Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Tra Il e Un c’è una bella differenza

By 24 Agosto 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

La Direzione aveva deciso dei cambiamenti di personale all’interno dell’azienda, una delle inventive di questi tempi per cercare di dare nuove motivazioni ai dipendenti. E così ad un dirigente veniva affidato un nuovo incarico, il responsabile dell’ufficio acquisti veniva spostato all’ufficio al marketing e un paio d’impiegati che lavoravano in amministrazione sono passati al commerciale, ovvero nel mio ufficio.
L’ufficio, che contava 7 dipendenti, si ampliava di altre 2 donne che spostavano così la maggioranza nel sesso femminile, dopo anni in cui noi 4 maschietti avevamo il predominio decisionale nell’ufficio, come l’uso del condizionatore che d’estate era sempre acceso, con le donne costrette a mettere golfini oppure per l’acquisto di una macchinetta del caff&egrave ad uso solo del nostro ufficio, nonostante loro bevessero sì e no un caff&egrave a settimana.
L’arrivo di colleghe nuove cambiavano dunque alcuni equilibri e sicuramente anche le battute tipiche di noi maschi su sesso e sport sarebbero stati sovrastati da conversazioni su famiglia, bimbi e gossip.
La nota positiva era che tra le 2 colleghe che arrivavano da noi, ci fosse Chiara, sicuramente la donna più bella dell’azienda. Sposata, senza figli, una donna 35enne che faceva girare la testa per una caratteristica precisa: il suo fondoschiena. Non era UN culo, era IL culo. Sembrava disegnato, modellato, preciso nella sua forma, piccolo e che dava l’apparenza d’essere duro e stampato in quel suo corpicino; Chiara era decisamente magra, anche troppo, in quel suo 1.70 d’altezza scarso ma una cosa tutta l’azienda notò. Da quando si era sposata, 6 mesi prima, aveva cambiato modo di vestire. Da abbigliamenti larghi e poco curati, quasi a voler nascondere la sua magrezza e che soprattutto non rilevavano il suo dono fisico, ora vestiva solo di abiti aderenti. Nulla di volgare ma i pantaloni erano diventati solo ed unicamente jeans o pantaloni comunque molto stretti e le sue maglie aderivano perfettamente al suo corpo, con un reggiseno imbottito che induceva a pensare ad un seno da almeno una seconda misura.
Gli occhi azzurri con capelli rossicci, lunghi e lisci ben oltre le spalle, zigomi allungati e labbra leggermente carnose, con il labbro inferiore al livello di quello superiore, facevano di lei una donna molto attraente.
Il suo arrivo in ufficio non fu ben visto dalle colleghe già presenti mentre dei maschi, io ne ero ancor più contento di altri; infatti io e lei abbiamo sempre avuto un bel rapporto, fin dal suo arrivo in azienda 3 anni prima. E’ nata subito un’amicizia basata sulla fiducia reciproca, confidandoci particolari delle nostre vite, quasi ci conoscessimo fin da bambini.
Dal suo arrivo, le mie giornate lavorative passavano più velocemente e piacevolmente, lei era una ventata d’energia e sorrisi, aria nuova e pulita in un ambiente che si stava incupendo. Ma soprattutto, c’era la possibilità di vederla più spesso.
La mia scrivania era la prima vicino alla porta, quindi per entrare ed uscire dall’ufficio si doveva passare davanti a me; inoltre la sala stampanti era in uno stanzino subito dopo l’ufficio e in un reparto con 9 persone, la carta non si contava da quanto venisse utilizzata. Un po’ a turno ci si alzava a prendere le stampe anche ed ovviamente la parte più interessante era quando si alzava Chiara. Non c’&egrave stata una sol volta nella quale lei, passando davanti alla mia scrivania, non mi guardasse o mi sorridesse ed il mio sguardo non cadesse sul suo sedere. Ovviamente cercavo di non farmi vedere, incrociando i suoi occhi appena mi passava davanti, fingendo un interesse verso di lei per i suoi occhi che, grandi e lucenti, erano comunque molto belli ma era impossibile non abbassarli successivamente verso la parte più bella di lei.
Non credo però d’essere stato molto bravo perché una sera mi giunge un suo messaggio “Guarda che ti vedo che mi guardi il culo !”. In quel istante, un tremore mi ha scosso, conscio d’essere stato beccato. Subito dopo però pensai “ma che cavolo, anche tu però che ti metti pantaloni aderenti, sei consapevole che hai un bel sedere, no?!” ma non ebbi il coraggio di dirglielo, nascondendomi in una risposta più banale “avrai visto male, figurati se ti guardo il sedere !” pentendomi poco dopo per l’invio di una frase assolutamente falsa ed inutile.
Fatto sta che quel messaggio mi diede l’idea di diventare più spudorato, quando passava davanti alla scrivania il mio sguardo si faceva più furbetto, quando ci guardavamo negli occhi il suo sorriso era complice, quasi volesse dire “sì sì, guarda pure che tanto lo so”.
Seppur fosse una bella donna ed attraente, il nostro rapporto era amichevole ed onestamente non avevo mai fantasticato su di lei, frutto anche del suo recente matrimonio.
Tutto cambiò un pomeriggio d’estate; l’ufficio era semi vuoto, con la maggior parte dei colleghi in ferie. Lei si avvicinò alla mia scrivania con la scusa di voler una caramella che ero abituato a comprare e tenere vicino alla tastiera. Si mise di fianco alla mia sedia, sfiorandomi il braccio con il suo allungato e stando a pochi centimetri da me. Fui immediatamente avvolto da un profumo dolce, inebriante, sembrava che una nuvola celestiale fosse attorno alla mia testa, e questo mi bloccò per qualche secondo. E lei stava lì, armeggiando con la scatola delle caramelle, quasi impacciata. Guardavo il suo braccio depilato, con un braccialetto con un quadrifoglio al suo interno che tintinnava sulla scrivania. La mia testa si muoveva a scatti, confusa. Mi girai verso di lei e all’altezza dei miei occhi, il suo sedere. Con lei in piedi ed io seduto, il suo fondoschiena era esattamente davanti ai miei occhi. I pantaloni bianchi, stretti, avvolgevano quella mezza luna così perfetta. E lei ferma, immobile. Lo fissai, mi sentii preso da una forza innaturale e portato in un altro mondo. Una meraviglia, era in un oasi oppure era il giardino del paradiso, non so. Magari aprii anche un po’ la bocca, non saprei e non potrei dire con esattezza quanto tempo passò prima che istintivamente, senza coscienza, il mio braccio si mosse, abbassandosi sulle mie gambe. Un rigurgito di razionalità, il dubbio arrivò alla mia mente….che sto facendo, cosa sta accadendo ! Ora se ne va, Chiara spostati, cazzo ! Respiravo a pieni polmoni il suo profumo, mi stava ubriacando e cancellando ogni azione ragionata. Il mio braccio si abbassò del tutto e si mosse verso di lei. Vattene Chiara, ora ! Ed invece l’unico movimento era il mio braccio che si stava spostando all’indietro ed ora anche la mia mano, che si apriva. Secondi ? Minuti ? Tutto andava al rallentatore. La spalla si aprì, le mie gambe tremavano, il respiro affannoso di chi era appena stato in apnea mentre di aria ne stavo assorbendo anche troppa dal suo corpo, quasi volesse assorbirlo totalmente nel proprio naso. E che culo ! Che cosa perfetta. Lo fissavo, come un ebete. La mia mano era a pochi centimetri da quel dono della natura. 5 centimetri, non di più. Avevo perso ogni freno, non c’era null’altro se non io, la mia mano e quel sedere, nient’altro. Non stavo ragionando ma era una forza d’attrazione irresistibile, non ero io ad andare da quel corpo ma il corpo che mi spingeva verso di sé.
E mi ritrovai come risvegliato di soprassalto nel bel mezzo di un sogno, come una getto d’acqua gelida che ti piomba addosso mentre non t’aspetti, come se si cadesse in un dirupo mentre guardi da tutt’altra parte: quel culo, si mosse, si spostò, si stava allontanando con la mia mano a mezz’aria. Ero stato riportato alla realtà da Chiara che se ne stava andando. Se ne andò cazzo, non era più lì. Non ci credevo, tutto crollò come se un’onda anomala piombasse su un castello di sabbia. Riportai la mano sulla scrivania, impaurito anche dal gesto che si era tramutato in goffo e che fosse stato visto da lei. La guardai, quasi a volermi giustificare pur non proferendo parola. E lei ricambiò lo sguardo che anziché severe era con un sorriso enorme, da felina, con quei suoi occhi da taglio orientale.
E da quel momento, la nostra relazione prese una nuova, inaspettata, piacevole direzione.

Leave a Reply