Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Un conto in sospeso

By 3 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

‘E così domani ti sposi’. ‘Già’. ‘Non dovresti essere più contenta? Sembra quasi tu debba andare alla forca’. ‘E’ solo che Pasquale ha fretta, ma io no. Avrei preferito aspettare un altro po’. Ma forse ha ragione, stiamo invecchiando e dobbiam darci una mossa’. Carlo cercò, con scarso successo, di celare un sorriso. ‘Cosa c’è?’. ‘Anche Gesù l’han messo al patibolo a trentatré anni come te. Dovresti sentirti onorata!’. ‘Stronzo! Non mi prendere in giro!’.
Carlo e Teresa erano sdraiati abbracciati sul letto della ragazza mentre parlavano dell’indomani. Teresa avrebbe sposato Pasquale, col quale era fidanzata da circa quattro anni, pochi mesi dopo la fine della sua relazione con lo stesso Carlo. I due, dopo un tira e molla durato circa sei mesi, avevano troncato in malo modo la loro storia e, per anni, non avevano avuto notizie l’uno dell’altra. Almeno finché, alcuni mesi prima, Facebook aveva contribuito a riavvicinarli. Potevano vedersi di rado, ma quando erano insieme non si staccavano mai. I loro incontri erano un concentrato di carezze e coccole seppure, nonostante l’attrazione tra loro fosse più che evidente, si sforzassero sempre di non andare oltre questi quasi innocenti contatti.
Quella mattina, Carlo accarezzava i lunghi capelli tinti di castano e il viso dolce e rilassato di Teresa, mentre lei gli sfiorava il petto, tenendogli la testa posata sulla spalla.
‘Dai vecchietta, non te la prendere’, disse Carlo, sfiorandole con un dito il contorno delle labbra, rosse e carnose. Lei accennò un morso, stringendo appena la falange tra i denti. ‘Si, scherza pure sull’età. Tanto hai solo due anni meno di me!’. ‘Ma portati molto meglio, bisogna ammetterlo!’. Teresa reagì con un pizzico su un braccio del ragazzo. ‘Scherzo dai, li porti bene. Anzi, fin troppo’, così dicendo le diede un bacio sulla guancia continuando, poi, a indugiare con le labbra lungo il collo. ‘Mmmhh… stai buono, su’, reagì la ragazza, senza troppa convinzione. ‘Perché, se no che fai?’. ‘Meglio che tu non lo sappia’. Carlo rise e, intanto, col dorso della mano sfiorò il petto di Teresa, costretto da una maglietta verde e un reggiseno chiaro del quale si intravedevano i ricami attraverso il tessuto della t-shirt.
Con ancora tutti i vestiti addosso, Carlo non poté percepire a pieno la consistenza dei seni di Teresa, ma già quel momento d’intimità gli stava causando un’erezione solo appena visibile attraverso i suoi larghi pantaloncini. Continuò a scendere col suo tocco delicato, fin quando non incontrò il bordo inferiore della maglietta e insinuò la sua mano a diretto contatto con la nuda pelle di Teresa, risalendo dall’addome verso il seno.
La ragazza, rossa in volto, non oppose alcuna resistenza fisica, limitandosi ad un quasi sussurrato: ‘Ma che ti prende oggi?’. ‘Lo sai che mi ecciti, te l’ho sempre detto’. ‘Si, ma di solito ti controlli!’. ‘E a fatica. Ma domani ti sposi. Poi ti trasferisci a Modena e chissà se mai ti rivedrò!’.
La mano di Carlo, intanto, era arrivata a sfiorare il reggiseno di Teresa. ‘Quanto sei melodrammatico, certo che ci rivedremo! Almeno delle feste tornerò in città, ti pare?’. Così dicendo, afferrò delicatamente la mano del ragazzo, scostandola dal suo sterno e riportandola sul ventre. Lui le diede un rapido bacio sulle labbra che la ragazza non fece in tempo ad evitare. ‘Non saprei, ma è meglio non rischiare’. La baciò di nuovo, mentre riportò la mano sul suo seno, stavolta con un tocco più deciso. Teresa serrò le labbra, ma quando Carlo le morse delicatamente il labbro inferiore stuzzicandolo con una punta di lingua, non seppe resistere e si abbandonò ad un umido bacio carico di passione.
Carlo, intanto, aveva preso possesso di una mammella, scostando il reggiseno ed impastandola, facendo sussultare la ragazza. Dopo pochi secondi, le tirò verso l’alto la maglietta per sfilargliela. Teresa glielo consentì, inarcando la schiena per permettere alla stoffa di scivolarle addosso. Poi fu lei ad iniziare a spogliare lui, mentre Carlo le sganciava il reggiseno, liberando una abbondante terza misura dagli scuri capezzoli già turgidi. Restò per un momento a guardare quelle morbide collinette. ‘Non le ricordavo così grosse’. ‘Ho messo su qualche chilo in questi anni, e ne hanno beneficiato anche loro!’. Carlo le accarezzò il ventre, notando la presenza di maniglie dell’amore che, quando stava con Teresa, lei non aveva. Realizzò dentro di sé come, contrariamente a quanto possano pensare i puritani della linea, quei chili in più conferissero alla ragazza maggiore femminilità e sensualità. Si soffermò, poi, su quei seni finalmente liberi da costrizioni. Leccò le mammelle stringendone i capezzoli tra le labbra, mentre Teresa iniziò a gemere per sottolineare il suo gradimento. Con le mani, intanto, le sbottonò i jeans, che la ragazza provvedette a sfilare. Poi, Carlo le leccò il ventre, scendendo verso le mutandine. Delle semplici mutandine di cotone color avana, come il reggiseno. Infilando le dita sotto il tessuto le scostò, liberando un monte di venere peloso come lo ricordava. Giocò per un po’ con gli scuri peli pubici, mentre le sue narici, a distanza di pochi centimetri, inalavano l’odore dei primi umori che la ragazza iniziava a secernere. ‘Vedo che qui sotto non è cambiato niente, invece’. Teresa rispose con un lungo mugolio. Intanto, Carlo aveva già affondato la sua bocca nell’intimità della ragazza, assaporando i succhi che ne fuoriuscivano e penetrandola con la lingua quanto più a fondo poteva. Teresa cominciò a gemere rumorosamente, mentre Carlo prese a stimolarle il clitoride con un pollice.
La ragazza parve gradire quel trattamento, e iniziò a premere il volto di Carlo contro la sua vagina, muovendo il bacino per assecondare il ritmo della lingua che la stava violando. Non ci volle molto perché venisse tra frasi sconnesse urlate con voce spezzata dall’affanno e dall’eccitazione.
Dopo gli spasmi dovuti all’orgasmo, Teresa si rilassò, facendo respiri più profondi. Carlo sfilò pantaloncini e slip, lasciando il suo pene completamente libero. La ragazza non perse tempo, lo afferrò e iniziò un lieve movimento ondulatorio. Un sorriso si dipinse sul suo volto constatando il livello di eccitazione raggiunto dal ragazzo. ‘Com’è grosso, non me lo ricordavo più’. ‘Sono sicuro che anche per lui sia una piacevole rimpatriata’. Teresa rise, poi scese lungo il corpo di Carlo per imboccare il possente membro del ragazzo. Lo leccò e lo succhiò avidamente, mentre Carlo, immobile, si godeva l’abilità della ragazza nel donargli piacere in quel modo. Quando fu sul punto di giungere anche lui all’orgasmo, la bloccò. Lei lo guardò con aria interrogativa. ‘Stasera voglio di più’. Il tarlo del dubbio attraversò la mente della ragazza, più lucida dopo l’orgasmo appena provato. Si rabbuiò improvvisamente, come avesse avuto una spiacevole rivelazione. ‘Aspetta, non possiamo, non è giusto’. Di scatto, si alzò e si diresse verso la porta della sua stanza. Carlo, che sul momento non realizzò le parole appena pronunciate, si scoprì ancor più eccitato nell’ammirare i movimenti della ragazza, con i suoi seni che ballavano liberi seguendo i sussulti del suo respiro e la vagina e il suo folto pelo pubico ben visibili dalle mutandine scostate in precedenza e che Teresa non aveva riassettato. L’eccitazione di cui era preda anche la ragazza veniva resa evidente dai capezzoli ancora eretti e dalla peluria che appariva umida e luccicante, come fosse bagnata da una leggera rugiada mattutina.
Carlò si alzò e si avvicinò a Teresa, voltatasi verso la porta. Le afferrò i polsi e glieli portò sopra la testa, facendo aderire il suo corpo a quello della ragazza e il suo membro alle natiche della stessa. Quando cominciò a strofinare il suo pene completamente eretto contro il sedere di Teresa, lei iniziò a sospirare. Carlo portò la sua mano alla vagina della ragazza, massaggiandola e penetrandola alternativamente. Teresa prese nuovamente ad emettere inequivocabili mugolii di piacere. Carlo le baciò il collo e, giunto all’orecchio, dopo averne morso il lobo, le sussurrò: ‘Lo ricordo bene quanto ti piace sentirlo così’. Lei non rispose, già travolta da un nuovo orgasmo montante.
Carlo approfittò della sua passività per voltarla e, baciandola, sfilarle le mutandine, che scivolarono in terra. Lasciatola completamente nuda, le sollevò una gamba e, puntato il suo pene all’ingresso della vagina grondante umori, la penetrò in un sol colpo. Le urla di piacere di Teresa si persero nella bocca famelica di Carlo, che non si staccava dalla sua mentre il ragazzo affondava, con colpi rapidi e profondi, il suo pene nel sesso della sua ex fidanzata. Nel mentre, le roteava prima un dito e poi due nello sfintere, fingendo una sorta di doppia penetrazione.
La ragazza era in estasi, venne dopo pochi colpi e rimase di stucco quando Carlo uscì da lei senza essere arrivato all’orgasmo. Non fece neanche in tempo a chiedere chiarimenti, che le intenzioni del ragazzo si resero palesi quando la fece voltare e le divaricò le gambe. Il suo pene era completamente lucido e bagnato dagli umori di Teresa e trovò uno sfintere già ben allargato dal precedente lavoro di dita.
Teresa si morse le labbra mentre Carlo raccoglieva i suoi succhi con la mano, inzuppandole l’ingresso del secondo canale e iniziando ad introdurvi il suo membro, dopo averle divaricato le natiche. La penetrò con il glande e restò immobile. Quando avvertì i muscoli cedere, continuò la penetrazione in maniera lenta e costante. Teresa urlava dal piacere e dal dolore, incurante che le sue reazioni potessero essere sentite dai vicini. Carlo, intanto, aveva ricominciato a massaggiarle la vagina soffermandosi, ancora una volta, sul clitoride, ormai gonfio ed ipersensibile.
Quando il suo pene ebbe completamente riempito il sedere di Teresa, restò fermo alcuni istanti, poi iniziò un lento stantuffo. Ogni volta che avvertiva la ragazza abituarsi, aumentava leggermente il ritmo. In tal modo, in poco tempo, l’amplesso divenne sempre più rapido, e la medesima velocità Carlo imponeva alle sue dita che, contemporaneamente al suo pene, stimolavano Teresa nel suo canale principale.
Stavolta i due vennero all’unisono, sottolineando gemendo il loro piacere. Teresa avvertì il suo intestino riempirsi di sperma bollente che, una volta sfilato il pene di Carlo dal suo ano, prese a colarle lungo le gambe mischiandosi all’enorme quantità di umori che la stessa aveva emesso durante quell’interminabile coito.
I due si accasciarono nuovamente sul letto per riprendere fiato. Dopo essersi baciati e toccati ancora a lungo, Carlo dovette rivestirsi e lasciare l’appartamento, prima del rientro a casa del padre di Teresa. Lei lo baciò ancora sulla porta, poi gli disse: ‘Non avevi mai voluto metterlo dietro quando stavamo insieme, eppure te l’avrò chiesto un milione di volte’. ‘Ero inesperto, non volevo farti male’. ‘E come mai ora hai cambiato idea?’. Lui le sorrise. ‘Consideralo il mio regalo di matrimonio’. La tirò a sé e la baciò con passione tastandole ancora un’ultima volta il sedere, prima di dirigersi verso l’auto, lasciando la futura sposina nuda e sorridente sulla soglia della porta d’ingresso.

Leave a Reply