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Racconti Erotici Etero

Un desiderio esaudito

By 6 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivato all’appuntamento con qualche minuto d’anticipo, Marco ebbe la possibilità di perdersi nei suoi pensieri, nei suoi desideri più nascosti e inconfessabili. Nella sua mente presero a scorrere le immagini di lei, delle sue movenze, del suo sorriso, delle sue forme appena accennate eppure così tremendamente sensuali. Il solo pensarci gli causò una lieve erezione che lo riportò bruscamente alla realtà, giusto in tempo per ammirare la graziosa figura che si dirigeva sorridente verso di lui.
Sara era splendida, come sempre nella sua semplicità. Jeans, scarpe da ginnastica bianche e un casto top a maniche corte dello stesso colore coprivano il suo minuto corpo, mentre la consueta montagna di neri ricci ribelli incorniciavano un viso privo di trucco, sul quale spiccavano i suoi profondi occhi scuri e quelle labbra che Marco sognava almeno di sfiorare.
Si salutarono con un abbraccio caloroso, come si conviene tra amici che, seppur legati da un enorme affetto, sono impossibilitati a vedersi troppo spesso, ognuno impegnato con gli studi universitari in città diverse. Stavolta, invece, tutto sembrava essersi incastrato a pennello: la sessione d’esame era per entrambi trascorsa da pochi giorni e tutti e due potevano così godere di un weekend completamente libero da impegni. Un intero fine settimana che i due si proposero di trascorrere nell’appartamento di Marco.
Nei giorni precedenti, il ragazzo si ritrovò più volte a fantasticare sui possibili risvolti di quella breve vacanza. Ma le sue, si ripeteva, erano solo fantasie: erano amici da qualche anno, spesso si erano trovati da soli in casa e mai alcuna avance era scaturita da una parte o dall’altra. Anche se, va detto, fino a poche settimane prima Marco non aveva mai provato alcun interesse nei confronti dell’amica, se non uno smisurato affetto. Poi accadde l’impensabile.
Lei, in un giorno qualunque, gli confidò di aver conosciuto un ragazzo che l’attraeva. Gli raccontò di come si fossero casualmente incontrati a casa di amici, di come quel fortuito rendez-vous le avesse smosso qualcosa dentro e di come, comunque, la cosa non avesse poi avuto alcun seguito. Marco ascoltava con attenzione, e più ascoltava più si rendeva conto che avrebbe voluto essere lui al posto di quel ragazzo misterioso, avrebbe voluto essere lui ad aver smosso qualcosa nell’amica. Da allora, questo pensiero divenne per lui quasi un’ossessione. Cominciò a guardare Sara con occhi diversi, a desiderarla, a bearsi di ogni fortuito contatto fisico con lei e a sognare di andare ben oltre.
Dopo i convenevoli di rito, decisero di noleggiare un paio di DVD e andarono a casa di Marco, dove Sara ebbe la possibilità di rinfrescarsi e disfare i bagagli, anche se il tutto era limitato a un piccolo zainetto contenente l’essenziale per un paio di giorni.
La giornata trascorreva tranquilla per i due, intenti a parlare ed aggiornarsi circa le rispettive vicissitudini. L’unico neo era un dolore alla schiena che creava a Sara non poco fastidio. La ragazza, memore del fatto che Marco, di tanto in tanto, si dilettasse nei massaggi, gli chiese se poteva aiutarla quantomeno a lenire il dolore. Lui, nascondendo un certo imbarazzo, si disse disponibile a fare quanto era nelle sue possibilità.
Senza attendere ulteriori istruzioni, Sara si diresse verso la stanza da letto, pronunciando con nonchalance una frase che gettò Marco nel panico: ‘Devo abbassare il vestito?’. Lui si sentì come catapultato in un mondo alieno, spaesato e confuso. ‘Cosa?’, replicò, mentre seguiva in camera la ragazza. ‘Il vestito, è meglio che lo abbassi?’. Cercò di ritrovare un contegno: ‘Si, sarebbe meglio in effetti’. Lei, senza neanche voltarsi, sfilò sino alla vita il leggero abitino verde che indossava in casa e si sdraiò prona sull’ampio letto a due piazze.
Marco, parzialmente ripresosi dallo shock, abbassò la tapparella per far passare solo uno spiraglio di luce, accese un paio di candele profumate alla vaniglia, ponendole sui due comodini laterali al letto e, fatto questo, si sedette accanto a Sara, prendendo a massaggiarle dolcemente il collo, non prima di averle versato sulla pelle un po’ d’olio per massaggi alle mandorle dolci.
La sua pelle era calda e morbida e il suo colore olivastro risaltava intorno alla stoffa bianca del reggiseno che le cingeva la schiena e le spalle. Proprio il reggiseno creava alcuni problemi all’opera di Marco. Difatti, nei suoi lenti movimenti dalle braccia verso la nuca e viceversa, si trovava, ogni volta, ad incespicare nelle bretelle e lo stesso accadeva con la fascia quando scorreva le sue mani lungo la schiena di Sara. Ancora una volta fu la ragazza, con un filo di voce, caratteristica di chi è completamente rilassato, a rompere un’altra barriera, come se leggesse nella mente dell’amico: ‘Se preferisci puoi sganciarlo’.
Il ragazzo, come in trance, non perse tempo. Con malcelata ansia sganciò il reggiseno, mentre Sara, senza quasi alzarsi, tirava giù le spalline dello stesso. La ragazza si ritrovò, così, sdraiata con la schiena nuda e il reggiseno completamente posato sul letto, con solo le coppe a fare da barriera tra le sue mammelle e il lenzuolo sottostante.
Marco, in questo modo, poteva agire in maniera più efficace sulla schiena dell’amica, anche se, stordito dall’insolita situazione e rapito dalla vista e dal contatto con quel corpo tanto desiderato, man mano si lasciava andare a movimenti che, più che di un massaggio, sembravano far parte di un’opera di seduzione. Carezzava l’intera schiena di Sara, dalla vita fino alla nuca per poi aprirsi lungo le braccia e le mani e ripetere l’intera sequenza.
Notò che, nel momento in cui massaggiava le mani della ragazza, lei le stringeva leggermente, come a voler catturare le sue dita. Nella sua ingenuità, però, non diede peso alcuno alla cosa. Già, perché Marco era completamente a digiuno di ogni tipo di esperienza con le ragazze che andasse al di là di qualche coccola più o meno audace. E, considerata anche la sua timidezza, gli sembrava utopia poter rompere quella barriera. Si sentì avvampare persino quando con i mignoli delle mani, nel percorrere la schiena di Sara, sfiorò, volontariamente ma con estrema discrezione, i lembi di pelle esterni dei seni della ragazza che fuoriuscivano dal reggiseno a causa della pressione esercitata dal materasso. Lei, dal canto suo, non sembrò reagire in alcun modo, e questo diede coraggio a Marco che, più e più volte, sfiorò con i polpastrelli quel morbido paradiso.
Non sapeva neppure quanto tempo fosse passato Marco, aveva completamente perso la cognizione di tutto ciò che gli ruotava intorno. Tuttavia, per non destare troppi sospetti, vedendo le candele quasi completamente consunte, avvicinò il suo volto a quello di Sara, che giaceva ad occhi chiusi sussurrandole: ‘Il massaggio sarebbe finito’. L’amica, per tutta risposta, emise un lieve gemito, senza muovere neppure un muscolo.
Marco, inebriato dal profumo della pelle di Sara non riuscì, però, ad allontanarsi da lei.
Le diede un tenero bacio su una guancia, poi un altro, tra il lobo dell’orecchio e il collo, e un altro ancora, alla base del collo stesso. Un misto di sensazioni contrastanti si facevano strada dentro di lui, dal timore di ricevere un sonoro ceffone, all’eccitazione per quel contatto rubato. L’adrenalina, però, era tale che a vincere fu l’intraprendenza, aiutata anche dalla mancanza di reazioni da parte di Sara, eccetto per un accenno di sorriso sul suo volto.
Marco continuò a sfiorare con le sue labbra la schiena della ragazza, scendendo sempre di più e con movimenti lenti e delicati. Con le mani, intanto, la carezzava lungo i fianchi, fino ad incontrare le sue mani che, nel frattempo, erano andate a cercare quelle del ragazzo, per stringerle ancora una volta.
Solo allora Sara, dopo chissà quanto tempo, parlò, con un tono tra il divertito e l’eccitato: ‘Niente male il massaggio alla schiena, ma ci sai fare anche dall’altro lato?’. E, dicendo questo, si voltò, sempre distesa sul letto. Marco osservò il suo sguardo e il suo sorriso, rapito da quanto fossero erotici e dolci al tempo stesso, e incredulo dal non averlo mai notato nel corso degli anni di disinteressata amicizia che li legava. Staccato lo sguardo dal volto di Sara, non poté fare a meno di scorrerlo lungo il suo corpo, soffermandosi su quel seno prima intravisto attraverso gli abiti e poi sfiorato con finta disinvoltura durante il massaggio. Un seno piccolo ma sodo, con capezzoli già eretti circondati da areole piccole e rosate.
Come calamitato, salì carponi sul letto, avvicinando il suo viso a quello di Sara. Il bacio fu inevitabile, prima le loro labbra si sfiorarono, saggiando vicendevolmente la consistenza e il calore. Poi, furiosamente, le loro lingue si unirono in una danza dai passi sempre più rapidi.
Nonostante la mancanza di esperienza, Marco, sorprendendo persino sé stesso, si sentiva sicuro nell’esplorare quel corpo sconosciuto eppure non estraneo. Sempre baciando Sara, le strinse appena le mammelle, giocando con i suoi capezzoli. Poi ridiscese lungo i fianchi, per sfilare via ciò che restava del suo vestito e, contemporaneamente, delle sue mutandine, delle quali non poté vedere neppure il colore. La ragazza, nel frattempo, sfilò a Marco la t-shirt, mentre lui fece lo stesso con i suoi calzoncini e con gli slip.
Erano finalmente entrambi nudi e lui non perse tempo nel riprendere la sua opera da dove l’aveva lasciata. Riprese a baciare Sara, solo per un attimo sulle labbra e dedicandosi, poi, con vorace desiderio, al resto del suo corpo. Le baciò il collo, i seni, prese tra le labbra i suoi capezzoli e subito dopo leccò intorno alle areole. La ragazza gemeva, ora più forte, e il pene di Marco sembrava letteralmente voler esplodere, non prima di aver cercato rifugio tra le grazie di Sara. Ma, per lui, non sarebbe stato abbastanza. Aveva l’oggetto dei suoi desideri tra le sue mani, e voleva goderne appieno, il più possibile.
Non cedette, pertanto, alla voglia di penetrarla subito, bensì continuò ad esplorare ogni centimetro della ragazza con le sue labbra e la sua lingua, scendendo dal seno lungo il ventre, mentre con le mani carezzava voglioso le sue cosce. Arrivato al pube, iniziava a sentire, sempre più intenso, l’odore di Sara, che un po’ alla volta stava riempiendo la stanza. Giocò con i suoi peli, annusandoli e arricciandoli con la lingua, poi le divaricò leggermente le cosce e la sua lingua scese ad incontrare le altre labbra di Sara. Morbide come le prime, ma sensibilmente più bagnate. Anche la sua mano destra prese a dedicarsi a quella zona inesplorata. Prima con l’indice ne percorse l’intera fessura, poi, con lo stesso dito, la penetrò lentamente, mentre Sara manifestava la sua voglia crescente con frasi sempre più inequivocabili: ‘Ti prego… continua… non fermarti’. Marco pensava di essere posseduto. Non aveva mai visto una vagina in vita sua, eppure gli veniva tutto talmente naturale. Con le dita scostò le grandi labbra, mentre con la bocca prendeva possesso del clitoride gonfio di Sara. Lo leccava, lo stringeva appena, lo tirava. Intanto, con un dito prese a penetrare la ragazza, lentamente e sempre più a fondo.
Per la prima volta, Marco sembrava pienamente cosciente delle sue azioni, mentre Sara incitava il ragazzo a continuare, ma le sue frasi risultavano quasi sconnesse.
Marco, dal canto suo, aumentò il ritmo della penetrazione, mentre continuava, imperterrito, a suggere il clitoride di Sara ed a bagnarsi il volto con i suoi liquidi. Con l’altra mano, intanto, stimolava le sue mammelle dai capezzoli sempre più duri. Sara iniziò a contorcersi, mentre Marco non accennava a smettere, estasiato da quel corpo e compiaciuto dalla sua capacità di dargli piacere. Sara gemeva in maniera sempre più forte, fino a culminare in un urlo accompagnato da spasmi e brividi lungo tutto il corpo.
Si accasciò per qualche secondo, per riprendere le forze. Marco, intanto, risalì lungo di lei e, quando il suo viso incontrò quello di Sara, prese nuovamente a baciarla, dolcemente.
La ragazza, intanto, fece scorrere la sua mano lungo il torace e l’addome di Marco, fino ad arrivare al suo pene. Lo strinse, poi iniziò un lento su e giù e, nel frattempo, quasi in segno di riconoscenza, sfiorò con le sue labbra il corpo del ragazzo, fino ad imboccare parte del caldo e duro oggetto del piacere. Nella bocca della minuta ragazza ci stava appena il glande, ma questo non le impedì di far provare a Marco un piacere indescrivibile. Sara leccava la cappella gonfia, per poi ridiscendere lungo l’asta, mentre con una mano massaggiava delicatamente lo scroto. Marco era ormai al limite, prima per la vista del corpo di Sara, poi per il contatto con esso, e ora per l’opera incessante della ragazza. Non ci volle molto perché tutto questo culminasse in un orgasmo devastante. Il ragazzo si sentì svuotare, mentre Sara assaporava il suo sperma, deglutendo fino all’ultima goccia la copiosa quantità emessa dal ragazzo.
Fu allora la volta di Sara di risalire lungo il corpo di Marco per tornare a baciarlo, mentre non smetteva di stringere il suo pene, che sembrava non aver perso neppure un po’ di consistenza.
Continuarono a lungo a baciarsi ed esplorarsi, con la passione di chi si desidera come mai nessun altro prima di quel momento e con la calma di chi vuol godere fino in fondo di quegli istanti, ben sapendo di avere tutto il tempo per farlo.

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