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Racconti Erotici Etero

Un giorno di piacevole follia

By 14 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Era ancora mattina presto quando a Giulio arrivò un messaggio sul suo telefonino…..
Era Alessia, la sorella di Marco, il suo migliore amico, una bella ragazza molto simpatica che aveva conosciuto insieme al fratello ancora alle superiori. La vedeva spesso quando abitava ancora a casa dei suoi genitori facendoci spesso lunghe chiacchierate la notte dopo che era stato in giro per discoteche col fratello, e anche se ci si era affezionato e gli piaceva molto non aveva mai provato ad avvicinarsi troppo, probabilmente per il suo migliore amico che era molto protettivo nei suoi confronti.
Quel giorno Alessia chiese a Giulio se avrebbe potuto richiamarla e magari raggiungerla a casa sua nel tardo pomeriggio per aiutarla a montare il suo nuovo computer, il fratello non poteva in quel periodo perché stava preparando degli esami universitari, e lei pensò subito all’amico che condivideva la stessa passione per l’elettronica del fratello.
Giulio la chiamò subito al telefono e gli fece sapere che era libero per il pomeriggio e si mise d’accordo per l‘orario dell’incontro.
Nel pomeriggio la raggiunse al suo indirizzo, dopo qualche secondo in ascensore arrivò al piano del suo appartamento e suonò il campanello…
-”Ciao Alessia!”-
-”Ciao Giulio! Finalmente sei arrivato! Mi stavo preoccupando, come stai?”-
-”Tutto bene, scusa se ho fatto un po’ tardi, avevo qualche commissione da fare, sai le solite cose. Ma dimmi, come sta tuo fratello?”-
-”Molto bene, è sempre preso dai suoi esami ultimamente ma non ne sbaglia uno!”-
-”Ottimo! Immagino che abbia la media del 30 come suo solito, spero di rivedere quel topo di biblioteca prima o poi!”- Disse ridacchiando.
-”E’ vero, è proprio un secchione!”- Rise anche lei.
-”Allora dove sta il computer?”-
-”Vieni è di qua!”- Gli fece strada per seguirla.
Alessia era come sempre una ragazza bellissima, era da tempo che Giulio non la vedeva ma era rimasta come se la ricordava, una ragazza magra, slanciata e di una bellezza rara da trovare. Non aveva perso il suo umorismo e la sua simpatia, era sempre bello parlare con lei, ed era più affascinante che mai, non era più la ragazzina che aveva conosciuto, ora era una vera donna.
Mentre Giulio la seguiva assorto nei suoi pensieri cominciò a fissarla… Non poteva fare a meno di guardare le sue gambe che lo facevano letteralmente impazzire, e fissandole notò che il vestito nero che portava era molto corto… Continuò a guardare mentre Alessia camminava in modo provocante, lasciando che i movimenti dei suoi fianchi ondeggiassero quanto bastava da lasciar intravedere per brevi istanti le sue forme da sotto il vestito, facendolo visibilmente eccitare.
-”Ecco, sta qui”- Gli disse indicandogli il computer appoggiato ai piedi della scrivania ancora vuota. Giulio non disse nulla e si diresse verso il computer.
-”E’ proprio un bel computer, devi aver speso parecchio!”-
-”Veramente no, ho speso molto poco, non volevo un computer costoso ma decente, non mi piace spendere molto soprattutto per queste cose…”-
Giulio continuò ad ascoltarla mentre parlava del negozio in cui aveva preso il pc e di quanto fosse stato difficile sceglierne uno, ma dentro di se si mise a ripensare alle sue gambe lisce e morbide come il velluto, e a quello che avrebbe potuto trovare sotto quel vestito nero, abbastanza stretto da poterne scorgere le forme del corpo. La guardava spogliandola con gl‘occhi in preda a fantasie erotiche, sentiva crescere il desiderio dentro di lui, quella situazione strana lo faceva eccitare ma al tempo stesso lo spaventavano, era pur sempre la sorella del suo amico…
-”Giulio? Mi stai ascoltando?-
-”Si si scusami, stavo solo pensando a come sistemare il computer”- Disse imbarazzato.
-”Mi guardavi in modo strano, sembravi un bambino davanti al suo regalo di compleanno!”-
Il modo così diretto di Alessia nel rivolgersi a lui lo fecero esitare per un attimo, sperava di non esser stato scoperto mentre fantasticava su di lei come se fosse ancora un adolescente in calore. La guardava imbarazzato senza nulla da dire, con ancora un velo di eccitazione in corpo che non poteva nascondere, e come se non bastasse il rigonfiamento dei suoi pantaloni lo tradivano… Alessia invece non era per niente a disagio, anzi quel modo di guardarla sembrò divertirla molto, negl occhi di lei si accese una strana scintilla e il suo modo soddisfatto di fissare Giulio sembrava comunicargli che la sua eccitazione non era nata per caso, ne era passata inosservata…
-”Che ti succede? Sembri imbarazzato!”- Gli disse Alessia avvicinandosi a lui con fare sinuoso. Giulio prese tempo per trovare una risposta sensata alla sua domanda, ma la gola si strinse e l’imbarazzo non faceva altro che aumentare, mentre cercava una scusa lo sguardo di lei si fece più intenso, sembrava imitare quello di un felino pronto a balzare sulla sua preda, e questo non lo aiutavano…
-”Scusami, è che nel vederti vestita cosi non riesco a starti indifferente hehe. Sei davvero molto bella sai?”- Sentendo quelle parole Alessia si avvicinò ancora di più lasciando solo qualche centimetro di distanza tra loro due, fissandolo negl occhi, facendo riaffiorare in Giulio istinti famelici e pulsioni animali…
-”E da cosi vicino come ti sembra? Sai c‘è un motivo se ho messo proprio questo vestito… E’ molto “comodo“ quando serve…”- Gli disse provocatoria sorridendo con uno sguardo malizioso.
Da quel momento l’eccitazione di lui fu completa, i pantaloni tiravano tanto da potersi strappare, e più la guardava negl occhi e tanto più si convinceva che lei ne era consapevole.
-“E’ comodo per cosa?”- Gli chiese spinto dalla curiosità. Sapeva già a cosa poteva riferirsi ma voleva vedere a che punto sarebbe arrivata, sicuro che non avrebbe mai avuto il coraggio di rispondere.
Ma dopo qualche momento Alessia senza nessuna esitazione gli prese la mano e la fece scivolare lentamente tra le cosce sotto il suo vestito.
-“E’ comodo per questo.”- Gli disse sorridendo eccitata.
Continuò a guidargli la mano spostando leggermente gli slip neri e semitrasparenti che la coprivano facendogli sentire con le dita la sua cavità, spostandole lentamente su e giù, lungo tutta la fessura, già umida e grondante di umori.
Ora la sentiva, era eccitata, era impaziente, e per la prima volta poteva averla. Questo pensiero lo fece incendiare, a tal punto che ogni traccia del suo imbarazzo scomparve. Trasportato dalla lussuria continuò a toccarla, e non passò molto tempo quando Giulio sentì qualcosa a sua volta sfiorargli la patta dei jeans, prima che se ne accorgesse anche Alessia stava cominciando a toccare con la mano il rigonfiamento dei suoi pantaloni, seguendo la forma del membro eccitato e segandolo lentamente…
-”E‘ durissimo!”- Gli disse ironica stringendolo più forte.
-”Immagino sia colpa mia se stai cosi vero?”- Ironica nuovamente.
La naturalezza con cui Alessia lo toccava e lo eccitava dicendogli quelle cose fu una sorpresa per Giulio che si abbandonò totalmente al suo tocco, provando un piacere unico che non aveva ancora mai provato in vita sua.
-”Anche tu sembri non scherzare.”- Gli disse lui a sua volta continuando a toccarla.
Dopo un po’ cominciò a strofinarsi contro il suo corpo facendole sentire il suo membro spingere contro di lei.
-”Ti piace cosi?”- Disse lui mentre la carezzava tra le gambe.
-”Si ma potresti fare di meglio… Aaahhhh!!”-
Prima di farla finire la penetrò, come per “punirla” di quel ennesima provocazione che gli aveva lanciato, entrò in lei molto velocemente con le dita che vagavano ancora tra la sua carne, facendola gemere senza controllo, iniziando a masturbarla con una mano mentre l’altra si intrufolava nel suo vestito esponendone i seni e pizzicandone i capezzoli duri come chiodi.
Ora era diventata una sfida, nessuno dei due voleva cedere, entrambi avevano l’obbiettivo di far arrivare al limite l’altro usando ogni arma in loro possesso, per decidere una volta per tutte chi comandava.
Lui a quel punto la prese con convinzione per i fianchi facendola sussultare, e fece scivolare la sua lingua nella sua bocca mentre lei gli slacciava i pantaloni introducendosi negli slip e facendo gonfiare ancor più tra le sue mani il membro eccitato. Lo stringeva forte e lo muoveva su e giù mentre lo baciava, scendendo prima verso i testicoli accarezzandoli delicatamente, e poi risalendo fino alla punta.
Dopo il bacio lei lo guardò maliziosa facendogli capire cosa aveva in mente, e poi si abbassò in ginocchio davanti a lui, teneva le labbra ancora serrate, si faceva desiderare appoggiandole sulla punta della cappella strofinandole lentamente mentre lo guardava dal basso, facendolo soffrire dal desiderio di averlo nella sua bocca. Ci furono momenti dove lui avrebbe voluto prenderla per i capelli e farglielo ingoiare a forza, ma la lasciò fare, e poco dopo lei lo prese, cominciò a leccare la cappella lucida con la lingua, scovando ogni punto sensibile, stuzzicandolo, divertendosi a farlo gemere ogni volta che voleva e quando voleva. Seguiva la linea del membro con la lingua ungendolo da cima a fondo, succhiandolo tra le labbra, sentendolo pulsare più forte. L’espressione di lei mentre lo teneva in bocca sembrava molto chiara, desiderava averlo dentro. Lui stava cominciando a cedere alle sue attenzioni ma inevitabilmente anche lei stava cedendo ai suoi istinti.
Quel dolce soffrire costrinse Giulio a prendere l’iniziativa, la fece rialzare e gli sfilò il vestito, la sollevò con forza a gambe aperte sulla scrivania poggiando i talloni sul bordo, e immerse la bocca nel suo fiore sentendo indistintamente Alessia gemere al primo contatto con la lingua, pennellando il clitoride in modo continuo e deciso, e come un pittore la fece scorrere tra le insenature della sua carne bagnata, sempre più eccitata, succhiando ogni goccia dei suoi umori per poi affondarle la lingua dentro mentre lei con gli occhi chiusi godeva di desiderio, tenendolo per i capelli e spingendolo più a fondo e più in profondità, creandone un opera d’arte di piacere. Ora era lui che si faceva desiderare…
-”Ti voglio dentro!!”- Gli disse eccitata mentre lui le affondava ripetutamente la lingua nel suo fiore che sembrava aprirsi come un girasole alle prime luci del mattino. Poco dopo si alzò da lei e la distese lungo la scrivania, si mise in piedi tra le sue morbide cosce osservando eccitato lo splendore che gli veniva offerto, accarezzando il suo ventre piatto e teso come una corda di violino, passandogli la cappella sulla fessura della vagina sollecitandone il clitoride più volte, masturbandoli insieme.
-”Mi vuoi vero? Lo vedo che mi desideri, il tuo corpo non può mentirmi. Io sto qui, non devi fare altro che chiedermelo. Dimmi che mi vuoi! Dimmi che vuoi farti scopare come una troia!”-
-”Si ti desidero! Scopami! Scopami come una troia!!”-
E da quelle parole lui capì che ora era solo sua, poteva farla godere a suo piacimento e ricevere tutto quello che desiderava da lei, che per prima aveva ceduto al suo piacere. Ma guardandola distesa davanti a lui non gli fu difficile capire cosa gli stava succedendo… Anche lui ormai aveva ceduto, se lei glie lo avesse chiesto non gli avrebbe potuto negare più nulla ne resistergli, la voleva ora più di qualunque altra cosa!!
A quel punto lui la prese con violenza tenendola ferma per i fianchi, con il pene già puntato sulla sua fessura, e in un attimo con un colpo violento e preciso gli fu dentro.
Lo aveva tanto desiderato e ora lo poteva sentire finalmente, pulsava in lei sempre più forte aderendo perfettamente tra le sue pareti, scivolando fuori e dentro come una lama nel burro, sentendone il calore, la forma e tutto il fervore che ne guidava i movimenti. Lui la guardò negl occhi mentre incalzante aumentava il ritmo scorgendo in essi la stessa folle frenesia che si era impossessata di lui.
Il sudore dei loro corpi si mischiò in un unico elisir che sapeva di eccitazione e di sesso, potevano sentire i loro cuori danzare insieme al ritmo del loro respiro sempre più affannato che non faceva altro che peggiorare il loro turbamento, e avvinghiati si muovevano all’unisono come un unico essere.
-”Non fermarti, non fermarti!!”- Gridò Alessia all’apice del piacere, conscia che non avrebbe resistito ancora a lungo in quello stato. Lui sentendo quelle parole la fece scendere e la girò velocemente, la mise riversa a pancia in giù contro la scrivania impaziente di averla ancora, allargandogli le natiche e ficcandolo nuovamente dentro. Continuò a penetrarla duramente e iniziò a schiaffeggiarle le natiche mentre con l’altra mano la teneva per i capelli, lei si reggeva appena dalla foga di quei colpi tenendosi con le mani ai bordi del tavolo, gemendo e urlando in continuazione, sentendo ogni colpo e ogni schiaffo, seguendo il ritmo incessante del suo bacino, entrando e uscendo ancora e ancora con violenza dal suo corpo distrutto dal piacere. Ma prima che i due raggiungessero insieme una violenta esplosione dei sensi, prima che lui potesse riversare tutto il suo caldo seme sul suo corpo eccitato, prima che lei potesse abbandonarsi ad un inondazione di piacere che gli avrebbe sconvolto il cuore e l‘ anima…
Giulio si svegliò…
In quel momento non capì bene cosa stava succedendo ne dove si trovasse, sentiva solamente il suo corpo muoversi sconvolto da spasmi di piacere.
Ma poi gli fu chiaro… Stava venendo, veniva pensando a lei, e nel intimità del suo letto rilasciò tutto il suo piacere scorrendo a fiumi sotto di lui…
Ancora eccitato si toccava con la mano intrisa dei suoi umori, mentre con l’altra cercava ancora il corpo di Alessia tra le lenzuola con la vana speranza di ritrovarla e finire quello che aveva con tanto ardore cominciato, ma si rese conto che lei non era più con lui, che tutto il vissuto di quegli incredibili istanti di piacere era solo frutto dei suoi sogni. Tutta la passione e l’emozione di quel breve momento di piacevole follia non esisteva più, era svanito per sempre nel buio di quella notte, tra quelle lenzuola…
Dopo qualche ora fu quasi l‘alba, e Giulio disteso sul letto nel silenzio della sua stanza pensava ancora a lei, a quel sogno nato in una sola notte che lo aveva totalmente sconvolto, tanto bello da non poter essere vero…
Ora era finalmente mattina, da poco la luce dell’alba cominciò a illuminare la stanza, i raggi del sole gli imponevano di alzarsi e cominciare una nuova giornata. Si sentiva rinato dopo quella notte ma allo stesso tempo malinconico e deluso per non aver avuto davvero quello che da molto tempo aveva desiderato fosse reale. Ma dopo un po’ non ci pensò più e si alzò pronto a cominciare un nuovo giorno, pensando piuttosto che avrebbe dovuto risentire il suo amico di cui non aveva notizie da tempo.
Dopo qualche istante arrivò un messaggio sul suo telefonino…

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