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Racconti Erotici Etero

Un Battito D’ali

By 13 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Le luci del palcoscenico riflettono ombre vermiglie sui velluti preziosi, i gioielli dellesignore si illuminano come piccoli arcobaleni qui e là ogniqualvolta un raggio di luceincrocia le loro superfici sfaccettate.La musica soave dei violini abbraccia le note profonde della grancassa e il dramma diun amore infelice si consuma sulla scena.In una galleria, piccolo microcosmo palpitante all’interno del teatro, le lacrime solcanoil viso della ragazza, lasciando traccia inequivocabile del loro passaggio sulla cipriarosea che copre le sue guance, per poi discendere sul suo lungo collo fino adincontrare la seta blu della sua scollatura che le accoglie nella sua trama.Lui quasi impassibile, estraneo alla rappresentazione, segue con sguardo severol’opera, con un certo distacco, con la freddezza di chi non vuole farsi coinvolgere.Lei cerca di incrociare i suoi occhi come per cercare in lui il conforto per la tragediaimminente che è sul punto di travolgere la protagonista, ma trova solo la sua rigidafigura seduta sul bordo della morbida poltroncina, pronta per sollevarsi e andarsene, ipiedi in avanti già accennano un passo.Delusa dall’espressione truce che le ombre dispettose le permettono di vedere a tratti,la sua attenzione viene riassorbita nuovamente dal canto del soprano, poi …

Adesso voi siete per mel’occhio del firmamento.
E mi piaceste dal primo momentoche vi ho veduto.
Siete alto, forte.
Rideste con modi si palesie dite corse che mai non intesi.
Or son contenta, or son contenta.
Vogliatemi bene,un ben piccolino,un bene da bambino,quale a me si conviene.
Vogliatemi bene.
Noi siamo gente avvezzaalle piccole coseumili e silenziose,ad una tenerezza sfiorante e pur profondacome il ciel, come l’onda del mare!

Ed improvvisamente il buio si impossessa della sala, lo sconcerto e lo stupore deglispettatori da un silenzio iniziale si trasforma in un mormorio sempre più forte che sileva da tutte le file, dal loggione e dalle gallerie, solo dopo pochi minuti una vocemetallica annuncia un problema all’impianto elettrico e invita alla calma.In un secondo, che dura un’eternità, lei nell’oscurità scorge gli occhi scintillanti di luiche la fissano insistentemente e, quando realizza che sono le sue mani ad accarezzareil suo collo, lui le ha già rubato un lungo bacio. Inaspettatamente, in un vortice di voci,di risa e di lamentele sempre più lontane, un’eco della realtà che lentamentescompare, incapace ormai di discernere tra finzione e realtà, lei afferra le braccia di luistringendosi forte al suo corpo, baciandolo con bramosia e lascia che siano le sue mania farsi strada sotto la sua giacca, a cingere il suo bacino. Respiri più intensi,all’unisono, musica di questo atto di passione, le mani incapaci di trattenersi, la frettae il desiderio di vivere il buio improvviso, la paura che gli ospiti della galleria adiacente scorgano i movimenti convulsi delle loro ombre.In un crescendo, il ritmo dei battiti che incalza, lei si avvicina al ventre di lui tremanteper l’emozione e il timore di essere scoperta e lascia dolcissimi baci, sempre più intimi.Solo per un attimo alza gli occhi e vede quello sguardo granitico scomporsi, cedere allesensazioni forti e inebrianti provocate dalle sue labbra, poi con delicatezza, in segno diassenso, lui accompagna il capo di lei e si abbandona al piacere di baci sempre piùaudaci, al solletico della sua lingua, all’abbraccio della sua bocca, al respiro affannato,a quell’onda di calore che come un maremoto si impossessa dei suoi muscoli, delle suegambe, delle sue braccia e arriva alla mente e lo costringe a chiudere gli occhi, areclinare il capo all’indietro e a mordersi le labbra in una smorfia di piacere.Lei, il brivido che le ha appena attraversato la schiena, gli occhi brillanti, l’incredulitàsul suo volto e un’invasione di luce la coglie impreparata e ancora i tratti del visosorpresi in un sorriso di complicità e stupore, di sollievo e di imbarazzo, rimane tracciadella passione fugace consumata nel buio dei riflettori e nel silenzio dell’orchestra solonella spallina del suo vestito, fuori posto, abbandonata stanca sulla spalla…

Dammi ch’io baci le tue mani care.Mia Butterfly!
come t’han ben nomata tenue farfalla…
Dicon che oltre marese cade in man dell’uom,
ogni farfalla da uno spillo è trafittaed in travola infitta!
Un po’ di vero c’è.
E tu lo sai perché?Perché non fugga più.
Io t’ho ghermitaTi serro palpitante.
Sei mia.

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