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Racconti Erotici Etero

Torneo

By 19 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Io 21 anni, lui 42. Io felicemente fidanzata da 4 anni. Lui ‘felicemente’ sposato da molto di più.

In comune la stessa passione per la pallacanestro ed &egrave proprio questa passione che ci fa incontrare.

&egrave fine giugno, il torneo di basket misto più coinvolgente di tutti i tempi ha quindi inizio. Quest’anno nella mia squadra c’&egrave qualche componente in più. Tra questi c’&egrave lui: Marco, 42 anni, alto e specializzato nel tiro da 3. Quando lo vedo non lo considero più di tanto. Mi sembra solo un vecchietto che cerca di fare il giovane, ma quando gioca le sue mani fanno centro.

Dopo le partite ci fermiamo sempre a bere qualcosa tutti insieme. Iniziamo così a conoscerci meglio e io stranamente mi apro completamente con lui. Sarà l’età che mi ispira fiducia, sarà che mi piace parlare con gente più matura, non so. Sta di fatto che gli racconto tutto di me e di conseguenza anche lui mi racconta tutto di sé. Ci scambiamo messaggi tutto il giorno tutti i giorni. La voglia di sentirlo &egrave irrefrenabile e l’attrazione che prima per me era nulla adesso &egrave travolgente.

Ultima partita del torneo, giochiamo e perdiamo. Usciamo a cena ancora tutti insieme. Io seduta in mezzo tra lui e il mio ragazzo. La tensione di essere lì mi manda su di giri. Da una parte eccitatissima e dall’altra spaventatissima. Il sangue mi ribolliva ogni volta che i nostri sguardi si incontravano; sguardi così intensi da sentirmi scoppiare il cuore. Ma esteriormente ero come una statua per non far percepire ai circostanti e soprattutto al mio ragazzo quello che stava succedendo.

Il proibito mi eccita da morire. Il sapere che non si può ma nonostante tutto lo faccio lo stesso; mi fa impazzire.

Sta di fatto che il torneo finisce ed ognuno torna alla proprio vita.

Ma io non riesco a togliermi di mente quelle emozioni così forti, quegli sguardi così intensi. Non riesco. Voglio sentirmi ancora così, voglio sentirmi viva.

I messaggi continuano, sempre più spinti. Così spinti che alla fine spingono anche me ad andare a trovarlo.

Salto la lezione all’università e mi dirigo al suo negozio di abbigliamento.

Mentre sono in strada lo avviso che sto andando lì. Che ho voglia di lui. Che non vedo l’ora che mi prenda. Ma non lo voglio davvero! Non voglio tradire. Non sono il tipo. Non l’ho mai fatto e mai lo farò’

Arrivo in negozio, ‘c’&egrave altra gente ma ormai &egrave quasi ora di chiudere per la pausa pranzo. ‘Sono passata solo per un saluto. Ora meglio andare via.

&egrave mezzogiorno, lui deve chiudere e io cerco di togliere il disturbo.

‘grazie mille per essere passata a trovarmi!’

‘ci mancherebbe, &egrave stato un piacere’ e intanto mi indirizzo verso l’uscita. Da una parte voglio scappare dall’altra vorrei tanto che mi prendesse per il braccio per fermarmi per poi violentarmi lì sul pavimento.

‘aspetta dai, fammi tirare giù la claire così usciamo insieme dal retro e ti accompagno in stazione’.

Cosa faccio? Sarebbe meglio andare via..

‘sicuro non disturbo?’

‘certo!’

‘Ok’.

Abbassa la claire, chiude la porta a chiave. Lo aspetto lì impalata non so che fare. ‘la luce che prima riempiva la stanza ora era stata sostituita da un leggero buio. Ho caldo..da morire. Il cuore mi batte a mille. Cosa sto facendo?

Lui mi passa di fianco come se nulla fosse ed entra nel retro del negozio e prende le chiavi in mano per uscire.

Sono sorpresa. Da un lato sollevata, ma dall’altro non capisco. Io lo desidero, lui mi desidera.. Ma sono comunque sollevata.

Lo seguo per uscire. Siamo tutti e due nel retro del negozio. Un buco praticamente. Una scrivania sulla mia sinistra, qualche foglio sparso in giro e qualche scatolone per terra.

Mette le chiavi dentro la porta. Io sono proprio dietro di lui. Le chiavi sono lì, inserite nella serratura, ma non gira la chiave.

Si gira verso di me e prova a baciarmi sulla bocca. Istintivamente mi scanso.

Ci rimane male, lo vedo nei suoi occhi. Ed io ancora una volta mi chiedo che diavolo sto combinando.

‘scusami, non volevo’ mi dice lui. E io mi rendo conto che quella che doveva chiedere scusa ero io. Lo volevo da impazzire. Avevo il cuore in gola.

Lui prova a baciarmi ancora e questa volta non oppongo resistenza. Mi bacia così fortemente.. la sua lingua &egrave decisa e ‘mi fa impazzire.

Le sue mani’ le sue mani, le sento prendermi il culone poi sento una mano che mi entra nei pantaloni, poi scavalca le mutandine ed eccola lì.. io completamente fradicia, e le sue dita sanno esattamente cosa fare. sono così possenti ma delicate, così decise ma attente. Non saprei davvero descrivere il piacere che mi sta dando. (quanto mi mancano!)

Lui pensa a fami impazzire e intanto con la mia mano cerco di raggiungere anche io il suo cazzo. Le mie mani sono abbastanza grandi ma quell’affare &egrave decisamente enorme! lo tocco stando fuori dai pantaloni. Sono impacciata, terribilmente impacciata!

Lo tira fuori lui.. mi sorprende positivamente, &egrave ancora più grosso di quello che avevo immaginato toccandolo da fuori.

Ma non fa passare molto tempo prima di farmi girare e farmi piegare sulla sua scrivania. Sono a 90. Sento lui che tenendolo in mano me lo punta alla mia fighetta. Sono lavata e prima di entrare me lo struscia su e giù facendomi impazzire dalla voglia. Lo voglio dentro! Lo voglio dentro tutto!

‘sei sicura?’ mi chiede con una voce quasi soffocata.

Non gli rispondo nemmeno. Lo voglio e basta.. me lo ficca dentro e mi scopa. La prima vera scopata della mia vita. Ero lì, inerme, che pensavo solo a godere! E lui che mi scopava alla grande. Lui, così possente, a sbattermi così forte. Mi fa impazzire!

Il tutto dura poco.. l’eccitazione &egrave troppa.. esce e mi viene sulla schiena. Avrei tanto voluto prenderglielo in bocca e bere tutto il suo succo. Ma per questa volta va bene così.

Ci ripuliamo, ci sistemiamo i vestiti e finalmente la porta si apre e si torna alla vita di tutti i giorni.

Che scopata ragazzi!

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