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Racconti Erotici Etero

Timidi

By 6 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

“Dai Miranda ammettilo che ti piace Michele…” “Ma no Celine, che dici… ancora co sta storia, hai rotto il cazzo..” “Che finezza signorina! Allora &egrave proprio vero che ti piace…” “No, per niente, non mi piace non lo vedo proprio in quel senso, &egrave come se fosse un fratello.” “Si si, un fratello… con un bel culo però!” “Scusa eh ma a sto punto mettitici te no?” “Ma io ho già Elio, che c’entra. Sei tu quella single e disponibile.” Celine e Miranda erano amiche da anni. Si erano conosciute per caso nell’azienda dove lavoravano e avevano cominciato a parlare, parlare, parlare. Si era creata così quella bella complicità che sui luoghi di lavoro, così dispersivi, era quasi impossibile da immaginare. Ci avevano messo poco a scambiarsi il numero e a diventare amiche. Miranda però non sopportava l’irriverenza e la malizia di Celine, una ragazza estroversa che parlava di sesso e amore così come le veniva, senza filtri. Da quando le aveva presentato Michele poi, si era proprio fissata! Michele era un ragazzo di 25 anni, loro coetaneo, che aveva incontrato ad una festa, assieme ad altri ragazzi e ragazze. Da quel giorno si erano sentiti pochissimo, poi nell’ultimo periodo, in quella bella estate, avevano cominciato a vedersi spesso… lei, Celine, Michele e altri amici. Avevano scoperto una bella affinità intellettuale: entrambi romantici, con i bei valori di una volta, e il sogno di vivere una vita piena di bei sentimenti e belle persone. E inoltre, sia Michele che Miranda, erano divertiti e allo stesso tempo infastiditi dalle risate goliardiche di Celine. Un giorno, in una di queste belle serate tra amici, avevano visto un film quasi pornografico, e tutti e due si erano scoperti intimiditi da quelle scene così esplicite, prive di qualsiasi fantasia. “A te piace sognare si…” disse Celine “Tu cerchi l’ideale, la perfezione, detesti l’errore umano… Anche lui &egrave così!” Miranda decise di ignorarla, e mise tre bicchieri sul tavolo e la coca cola, in attesa dell’arrivo di Michele. “Non ce l’hai un po’ di rhum che vi faccio il cuba libre??” “Eeeeh? Il rhum? Ma tu lo sai no, che siamo astemi.” “Che palle che siete… però mi piace che hai usato il noi” le disse Celine con una strizzatina d’occhi. “Vedi di piantarla, sennò non ti invito più qua… anzi, glielo dico anche ad Elio, di tutte le porcate che dici.” “Dai cacciamiii! Così rimanete soli! E diglielo pure ad Elio che sono una porca, lui &egrave contento, specie dopo l’ultimo pompino che gli ho fatto sotto la scrivania… Non puoi capire che emozione…C’aveva il caz…” “Bastaaaa! Falla finita dai!!” urlò Miranda, a metà tra lo scherzo e il fastidio. Il campanello in quel momento suonò. “Ecco, &egrave arrivato Michele!!” “Vado ad aprirgli” Miranda prese il viso della sua amica tra le mani e la guardò minacciosa “Ma se fai la cretina… giuro che te la faccio pagare.” Dalla porta entrò un ragazzo alto, vestito con un pantaloncino e una maglietta un po’ sudata, tutto trafelato. “Scusate per il ritardo ragazze, ma la metropolitana non passava.” “Michele! Ma ti stai facendo crescere il pizzetto? Stai bene sai??” “Grazie Celine!” I capelli folti e un po’ arruffati, e quel pizzetto un po’ lungo, davano un’aria più matura a quel viso da bambino…un viso dalla pelle liscia, gli occhi furbi, e il naso a punta. “Bene ragazzi… lì c’&egrave da bere, se volete ho fatto un po’ di torta, e il film l’ho già messo nel lettore.” “Siamo sicuri che non &egrave un film pornografico come l’altra volta?” “No Michele, non temere, stavolta il film l’ha scelto Miranda! Comunque un po’ di torta al limone la prenderei… che tesoro che sei cara… una donna da sposare proprio!” “Piantala…” sussurrò lei nell’orecchio della sua amica rompiscatole e dandole un pizzico forte sul fianco. Il film era una storia d’amore platonica tra un impiegato e una segretaria, nata con uno sguardo e proseguita con lettere infuocate. Fino a quando lui non aveva scoperto che lei non era più vergine e, preso da scrupoli morali, per la sua educazione molto cattolica, aveva deciso di interrompere il mai nato flirt. Celine si addormentò dopo mezz’ora sulla poltrona, mentre i suoi amici erano sul divano, ma non prima di aver detto…mezza assonnata: “Ma che cacchio di film hai scelto! Qua manco si tromba!” “Proprio esagerata lei” disse Michele all’orecchio di Miranda “Sono così belle le storie così, non pensi?” “Si, mi piacciono molto…Tra lei e lui c’&egrave una bellissima intesa mentale, hanno così tante cose in comune, si completano, si capiscono. Io anche vorrei conoscere una persona così.” “A chi lo dici. Anche se a dire la verità, non pretenderei mai che la mia donna fosse vergine. Il passato &egrave passato, no?” “Certo! Ma magari lui per l’educazione che ha ricevuto, non poteva accettarlo, sarebbe stato più forte di lui. Da quello che si capisce, lui veniva da un paesino del Sud dove dopo la notte di nozze devi esporre il lenzuolo con la prova della deflorazione.” “Deflorazione? E che vuol dire?” “E beh… quando la donna… ma no, non posso, mi imbarazza dire queste cose a un ragazzo!” “Vuol dire che cercherò sul vocabolario, ma penso di esserci arrivato, comunque! Come si chiama il regista di questo film?” ‘Si chiama’ oddio non mi viene’ hai presente quell’altro film che parla di quel gruppo di amici in vacanza a Barcellona’ che poi uno di loro scopre che &egrave innamorato della sua migliore amica e’.’ ‘Come no! Si che me lo ricordo, &egrave uno dei miei film preferiti.’ I titoli di coda interruppero la loro chiacchierata e anche Celine, finalmente, si svegliò. ‘Allora? Com’&egrave andata a finire? L’ha sverginato o no? L’ha scartato il pacco o &egrave ancora rimasto chiuso nel cellophane?’ La ragazza non conosceva proprio il senso del limite. ‘Dai smettila’No, non &egrave successo nulla” ‘E che &egrave successo allora, com’&egrave finita?’ ‘Mah’Niente, te l’ho detto.’ ‘Scusa Miranda, l’hai visto il film o no?’ Lo sguardo imbarazzato della sua amica la fermò. Era evidente che il film non l’avevano visto con la dovuta concentrazione, ma preferì non indagare. Le persone introverse, le aveva detto anche Elio, non si aprono quando qualcuno cerca di forzare il loro mondo, di penetrare nei loro pensieri, calpestandoli e soppesandoli. E Michele era introverso, molto introverso. Avrebbe sempre avuto tempo per rompere le scatole alla sua amica la mattina dopo, al telefono. “Io devo andare…sennò si fa tardi!” “Ok, ti accompagno all’autobus allora.” “Si… vado anch’io!” disse Michele “Non ti preoccupare Miranda, mi viene a prendere mio padre…accompagna lui.” Fece finta di ignorarla anche se erano proprio questi i momenti in cui meno la sopportava. Non la sopportava non tanto per le sue manie da Cupido che tardava ad abbandonare, ma perché in fondo sapeva che aveva ragione. Michele era un ragazzo pieno di interessi, tanto affine a lei, sensibile, simpatico ed affidabile. Rideva con tanto gusto e imbarazzo alle battute volgari…esattamente come lei… e amavano la stessa musica, amavano essere timidi, volevano prendere la vita con tranquillità, senza mai fare il passo più lungo della gamba. La mattina dopo, appena squillò il telefono, Miranda sbuffò, pensando che fosse l’amica impicciona. “Ciao!” Fu molto sorpresa nel sentire la voce di Michele. “Ciao… ehm… che c’&egrave?” si morse le labbra. Non mi dà fastidio che hai chiamato, sono contenta e curiosa di sapere cosa vuoi da me. “Volevo salutarti. Ieri poi l’autobus ci ha messo tanto a passare.” “Si &egrave vero, siamo stati lì almeno mezz’ora…però.. dai… ci siamo divertiti no?” “Siii! Il film era davvero carino.” “Beh ora devo andare sai. Stavo un po’ studiando.” “Va bene… allora ti lascio. Scusa se ti ho disturbato.” “Ok allora… senti ma ti va se organizziamo qualcos’altro dopodomani?” “Si, perché no, dai? Che cosa pensavi di fare?” “Magari potevamo studiare un po’, io, te, Celine e qualcun altro!” “Dipende da chi &egrave quest’altro! Chiedi magari a Celine se può portare Elio… perché sai… io Fabio ultimamente non lo sopporto tanto.” “Certo! Allora… un bac… ehm.. buona giornata!” “Buona giornata anche a te…. ciao…” Stava per riattaccare lei. “Ah, Miranda… ieri comunque mi ha fatto molto piacere di quella chiaccherata, anche se non abbiamo visto il film.” Quella chiaccherata… meglio non dirlo a Celine, non le sarebbe sembrato vero. La sera dopo si videro tutti e quattro a casa sua: Elio, Michele, Miranda e Celine. Elio già lavorava da tanto, era più grande di loro, e così si era portato il suo lavoro nel suo Macintosh. Gli altri tre pensarono bene di ripassare un po’ di inglese e così aprirono i loro libri, promettendosi a vicenda di non distrarsi. A un certo punto, Celine si avvicinò ad Elio…sembrava che volesse baciarlo sul collo ma in realtà gli sussurrò qualcosa all’orecchio. “….così li lasciamo soli.” Miranda percepì solo quest’ultimo pezzo, e il cuore le cominciò a battere. Rabbia. Fastidio. Imbarazzo. E ancora imbarazzo. “La pianti di distrarti, che da quando sei qui hai girato solo due pagine?” “Scusa, volevo baciare Elio. Lo sai che lui se non lo bacio va in crisi di astinenza.” “Tu Elio non l’hai baciato.” “E tu che ne sai, ci stavi guardando? Guardona guardona… voyeur!” “Sei una bambina dell’asilo, smettila.” “Ragazze, forse sarebbe il caso di studiare su…” Elio improvvisamente si alzò in piedi. “Io dovrei andare perché…. “guardò un attimo Celine “perché…mi ha chiamato un amico e.. sta passando un momento difficile così….vuoi venire, tesoro?” “Si, certo! Ciao ragazzi, buono studio.” Baci sulla guancia. Ciao! Ciao allora! Cazzo, pensava Miranda, non era da Elio comportarsi così. Lui era un uomo pacato, gentile e soprattutto maturo. Aveva sempre odiato questi atteggiamenti… cioé no, gli piaceva che la sua ragazza fosse così impulsiva, ma lui non lo era mai. Mai! Cosa aveva dovuto fare Celine per corromperlo fino a questo punto? Ignorava, Miranda, la passione di Elio per i massaggi sulla schiena: anche un quarantenne si può sciogliere con la promessa di mezz’ora di abili carezze forti di una donna innamorata che vuole farti felice. Dopo aver accompagnato alla porta i due, lei tornò da Michele, che era assorto tra i suoi calcoli, tra le sue formule. Gli fece un sorriso e anche lei tornò al suo librone. “Io la uccido prima o poi.” Era chiaro di chi stava parlando. Lei, lei, più presente del prezzemolo nella minestra. “Secondo te anche con Elio &egrave così?” “Non credo dai… voglio dire… &egrave il suo ragazzo! Poveraccio! Vabbé che ha tanta pazienza, ma mai così” “Comunque scusa se l’altra volta… io non voglio che ti disturbi, siamo qui e tu sei così gentile, ci prepari le cose.” “No ma lo sai che per me &egrave un piacere, mi piace esservi amica e coccolarvi. Anche se forse lei la vorrei coccolare di meno ultimamente.” Sottolineò la parola amica. “Sai che ho scaricato qualche canzone dei Ret Hot Chili Peppers?” “Ah io le conosco tutte! Qual &egrave che hai?” “Adesso te le faccio sentire!” Il pomeriggio passò velocemente, tra le note dei Red Hot Chili Peppers e le loro sensazioni, le loro impressioni. Il sorriso semplice di Michele la faceva stare tranquilla. Per la prima volta nella vita c’era un ragazzo che la faceva essere se stessa, senza doversi preoccupare della sua parlantina, del fatto che parlava ad alta voce, di dover ascoltare sempre, senza poter dire la sua, di dover capire e interpretare l’atteggiamento dell’altra persona e agire di conseguenza. Non voleva più essere il riflesso degli sguardi altrui, lei era Miranda e basta. Quanta serenità poteva donare un solo sorriso. “Sono le nove e io devo andare….” “Se vuoi puoi restare anche a cena. Sai io avevo preparato qualcosa, pensando che sarebbero rimasti anche loro.” “Sicura?” “Ho anche una Sacher Torte!” “Io amo il cioccolato!” Qualsiasi uomo avrebbe apprezzato la premura di quella ragazza così riservata ma allo stesso tempo, nei fatti, così gentile. Michele ne era conquistato. Nemmeno la sua ex, mai, gli aveva preparato una cena così deliziosa. Era vero, la cena non era per lui, doveva essere per tutti, ma c’erano solo loro seduti al tavolo. “Mmmh… buono! Cucini davvero bene!” “Eh si.. gli uomini si prendono per la gola, che non lo sapevi?” Abbassarono lo sguardo entrambi, un po’ goffi. Solo che Michele non aveva la consapevolezza dei pensieri poco pudici della loro amica in comune, Miranda si, e per questo, lottava contro le sue stesse sensazioni. Non era vero che le piaceva, non era vero che c’era affinità, non era reale quel brivido che aveva sentito quando lui le aveva passato la bottiglia d’acqua, e le loro dita si erano toccate per un secondo e mezzo. Erano le undici e mezza, tempo per lui di tornare a casa. “Allora… ci sentiamo” le disse alla porta, con quell’aria da ragazzo da presentare ai genitori, che non sopporta i silenzi imbarazzanti ma allo stesso tempo li cerca. “Ciao allora…” Fu un attimo…. le loro labbra si toccarono in un bacio tenero e leggero. Cosa abbiamo fatto? Cosa &egrave successo? Michele si accarezzò i capelli folti. Poi una spinta misteriosa li spinse ancora l’uno verso l’altro… Lui la abbracciò e cercò ancora la sua bocca con la sua, affamato di quella passione che per tutta la vita o quasi si era negato… studiando troppo, rincorrendo persone sbagliate, persone che non sapevano amare, che non avevano il fuoco dentro. Un fuoco che in Miranda aveva solo voglia di esplodere…con il ragazzo giusto però. Mentre lo baciava appassionatamente, l’odore di lui le trapassò le narici… un odore di maschio, di sapone fresco, di sudore. Nessuna domanda c’era da fare, ma c’erano tante risposte che entrambi dovevano darsi. Non ora, ora era il tempo dell’idillio, della passione più sfrenata, una lussuria inaspettata che può cogliere solo gli amanti più timidi. Finirono sul letto abbracciati, lei distesa e lui sopra di lei, tra le sue gambe. Miranda sentiva la sua voglia sotto di lei, il suo cazzo che premeva contro la sua coscia, quel cazzo che nella foga del momento lei aveva tirato fuori. Michele la spogliò goffamente, togliendole la maglietta e la gonna dopo due tentativi… la maglietta faceva fatica a togliersi, restando incastrata sotto le sue belle tette sode. Lei teneva gli occhi chiusi per non guardarlo, e questo le faceva sentire meglio tutto… i suoi respiri affannosi, il suo corpo caldo, la sua virilità. Sapevano entrambi che per loro era la prima volta, era il loro momento speciale, quello che avrebbero voluto programmare da una vita ma era arrivato nel momento più inaspettato. In realtà Miranda voleva fermarsi dopo il bacio, e anche Michele, che prima di allora non aveva mai osato così tanto. Lui affondò la faccia tra le sue tette così invitanti e le leccò tutte, indugiando sui capezzoli rosa già duri. Lei si tolse le ultime cose che le restavano addosso, il reggiseno nero un po’ leopardato e gli slip. Inutile aggiungere che era bagnatissima… eccitatissima… pronta. E dire che fino a quel momento l’avevano attizzata i tipi freddi-biondi-con gli occhi azzurri. Praticamente l’opposto di quel ragazzo che ora era sopra di lei e stava per prenderla. Tra i loro baci, le loro carezze e le loro leccate, il cazzo rigido le toccava le cosce, l’inguine, le sfiorava il monte di Venere e spingeva contro di lei, cercando il suo caldo nido. La fica che grondava umori anche se era stata appena sfiorata da lui. L’eccitazione dell’attesa, del momento aspettato da tanto e finalmente raggiunto. Michele la guardò intensamente… “Voglio fare l’amore con te.” Miranda cominciò un po’ a tremare, poi lo baciò ancora e lo abbracciò forte. Non dovevano scopare, dovevano fare l’amore… e lei si accorse che era titubante non perché non si fidava, come era capitato altre volte, ma perché voleva dare il massimo e aveva paura di non riuscirci. Temeva che le avrebbe fatto male, che il suo dolore l’avrebbe spaventato, e invece doveva essere tutto magico. “Sono pronta ad accoglierti dentro di me… voglio essere tua” gli sussurrò all’orecchio come una gattina maliziosa, ormai decisa ad andare fino in fondo. Lui prese il suo cazzo in mano e lo fece scivolare dentro di lei… Le fece un po’ male ma non così tanto come immaginava, e lo lasciò entrare ancora di più, lo lasciò andare su e giù sopra di lei, perché quel piccolo dolore non era così grande come il piacere di fare l’amore con lui. Lo abbracciò forte e lo baciò ancora. Le lingue che si incrociavano impazzite, senza un percorso, espressione del piacere che era dentro e fuori di loro, cercando quella penetrazione più profonda, un’unione duplice. Bocca, cazzo e fica. Scopando come due conigli infoiati e innamorati, per poco non cadevano dal letto. L’orgasmo di lui era vicino e si tolse appena in tempo, fiottando il suo seme caldo sulla sua pancia. Ma non voleva che lei restasse a bocca asciutta… si mise di fianco a lei e cominciò a masturbarla, mentre la baciava e le leccava i seni morbidi e duri allo stesso tempo, quelle tette così invitanti che dal primo momento avevano attirato il suo sguardo. Miranda si lasciò andare e venne, venne, gemendo come non aveva mai fatto, quasi urlando, senza preoccuparsi dei vicini impiccioni. “Mammamia… wow!” disse Michele con gli occhi al soffitto, un po’ stralunato, mentre erano distesi ancora nudi sul letto. “Non me lo aspettavo, sai?” “Nemmeno io… &egrave stato tutto così…” Miranda lo baciò ancora sulle labbra, felice di ritrovare la sua stessa dolcezza nella bocca di lui. “Un po’ inaspettato si… però.. dai &egrave stato bello… anzi, meraviglioso.” “Si, adesso siamo adulti, mi sa” “E meno male… tesoro.” “Mi raccomando non lo dire a….” “No, per ora non lo diremo a nessuno.” La mattina, dopo che avevano dormito insieme (per la verità poche ore, visto che per il resto del tempo avevano chiaccherato, scherzato e parlato), lei lo accompagnò alla fermata dell’autobus. Mano nella mano, così belli da vedere e così contenti che avrebbero fatto invidia anche a quei due fantocci sulla prua del Titanic. “Adesso… mica mi coccolerai come un amico.” “No, direi che noi non siamo più amici.” “Eh no, anche perché non mi piacerebbe proprio che con gli amici ti comportassi così…” “Già cominci a fare il geloso?” E risero ancora, come solo una coppia fresca ma già così intima poteva fare. Quella notte fu l’inizio di una bella estate d’amore, forse di mesi e di anni…

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