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Racconti Erotici Etero

Troia, amante, Claudia.

By 18 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Appuntamento sotto casa sua, alle 23e30.
Alle coinquiline disse che doveva lasciare le chiavi della campagna ad un lontano cugino, che non vedeva da secoli.
Al suo ragazzo disse che andava a coricarsi, dolorante per via di un Mal di testa che, da giorni , non le permetteva di esser serena.
In realtà veniva a farmi un pompino, sotto casa, come una Troia. 

Nelle ore precedenti mi chiese se, appena insieme, avrei voluto sculacciarla.
Disse che la eccita da morire sentirsi picchiata forte.
Di tutta risposta dissi che mi eccita da morire sentirla mugolare dolore.
Le chiesi di scendere di casa senza intimo.
Lo fece, ovviamente.

Con lei è bello, perché le voglio bene.
Le voglio talmente tanto bene che riesco a trattaria da Troia senza sentirmi squallido.
Non mi sono mai comportato così, ma mi piace.
Come se ogni eccesso perverso, fosse piacevolmente attutito da un sentimento sincero e ingenuo.

La chiamai.
Ero sotto casa sua.
Scese, salì in macchina, e posteggiai poco più avanti il suo palazzo.

Ci guardammo, la baciai.
Le misi le mani sotto la canottiera, il seno era nudo.
Le morsi un labbro, forte.
Slacciai la cintura e calai insieme boxer e jeans.
Sbottonai la camicia.
Spostai il sedile guidatore più indietro possibile.

“Leccarmi Troia”.

Non disse una parola.
Si infiló il mio cazzo in gola.
Letteralmente.
Lei non mi fa pompini.
Lei si fa scopare la bocca.
Da vera zoccola.

Con una mano le presi la gola.
Con l altra le afferrai i capelli.
Cominciai a muovere la sua testa su e giù , giù e su. Sentivo il rumore della lingua che si staccava dal mio cazzo. Vedevo la saliva colare giù dai lati della sua bocca.

“Leccami le palle”.

Lo fece senza fiatare.
Allargai le gambe il più possibile e si riempì la bocca prima con una , poi con un altra. 
Leccava e mi guardava. Avrei voluto sputarle in faccia, sugli occhi. Ma non sapevo come avrebbe reagito.

La presi per i capelli e le infilai di nuovo il cazzo in gola, senza mai lasciarle la testa.
Con l altra mano le abbassai i pantaloni e le toccai  culo e la figa.
Per questo so che è una Troia.
Per questo so che senza me è sprecata.
Perché la sua figa era completamente fradicia. Come se la stessi leccando da ore, ma non l avevo sfiorata.

Infilai due dita dentro , prima nella figa, dopo nel culo.
La sentì gemere, ma certamente non volevo farla godere, oltre.

Presi a schiaffeggiarle il culo con tutta la forza che avevo.
Doveva davvero farle male.
Più la colpivo, più gemeva dal dolore.

Ebbi finalmente conferma ai miei dubbi: si, si bagnava sotto ogni schiaffo.

Dovevo fare una fatica immane per non lasciarmi andare venendole in gola.
Continuavo a pingere la sua testa sopra il cazzo e cercavo di darle uno schiaffo ogni affondo.
Potevo chiaramente vedere il suo culo viola.
Ma le piaceva. A quale Troia non piacerebbe essere usata e sottomessa per fare godere il suo amante?
Lo farei anche io.

Solo quando la mia mano non riusciva più a colpirla, perché troppo dolorante, smisi e le tirai su il capo.

“Ti vengo in faccia”.

Cominciai a farmi una sega sul suo viso.

“Tira fuori la lingua”.

Le venni sugli occhi, sulle guance, sulla bocca.
Sporcai la mia camicia, il sedile, la sua canottiera.

Sarebbe salita a casa tutta sporca, come ogni puttana che si rispetti.

Mi guardó, mi carezzo il viso, mi baciò.
Cercai di ingoiare più sperma possibile, pulendo le sue labbra e succhiando quello che le era andato in bocca.

Si voltó, mi salutó, uscì dalla macchina.

La prossima volta, magari, vi racconto di quando mi diede il culo e glielo aprii fino a farle uscire tanto sangue.

Appuntamento alle 17 a casa sua.
Le coinquiline, questa volta , erano via.
Finalmente avrei potuto scoparla come merita. 

Le scrissi, qualche ora prima di arrivare da lei, di farsi trovare completamente nuda, in ginocchio, accanto il letto.
Le sembrava una buona idea, Troia.

A metà mattina ebbi una piacevole sorpresa.
Una mail di Claudia :
-Dobbiamo spostare l appuntamento di mezz ora, vieni alle 18, prima viene a trovarmi il mio ragazzo.
Risposi immediatamente:
-Per l orario non fa nessuna differenza, tarderò di mezz ora come da te chiesto. Per quanto riguarda il tuo ragazzo invece…

Salì le scale in fretta, due gradini alla volta. 
Ero eccitato, per ciò che stava per succedere e per ciò che, speravo, fosse successo. 
Avrebbe fatto tutto quello che le avevo ordinato?

La porta di casa era aperta, non spalancata, ma aperta.
Era buio nella piccola sala d ingresso, così come nella sua camera.
Entrai senza rivolgerle la parola. 
Un piccolo lumino accanto il letto illuminava il suo corpo nudo, in ginocchio.
Accanto a lei, su di una sedia, una corda viola, come chiesto.

Feci ben attenzione a darle le spalle, lasciandola perdere, come se fossi solo.
Svuotai le tasche nella scrivania , sbottonai lentamente la camicia, la tolsi. La stessa cosa per i pantaloni, scarpe, calze. Rimasi completamente nudo, anche io.

Mi avvicinai e presi in mano la corda, sedendomi sulla sedia.

-“Hai fatto come ho detto?”
-“Si, ho fatto esattamente come hai chiesto”
-“Non essere timida, sù, racconta pure. Nei dettagli”
-“Il mio ragazzo è arrivato per le 15, non aveva pranzato, e gli ho preparato un panino veloce. Philadelphia , cotto, pomodoro. Dopo pranzo volle dormire un po’, mi misi accanto a lui a leggere quello”.. Con la coda Dell occhio indicó un grosso libro dalla copertina nera ..”Dopo circa un ora si svegliò e mi chiese subito di fargli un pompino, si alzò e si sedette nella sedia dove adesso sei tu. Scopammo due volte, di fila, ed entrambe le volte gli chiesi di venirmi nel culo. Feci finta di andarmi a lavare, ma rimasi sporca, come vuoi tu. Ma ti avverto, un po’ di sperma è colato via”.
-“Sei stata brava”.

Mi alzai e le sbattei il cazzo già duro in faccia, dicendole di leccarmi le palle.
Mentre lo faceva le presi i polsi e li legai forte , con la corda, per farle capire che in quel momento era mia.

Di nuovo dentro di me quel forte desiderio di sputarle in faccia, così, mentre mi leccava le palle e mentre il mio cazzo stava sul suo viso.

La feci alzare , tirandola sù per i polsi legati, la feci girare e la feci inginocchiare di nuovo. Stavolta mi dava le spalle.

Le presi i capelli con una mano e le schiaccia la testa contro il pavimento freddo, e sporco.
Adesso il suo culo era oscenamente aperto.
Lo sperma del suo ragazzo continuava a colare, mischiandosi agli umori della figa bagnata.

“Non muoverti”.

Presi a schiaffeggiarla con forza, toccandomi il cazzo con l altra mano.
Mi inginocchiai pure io, mettendomi a quattro zampe dietro di lei, come lei.
Desideravo avere anche io qualcuno che mi picchiava il culo forte, facendomi sentire Troia.

Cominciai a leccare con foga lo sperma del suo fidanzato , cercando di infilare la lingua più a fondo possibile nel buchino.

Lei gemeva come una cagna , e io quando potevo non perdevo occasione per colpirla forte.
Il buco era rosso e malconcio, dopo aver soddisfatto il suo Giulio, adesso doveva ricevere anche me.

Non la feci spostare , nemmeno un po’.
Mi staccai dal culo con la lingua e mi avvicinai dalla sua bocca.
Le feci provare il mio sapore e le spinsi ancora con forza la testa contro il pavimento.

Tornai dietro di lei e le infilai il cazzo nella figa.
Facevo avanti e indietro se la sentivo godere forte.
Continuai a picchiare il culo con tutta la forza che avevo in corpo.
Poco dopo mi leccai tre dita e le avvicinai al buchino.
Di botto la apri il culo , più di quanto non fosse.

Urló forte, mi diede dello stronzo e mi implorò di smettere, o almeno di fare piano.

Ma non capivo niente, volevo solo godere.

Continuai in quella posizione, cercando di sincronizzare le spinte del mio bacino con le tre dita nel suo culo, oscenamente aperto.

Quando arrivai al limite mi alzai di botto, e le dissi di girarsi.

Le mie dita erano sporche di sperma e di sangue, uscito dal suo culo. 
Si inginocchiò davanti a me con le mani ancora legate.
Cominciai a strofinarmi le dita sul suo viso, lasciandole strisce di sangue sul volto.
Con l altra mano mi masturbai fino a venirle sopra.

Alla fine, il risultato era un dolce viso sporco di sperma di due persone misto a sangue rosso fuoco.

Mi vestì velocemente e andai via, soddisfatto.

La prossima volta vi racconto di quando le pisciai in bocca.

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