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Racconti Erotici Etero

Tutti gli uomini ( o quasi ) di Anna

By 9 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Antonio

Lavoravo in quella fabbrica da qualche mese quando mi cambiarono di reparto.
Era un industria tessile, e dal controllo finito passai alla tintoria.
Non si stava male, ma ero l’unica ragazza in mezzo a tanti uomini. Ma mentre loro facevano i turni, io lavoravo in giornata.
Uno dei due capi turno era un arrogante insopportabile, Antonio appunto.
Non lo sopportava nessuno, io per prima.
Io avevo solo ventitré anni , lui ne aveva circa venti più di me. Non era un brutto uomo, anzi, moro occhi scuri, fisico asciutto, ma il suo pessimo carattere oscurava tutto il resto.
Poi una sera d’estate, poco prima che uscissi dal lavoro, entrò nel piccolo ufficio in qui lavoravo, imprecando parole insensate su una macchinario che si era rotto o roba del genere.
Non gli prestai attenzione. Notai che era sudato fradicio. Si tolse la maglietta per cambiarsela. Mi ritrovai a fissarlo a bocca aperta. Mi si smosse qualcosa dentro e da quella sera iniziai a pensare a lui in modo diverso.
Mi ritrovavo spesso a fissarlo al di là della finestra di fronte al mio posto di lavoro, fantasticando su di lui.
Più di una volta mi sorprese a farlo, ma non disse mai nulla.
Un giorno stavo svolgendo un lavoro che mi assorbiva completamente, e non mi accorsi che lui mi si avvicinò.
‘Puoi smettere di farlo?’ mi chiese.
Sobbalzai e lo fulminai con lo sguardo, per poi arrossire come una ragazzina.
‘Cosa? Sto lavorando..’
‘Intendo quella cosa che fai con la lingua..’
Non capivo che cavolo stava dicendo. Poi capii che si riferiva al fatto che quando mi concentravo su un lavoro mi passavo spesso la lingua sulle labbra.
Non riusci a rispondergli , che già era uscito.
Stronzo! Furiosa mi diressi alla macchinetta del caff&egrave dove incontrai una mia collega, e le raccontai quello che era appena accaduto.
Lei alzò le spalle e per tutta risposta mi disse secca:
‘Anna..glielo avrai fatto venire duro!’ e poi scoppiò a ridere.

Quella frase mi restò in testa per tutto il resto del giorno.
E se fosse stato così veramente?
Potevo davvero sedurlo con così poco? E se avessi osato di più?
Non ero una sciocca verginella. Mi piacevano gli uomini e mi piaceva il sesso, quindi perch&egrave no?
Il giorno dopo mi presentai al lavoro con una maglietta scollata che lasciava spazio a poca immaginazione.
Lui era di mattina quella settimana e quando mi vide, dapprima distolse lo sguardo, poi lo riportò subito sulle mie tette.
Dentro di me sorrisi compiaciuta.
Più tardi venne in ufficio e non proferì parola per molto tempo. Poi mi chiese una cosa di lavoro e io mi avvicinai alla sua scrivania, chinandomi in avanti, in modo da offrirgli una visuale mirata.
Notai il suo imbarazzo e immaginai la sua bocca che mi succhiava i capezzoli.
Per tutta la settimana giocai così con lui.
La settimana dopo, toccava il turno di pomeriggio. Venne a chiedermi di restare un ora in più la sera che aveva bisogno di me in magazzino. Un grande magazzino, poco illuminato.
Venne a chiamarmi verso le cinque e lo seguii tra gli scaffali. Non sapevo che cosa stessimo cercando, poi si infilò in un corridoio stretto.
Iniziò a cercare qualcosa sui ripiani e mi invitò a fare lo stesso sullo scaffale di fianco al suo.
Non sono molto alta e per arrivare sul ripiano più alto dovetti appoggiarmi in punta di piedi.
Lui si spostò dietro di me, premendo leggermente il suo corpo sul mio.
Mi si bloccò il respiro, ma non aspettavo altro.
Senza dire niente, lui continuò per la sua strada.
La presi come una sfida.
Di ritorno dal magazzino feci in modo di stargli davanti, feci cadere una scatolina a terra e mi chinai a prenderla, mettendo bene in mostra il mio culo. Sentii i suoi passi fermarsi dietro di me, ma ancora non disse o non fece niente.
La scena si ripresentò il giorno dopo.
Questa volta seccata gli chiesi cosa dovevamo prendere.
‘Te lo dico quando siamo lì’ fu la sua risposta secca.
Ancora una volta mi fece cercare del materiale su un ripiano posto in alto. E io sempre in punta di piedi appoggiata alla scaffale che mi allungavo.
Anche questa volta lui mi passò dietro, facendo premere il suo corpo sul mio, ma stavolta si fermò.
Nessuno dei due disse nulla. Sentivo solo il suo fiato caldo sul collo.
Incarnai leggermente il bacino, e lui premette ancora di più il suo corpo al mio. Non potevo muovermi. Non volevo farlo. Gemetti quando finalmente si decise a portare le mani al mio seno. Me li strinse forte con quelle mani grandi e callose. Mi fece voltare e mi fissò per un istante negli occhi. Non abbassai lo sguardo e lui mi cacciò la lingua in bocca. Fu un bacio intenso e passionale che mi accese dentro. La vagina mi pulsava e mi faceva male per l’eccitazione. Ma non volevo che si fermasse.
Le sue mani si mossero verso il basso, dentro ai miei pantaloncini di jersey. Sfiorò il cotone degli slip e senza tanti complimenti lo spostò per arrivare a quello che gli interessava veramente. Mi chiesi cosa stava pensando, quando toccò la mia patatina liscia e depilata, ma completamente bagnata fradicia.
Si fece strada tra le grandi labbra e mi sfiorò il clitoride. Gemettì vogliosa e lui si fermò. Estrasse la mano dalle mie mutande e si annusò le dita. Mi guardò pieno di brama.
‘Stasera &egrave meglio che ti fermi fino alle dieci…abbiamo un sacco di lavoro.’
Poi se ne andò lasciandomi lì, con le gambe che tremavano.
Gli altri operai se ne andarono alle nove. Anche il direttore dello stabile se ne era già andato. Eravamo soli. Non osavo alzare gli occhi e incrociare i suoi.
Sentivo il suo sguardo su di me. E mi bruciava.
Lo sentì avvicinarsi, e mettersi dietro la mia sedia.
Poi, con un gesto fulmineo, fece ruotare la sedia verso di sé e mi fece alzare.
Prese a baciarmi con foga, toccando, accarezzando ogni parte del mio corpo a sua disposizione.
Ardevo, bruciavo e non vedevo l’ora che mi prendesse.
Non dovetti aspettare molto.
Mi fece voltare, e mi ritrovi a poggiarmi con le mani sul tavolo. Mi abbassò i pantaloncini e slip insieme. Mi accarezzò il culo e poi si inchinò per baciarlo e leccarlo. Godevo da morire, e lui bevve il succo della mia patata, che colava copioso. Un attimo di pausa, il tempo di calarsi i pantaloni, ed era dentro di me, con un colpo secco.
Gemetti forte, e lui iniziò a darmi colpi sempre più forti e intensi. Mi stava letteralmente montando. Il suo cazzo mi riempiva tutta, da tempo non godevo così.
Continuò a scoparmi così per lungo tempo, poi prima di venire uscì da me e sentì il seme caldo colarmi sul fondoschiena.
Ero esausta e non riuscivo a muovermi. Lui prese uno straccio o qualcosa di simile e mi pulì.
‘Sono le dieci…vieni ti accompagno a casa’ mi disse senza tanti complimenti.
Ovviamente non mi serviva un passaggio, ero vicina e al lavoro ci andavo in bici, ma non obiettai.
Sapevo che ci sarebbe stato un seguito.
Infatti, una volta in auto, mentre lui usciva dal parcheggio, mi abbassai e gli estrassi l’uccello dalla patta dei pantaloni e mi diedi da fare con la bocca. Lui mi accarezzava la testa e gemeva. Sapevo di saperci fare con la bocca e diedi il meglio di me.
Lui si fermò in un posto un po’ appartato e mi lasciò finire.
Anzì. Io aspettai che lui venisse e accolsi tutto il suo liquido nella mia bocca. Ma non lo ingoiai, mi limitai a sputarlo fuori dalla macchina.
Lui si era lasciato andare sul sedile, con gli occhi chiusi.
Poi si voltò e mi fissò.
‘Sei fantastica…ma perch&egrave io?’
Restai sorpresa da quella domanda. Ma gli risposi sinceramente.
‘Mi attrai, non so che altro dirti. C’&egrave qualcosa in te che mi prende da matti..’
Lui rise sonoramente.
‘Oddio, sei pazza!’
Risi pure io.
‘Può essere…’
Ci fu un momento di silenzio.
‘Vuoi venire da me?’ mi chiese serio.
‘Si….in tutti i sensi..’ gli risposi e poi scoppiamo a ridere per la mia velata allusione.

Viveva solo, era separato da qualche anno.
Come arrivammo da lui, ci fiondammo a letto.
Famelica iniziai a spogliarlo, a baciarlo, a leccarlo.
Lui mi fermò.
‘Hei con calma…abbiamo tutta la notte..’
Odio i preliminari. Io sono una da tutto subito.
Ma quello che mi fece quell’uomo quella notte fu la sensazione più profonda che avevo mai provato. Mi spogliò lentamente baciando e leccando la mia pelle nuda. Si saziò con i miei seni,leccandoli e mordendo i capezzoli duri sotto il suo tocco. Poi si sistemò tra le mie coscie e baciò e mordicchiò il mio sesso. Mi penetrò con la lingua e io credetti di morire.
Da lì , si inginocchiò e attirandomi a lui, entrò in me. Dapprima lentamente, roteando il bacino, come volesse entrare il più possibile, poi iniziò a muoversi sempre più forte, ritmicamente. Io godevo e mi contorcevo stesa sul letto. Lui mi tirò su e quel cambio di posizione mi fece urlare di piacere. Ora dettavo io il ritmo, e il mio ritmo era quello di una ragazza desiderosa e sensuale. Lui gemeva e mi mordeva i seni, aumentando ancora di più il mio piacere. Venni, sentendomi squarciare dentro. Lui mi strinse a se, e mi obbligò a continuare, a venire ancora.
‘Vengo…’ mi disse lui, avvisandomi di togliermi. Ma non ci pensavo nemmeno.
‘Prendo la pillola…’
A quelle parole lui si lasciò andare e mi riempi di lui. Mi sentii inondare del liquido caldo e mi sentivo in paradiso.
‘Resta dentro di me..resta dentro di me..’ e mi accorsi che suonava come un supplica.

Per mesi andammo avanti così. Tutte le notti erano nostre. Tutte le notti facevamo ogni volta il miglior sesso che io avessi mai fatto.
Poi mi resi conto che lui si stava innamorando di me, e sebbene non ci sarebbe stato niente di male, io mi feci prendere dal panico e mi tirai indietro. Continuare a vederci ci avrebbe devastato, così mi licenziai.

‘Perch&egrave?’
‘Antonio…mi dispiace..non posso…ti farei solo del male..’
‘E’ sempre stato solo sesso per te?’
‘No, non sempre…ma..’
‘Sei una stronza maledetta lo sai?’
‘Si….hai ragione…’
‘Questo non cambia il fatto che ti amo..’
‘Non dirlo!’
‘L’ho già detto..’
‘Io…non posso…non funzionerebbe…non avrebbe senso..’
‘Puoi anche smetterla di cercare di trovare una scusa che mi soddisfi. Fai quello che credi. Per me puoi andare a fotterti il mondo!’
Poi uscì sbattendo la porta.
Non lo vidi più.
Erano passati un paio di mesi dalla fine della storia, se cosi si pu’ definire, con Antonio.
Ero stanca e tutto mi andava stretto. Noia era l’ unica parola che mi rieccheggiava in testa.
Alla fine decisi di usare una parte del tfr che avevo messo da parte per un viaggio da sola, lontano da tutto e da tutti.
Cuba. Dove sognavo di andare da sempre.
Cayo Largo. Un oasi di pace.
Il villaggio era tranquillo, un posto per coppiette.
Il panorama era da mozzare il fiato.La sabbia fine e bianca brillava da far male agli occhi…il mare verde e caldo..un cielo di un azzurro che i miei occhi non avevano mai visto. Un paradiso vero e proprio.
Sarebbero state le due settimane pi’ belle della mia vita.
Tra le varie attività proposte in villaggio c’ era il diving. Facili immersioni per principianti.
Mi diressi al diving center per prenotare la lezione e appena dentro restai colpita da ci’ che vidi: un ragazzone mulato, muscoloso e anche carino, sedeva dietro il bancone e stava armeggiando con delle bombole. Appena mi vide mi sorrise.
“Hola chica!”
“Emm..salve…dovrei prenotare un immersione..”
“Oh..italiana…per quante persone?”
“Solo io…sono sola..”
“una ragazza mas bella como te in vacanza sola? Non va bene!”
E mi regalo un sorrise che mi scaldo il cuore e non solo. José, questo il suo nome.
Mi spiegò i dettagli ma non afferrai mezza parola. La mia mente già vagava su cosa avrei voluto fargli. Continuavo a chiedermi come ce lo avesse.
Il giorno dopo , durante l’ immersione , non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Mi rammaricai del fatto che ci fosse altra gente con noi.
Lui not’ il mio interesse e al ritorno mi chiese se il giorno seguente volessi provare un giro in catamarano. Non mi feci sfuggire l’ occasione e accettai.
Mi aspettava l’ indomani nel pomeriggio, poco dopo pranzo. Mi spalmai la crema solare su tutto il corpo prima di uscire. Osservando la mia immagine riflessa nello specchio della camera notai che avevo messo su un paio di chili…i fianchi erano più rotondi e a occhio anche le tette. Poco male. Non ero mai stata una shiluette e non mi interessava. La mia pelle era arrossata e mi dava un tono buffo. Speravo che si.trasformasse in un caldo color miele..i miei occhi chiari avrebbero risaltato di più. Mi legai i lunghi capelli castani in una treccia e mi.diressi alla spiaggia.
José mi.aspettava seduto sul bordo del catamarano. Era bello con un dio. E quell’ aria da impunito mi faceva bollire il sangue.
Mi aiuto.a salire e mi fece indossare il giubotto salvagente. Partimmo e dopo poco prese velocità. Lo fece alzare da un solo lato e urlai di terrore. Mentre lui rideva divertito io lo guardavo terrorizzata.
” Scemo! Vuoi che mi venga un infarto??”
E lui rideva, si divertiva con me.
Pensai che adesso toccava a me divertirmi con lui.
“Si può prendere il sole qui?”
Mi disse di spostarmi al centro e dimunui la velocità.
Mi posizionai fronte a lui, poi mi distesi in modo che dalla sua parte ci fossero le mie gambe.
Vedevo che mi guardava. Che mi desiderava.
” Posso levarmi il giubbino?”
“Si tanto vado piano..”
Me lo tolsi e mi postai il bikini, strizzando i seni in modo provocatorio.
Lo guardai con la coda dell’occhio, avevo tutta la sua attenzione. Tornai a distendermi, piegai le gambe e le divaricai leggermente. Volevo offrirgli un altra visuale.
Non vedevo cosa accadeva. Ero sicura però che mi stesse guardando. Mi sentivo il suo sguardo bruciante addosso.
Fui una piacevole sorpresa sentirmi sfiorare il sesso.
Divaricai di pi’ le gambe facendogli capire che poteva continuare. Sfrego più intensamente e capì che si trattava del suo piede. Aprì gli occhi e sbirciai…era proprio il suo piede sinistro che massaggiava il mio sesso.
Mi lasciai sfuggire un gemito e lui si fermò. Poi sempre con il piede scostò il costume e con le dita andò a cercare il mio clitoride.
Ero già fradicia e credetti di impazzire quando entrò in me con il ditone del piede. Mi stava scopando.così e io mi dimenavo vogliosa toccandomi i seni e leccandomi le labbra.
Raggiunsi l’orgasmo quasi subito ma lui non si fermò. Continuò a infradiciarsi il piede con i miei umori fino a farmi venire ancora.
“Dobbiamo tornare” mi disse e a me venne voglia di piangere. Ne volevo ancora e ancora.
“Possiamo vederci stasera?”
Gli chiesi fissandolo.
“Vieni alla discoteca stanotte…sono li”

A mezzanotte non era ancora arrivato. Iniziavo a disperare quando lo vidi arrivare.
Venne subito verso di me.
“Vieni baillamo”
Mi strinse a lui e mi lasciai guidare in una sensuale bachata. Potevo.sentire chiaramente il suo uccello sotto i leggeri pantaloni di lino. Lo desideravo.Quanto lo desideravo. Finito il ballo lo guardai dritto negli occhi scuri. Volevo la sua bocca …volevo tutto di lui.
“Vieni.con me”
Mi trascinò via, fuori dal locale, in un posto un pò isolato.
Senza dire altro mi prese e finalmente mi baciò. La sua bocca era grande e calda e il suo sapore buono…sapeva di mare.
“Non potevo farlo prima…bisogna stare attenti”
Non capivo a cosa si riferisse, così mi spiegò che non era visto di buon occhio che i cubani frequentassero turisti, per la storia di lasciare il paese o qualcosa del genere.
“Non ti voglio creare problemi, scusa, é solo che..”
“Sshhh…non dire niente” e tornò a baciarmi avidamente.
Poi il suo corpo mi.spinse contro il muro alle mie spalle.
Le sue mani strinsero i miei seni mentre premeva il sesso contro.il mio pube eccitato.
Sollevai instintivamente una gamba a fasciargli i fianchi e lui spinse di più.
Mi sollevò la gonna leggera e spostò gli slip per avere libero accesso con le dita. Mi penetrò facilmente.
“Que rico…” mi sussurrò all’ orecchio.
“Prendimi …prendimi..”
Lui mi.volto, io mi appoggiai con le mani al muro e tirando indietro il bacino.
Mi abbassò gli slip e mi posò una mano sul collo. Entrò in me con quel cazzo che era davvero enorme e gridai di dolore. Lui non si fermò e andò pi’ a fondo. Si fermò un istante e sent’ tutta la sua grandezza premermi dentro.
Iniziò a muoversi come un ballo e io sentivo colare i miei umori tra le coscie e mi eccittava ancor di più…iniziai a toccarmi e stimolarmi il clitoride.
Lui spinse più veloce …sentì la mano.che mi teneva sul fianco.scendere sul mio culo..in cerca del mio buchetto. Lo trovò e mi penetrò anche lì.
Le gambe mi tremavano..godevo come una cagna vogliosa.
José mi riempì del suo sperma…di lava calda…
Ancora ansimavo.che lui mi voltò e si inginocchiò a leccare la mia figa…i nostri umori mischiati…e mi fece venire ancora…tremando in preda al.violento orgasmo.

Mentre mi rivestivo mi chiese se.volevo, la notte successiva, andare in una casa particular, ovvero una stanza in affito in una casa privata, per passare la notte insieme.
” Tutte le notti se vuoi…” risposi. E lui sorrise.

Rientrai nella camera in hotel con la testa ancora a quella stupenda…serata con José. Al solo pensiero mi sentivo ancora il pube in fiamme. Avevo bisogno di una doccia gelata!
Mi infilai sotto la doccia e mentre l’ acqua mi scorreva addosso, la mia mente mi ripropose nuovamente le immagini della notte appena trascorsa. Immediatamente sent’ l’ eccitazione crescere…la vagina mi pulsava. Le mie mani scivolarono verso il basso e iniziai a stuzzicarmi il clitoride. Dapprima lentamente e poi aumentando il ritmo. Mi infilai un dito dentro..poi due ma non mi bastava. Alzando gli occhi vidi lo spruzzino della doccia e subito lo staccai dal suo attacco. Era uno di quelli a cui puoi regolare l’ intensità. Lo regolai e indirizai il getto direttamente sul clitoride. Il getto era forte e mi stimolava da matti. Iniziai a godere e aumentai l’ intensità. Mi piegai sulle ginocchia mettendomi a cavalcioni sopra lo spruzzino. La mia figa era completamente aperta e stimolata dal massaggio dell’ acqua. Quanto avrei voluto avere il mio vibratore li con me! Iniziai a gemere e mi masturbai con le dita..ad un certo punto mi accorsi di avere tutte le dita della mano dentro. Le muovevo e godevo da matti. Le estrassi e vidi la patina biancastra dei miei umori che le ricopriva. Non seppi resistere e le leccai avidamente. Niente da dire..ho un buon sapere…leggermente salato …mmm proprio buono.
Quando fui soddisfatta chiusi l’ acqua e mi infilai a letto cosi come ero. Sorrisi ancora una volta tra me e me quando realizzai che l’ indomani avrei avuto il bis.
” cazzo…sono proprio una porca.. In calore per di più!”

La sera dopo Jos&egrave mi porto nella casa che ci avrebbe ospitato quella notte.
Mi invitò a fare la doccia con lui e ci spogliammo senza tanti complimenti.
Mi insaponò soffermandosi sui seni e poi mise una mano tra le coscie. Mi lavò il sesso per bene…anche il buchino…entrambi i buchini…
Poi toccò a me insaponarlo…ma quando mi ingonocchiai per insaponarlo il suo enorme uccello mi indusse in tentazione e….lo presi in bocca senza troppi complimenti. Lui non ne fu sorpreso e si appoggiò al muro.
Mi riempiva la bocca e non riusc’ a farcelo stare tutto. Ma feci del mio meglio e lui apprezz’. Mi prese la testa e inizi’ a dettarmi il ritmo. Il cazzo nero usciva e d entrava nella mia bocca velocemente. Poi si fermò, se lo prese il mano e me lo picchiettò sulle labbra.
Senza dire altro mi sollevò in braccio e mi portò sul letto.
Mi poggiò senza neanche troppa grazia, si sistemò le mie gambe sulle spalle e.mi penetrò con foga ma senza difficolt’ tanto ero bagnata.
Mi sbatteva con forza e il suono prodotto dalle sue palle che sbattevano sulle mie natiche mi faceva impazzire.
” O si…scopami forte….dai…”
“Te lo pongo duro…” e aument’ il ritmo.
Ormai la fica era in fiamme ma godevo troppo. Venni squirtando e urlando…e questo lo eccittò di più.
Si fermò solo per cambiare posizione. Mi mise a pecorina e cominciò a sfondarmi ancora mentre con le dita iniziò a stimolarmi il buco del sedere.
“Qui…queiro ponertelo qui…”
Oddio, pensai, me lo spacca se me lo mette nel culo!
“no..ti prego no…mi farai un male cane…”
“soave…”
“no…”
Mi penetrò comunque con un dito…lo spinse fino in fondo …poi con due allargandolo bene.
Tremavo davvero…era davvero troppo grosso.
“Jos&egrave no!”
Lui tacque e continuò a penetrarmi solo.con le dita e a sfogarsi sulla mia fica.
Venne copiosamente mugugnando. Poi si lasciò andare di lato.
Poi mi guardò.
” Prima che tu torni in Italia …il tuo culo sarà mio!” Jos&egrave mi portò a fare una breve gita in una spiaggetta isolata, adiacente ad una pineta impervia e selvaggia. La raggiungemmo in pedalò. Non c’era anima viva in giro.
I miei occhi non avevano mai visto niente di bello.
Pensai che sarebbe stato meraviglioso bagnarsi in quell’acqua calma e cristallina completamente nuda.
Mi assicurai che non ci fosse nessuno e poi mi spogliai e mi tuffai in acqua.
Jos&egrave non mi seguì, preferì restare a guardarmi dalla spiaggia.
Era una sensazione fantastica sentirsi lambire il corpo da quell’acqua fresca.
Tornai a riva e mi distesi supina sul bagnasciuga. Divaricai leggermente le cosce e apprezzai il sollettico prodotto dalle leggere onde alle mie parte intime.
Lanciai un occhiata a Jos&egrave, lui si stava già dirigendo verso di me, come se mi avesse letto nel pensiero.
Quel paradiso era il posto ideale per fare l’amore. L’amore…non solo sesso..
Jos&egrave iniziò a baciarmi dolcemente mentre le sue mani grandi accarezzavano il mio collo, le spalle, le braccia, per poi scendere sui seni e sui fianchi.
Ogni suo tocco mi bruciava la pelle e il desiderio montava dentro di me.
Lui si tolse il costume e vidi la sua erezione prominente.
Ci rituffammo in mare, lui mi prese per la vita e mi attirò a sé.
Circondai i suoi fianchi con le mie gambe e mi issai su di lui, facendolo entrare in me. Avvertì un leggero bruciore dato dall’acqua salata, ma lo dimenticai ben presto.
Jos&egrave si mosse con il ritmo delle onde e mi regalò un piacere diverso, più lento ma più intenso e duraturo.
Restammo così un bel po’, fino a quando il desiderio fu troppo intenso e le sue spinte si fecero più decise.
‘E’ bellissimo..ahhh..’
‘oh chichi…’
Per un momento pensai che avrei potuto vivere così tutta la mia vita.
Uscimmo dall’acqua e andammo a sdraiarci sull’asciugamano.
Ma lui non aveva ancora finito con me.
Sapevo cosa voleva e sapevo che lo avrebbe ottenuto.
Mi fece voltare su un fianco in modo che gli dessi le spalle, e scendendo lungo la mia schiena iniziò a accarezzarmi il sedere, per arrivare a stimolarmi il buchino immacolato.
Godevo completamente fradicia dei miei umori, che lui usò per lubrificarmi dietro.
Poi mi fece mettere in ginocchio, a pecorina e si posizionò dietro di me.
‘Cosa devo fare?’ gli chiesi acconsentendo a farlo entrare in me, anche se avevo una paura bestiale.
Mi disse di rilassarmi e di spingere in fuori, come se stessi in bagno.
Feci come mi disse e lui iniziò ad allargarmi con le dita, prima una poi due…poi appoggiò la punta del suo uccello e spinse leggermente.
Mi irrigidì e cercai di rilassarmi spingendo come mi aveva detto.
Lui spinse ancora ed entro con la punta nel mio culo.
Gridai sommessamente, ma lui non uscì. Si fermò un attimo e poi spinse ancora. Lo sentivo come un trave dentro. Appena il dolore passò iniziai a rilassarmi e a godermi la situazione.
Lui si muoveva lentamente per non farmi male e con le mani mi stimolava il clitoride per farmi bagnare ancora di più.
Iniziai a godere, ma un godimento diverso, misto a dolore, ma piacevole, molte piacevole.
‘Prova più veloce…’ gli dissi e lui obbedì.
Credetti di impazzire. Si muoveva fuori e dentro di me e mi montava con foga. Godeva lo sentivo ansimare forte.
Essere così sottomessa mi creava ancora più piacere e raggiunsi l’orgasmo liberando un urlo. Lui mi riempì del suo sperma, lo sentivo colare fuori da me e non riusciva a fermarsi.
Esausto e svuotato uscì da me e stramazzai sulla sabbia.
Ci guardammo e dopo un po’ scoppiamo a ridere.
‘Te lo avevo detto che prima o poi il tuo culo sarebbe stato mio’
‘Piacere mio…’ ed era vero. Ogni volta che ripenso a Cuba ..a José …mi chiedo se ho fatto la scelta giusta. Avrei potuto restare ? Sarei stata felice? Non lo so..non ho mai trovato una risposta.
Molte altre notti meravigliose e intense passai con lui. Non so dire se alla fine mi innamorai un p’ di lui, so solo che quando tornai mi ci volle parecchio tempo per farmi passare la nostalgia di quei momenti.
E per un po non trovavo più soddisfazione con gli uomini.
Nessuno riusciva a darmi ci’ di cui avevo bisogno.
Una sera, per noia, entrai in una chat erotica.
Pubblicai una foto dove lasciavo solo intravedere il solco del decolté, ma tanto bast’.
Sorpresa e un po impaurita da tutti quei contatti, chiusi la chat e per giorni non controllai la mail.
La prima volta che l’ aprii trovai 106 mail di contatto.
Non risposi a nessuno di loro, ma le lessi tutte …foto di attributi comprese.
Nessuno stimolava la mia fantasia.
Dopo qualche settimana, ormai di contatti non ne arrivavano più, ero decisa a cancellare il mio account.
Una mail attirò però la mia attenzione. Era di un ragazzo poco più vecchio di me. Mi parlava di lui, faceva domande sensate e traspirava un forte senso di solitudine.
Gli risposi e gli spiegai di aver commesso un errore a pubblicare quel profilo in quella chat ma se voleva fare quattro chiacchiere ero disponibile.
Inizi’ così una serie di mail tra due persone sole in cerca di qualcosa che nemmeno loro sapevano cose fosse.
Massimiliano. ..l’ illusione più cocente…
Dopo mesi di virtuale …tra confessioni…tenerezze…e anche sesso telefonico. ..decidemmo di incontrarci.
L’ idea che avevo di lui era quella di un uomo dolce e riservato, passionale ma delicato.
Mai mi ero così tanto sbagliata su una persona.
Non ci furono baci ne carezze per me quella notte.
Andammo in una zona industriale isolata.
Appena fu sicuro che non ci fosse nessuno, estrasse l’uccello dai pantaloni,mi prese la testa e con forza se la port’.
Sorpresa da tanto impeto restai un po interdetta sul da farsi. Mi dissi che probabilmente avevo frainteso la situazione. ..non era poi così romantica come me l’ ero immaginata.
Smisi di oppore resistenza e feci quello che dovevo fare. Il cazzo era ancora molliccio e lo sentii diventare duro all’ interno della mia bocca. Una sensazione stupenda, da un senso di potere incredibile.
Lui godeva emettendo suoni gutturali che mi fecero sorridere.
Mi ferm’.
” voglio scoparti troia! ”
Restai nuovamente interdetta…non aveva mai usato un linguaggio simile prima.
Scese dalla macchina, fece il giro e venne ad aprirmi la portiera. Mi fece scendere e con forza mi gir’ di spalle e mi fece stendere sul sedile a novanta.
Mi maledii per aver messo una gonna quella sera.
Mi bloccava con il suo corpo ..mi alz’ la gonna e mi abbass’ calze e slip.
Mi penetr’ con forza e mi fece un gran male. Adesso , a distanza di tempo, non so perché non mi ribellai. ..proprio non lo so..forse era tanto il bisogno di sentirmi in un certo modo amata che ci passai sopra.
Lui mi scopava selvaggiamente. .forte e veloce..affondano colpi su colpi.
” godi vacca…godi troia…”
Non mi era mai successa una cosa così. ..tanto avevo osato ma nessuno si era mai rivolto a me in quel modo.
Improvvisamente mi diede un forte schiaffo sulla natica continuando a sfondarmi.
Se la mia testa non rispondeva il mio corpo si…il piacere mi pervase e iniziai a istigarlo.
“Dai scopami più forte..voglio godere di più. .”
Mannaggia a me!
Ferito nell’orgoglio uscì e andò a sfogarsi sul mio culo.
Senza tanti preamboli mi penetr’. ..un male atroce mi sconquass’ il corpo! Urlai e lui mi tapp’ la bocca.
“Ne vuoi ancora puntata? ? Eh…godi adesso??”
Sì ferm’ prima di venire..mi gir’ e mi riempì la faccia del suo sperma.

Mi riaccompagn’ al parcheggio dove avevo lasciato la macchina. Prima che scendessi dall’ auto mi ferm’.
Mi diede un dolce bacio.
” grazie ..é stato bellissimo. ..la prossima volta sarà meglio”
Lo guardai esterefatta.
“Non ci sarà nessuna altra volta!” E uscii sbattendo la portiera. Con il culo che mi bruciava da morire mi diressi alla macchina.
“Sei una stronza! Mi hai illuso!”
Mi url’ dal finestrino.
Stizzita non mi voltai neanche e me ne andai salutando con un dito medio alzato.
Non serve dire che non lo vidi ne sent’ mai più. Quando Anna conobbe Alessandro , una sera come tante in un locale come tanti, non avrebbe mai immaginato dove lui l’ avrebbe portata. Lui fu abile a farla sentire importante, unica e lei diventò una bambolina nelle sue abili mani.
Dapprima i loro incontri erano classici incontri tra due persone che escono insieme per conoscersi meglio.
Una sera mentre erano in auto a pomiciare come due ragazzini, Alex le sussurrò di volerla.
Anna non se lo fece ripetere due volte. Lo desiderava anche lei &egrave lo accarezza li..dove la sua erezione pulsava.
“No..non qui…”
La port’ in un motel, non uno squallido motel, uno bello , lussuoso, intimo. Immagino che non fosse la prima volta che andava in quel posto, ma non gli importava perché ora era lì con lei.
Appena entrati nella stanza lui la baciò con foga e iniziò a spogliarla velocemente.
Anna sentiva il ventre in fiamme dal desiderio.
Lui la spinse sul letto e lei lo aspettò a gambe divaricate.
“Il mio parco giochi…” disse lui voglioso.
Anna rise divertita mentre lui si inginocchiava tra le sue coscie.
“Sei la mia troia vero?”
Anna lo guardò sorpresa. Non le era mai sembrato il tipo da sesso spingo.
” dimmelo…mi eccita. ..”
Sembrava implorarla.
“Sì. ..sono la tua troia. .”
Alex sorrise.
“E di chi &egrave la tua figa?”
“Tua…”
“e posso farci quello che voglio? ”
Quelle parole erano benzina sul fuoco…Anna sentiva gli umori colarle tra le gambe aperte.
“Sì. ..&egrave tua…prendila..”
Alex le infila velocemente due dita dentro…a fondo..
“Ahhhh. ..”
“Godi piccola…godi..”
Anna innarc’ il bacino per offrirsi ancor di più.
“Sì. ..bambina…così. ..apriti….” un altro dito..poi quattro dita che si muovevano dentro di lei facendola godere da matti ” godi troia…godi…ti spacco. ..”
“Oh Siii. …godo…”
“Girati vacca…”
Anna si stupì di se stessa. .ma quel ragazzo la prendeva cosa tanto.Non era bello ma la sapeva prendere…..e da dietro gli riusciva benissimo.
“Godi vacca…” disse montando ancora con le dita.
“Voglio il tuo cazzo. .” Ma non finì la frase che lui la scullacciò.
“Decido io quando dartelo troia…”
Anna stette al gioco e lo lasciò fare…lui si dedic’ anche al suo culo..aprendolo per bene.
“E se ti sfondassi questo bel culetto. ..godresti eh troia?”
“Sì. ..” un altro schiaffo…
“Faresti qualsiasi cosa per soddisfarmi vero?”
“Sì. ..”
“Brava …mi piace. ..” e la premiò dandole il suo cazzo.
La prese da dietro montandola forte..
“Godi vacca. ..godi per me….”
Non serv’ chiederlo. Anna url’ muovendosi lussuriosa sotto di lui.
“Ahhhhhhhhhhhh. ..Siiiii. …vengo. ..sfondamiii”
Alex grugniva assestandole colpi fortissimi.
“Ahhhhhhhhhhhh. ..Ahhhhhhhhhhhh. ..”
Alex si fermò, la voltò e scarico il suo seme caldo sul seno di lei, che ancora gemeva.
Poi Alex la baciò.
“Sei stupenda….potrei innamorarmi di te davvero…”
Anna si sentì soddisfatta nel corpo e nella mente.

Riuscivano a vedersi solo nei week end…solito motel..
” ho un regalo per te…”
Anna chiuse gli occhi e tese le mani come una bambina. ..un pacchetto nelle sue mani…troppo grande per un bracciale. ..lo aprì curiosa. ..e ne tir’ fuori un rasoio usa e getta e uno dei più grossi vibratori che ebbe mai visto.

Alex sedeva nudo tra le sue gambe divaricate. ..lui le depilò
Sapientemente la vagina. ..non voleva un pelo…Anna lo trovò eccitante. ..lui usò i suoi umori per ammorbidire la pelle. …
” Bella liscia. ..”
Poi prese l’ enorme vibratore e glielo puntò sulle grandi labbra.
“Adesso te la apro bene…tanto sei già bagnata a dovere vacca. .”
Con l’ altra mano aprì bene le pareti della figa e spinse dentro l’ enorme pezzo di silicone.
Anna sent’ un dolore tremendo. ..ma tremenda era anche la voglia di provarlo.
Alex lo spinse dentro finché poté.
“Dio. ..&egrave tutta aperta. ..che spettacolo di troia che sei. ..” e inizi’ a segarsi.
“Ahhhhhhhhhhhh mamma santissima. ..me la stai spaccando Alexxx! ”
“e ho.appena iniziato. ..”
Inizi’ a stanfuffarla..sempre forte sempre veloce. ..
“Alexxx. ..fai pianooo cazzoo”
“No…sei una vacca aperta…sfondata. ..ti ci stanno due cazzi qui dentro…”
“Ahhhhhhhhhhhh. ..cazzoo cazzoooooo”
“Sì. ..godi godi. ..”
E spingeva sempre più forte più forte. ..gli umori colavano bianchi e caldi..
“Cazzoooooo vengooooo”
“Ancora troia. ..godi ancora..”
‘Ahhhhhhhhhhhh Ahhhhhhhhhhhh. .ahhhhhhhhhhhhhcazzoooo”
Url’ Anna contorcendosi.
Alex tolse il cazzone di gomma e leccò quello che colava dalla figa di Anna.
” Mm Mm. ..nettare divino…”
“Ahhhh. .si…bevimi. .bevimi. ..”
Alex aveva la faccia imbratrata del succo di Anna.
” ti amo..ti amo davvero cazzo!” Disse baciandola e penetrandola.
Anna si abbandonò.
” ti amo anche io. ..”

Alex si accese una sigaretta guardandola.
“Faresti una cosa per me?”
“Tutto quello che vuoi…”
Alex sorrise. Anna non sapeva a cosa aveva appena detto di si.

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