondare.
Si scioglie i biondi capelli prima costretti da uno chignon, prende il latte detergente e ne spruzza un po’ sul batuffolo di cotone. Inizia a struccarsi gli occhi prima dipinti di nero, prima il destro poi il sinistro. Lui è ancora li, non si muove, non parla: la osserva e basta.
Butta il batuffolo ne prende un altro, stessa operazione ma ora tocca alle labbra. Butta anche quel batuffolo, beve un sorso d’acqua dalla bottiglietta appoggiata davanti a lei. Gioca con la lingua con il collo della bottiglia, ora vuole stuzzicarlo.
Si alza e va al portabiti. Si rende conto che per continuare la scena non può infilarsi di certo i jeans, la camicetta e le ballerine che aveva preparato.
Fa scivolare la vestaglia e prende il reggiseno di pizzo nero appoggiato alla rastrelliera, si infila una spallina, poi l’altra, sfiorandosi. E’ convinta che per un’ uomo sia molto più eccitante vedere una donna vestirsi, invece di spogliarsi.
‘Mi da una mano?’
‘Scusi?!’
Va verso di lui, gli da le spalle ‘ Mi allaccerebbe questo?’
Le mani grandi le sfiorano le scapole e le allacciano il reggiseno, poi scendono verso le natiche. Lei si allontana, prende la camicia dalla rastrelliera e la infila, inizia ad allacciare bottone per bottone partendo dal fondo e arrivando a chiudere fin sotto il seno.
Recupera la longhette anni ’50 a vita alta grigia, la infila e accarezzandosi con le mani i fianchi chiude la zip.
Si smuove un po’ i capelli. Prende la borsa e si dirige verso la porta.
‘Mi scusi’
‘Dica?’
‘Intendevo: mi scusi, può spostarsi?’
Lui è imbarazzato, probabilmente si è appena reso conto che ha passato l’ultimo quarto d’ora a fissarla senza muoversi. Le apre la porta, lei le passa accanto sfiorandolo con il braccio, apposta.
‘Buona serata Mr. President’
‘Ma io non sono il presidente, sono..’
‘Lo so’ lei sorride, sa perfettamente che il Sig. Bernardi non ha proprio collegato il riferimento alla canzone di Marilyn Monroe.
Saluta i suoi colleghi, si ferma a parlare con il capo. Domani ha il numero di apertura, la coreografia è stata presa da ‘Moline Rouge’, l’ ha già fatta. E’ sicura di suscitare scalpore.
Scende dalla scaletta sul retro e si trova in strada, inizia a dirigersi verso la strada principale. Vestita in quel modo non si sente molto sicura a camminare di notte da sola.
Svolta l’angolo e si trova il Viale Regina Margherita, il famoso viale di Rimini. Vive li da anni, di giorno l’impiegata e di notte la ballerina, in pochi sanno della sua doppia vita e questo le piace da impazzire.
Mentre cammina una limousine si affianca, il finestrino scende, è il signor Bernardi
‘Vuole un passaggio? Vado dalle sue parti’
‘Uhm’ si china a novanta sul finestrino ‘e come fa a sapere quali sono le mie parti?’
Lui sorride ‘Infatti non lo so, ma sarei lieto di darle un passaggio’
Scende dall’auto e la fa accomodare mentre le tiene aperta la portiera. Lui è perso nella sua scollatura mentre lei si infila in macchina.
‘Dove abita?’
‘Tra un po’ glielo dico, che ne direbbe di fare un giro prima?!’
‘Bella idea’ Abbassa il finestrino che li divide dall’autista ‘Antonio, girovaga un po’, io e la signorina dobbiamo parlare’
su quel tessuto nero. ‘Parlare?! Io speravo avessi altre intenzioni’ sorride maliziosa.
‘Infatti’
Con un gesto deciso la fa scivolare sopra il sedile e si stende su di lei. Si guardano e lui la bacia, la sua lingua famelica esplora l’incavo della sua bocca. Sente che le mani di lui hanno iniziato a sbottonarle la camicetta, lo lascia fare. Per un po’ può avere lui il controllo. Sgancia la zip della gonna, ha bisogno di essere un po’ più libera. Gli sbottona la camicia, si rende conto che i polsini sono fermati da due gemelli a diamante. E’ la prima volta che le capita un uomo così raffinato.
Gli slaccia la cintura, il bottone dei pantaloni. Gli abbassa la zip.
Lo fa sedere, e si inginocchia davanti a lui. Inizia a baciargli il petto mentre con le mani abbassa il pantaloni. Poi i boxer. Prende il suo membro tra le labbra, con la lingua lo lecca, lo mordicchia. Con la mano gli stimola i testicoli, lo sente irrigidirsi. Infila tutto il suo membro in bocca, fin alla gola. Si sente leggermente soffocare ma si rende conto che a lui piace. Mentre la sua testa fa su e giù si sfila la gonna, le mani di lui le tengono la testa, è completamente preso dalla situazione.
Scioglie i ganci del reggicalze, si sfila le culottes. Continua a fargli un pompino mentre con le dita di allarga le piccole labbra: il suo cazzo è un po’ più grosso del normale, vuole esser sicura di non farsi male.
Sfila il suo membro dalla bocca, inizia a risalire con le labbra il petto. Arriva alla sua bocca e sfila le dita da dentro di se. Ne infila una tra le labbra di lui ‘Ti piace il mio sapore?!’
‘Uhm..si’ancora’ Infila anche l’ altra.
Intanto lui la tira a se. Lei si mette a cavalcioni sopra di lui. Accoglie il suo grosso membro nella sua stretta vagina, sente le pareti fare un po’ di resistenza ma è talmente bagnata da far finire quel fastidio in fretta. Inarca la schiena all’indietro mentre si muove verticalmente sopra di lui. Lui le prende il seno con una mano e con la bocca stuzzica l’altro
‘Mr. President voglio venirle in bocca..’
Lui la solleva da sopra di se, la fa sedere sul sedile. Si china davanti a lei, con le mani attira i suoi fianchi verso il bordo del sedile. Le allarga le gambe, e inizia a stimolarle il clitoride con la lingua mentre due dita ritmicamente si fanno strada in lei.
Con l’altra mano di sta facendo una sega. La vede inarcare la schiena, è al limite. Sfila le dita e infila la lingua, la lecca e mordicchia finche sente il suo corpo tremare. Lecca tutto il dolce nettare che c’è in lei, osserva il suo viso. E’ d’avvero fantastica.
Lei lo guarda, sta ancora vibrando dal piacere. Chiude la gambe, fa risedere lui e si rimette sopra di lui, questa volta gli da le spalle. Le gambe spalancate, quelle di lui in mezzo, il suo cazzo nella vagina mentre le mani lui le stimolano il clitoride. Non riesce a capire se quello che si impossessa di lei è un nuovo orgasmo o la continuazione di quello di prima, ma sente il membro di lui ingrossarsi sempre di più fino ad esplodere.
Si sfila da lui e gli si siede accanto, hanno entrambi il fiatone.
‘Non mi era mai capitata una cosa del genere Nicole, mai. Sei una donna fantastica’
Lei sorride, prende le culottes e le infila. Poi il reggiseno, la camicia e la gonna. Infila il reggicalze nella borsetta sperando che la leggera fascia di silicone delle calze gliele faccia rimanere su mentre scende dalla macchina.
Guarda lui rivestirsi, quando si è infilato boxer e camicia abbassa il finestrino e da il suo indirizzo all’autista, o meglio una strada vicino a quella di casa sua. Non vuole che lui sappia dove abita.
Dopo una decina di minuti sente la macchina accostare e fermarsi.
‘Buonanotte Mr. President..’ Gli sfiora le labbra con un bacio e apre la portiera
‘Nicole..è questo il tuo vero nome o è solo un nome d’arte?!’
Lei sorride, non vuole rispondergli.
‘Nicole..vorrei rivederti’
Lei gli accarezza il viso con una mano ‘Meglio di no, lasciamo che questa nostra avventura sia il sogno di una notte. La vita vera potrebbe esser deludente’
Scende dall’auto e scompare nella notte.
Lui può solo guardala e respirare il suo profumo nell’auto, prima che svanisca.

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