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Racconti Erotici Etero

Tondo di autore

By 24 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivo tra cinque minuti solo il tempo di parcheggiare la macchina. Ok ti aspetto al tavolo. Arrivo e sei splendida come sempre, come piaci a me e come mille volte ti sogno. Donna consapevole del proprio fascino ma con aria non seriosa e quello strano sguardo di sfida che sembra dire: voglio vedere dove vuoi arrivare. La gonna corta sopra il ginocchio scopre la gamba già abbronzata; i sabots con tacco vertiginoso e punta dardeggiante mi fa pensare alla tua lingua; la maglietta aderente e scollatissima mi obbliga a distogliere lo sguardo da tuoi occhi per soffermarmi sulle dune profonde del tuo seno dove vorrei perdermi con la bocca e la faccia.

Ti alzi in piedi e mi baci sulla guancia inondandomi col tuo profumo sempre intenso e solleticandomi con i capelli sciolti e crespissimi. Ci sediamo e ordiniamo due aperitivi che velocemente arrivano assieme a qualche crudité, salatini, tartine, pezzetti di pane e salsette piccanti. Diamo un sorso e sorridiamo, guardandoci negli occhi per scrutare cosa abbiamo dentro.

Nel misurare ogni centimetro della tua figura mi illumino e sento montare un desiderio incontenibile. Sei troppo per me, sei unica e solo tu mi sai stimolare in questa misura solo con lo sguardo. Mi becchi ripetutamente a guardarti le gambe e le tette, ma sembri solo compiaciuta di dominare e scatenare il mio desiderio.

Per cavalleria preparo una tartina con pane tostato e sugo piccante messicano. Poi la avvicino alle mie labbra, ma prima di addentarla decido di cambiare indirizzo e dirigo la mano verso di te. Tu guardi incuriosita, forse non ti piace nemmeno, ma addenti la tartina con voracità e, guardandomi negli occhi, mi mordi leggermente il dito indice. Quel gesto, solo apparentemente naturale ed involontario, scatena ulteriormente la scena ed allora io prendo coraggio allungando la mano sotto il tavolo verso le tue gambe. Sento la pelle liscia a contatto con i polpastrelli e continuo a guardarti. Colgo eccitazione nel tuo modo di fissarmi con le pupille sempre più dilatate e decido di continuare. Siamo in un bar, al crepuscolo, in pieno centro, ancora non c’&egrave molta gente ed il nostro tavolo &egrave in un angolo protetto su due lati da una siepe alta e quindi inaccessibile dagli sguardi del fronte strada. Gli altri tavoli occupati sono al lato opposto del gazebo, ma la compagnia seduta &egrave distrattamente assorta a conversare. Allora scosto la gonna e mi infilo sotto per risalire fino alla parte interna delle cosce dove la temperatura &egrave più elevata. Ti costringo a scavallare le gambe che apri distendendoti sullo schienale della sedia dandomi l’opportunità di risalire. Allora trovo con meraviglia e piacere che in questa serata tardo primaverile non indossi le mutande ed il passaggio alla tua fica &egrave libero e diretto. Ci arrivo scostando le labbra ed insinuandomi dentro con l’indice mentre tu devi socchiudere le palpebre e morderti le labbra per trattenere un piccolo segnale di piacere. Dopo pochi movimenti di inserimento tolgo il dito accompagnato da un tuo: noooo ti prego continua’ Ma la mia mano &egrave già ricomposta, le braccia appoggiate alla tavola e il dito indice inserito fino alla seconda falange tra le mie labbra. Mischio il dolce ed alcolico dell’aperitivo con l’aspro del tuo succo in un piacevolissimo mix. Chiudo gli occhi per concentrarmi meglio sulla sensazione ed indugiare sui sapori evocativi. Indugio quel tanto, anzi quel troppo ad occhi chiusi e quando li riapro non ti vedo più davanti a me. Solo il bicchiere ormai semivuoto e le robette da mangiare, ma nessuna traccia del mio oggetto di desiderio.

Guardando meglio e scostando il bicchiere sul bordo del sottobicchiere scorgo un rapidissimo ed eloquente messaggio scritto: sono in bagno torno subito, tu continua ad assaporare il tuo dito. Per un attimo lo rimetto in bocca e scorgo gli ultimi frammenti di sapore di succo ancora non fusi con la mia saliva, ma il piacere svanisce velocemente e lascia il posto all’eccitazione. Do un ultimo sorso all’aperitivo e mi alzo dirigendomi verso il bagno.

Entro e dall’antibagno scorgo la luce accesa e la porta socchiusa dell’unico bagno del locale. Senza neppure valutare il rischio che possa esserci qualcun altro, apro la porta e la richiudo alle mie spalle. Lo spazio non &egrave eccessivo e siamo in piedi. Senza nemmeno parlare ti abbraccio con forza e ti avvicino alla mia bocca mescolando la mia lingua con la tua. Ti alzo la gonna e riprendo a fare più liberamente e con più profondità ciò che fuori al tavolo avevo solo abbozzato. Nel continuare a baciarmi cerchi di prendere fiato e ti sfuggono piccoli mmmmm che mi stimolano a continuare. Con l’altra mano libera mi insinuo nella maglietta e mi infilo a strapazzare un capezzolo. Tu mi apri i pantaloni e me lo tiri fuori.

Poi con gesto quasi elettrico e scattoso ti stacchi dalla mia bocca, abbassi le ginocchia e me lo cominci a leccare. Il bello della scena &egrave pensare alla clandestinità del momento e al timore di essere scoperti. A tratti alzi lo sguardo e mi punti con gli occhi mentre continui a leccarlo; poi con la lingua di fuori e una mano sul cazzo lo alzi e lo abbassi sulle labbra quasi a schiaffeggiarti e mi guardi con fare di sfida.

Ora ti voglio e capisco che lo sguardo di sfida significa la stessa cosa per te. Delicatamente ma con mano ferma ti alzo la maglietta, slaccio il reggiseno e ti faccio alzare. Un ultimo bacio profondo e poi ti faccio voltare. Capisci l’evoluzione e allarghi le gambe affusolate; alzo la gonna e sono dentro di te. Il movimento prima controllato e graduale poi assume un andare deciso e profondo. Ad ogni mia spinta inarchi la schiena e gemi mentre hai le mani protese in avanti a reggerti sulla parete del bagno e le tette ingabbiate nel massaggio delle mie mani. Scopami, scopami fammi volare ma scopami mi piace farmi sbattere nel bagno del bar, mi sento eccitatissima. Io non rispondo a parole ma aumento il ritmo e ti strizzo i capezzoli con le mani.

Quando ormai sembra tutto verso una felice e violenta conclusione un lampo. L’ondeggiare del tuo culo e quel movimento di contrappunto delle tue gambe che spingono all’indietro mentre io ti entro dentro mi fanno balenare un’idea. Vedo questo doppio tondo che si muove davanti e verso di me, lo paragono ad un’icona trecentesca di forma circolare, tanto &egrave perfetto nelle sue forme. Il sesso &egrave piacere che risiede nella testa e ha come appendice terminale il cazzo. In quel momento non posso sottrarmi all’idea di toglierlo dalla fica, anche a costo di farti dispiacere e di metterlo dietro, nell’antro proibito e più segreto di una donna.

Con gesto veloce lo sfilo del tutto, tu cerci con il contrappunto di riappropriartene spingendo il sedere verso di me, ma io lo tengo in mano e verticale. Allora ti strusci perché lo vuoi ancora e non capisci questa attesa snervante. Accumulo saliva in bocca e la faccio colare in parti uguali sul mio cazzo e sul tuo buchetto. Poi lo bagno fino alla radice per renderlo scorrevole e con l’altra mano comincio a bagnare i contorni del tuo culetto. Infilo l’indice e lo muovo in modo circolare, quasi ad ispezionarne l’apertura. Tu intuisci e rilasci la muscolatura per assecondare la mia esplorazione ed il risultato &egrave che tutto l’indice ora &egrave dentro. Cominci a smaniare e sussurri: dai maiale mettimelo dentro mi sto sciogliendo, lo voglio nel culo. Quella frase mi da una spinta ulteriore di eccitazione ed il risultato &egrave un cazzo di marmo che quasi fa male. Allora lo appoggio all’entrata e non mi dai il tempo di posizionare le mani sui tuoi fianchi. Con un movimento di contrappunto te lo infili da sola spingendo verso di me.

A questo punto non mi controllo e comincio a ricoprirti di frasi pesantissime che tu meccanicamente ripeti ormai incapace di ribellarti. Ma siamo poi sicuri che vorresti ribellarti? Secondo me no, tutt’altro, lo prendi e spingi accumulando energia sul cazzo e sul culo. Sento che ora sei molto aperta e questo mi eccita ulteriormente. Spingo profondamente e quasi sono inghiottito. Mi piace il culo, mi piace il tuo culo e mi piace l’idea di farlo in questo bagno in modo così osceno e clandestino, sento che sto per scoppiare e te lo dico. Tu mi fai capire che sei sul punto di ‘. e allora do le ultime spinte frenetiche. Ahhhhh mi svuoto dentro e ne sono soddisfatto, sento che ansimi anche tu. Ancora dentro di te, richiamo a me le tue braccia, ti faccio riassumere una posizione semi eretta e con le mani sul seno ti bacio il collo ripetutamente. Tu, sussurri: Sei un grandissimo porco, solo tu mi fai fare queste cose, ma con te mi appaiono normali. Sono una donna persa.

Sorrido e ti riabbraccio, poi sfilo lo lentamente da te accompagnato da un nooooo di dispiacere.

Ci ricomponiamo ed usciamo separati dal bagno. Torno al tavolo e ti ritrovo con Andrea e Giulia che ci hanno raggiunti. Presentazioni di rito e chiacchiere sul più e sul meno. Mentre ordiniamo mi cade l’occhio sul sottobicchiere con l’appunto e lentamente lo faccio scivolare in tasca. Unico indizio della nostra trasgressione.

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