Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Troia, amante, Claudia. *2

By 20 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono certo mi perdonerete.
In questi giorni sono stato fuori città per problemi familiari, e i racconti sono stati pubblicati tramite uno smartphone.

Punteggiatura , periodi eccessivamente lunghi , frasi sconnesse , e tanto altro.

 

Oggi, tornato a casa, vi racconto di quando bevve la mia pipì, mischiata con il mio sperma.

 

Le chiesi di venire a casa mia.

L’appuntamento, questa volta, era per le 13, via dell’Ammiraglio n.19.

 

Puntuale come sempre, si presentò con un vestitino nero, sopra le ginocchia, una borsa di pelle marrone e un paio di sandali che richiamavano il colore della borsa.

La feci accomodare in sala e le camminai dietro, volevo capire che intimo portava.

Apparentemente potevo ritenermi soddisfatto, non scorgevo segni di mutandine o perizomi, probabilmente non aveva nulla sotto.

 

Il menù del pranzo comprendeva primo, secondo, dessert.

Vino rosso.

 

-“Qui si mangia nudi” , le dissi fissandola negli occhi.

-”Nudi?” , balbettava.

-”Si , si mangia nudi e si mangia per terra”. “Puoi spogliati nella mia camera, infondo al corridoio a sinistra”.

 

Non disse una parola, si girò perplessa, e si incamminò nel corridoio buio.

Io tornai alle faccende domestiche, notando che l’acqua in pentola bolliva abbondantemente.

Rigatoni pesto e pancetta.

 

Dopo qualche minuto tornò, completamente nuda, leggermente imbarazzata.

 

-”Adesso spoglia me, Amore”.

-”Si”..

 

Mi baciò le labbra con dolcezza e comincio a slacciare la fibbia del pantaloni. Si calò insieme ai miei boxer, baciando lentamente le mie palle.

Salì di nuovo, sfilando e gettando via anche la maglia che indossavo.

 

-”Devi restare qui in ginocchio, a terra, accanto le posate” , le intimai con arroganza.

-”Dove vai tu?”

“Porto il pranzo”.

 

Per fortuna la pentola si era raffreddata.

Scolai la pasta e la rimisi dentro, mischiandola con il condimento.

Tornai in sala, dove Claudia mi aspettava in ginocchio.

Presi la pentola e la poggiai a terra, accanto le sue gambe.

 

-“Amore”.. “Fammi una sega e sta attenta che ogni schizzo finisca sulla pasta”… “E mi raccomando, impegnati, che poi il pranzo si fredda”.

-”Tu sei pazzo” , disse lei prendendo tra le mani il mio cazzo duro.

-”Talmente tanto pazzo che mentre mi fai una sega sul nostro cibo dovrai chiamare il tuo ragazzo e raccontargli qualcosa, qualunque cosa, purchè lo tieni a telefono finchè non vengo”, e risi.

-”La tua perversione non ha limiti” ribattè con aria di sfida.

-”Per questo mi desideri tanto”, risposi serio, porgendole il suo cellulare.

 

Cominciò a raccontare a Giulio, il povero cornuto, della settimana appena finita, passata all’università, dei colleghi, dei professori, degli esami imminenti.

Continuava a ripete nomi su nomi, io non capivo niente.

Mi concentravo, volevo godermi il momento. Volevo cogliere ogni singola espressione di quella Troia, che per piacere stava eseguendo i miei desideri.

Con la mano faceva avanti e indietro velocemente, e non resistetti molto.

Venni cercando di non ansimare, per via della telefonata

Mi morsi il labbro inferiore e guardai tutti quegli schizzi bianchi imbrattare il pesto verde.

Claudia chiuse la telefonata con le solite frasi di rito : Amore, Cucciolo, A dopo , Pensami , Cornuto…..

 

Con due cucchiai grandi mescolai meticolosamente pasta, pesto, pancetto, sperma.

Ero leggermente dispiaciuto, il bianco del mio piacere, si vedeva appena.

Ci sarebbero voluti 6 uomini di colore, allora si che avrei mangiato bene, pensai.

 

Servì tutto nei piatti e ci riempimmo lo stomaco scherzando e ridendo, come amici di una vita.

 

 

Dopo pranzo riposammo un ora, abbracciati sul divano, poco distante al pavimento del pranzo.

 

Quando Claudia si svegliò cominciò a toccarmi in mezzo alle gambe, aveva voglia, evidentemente.

 

-”Vuoi godere?” le chiesi con il tono spento di chi si era appena svegliato.

-”Si, nella tua bocca”.

 

Mi distesi per terra a le dissi di sedersi sulla mia lingua.

Cominciai a leccarle il culo e la figa, mentre con le mani le tenevo aperto il culo.

Dopo pochissimo il suo respiro si fece affannato e prese a scoparmi la bocca facendomi male.

Le infilai due dita nel culo e assecondai i movimenti del suo bacino cercando di colpire il clitoride ogni volta che incontrava le mie labbra.

La sua mano destra prese a stimolare la figa sempre con maggiore vigore, e i suoi respiri , parimenti, aumentarono d’intensità.

Venne sulla mia bocca lacerandomi il labbro superiore in preda agli spasmi provocati dal forte orgasmo.

 

-”Adesso tocca a me”.

-”Lo so, sono la tua troia, faccio ciò che vuoi”.

 

Presi l’iPhone dalla stanza accanto e lo poggiai su di un mobile di fronte a noi.

Andai in cucina e presi anche un cucchiaino e un bicchiere grande e largo, di vetro trasparente.

 

-”A che servono queste cose?” , mi chiese subito.

-”Con il cellulare faremo un video, che poi manderò ai tuoi fan. Nel bicchiere verserai tutto lo sperma. Con il cucchiaio mescoleremo il mio sperma e la mia pipì.”

-”Sperma e pipì? Insieme??” …. “E dove li mescoli?”

-”Dentro il bicchiere, ovviamente”.

-”Perchè?”

-”Domanda stupida, Claudia…” …. “Perchè berrai tutto!”

 

Le feci aprire la bocca e cominciai ad infilarle il cazzo duro fino alla gola.

Più si affogava, più infondo andavo.

E se non si affogava, non tiravo via il cazzo.

La saliva, copiosa, cominciò a colar via, bagnandole seno e pancia.

Le diedi forti schiaffi sulle guance facendole schizzar via grandi quantità di saliva e facendola affogare più volte.

Le dissi di leccarmi le palle mentre cominciai a farmi una sega in prossimità del bordo del bicchiere .

Purtroppo il piacere di qualche ora prima mi aveva abbastanza svuotato e non avevo in corpo lo sperma che avrei voluto.

Il bicchiere si riempì di mezzo dito, appena.

Allungai lo sperma con un po’ d’acqua minerale e mescolai per creare una poltiglia omogenea.

 

-”Vieni in bagno cagna”.

-”Si Amore Mio”, vengo”.

 

-”Mettiti dentro la doccia accucciata e aspetta che ti bagni di pipì. Tieni in mano il bicchiere e riempilo fino a metà.”

 

Fece esattamente ciò che avevo chiesto, meticolosamente, senza sbagliare una virgola.

La maggior parte della pipì le finì sul viso, guance, occhi, labbra.

Parte di essa fu raccolta da Claudia dentro il bicchiere.

Mescolò pipì, sperma e acqua.

Mi guardò ferma negli occhi, a terra nella doccia, con la figa spalancata.

Lo sguardo si accese e bevve tutto di botto, come una medicina.

All’ultimo sorso ebbe un piccolo conato di vomito e non riuscì a deglutire come avrebbe voluto.

Ma niente andò perduto.

Mi tirò a sé, e mi bacio, bagnandomi d’intimità.

 

 

[Questo, ciò che sarebbe accaduto, Oggi.]

Leave a Reply