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Ubbidienza

By 26 Marzo 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

Rientriamo in camera dopo cena. Dopo la birra ho insistito per prendere un paio di cicchetti e tu, come immaginavo, camminavi appoggiandoti a me già sulla via del ritorno.

 

 

Resto di fianco a te quando impieghi più di un minuto per girare le chiavi e chiuderti la porta della stanza alle spalle, togliendomi la giacca e allentando i primi bottoni della camicia.

 

“Hai voluto farmi ubriacare per approfittare di me eh?” mi dici scherzando.

 

Ti prendo dolcemente per un braccio e ti tiro vicina, prendendoti il viso tra le mani e baciandoti dolcemente sulle labbra.

 

“Precisamente”

 

“Guarda che non serviva mica…”

 

Quando ti afferro contro il muro non fai resistenza e stasera voglio che sia la tua mente a cedere al tuo desiderio di ubbidirmi, senza opporre resistenza.

 

Te lo dico, sussurrandolo all’orecchio.

 

Mi guardi come scusandoti, quasi ti avessi sgridata “ma io faccio quello che vuoi…” E avvicini il musino alle mie labbra, appoggiando le mani al mio petto per accarezzarmi attraverso la camicia. Rispondo al bacio sentendo la tua lingua cercarmi per leccarmi le labbra con la punta, lasciando ricadere un filo di saliva nella tua bocca.

 

Il tuo corpo preme sul mio, sentendomi già eccitato, cosi abbassi lentamente le mani dal petto facendole scorrere sul mio corpo. Continui a guardarmi negli occhi, senza alcun imbarazzo, spiegandomi senza parole la voglia che hai di me mentre le tue dita mi esplorano la pelle attraverso le pieghe del tessuto, arrivando ad infilarsi nei jeans per slacciarli.

 

Ti dico di fermarti, sistemando le tue mani lungo i fianchi. La mia voce è più ferma e calma, anche grazie all’alcool.

 

“Stasera voglio che tu ubbidisca soltanto” continuo, accarezzandoti il viso e sistemandoti i capelli dietro l’orecchio “e nient’altro. Starai ferma quando te lo dirò e parlerai se ti darò il permesso… o sarai obbligata a farlo, se vorrò. Farai la brava?”

 

Fai segno di sì con la testa.

 

“Rispondimi per bene. Sarai-“

 

“Sì”

 

“Fammi finire. Sarai ubbidiente senza che debba punirti?”

 

Una punta di orgoglio ti sale, desiderosa di metterti alla prova. “Sarò ubbidiente”.

 

Ti ordino di restare ferma. Ubbidisci facilmente. Passo le mani sul tuo collo e seno, senza spogliarti. Avvicino le labbra per baciarti, dischiudi la bocca e da brava mi baci, piano lasciando che la lingue si accarezzino dolcemente. Niente morsi, niente eccessi: sai che ti farò capire quando sarà il momento. Ad occhi chiusi senti il tuo corpo sfregare sul mio, le mie mani scendere sul tuo sedere afferrandolo e risalire sui fianchi, stringendoti a me per sentire il tuo seno schiacciato sul mio petto, alzandosi ed abbassandosi mentre il tuo respiro si fa più intenso.

 

“Tieni gli occhi chiusi. Sempre.”

 

Senti solo poche parole alla volta: alza le braccia, abbassale, voltati ed esegui alla lettera ogni piccolo ordine.

 

Senti le mie mani spogliarti pian piano, accarezzando ogni punto della tua pelle. Prendo in bocca un seno, giocando col capezzolo già duro e rubandoti qualche gemito quando soffio aria fredda dopo averlo bagnato. La lingua gioca sull’areola, facendola indurire ad ogni carezza e sfiorando con i denti il capezzolo ormai umido e duro. Ti faccio voltare per sfilarti le mutandine, facendoti piegare in avanti per giocare col tuo sedere. Appoggi gli avambracci sul tavolo per spingerlo in fuori il più possibile, salendo sulle punte dei piedi ancora avvolti dalle mutandine. Vederle sui tuoi bellissimi piedini mi eccita quanto lo ha fatto vedertele sfilare.

 

“Tieni gli occhi chiusi. Ora voglio che tu descriva a voce alta tutto quello che senti, tutto ció che faccio. Niente eufemismi, voglio tu sia diretta e volgare se serve. Hai capito?”

 

“Si…”

 

Ti mollo uno schiaffo sul culo, forte. Sobbalzi, godendoti il calore che resta sulla tua pelle.

 

“Come risponde una brava ed ubbidien…”

 

Ti correggi subito “Sì, Signore…” e prendi a descrivere, nel buio, quello che senti.

 

“Sento… il tuo cazzo appoggiato, duro, spingere sul culo. Strofina sulla fica, mi sto bagnando sentendo la punta spingere appena sul buco del culo e tornare in basso, quasi scivolando dentro di me… Le mani sulla schiena, sui fianchi e costole. Sento il solletico…

 

Ora no. Le sento sulle tette, hai le dita bagnate e mi stai stringendo i capezzoli. Scivolano, fa male… Ahi, ancora. Ora scendono… mi toccano, solo sopra, senza arrivare…

 

Adesso sono… sul sedere, mi stai aprendo e… AH, sento la tua lingua. È dentro, mi stai…leccando il buco del culo.”

 

La tua voce si rompe, imbarazzata dal dover dire certe cose ad alta voce.

 

“Oddio, lo allarghi con i pollici spingendo e sento la lingua andare su e giù, bagnandomi. Hai messo un dito in mezzo alla figa, lo sento salire e scendere restando fuori. Dio, mi sento bagnare tanto da gocciolare per terra. La lingua scende, è quasi alla figa… no, torna su. E giù. E su. Le dita mi allargano, sento il tuo respiro caldo sulla figa… ti prego…”

 

Non ti ho ancora toccata finora, non ti ho leccata né masturbata. Hai quasi il fiatone, cercando di trattenerti.

 

Mi metto a sedere sfilando una sedia dal tavolo e ti lascio aprire gli occhi. Ti prendo gentilmente per un polso, tenendo le gambe aperte e facendoti sedere sulle mie faccia a faccia, lasciandoti esposta.

 

Ti ordino di tenere le mani sulle mie spalle e strofinarti su di me con tutto il corpo. Avvicini il tuo corpo ed appoggi la figa sui jeans, muovendo i fianchi e tenendo i piedi puntati per spingere a fondo. Il tuo seno aderisce al mio

 

petto, seguendo gli ordini prendi a leccarmi il collo mentre le mani continuano a spogliarmi della camicia, lentamente, passando le dita sulle spalle e stringendomi quasi a piantare le unghie.

 

Passo le mani sul tuo sedere accompagnando il tuo movimento, ti sento gemere nel mio orecchio quando inizio a massaggiare la base della figa, ormai grondante. Le dita passano sopra il tuo buchetto, allargando ancor di più le gambe cerchi di farle entrare anche solo un poco prima di strofinarti lungo il mio cazzo, fino a sentirti bruciare il clitoride già gonfio.

 

“Sei stata molto brava fin qui” ti dico staccandoti per succhiarti ancora il seno, mentre finisci di togliermi la camicia e passi le unghiette sul mio petto “ora mettiti a quattro zampe a terra, vediamo se meriti un piccolo premio…”

 

Scendi velocemente, mettendoti a terra rivolta verso di me. Ti faccio sedere sulle caviglie, tenendo le mani al petto.

 

“Avvicinati, col viso…”

 

Ubbidisci

 

“Apri la bocca e tira fuori la lingua…”

 

Capisci, ubbidisci portandoti proprio sotto la mia bocca e mi guardi.

 

Apro la bocca, scivolando con la lingua sulla tua e lasciando gocciolare la saliva. La vedo scivolare nella tua bocca, caderti in gola mentre ritiri la lingua senza ingoiare. Ti infilo due dita tra le labbra, lasciandotele succhiare per bene mentre deglutisci. Mi sfilo la cintura, chinandomi verso di te e passandola intorno al tuo collo fino alla nuca.

 

“Adesso ci spostiamo a letto, seguimi da brava…”

 

Cammino lentamente verso il letto, tenendo il guinzaglio con una mano. A piccoli passi, gattonando, cerchi di tenere il passo e restare al mio fianco così che possa guardarti in quella posizione. Vorresti stare un passo indietro, ma sai che lo sto facendo apposta per osservarti e superi l’imbarazzo per compiacermi.

 

Sei bellissima così devota, ubbidiente. E per questo ti premierò, se farai la brava.

 

Arrivati al letto, mi siedo. Tiro il collare verso di me, facendoti avvicinare la testa alle mie gambe. Ti faccio un cenno e mi sbottoni i pantaloni, massaggiandomi il cazzo senza tirarlo fuori. Ti lascio giocare per qualche minuto, leccandolo attraverso la stoffa e facendomi eccitare ancora di più.

 

“Montami sopra ora… farai quello che hai fatto prima, ma voglio che ti strofini direttamente sul mio cazzo”

 

Mi stendo, mentre tu sali sopra di me. Mi abbassi i pantaloni e subito prendi a strusciarti sul mio cazzo, sporcandoti della mia eccitazione che mi rende già lucido il cazzo e bagnandomi dei tuoi umori, dalle palle alla punta. Resti sollevata godendo ogni passaggio e guardandomi mentre godo, stringo le dita intorno alle tue cosce spingendo con i fianchi per infilare meglio il cazzo tra le tue labbra. Sento il clitoride strofinarsi sulla punta, sporcandosi di sperma per poi risalire il cazzo in tutta la lunghezza e ricominciare. Il tuo seno rimbalza su di te, ad ogni movimento, invitandomi ad accarezzarlo e stringere appena i capezzoli, facendoti scappare qualche gemito di dolore e piacere.

 

Ti afferro per il collare buttandoti sopra di me, mi baci con forza succhiandomi la lingua e supplicandomi.

 

“Ti prego… Sono stata brava… ti prego, scopami…” ti sputo in faccia, raccogliendo la saliva dalla tua guancia col pollice e portandolo alla tua bocca. Lo lecchi, ripulendolo, e torni a supplicare.

 

“Va bene, ma non venire… Ti dirò io se potrai” non aspetti un momento, fin troppo eccitata ti infili il cazzo dentro e inizia a scoparmi. Senza inibizioni ti pianti con i piedi sul letto e inizia scoparmi appoggiando il corpo al mio, facendomi sentire il calore e la tensione dei tuoi muscoli. Godo, afferrandoti le braccia e stringendole fino a farti male. Non ti lamenti, già immagini di contare allo specchio i segni che ti lascerò addosso, muovendoti piú veloce e infilando il mio cazzo sempre più a fondo, riempiendoti fino allo stomaco. Ti sfili fino alla punta, fino a ricadere su di me sentendo il mio cazzo allargarti ogni volta. Pianti le unghie nel mio petto, afferrandomi e lasciando scivolare la cintura dal collo che mi cade addosso.

 

“Allora, sono stata brava?”

 

Ti afferro i capezzoli, stringendoli con molta forza e tirandoti a me. Vedo il tuo viso contorcersi dal dolore, senza smettere di scoparmi. Li giro tra le dita, arrossandoli e tirandoli tanto da deformarli. Urleresti, ma sai che amo vederti sopportare il dolore fino alle lacrime.

 

“Chi sono io?” ti chiedo.

 

Mi rispondi con un gemito di dolore

 

“Farà più male se non rispondi…”

 

“Sei… sei il mio signore…”

 

Allento la presa, dire quelle parole e venire premiata liberandoti il seno ti ha eccitata ancora di piú. Sento la tua figa sbattere su di me, sul bagnato che mi cola addosso. Ti sento stringere piú forte ad ogni colpo, faticando a resistere all’orgasmo.

 

“E tu, chi sei?”

 

Sai che ci sono più risposte. Provi.

 

“La tua…piccola?”

 

Ti stringo di nuovo il seno. Ormai ti bruciano i capezzoli dal dolore e sai di dover dare un’altra risposta.

 

“Sono… sono… la tua troia…” dirlo ad alta voce ti fa morire di vergogna ed eccitazione. Lascio il seno, afferrandoti per il collo e fianchi.

 

“Dillo di nuovo”

 

“Sono la tua troia…la tua schifosa troia, solo tua…”

 

“Voglio sentirtele urlare”

 

“Ti prego… ti prego…” Gemi, non riuscendo a trattenerti e coprendo il rumore della tua fica ormai larga e grondante di eccitazione e sperma” sto per venire… Ti prego…”

 

“Non provarci. Trattieniti e fammi sentire per bene, ripetilo”

 

“Oddio… lo sai, sono la tua troia, solo tua, oddio no…” E senza riuscire a frenarti, godi. Il tuo orgasmo mi cola addosso, bagnandomi fino allo stomaco, piantandomi le unghie nel petto e lasciando lunghi solchi rossi. Ti sento cadere su di me, stringendomi, tappandoti la bocca sul mio petto senza soffocare l’orgasmo. Le tue gambe tremano fino a cedere lasciandomi ancora duro dentro di te, mentre la figa continua a pulsare intorno dandoti scariche di piacere anche dopo l’orgasmo.

 

“Oddio… scusami… Te l’avevo detto che non riuscivo più, ti prego scusami…”

 

“È così che mi ubbidisci?” Ti chiedo serio. Sei quasi dispiaciuta, tenti di scusarti ma sai di aver sgarrato. Per fortuna sai cosa ti tocca e sai già come rimediare…

 

Ti metto a quattro zampe, stavolta sul letto. Appoggi la testa al materasso e senza avvertimento inizio a sculacciarti. Forte.

 

Conti, non perché te l’abbia detto ma perché temi io possa non farlo e dartene troppe…perché dopo quell’orgasmo, non avresti il coraggio di chiedere basta. Ad ogni colpo, ti senti sempre più bagnata. La fica pulsa, stringendosi ed allargandosi senza essere sfiorata sperando di poter godere ancora, colando i tuoi succhi sulla trapunta, sporcandola di sesso.

 

Dopo dieci, senti il sedere bruciare. Dopo venti, ti mordi le labbra per evitare di urlare. Ad ogni colpo senti vibrare il sedere, continui a bagnarti e inizio a tenerti ferme le mani dietro la schiena, cosi da impedirti di massaggiarti il culo dopo ogni schiaffo. A trenta senti le lacrime salire, cerchi di allungarti per allontanare il dolore e mi obblighi a tenerti ferma con più forza, appoggiando il tuo petto sulle mie ginocchia per spingerti verso il basso e colpirti ancora e ancora. Mi supplichi di smettere, ma senza forza: temi che la richiesta porti altri colpi, vuoi solo che io sia felice di averti punita come meriti. Smetti di contare, cercando solo di trattenere qualche lacrima, mentre le altre ti scivolano lungo il viso. Respiri piano, sperando che ogni colpo sia l’ultimo e svuotando la testa ogni volta che torna il dolore. Resisti, smetti di ribellarti e ti abbandoni a me. Dopo ogni colpo, smetti di reagire.

 

Ti accarezzo il viso, ormai appoggiato sulle mie gambe.

 

“Hai imparato la lezione?” ti chiedo, con voce rassicurante.

 

Strofinandoti gli occhi per togliere le lacrime, rossa in viso per la mancanza d’aria, fai sì con la testa. Lo ripeti col filo di voce che hai, per sicurezza.

 

Ti coccolo, baciandoti il viso, le labbra e gli occhi. Ti accarezzo facendoti sentire al sicuro, protetta tra le mie braccia. In pochi minuti ti calmi, disegnando con un dito sul mio petto piccole linee. Mi sorridi mentre ti chiamo, senza parlare.

 

“Adesso, piccola mia, dovrai farmi venire tu…” Fai sì con la testa, senza parlare, ti senti senza limiti e ti vuoi lasciar guidare senza pensare.

 

Ti stendo sul letto baciandoti, restando fermi cosi per un po’. Ti sposto le gambe per toccarti e tu fai lo stesso con me, masturbandoci a vicenda mentre ci lecchiamo le labbra dolcemente, lasciando cadere gocce di saliva da una bocca all’altra e leccandola via giocando. Mi sposto sopra di te, scopandoti piano ed infilandomi nella tua figa nuovamente stretta. Godo velocemente, eccitato da come mi guardi, da come ti accarezzi il seno spalmandoci la saliva che sputo sopra e dalla dolcezza della tua sottomissione, totale e devota.

 

Ormai prossimo all’orgasmo, ti stringo baciandoti a fondo e godendo dentro di te: ti senti riempire completamente di liquido caldo, insinuarsi in ogni piega della tua carne e scivolare dentro, a fondo.

 

Esausto, mi riverso di fianco a te stringendoti ancora. Mi guardi con gli occhioni e un sorriso malizioso, raccogliendo lo sperma dalla tua fica con le dita per leccarle e spargendo il resto sul seno.

 

“Sono stata brava?” Mi chiedi, soddisfatta.

 

“Molto…ora andiamo in doccia, così posso insaponarti per bene prima di ricominciare…”

 

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