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Tu mi vedi, io ti vedo

By 14 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi affaccio alla finestra.
Sta entrando ora nel portone principale con il suo serio cappotto grigio, gli stivali a metà polpaccio e la borsa capiente su una spalla.
Sono diversi giorni che aspetto, senza mai riuscire a incrociarla.
Slaccio i bottoni dei polsini della camicia e arrotolo le maniche sugli avambracci.
Cammino nervosamente avanti e indietro dalla finestra, la mia luce &egrave spenta e so che nel buio non dovrebbe vedermi.
Finalmente la luce della sua stanza si accende.
Un paio di jeans blu e un maglioncino con lo scollo a v di colore chiaro, i capelli legati a coda, semplice come sempre. La vedo guardare senza esitazione alla mia finestra, ferma al centro della stanza, in attesa.
Accendo a mia volta la luce.
Ora siamo consapevoli l’uno dell’altra, ci guardiamo in faccia anche se a distanza, divisi da un vetro.
Indosso il pantalone elegante del completo, la camicia e l’orologio. I piedi nudi toccano il calore del parquet del mio appartamento.
Mi avvicino alla cornice della finestra e lei fa lo stesso.
Per un lunghissimo momento siamo immobili a esplorarci, a ricordare il contatto anche troppo intimo e proibito dell’autobus di qualche giorno prima.
Sento il sangue affluire prepotente verso il mio pene, che comincia a gonfiarsi.
Ricordo ancora la sensazione delle sue natiche sode contro di me, l’impercettibile contrazione dei muscoli e la sua mano che mi afferra saldamente, senza più imbarazzo. In quell’autobus ogni senso era concentrato su quelle brevi, peccaminose sensazioni, e ora la vorrei qui, per farle assaggiare un po’ della sua moneta.
La vedo passarsi la lingua sulle labbra, le sue mani scendono ai jeans e con lentezza studiata cominciano a slacciarli.
Trattengo il fiato, si sta spogliando per me.
I pantaloni scivolano lungo le gambe e lei ne esce senza smettere di guardarmi.
Indossa un paio di slip neri, molto semplici. Le mani risalgono sul maglioncino e lo sollevano scoprendo lentamente la pancia rotonda, i seni pieni nascosti da un reggiseno nero, per poi superare la testa e cadere a terra.
E’ in biancheria intima, la pelle bianca spicca contro gli indumenti neri.
Togliti anche il resto’vorrei poterglielo dire, ma siamo divisi da una strada e da due improvvide finestre.
MI sorride maliziosa, con la mano mi fa cenno di spogliarmi a mia volta.
Il gioco comincia a piacermi, l’erezione &egrave ormai incontenibile.
Con calma comincio a slacciarmi la camicia, cade sulla poltrona alle mie spalle. Sono a torso nudo e lei mi guarda immobile, noto solo un lieve rossore sulle guance che la rende deliziosa e molto appetibile.
La mano scende e slaccia la cintura, per poi passare ai bottoni dei pantaloni che cadono morbidamente attorno alle caviglie, li scanso con un calcio.
Sono in boxer neri aderenti, vedo la cappella spuntare dall’elastico.
Mi fa un cenno di apprezzamento che mi strappa un sorriso.
Le sue mani salgono attraverso la pancia e afferrano i seni, la mia mano va in automatico ad afferrare il pacco. I suoi palmi contengono a fatica l’irruente abbondanza delle sue forme. Con la sinistra fa scivolare le bretelline del reggiseno dalle spalle verso il braccio, poi tenendolo fermo con la destra, si slaccia i gancetti dietro e lo tiene adeso al petto.
Le faccio un cenno di toglierselo. Un gesto piuttosto netto, autoritario. Lei sorride ammiccante e lo fa cadere a terra, liberando due splendide rotondità bianche dai capezzoli già turgidi.
Mi afferro ancora più forte l’asta’quanto vorrei sprofondarci su quelle tette magnifiche e succhiare quei capezzoli.
La vedo mentre afferra i seni da sotto spingendoli verso l’altro e giocandoci senza fretta, i palmi strusciano la consistenza dura dei capezzoli, poi dolcemente comincia a stringerli tra i polpastrelli tirandoli verso l’esterno e facendoli diventare ancora più grossi e succulenti. Si porta un dito alla bocca, lo inumidisce di saliva e lo passa attorno all’areola e sulle punte rosee.
Abbasso i boxer e libero la mia potente erezione. Svetta verso l’alto in tutto il suo turgore, la punta si &egrave già inumidita e le vene pulsano in rilievo.
Lei scende verso i suoi slip, afferra l’elastico dai lati e lo allarga, spinge il tessuto verso il basso mostrando lentamente ciò che c’&egrave sotto. Il pube bianco e depilato emerge dalla mutandina. Comincio un lento movimento sull’asta, senza fretta, mentre il respiro aumenta.
La mutandina scende a terra e lei la spinge lontano con un piede. E’ completamente nuda, incorniciata dalla finestra. Chiunque nel mio condominio potrebbe vederla e chiunque del suo potrebbe vedermi, ma non ce ne preoccupiamo. I miei occhi sono piantati sulle sue curve morbide e sinuose, su cui seni splendidi e sodi e su quell’inguine perfetto e carnoso che compare nella v delle cosce.
Mi fa capire se si siederà sul bordo del letto ed io mi accomodo sulla mia poltrona, già sistemata vicina alla finestra e nella sua direzione.
Apre le gambe a mio beneficio e mi fa vedere tutto il suo sesso roseo, dove vorrei affondare la faccia e bere il suo succo. Con una mano si afferra il seno e comincia a titillare il capezzolo durissimo, l’altra mano scende all’inguine e comincia ad allargare le grandi labbra, mettendo in bella mostra le piccole e l’ingresso già umido.
Le dita accarezzano lentamente tutta la superficie, entrano nelle varie pieghe e percorrono la fessura infilandosi brevemente dentro. Senza accorgermene la mia mano va più veloce, rapita dallo spettacolo.
Si porta due dita alla bocca e le bagna per bene, mimando l’atto di scoparsele. La ragazza &egrave arrapante da morire, faccio fatica a contenere l’eccitazione, ma non voglio venire troppo presto prima di essermi goduto tutto lo spettacolo. Rallento a fatica la masturbazione.
Lei mi sorride, una mano ora apre per bene il suo fiore e l’altra comincia a muoversi sul clitoride scoperto, la vedo reclinare indietro la testa e muovere i fianchi sul materasso per accompagnare il movimento della mano destra. Scende anche con la sinistra e inserisce prima un dito e comincia a penetrarsi lentamente.
Solleva la testa e mi guarda.
La mano torna a muoversi vigorosamente, mentre la guardo masturbarsi per me di fronte alla finestra, con la luce accesa. L’improvvisa consapevolezza del nostro reciproco voyeurismo mi eccita ancora di più.
Mi guarda, guarda la mia mano che scorre velocemente sul mio pene durissimo, si morde il labbro. Schiude le labbra e forma una o perfetta molto invitante. Ha una bellissima bocca, con labbra carnose e seducenti. Immagino di penetrarla con il mio sesso nella bocca, di scoparmela così. Immagino quella bella testa seriosa che si muove all’unisono con i miei colpi, ingoiandolo tutto fino alle palle, per poi succhiarlo e leccarlo.
La vedo inserirsi dentro un altro dito e riprendere con maggiore forza a penetrarsi, mentre l’altra mano aumenta la velocità di sfregamento sul clitoride.
Scivola all’indietro sul letto, tira su le gambe sul materasso e spinge il sedere verso l’esterno.
Non posso più vedere il suo viso ma ho una perfetta visuale delle sue dita ingoiate dalla sua vulva e del suo buchetto. Con l’indice pregno dei suoi abbondanti umori, comincia a stuzzicarsi l’ano, prima con piccoli cerchi lenti, per bagnarlo, poi cominciando con molta calma a penetrarsi.
Sento che sto esplodendo dal desiderio di scoparla.
Vorrei essere chino su di lei, tra le sue gambe e divorarla, farle sentire la mia lingua che la porta rapidamente all’orgasmo, le mie dita dentro di lei, prima di entrare brutalmente e farla mia con forza. Immagino i suoi seni che sobbalzano a ogni colpo, mentre urla sempre più forte.
Sono molto vicino all’apice, ma mi trattengo ancora. Intanto l’indice &egrave stato fagocitato dal suo buchino, il movimento si fa sempre più convulso mentre continua a masturbarsi il clitoride.
Vedo che solleva il bacino aumentando il ritmo, tira fuori l’indice e poi tre dita spariscono davanti.
Godi per me, voglio vederti venire.
Un convulso movimento di reni mi fa capire che &egrave arrivata a un potentissimo orgasmo. Ricade sul letto esausta, si solleva sugli avambracci e mi guarda.
Sì, ora vengo per te, guardami.
Mi sorride ed io esplodo in lunghissimi getti di sperma che arrivano fin quasi alla finestra, imbrattandomi il basso ventre, le cosce, il pavimento. Cinque sei getti fortissimi e continuativi, che mi svuotano. Fatico a trattenere un urlo liberatorio, mentre chiudo brevemente gli occhi per godermi questa sensazione di benessere e appagamento.
La mano &egrave piena di sperma.
E’ tutto tuo, mi ci hai portato tu.
Il cuore ha avuto un’accelerazione improvvisa. Mi sembra impossibile aver fatto qualcosa del genere, con una persona di cui non conosco nemmeno il nome.
La guardo mentre si alza dal letto, si avvicina alla finestra e si porta le dita con cui si &egrave scopata alla bocca per succhiarle.
Mi fai impazzire.
Poi spegne la luce e sparisce, nell’oscurità della sua camera.
Mi rendo conto di quanto devo apparire ridicolo in questo momento, nudo e sporco, così mi alzo, spengo la luce e mi avvio verso il bagno.
E’ ora che ci presentiamo di persona.

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