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Racconti Erotici Etero

Tutto cominciò mangiando

By 14 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi piace assaporare il cibo,… penso che sia uno dei piaceri della vita. Un piatto ben presentato é classe ed eleganza, una polenta mangiata sulle piste da sci é energia e passione, un piatto di pesc e mangiato in Sicilia é calore…
Un buon pasto ti cambia la vita, ti mette di buon umore e ti fa sorridere, é un toccasana per il corpo e per lo spirito se lo sai apprezzare.
Anni fa mi trovai per caso a mangiare in un ristorante che stava chiudendo, il proprietario andava in pensione. Un cliente uscendo gli disse semplicemente : ‘ Grazie di averci nutrito in tutti questi anni, ci hai fatto stare bene non lo dimenicherò.’
Quella sera ho deciso di fare il cuoco, ma di non usare i fornelli. Ho deciso che avrei donato piacere, l’avrei fatto con il corpo e con la mente.
Queste sono le mie storie. Non vendo un corpo, non sono uno stallone o uno di quelli che si fanno chiamare ‘ bull ‘. Io sono io, mi chiamo ribex e vendo piacere.

Per commenti, critiche o altro il mio indirizzo é ribex@live.com

‘ Ciao, ho letto il tuo annuncio, sei libero per martedì sera? ‘

Così é cominciata la telefonata per il mio primo appuntamento…quando ho sentito suonare il telefonino comprato appositamente per la mia nuova attività un brivido mi é passato veloce lungo la schiena. Eccitazione, nervosismo, passione, curiosità, tutto in un attimo .

Una voce calda che mi ha spiazzato. Mi aspettavo domande su domande, richiesta di misure o di foto e invece niente di tutto questo, solo una richiesta di apuntamento.

‘Certo che sono libero, ma dimmi qualcosa di te’ le ho risposto.

La sicurezza della mia interlocutrice era sparita, era lei stavolta ad essere spiazzata. Non le era mai capitato che un escort, un accompagnatore, un bull o un uomo da scopare le facesse domande su di lei. Io avevo bisogno di sapere qualcosa di più: per dare piacere voglio sapere chi ho di fronte; devo conscere la mia partner per farla impazzire con la mente, con il corpo, con gli odori, il gusto e il suono; per farlo devo immaginare e costruire.

‘Sono Una donna di 55 anni, separata, con una figlia all’università in un’altra città; dopo il matrimonio fallito non voglio un altro uomo accanto, non stabile pr lo meno, ma il desiderio sessuale non mi manca e quindi ricorro a servizi a pagamento per placare la voglia quando si fa più forte. Pratico, veloce, senza coinvolgimento. Soddisfatto? Ho quasi voglia di lasciare perdere, mi sembri troppo complicato’ Era scocciata, confusa dal mio desiderio di conoscerla, di entrare dentro la sua testa. Ma qualcosa la spinse a continuare e decidemmo che il mio prezzo per quell’ora di sesso, sarebbe stato 300 euro.

‘Io non ho una tariffa, io decido in base alle emozioni e a quello che mi susciti.’

‘E secondo te io valgo 300 euro? Certo che sei ben strano…va bene, a casa mia alle 9.30 di martedì sera. Io sono Sabrina.’

Non ho bisogno di soldi, il mio lavoro mi fa guadagnare bene per vivere più che comodamente, mi posso organizzare e godere la vita. Potrei regalare piacere, ma non lo faccio. Quello che si regala spesso non viene apprezzato abbastanza, così come non viene apprezzato quello che vale troppo poco. Ogni cosa puo`essere valutata, ma non tutto é in vendita.

Giacca e polo, mi presentai da lei con una bottiglia di champagne e un vassoio di frutta . Mi aprì una donna come tante, alta 1.70 circa, castana con i capelli sulle spalle, gonna color panna al ginocchio, un maglioncino scuro e un bel sorriso. Mi piacevano il suo trucco non molto marcato e il suo profumo. I suoi capelli profumavano di shampoo, e l’odore dello shampo contrastava in parte la sensualità che aveva cercato di creare. Mi piaceva, ero stato fortunato.

Mai nessuno degli uomini che aveva comprato per sesso le aveva portato qualcosa. Avevo recuperato i punti persi con la telefonata. Prende un vassoio con 2 bicchieri e io apro lo champagne. Chiacchieriamo bevendo, mangiando fragole e melone, ciliegie e pezzi di albicocca. Comodamente seduti sul divano, come se fossi un amico venuto a trovarla. Lo champagne é fantastico, ero andato sul sicuro a avevo preso quello che meglio conoscevo, sapevo che non mi avrebbe deluso.

La bacio sul collo mentre mi sta racontando di sua figlia, di quanto le manchi da quando é all’università. Piccoli baci leggeri, che via via si fanno più audaci, la mia lingua inumidisce il suo collo sentendo sia il suo profumo che il suo sapone. Mi preme la testa sussurrandomi ‘non fermarti’. La bacio piano, con le labbra chiuse . La mia lingua si fa strada nella sua bocca come a forzare la valva di un’ostrica che vuole solo lasciarsi mangiare. Vorace, mi muovevo in lei accarezzando e danzando.
La mia mano dal suo collo inzia a scendere piano, le accarezza un fianco e poi risale sul suo seno. Sento che ansima, le piace il mio tocco, ma entrambi vogliamo di più.

Le tolgo la maglia, mi guarda negli occhi, mentre le bacio il petto mi accarezza i capelli. Si slaccia il reggiseno e la mia bocca incontra un seno che un tempo era sodo e procace,ma che ora sente il peso della gravità.
Mi piace il suo capezzolo, duro e carnoso come un lampone maturo, lo lecco, lo bacio e lo mordo. Sussulta quando sente i miei denti, ma non dice niente. La sdraio sul divano e con una mano salgo lungo le sue gambe…le allarga, vuole essere toccata.

La accarezzo con mano ferma e decisa, sono io che comando, salgo lungo i collant e arrivo sul suo sesso, ha un sussulto e mi dice di aspettare. Mi toglie la camicia e mi guarda seduta, sorridendo. Gioca con i miei capezzoli, con la bocca e mi slaccia la cintura. I boxer non contengono la mia erezione, mi tocca il fallo e lentamente muove la mano su e giù, poi mi sorride di nuovo, e mi dice: ‘Fammi godere’.

Calze e gonna scompaiono in attimo…gli slip bianchi non nascondo il piacere che sta provando in quel momento, un alone scuro mostra il suo godimento appena inziato. Mi avvicino con la bocca e le faccio sentire il mio calore, il peso del mio volto sulle sue mutande. Con il palmo la massaggio e la stringo, sfiorando il suo buchino con le dita. Lo slip resiste non lo tolgo, il mio sesso é pronto per lei, ma prima voglio giocare con quel corpo sconosciuto.

Le accarezzo i piedi, le masaggio le dita, lei mi chiede di non farla aspettare, ma io non la ascolto; salgo lungo le sue sue cosce e le percorro con la mano, una, due tre volte sempre più in alto sfiorando la zona umida dei suoi slip. La guardo negli occhi e mi invita a sdraiarmi su di lei. Io ancora non la ascolto, sposto lo slip e trovo il suo sesso umido, sfilo lo slip e il suo fiore spalancato mi invita a farlo mio…lo accarezzo, prendo il clitoride tra le mie dita umide e lo massaggio quasi dandole fastidio, il clitoride tra le dita e la mia lingua che scende ad esplorarla. Larghi cerchi intorno al suo sesso, lambendo i suoi peli non curati. Mi piace il suo sapore aspro di donna che contrasta con il suo profumo,. Lecco ancora e ancora, ma mi vuole dentro, mi invita a penetrarla, non vuole venire con la bocca. é lei che comanda e stavolta la assecondo. Entro piano, mi muovo lento riempiendola e arrivando in fondo. Mi appoggio sul ginocchio per farle sentire la mia virilità fino in fondo. ‘Più forte, più veloce’ mi chiede ansimando e io le rispondo aumentando il ritmo. Mi prende le natiche e le stringe per setirmi dentro di lei, per dettare il ritmo. Non mi vuole fare uscire mi circonda con la gamba libera per tenermi dentro di sé, il suo sesso é caldo e adoro sentire il rumore del suo piacere quando entro ed esco, sempre più forte e più a fondo…più veloce e più forte, fino a che la sento contrarsi e stringere il mio sesso una, due, tre volte. Mi sorride e mi ringrazia, stanca.
Quasi fosse un dovere farmi venire, quasi che una donna non possa lasciare un uomo insoddisfatto, mi masturba subito con forza, aspettando il mio seme sul suo corpo. Non ci metto molto , e come avesse finalmente fatto il suo dovere, Sabrina si pulisce le mani e il seno sui fazzolettini strategicamente posti di fianco.

Mi é piaciuto ti ricontatterò, mi commiata. Io lentamente mi vesto mentre lei mette a posto la sala, la bacio e esco, mentre lei va a fare una doccia.

Maledizione, no, non é così che deve finire!

Non voglio darle solo questo, uan veloce scopata senza niente di più… Torno su e apro la porta del suo appartamento che forunatamente non aveva chiuso a chiave. Sento lo scroscio dell’acqua, ma non voglio spaventarla. Mi spoglio in salotto e nudo entro in bagno. ‘Sabrina sono io non ti spaventare…’ la avviso. Un urlo di paura le sfugge comunqueseguito da un paio di insulti meritati, ma una volta aperta la porta e visto il mio corpo nudo sorride.

‘So che a volte lavarsi bene la schiena da soli é difficile…posso aiutarti?’ Entro nella doccia e la bacio a lungo, poi mi stacco da lei e inzio lentamente a lavarla. Le mie mani sul suo collo, sulla pancia, per poi scorrere sotto le sue grosse mammelle. Le prendo in mano e inizio a massaggiarle; prendere tra le dita i suoi capezzoli turgidi e stringerli dandole un brivido di dolore e piacere insieme mi eccita a dismisura e il mio membro ritorna di marmo, voglioso di quel corpo che ho di fronte. Scendo con la mano sul suo sesso e lei allarga le gambe invitandomi a toccarla, ma io riprendo a lavarla come se niente fosse. Lavo il suo sesso, lavo il suo buchino cercando di forzarlo con un dito, ma gentilemente mi toglie la mano. Torno davanti, lavandola e massaggiandola.

‘Cosa fai?’ Mi chiede scherzando.’Ti lavo bene, ovunque’ rispondo ridendo. Il pollice stuzzica il clitoride mentre con due dita la scopo a fondo, anzi, é lei a scoparsi conle mie dita. Si avvicina sempre più all’orgasmo. ‘godo, godo, godo…continuava a ripetere…’ Improvvisamente la voltai, le poggio una mano sulla schiena per farla chinare e la penetro con forza. Non riesce a trattenere un gemito soffocato. Riempita, inzio a cavalcarla sentendo i suoi umori uscire dalla sua vagina madida, mentre ansima e gode. Sono al limte, arpionato ai suoi fianchi cerco spinte sempre più forti, quasi a voler entrare in lei sempre di più. La sento contrarre e stringere la mia carne dentro di lei, quasi a voler cercare il mio piacere e spremerlo come una spugna, quasi a non volerlo più fare uscire. Mi piace, godo in lei soffocando un gemito animale, mentre lei accoglie il mio sperma nel pieno del suo orgasmo. Svuotati ci sediamo sul piatto della doccia, mentre l’acqua continua a scorrere.

Vorrei asciugarla ma ridendo mi dice che é più sicuro se lo fa da sé. Torniamo sul divano e finiamo lo champagne, baciandoci e ridendo. ‘Sono stata bene’ mi dice, e stavolta so che é sincera.

Per commenti, critiche o altro il mio indirizzo é ribex@live.com

òPrendimi, fammi tua’ cos’ si intitolava la sua mail. Due righe soltanto, chiare e semplici, senza tanti fronzoli e alcuna presentazione se non il nome e l’et’: òCiao mi chiamo Cristina, ho trentatre anni e vorrei tanto passare del tempo con te. Decidi tu come e dove, penso di non avere problemi per la tariffa.’

L’intestazione della mail mi aveva colpito, òPrendimi, fammi tuaé’ subito mi ha fatto pensare ad uno di quei film anni 80, in cui attrici mediocri iniziavano a mostrare i primi seni’ scatenando il ondate testosteroniche ai vari Banfi, Montesano ecc. Poi ho pensato a me. Volevo avere una donna per me, un corpo, una mente senza bisogno che io dessi niente a lei.

òSe vuoi, sarai MIA e solo MIA sabato 14 aprile, tra un mese. Trovati alla stazione di Bressanone alle 10.00 del mattino. Sarai mia per ventiquattro ore, ti riporter’ allo stesso posto alle 10 di domenica 15 aprile. In quel periodo ti possieder’ ‘FISICAMENTE E MENTALMENTE. Non mi devi niente, ma visto che òti far’ mia’, sar’ io a pagare te. In quanto mia,’ tu mi obbedirai.Non ti far’ nulla di doloroso se non finalizzato al godimento, mentale e fisico. Aspetto conferma.

Sapevo che avrebbe accettato, e avevo gi’ prenotato uno chalet che conoscevo, una sorta di rifugio di lusso dove godere indisturbato. Alta circa 1.60, capello castano chiaro, gonna sopra il ginocchio, trolley alla mano e occhiali da sole.Era lei ed era gi’ davanti alla stazione con un quarto d’ora d’anticipo. Si guardava intorno controllando l’orologio, lei non poteva vedermi in macchina e a me piaceva studiarla. Era nervosa, passeggiava tirando il trolley aspettandomi. Non potevo vedere le sue forme, visto che ad aprile a Bressanone fa ancora fresco e lei aveva una giacca pesante. le vado davanti con la macchina, ci presentiamo, due baci sulle guance, le apro la porta della macchina’ e partiamo. é estremamente tesa, d’altronde chi non lo sarebbe?

Io non faccio niente per metterla a suo agio e subito le spiego ancora una volta le regole del gioco. Non le far’ alcun male, ma per 24 ore sar’ il suo padrone e lei ubbidiente far’ quello che le chieder’. Saremo solo io e lei. In cambio avr’ 300 euro e una serie indefinita di orgasmi. Mi dice che accetta, ma non osa guardarmi in faccia; la sua timidezza mi fa tenerezza come se lottasse tra il desiderio che la spinge a osare e la morale che la invita a trattenersi.

Entriamo in casa e subito la bacio con passione come se non aspettassi altro da mesi. La mia lingua entra nella sua bocca quasi a violentarla, ma le piace, si muove, cerca la vicinanza con il mio corpo per sentire se anche io sono eccitato, come se avesse bisogno di sapere che anche io la desidero.é. le infilo una mano sotto la gonna e noto con piacere che ha indosso delle autoreggenti, la accarezzo rudemente salendo fino ad arrivare al suo sesso che freme in attesa di quello che pu’ succedere, mi piace come si bagna, mi piace il suo sapore quando mi metto in bocca il dito bagnato dei suoi umori.

La sua giacca, maglia e camicia sono per terra, la gonna li segue a breve mentre la spingo sul tavolo della sala. E’ un bel tavolo di legno massiccio, solido come deve essere in montagna; la siedo sopra e le faccio uscire le tette dal reggiseno, senza toglierlo e in un attimo le sfilo anche gli slip, lasciandola solo con le autoreggenti e il reggiseno. Il suo sesso ‘ sempre pi’ bagnato, Infilo due dita e con il palmo sfrego il clitoride. Non so se ‘ pi’ il fastidio o il piacere, ma il suo respiro si fa sempre pi’ profondo.

Poi mi stacco e la guardo. Non ‘ male, mi piacciono le sue gambe, il suo polpaccio formato e allungato, le sue scarpe con un tacco non troppo alto e soprattutto il suo seno. Mammelle grosse, un po’ cadenti e con un bel capezzolo largo, eccitato e teso. Lei mi guarda stupita.

òVoglio che godi da sola, fammi vedere come vieni masturbandoti’. òMa ioé ò òTU SEI’ MIA.’.’ Improvvisamente come Eva nell’Eden si scopre nuda e sola, quasi cerca di coprirsi, ma io’ non le do tregua. Le prendo la mano con la mia e la porto sul suo sesso, muovendola piano.

òTu sai meglio di me come fare, vero? Guardami negli occhi mentre godi, voglio vedere l’orgasmo nei tuoi occhi’ Continuo a premere sulla sua mano, ma la mia lingua entra ingorda nella sua bocca, per eccitarla, mangiarla, dominarla. La slinguo con cattiveria, la riempio come se le dovessi rubare il respiro; la sua mano ora va da sola dentro e fuori di se; io mi posso staccare e guardarla, ha trovato la strada e non si perder’. Gode, eccola che arriva al suo orgasmo, ecco che inarca la schiena sul tavolo e che la sua mano rallenta mentre respira riprendendo fiatoéle prendo le dita e gliele pulisco leccandole. E’ stata brava, sono orgoglioso di lei.

òPosso fare una doccia adesso?’

òCerto, ma in bagno dovrai sempre lasciare la porta aperta perch’ io possa guardarti se lo voglio, qualunque cosa tu faccia.’

òma anche se faccio i miei bisogni?’

òQualunque cosa tu faccia’.

‘Non mi affaccio in bagno, aspetto che esca e le porto il kimono. Voglio che oggi sia la mia Geisha e le ho procurato un kimono e le zoccole da mettere ai piedi. In realt’ non tutto riesce come mi aspettavo, io non sono molto capace di fare il nodo al kimono, ho dimenticato la tecnica non avendolo praticato per un po’ e lei con le zoccole proprio non sa camminare, per cui la lascio tenere le sue scarpe con tacco e le calze, ma senza slip. Mi rendo conto che non ‘ leggendo un paio di libri che si impara una cultura. L’idea della geisha, il desiderio di una donna al mio servizio mi era venuta leggendo òMemorie di una geisha’, di Goldman, ma tra il volere e il riuscire a realizzare i propri pensieri cՏ una bella differenza! Comunque Cristina ‘sta bene con il kimono ‘ elegante e raffinata, anche se il kimono copre il suo bel seno che tanto mi piace nulla lascia vedere del suo fondoschiena.

Mangiamo qualche tramezzino e ci conosciamo meglio; Cristina oltre ad essere discretamente carina e’ anche una persona piacevole, ride, scherza, sta stare al gioco e’ prendersi in giro. Mi racconta della agenzia di viaggi dove lavora, di come lei faccia viaggiare gli altri , ma non sia mai uscita dall’Europa, di come le piacerebbe visitare l’Asia, aprire un negozio di scarpe all’estero e cambiare posto ogni 4-5 anni. Mi dice che il mandarmi quella mail ‘ stata la sua prima pazzia da sobria, che ‘ single,ma che non sta cercando nessuno.

Le chiacchiere sono piacevoli, ma l’acqua bevuta con i tramezzini inizia a farsi sentire e, come farebbe una bambina di 7-8 anni, Cristina mi chiede il permesso di andare in bagno. òLo so, con la porta apertaé’ mi dice ridendo! Sembra proprio che abbiamo rotto il ghiaccio, sono contento, ma non ‘ questo il rapporto che ci deve essere oggi. Lascio passare trenta secondi mi tolgo pantaloni e boxer ed entro in bagno. Mi avvicino a lei che ha appena iniziato a scaricarsi e le metto il mio membro in bocca; voglio che mi succhi e che non smetta di urinare. Con una mano le tocco il sesso bagnandolo del suo getto dorato. Smette un attimo ma con l’altra mano le prendo la testa spingendola tutta sul mio membro. Capisce e continua a pisciare e a succhiarmi mentre le ultime gocce di urina si liberano sulla mia mano. Le scopo la bocca mentre con la mano la masturbo accarezzandole i peli bagnati di urina. Il clitoride spunta dalle sue labbra come un generale che vuole vedere come va la battaglia, ma visto che io sono dell’esercito nemico, ‘lo prendo tra 2 dita e lo strizzo. Cristina vorrebbe lamentarsi, ma non riesce a parlare con la mia asta ben piantata in bocca. Ha il kimono tutto raccolto e arrotolato in vita, non era facile sedersi sulla tazza del water con quell’abito, ma ‘ stata brava a riuscirci.

La faccio alzare, mi siedo al suo posto e le dico di scoparmi. Si siede lentamente su di me e inizia a cavalcarmi lenta, mentre io spingo il bacino verso l’alto al ritmo dei suoi affondi, gode, come una fontana, si tocca il clitoride e mi guarda negli occhi mentre gode per la seconda volta oggi; come ha imparato bene la mia allieva! Mi piace sentirla contrarsi sul mio membro, cos’ come mi piace sentire il kimono che mi solletica. Non ‘ finita, mi alzo in piedi e ‘continuo a scoparla in piedi sostenendola con le mani sotto le natiche, mentre lei pu’ guardare nello specchio e vedere il suo volto sudato e dipinto dalla lussuria. La scopo con forza, allargandole le natiche con le mani, infilandole un dito per farla godere ancora.

òGodi Cristina, dai, bagnami ancora il cazzo con i’ tuoi succhi’ le dico mentre la appoggio col culo sul mobile di fianco al lavandino per scoparla pi’ a fondo.

‘Mi piace il ciaff ciaff che fa il mio bacino quando esplode contro il suo sesso, mi piace bagnarmi i testicoli del suo piacere! Gode ancora, ma adesso voglio godere anche io. Esco da lei e godo sulla sua pancia, sul suo seno, sul suo collo con tre quattro schizzi potenti, che raccolgo con un dito e le faccio assaggiare.

La guardo e le sorrido; lei non parla pi’ ‘ tutta sudata e sta recuperando il respiro. Esco dal bagno e la lascio tranquilla.

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