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Un giorno freddo, un incontro casuale

By 20 Febbraio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Uno di quei freddi giorni in cui hai tanto da fare, e ti sposti continuamente nel quotidiano tram-tram composto da brevi pause pranzo,colloqui e spostamenti con i mezzi pubblici. Ecco, proprio su questi ultimi accade che mi si pongano mentalmente le più ricche e agognate scene di sesso ed erotismo casuale.

Quel giorno avevo preso la metro verso mezzogiorno, orario in cui sono poco affollati i mezzi pubblici, e avevo spazio addirittura per sedermi!
Appena salì sulla carrozza notai subito una ragazza di aspetto provocante seduta su una delle seggiole, quasi del tutto vuote , del vagone. Vestiva delle calze a collant che le facevano rislatare la formosità perfetta delle sue gambe sexy, degli stivaletti che davano classe e portava una gonna rossa in maglia che faceva da pezzo unico con sopra anche un giubbotto nero attillato. Un cappello daartista francese ed un paio di rayban neri stile anni ’80. Aveva le gambe accavallate in modo provocatorio e tutte le sue movenze, involontariamente o no, mi eccitavano sempre più.
Era una tipa molto affascinante , con l’aria molto decisa e che conosceva bene l’effetto che poteva fare sugli uomini. La osservai maniacalmente, sopprattuto le gambe. Lei si accorse di me e fingendo di guardare da un’altra parte, con i rayban da sole che le coprivano gli occhi, incominciò a scrutarmi mentre la guardavo desideroso. Aveva una corporatura snella e delle forme molto eccitanti oltre che un modo di fare da vera provocatrice. Era un po’ come se spaesse di essere osservata per il suo vestirsi provocante e facesse di tutto per inghingherarsi col povero turno che la osservava struggendosi , desiderandola. Non le dissi niente all’inizio, poi non resistetti. Con una banala scusa attaccai bottone innocentemente e dopo neanche due minuti sapevo come si chiamava, dove stava andando e che sarebbe scesa casualmente alla mia fermata.
Disse che non aveva fretta di tornare a casa e che si sarebbe fermata in un bar a fare due chiacchiere. Accecato dalla voglia , accettai come se non stessi aspettando altro e lei notò il mio clamore accenando un sorriso compiacente e soddisfatto sotto i neri occhiali che portava.
Entrammo in un piccolo bar all’angolo e ci sedemmo. Lei prese un’acqua tonica, chiedendo espressamente una fetta di limone nel bicchiere. Il suo seno formoso si poteva facilmente intuire dalla maglia a gonna rosa ; inizia a fantasticarci su anche dopo che si sedette mostrando le gambe per bene. Mentre parlavamo mi impacciavo spesso perchè mi perdevo ad osservare e sbavare le sue gambe ed a immaginare la sua figa.
Quando iniziammo a bere ,aspettò di vedermi fare i primi sorseggi e tornare a guardarla per bene prima di consumare la sua bevanda con la fetta di limone. Ne bevve un sorso , poi accennando in modo scherzoso alla sua passione per i limoni, si avvicinò il bicchiere alla bocca e tirò fuori la lingua per leccare la fetta.
Sembrava una scena surreale, quasi grottesca. La osservavo senza fiatare e ormai sentivo di aver avuto un’erezione incontrollabile. Mosse la lingua piano, spostandosi da un bordo all’altro della fetta. Più mostrava quella carnosa lingua e più mi toccavo. In preda alla sofferenza di non poter fare nulla guardai altrove.
Lei si alzò subito dopo dicendo che doveva andare ai servizi. Mentre la vedevo andare al bagno le guardai il culo e le gambe come se non avessi mai desiderato altro, come se vivessi per quelle membra carnose. Dopo diverse decine di minuti però, la mia eccitazione e voglia di sesso ossessivo furono placate da stranezza e incredulità ; non tornava più dai servizi e così decisi di andare a controllare. Bussai alla porta e mi disse che stava bene ma che aveva avuto dei forti fastidi. Subito dopo mi aprì e mi fece entrare in questo bagno ben tenuto dalla rosso-bianche mattonelle, richiudendo la porta a chiave.
Si sciaquò la faccia al lavandino affermando che in realtà il suo problema era un altro. Mi avvicinai per sincerarmi e lei dallo specchio mi guardò girandosi di scatto.
“Il mio problema è che non sono mai soddisfatta, mai appagata. Ho voglia di un uomo che mi faccia godere molto” Mi sentì subito emozionato ma seppur fossi zitto, parlavo con la voglia.
Mise le mani sul mio petto e scese giù alle gambe , arrivando a toccarmi il pene, già eretto ed eccitatissimo. “Sei tu quello che mi soddisferà?” Chiese da vera seduttrice mentre mi spingeva facendomi inciampo per farmi sedere sul water del bagno. Si inginocchio verso le mie gambe e mi slacciò i pantaloni. Il mio fallo era già poderosamente grande e a stento stava nei boxer. Mi toccò di nuovo il cazzo con entrambe le mani e finì poi per tirarlo fuori.
Il cuore mi batteva all’impazzata mentre me lo toccava e lo accarezzava dolcemente, come se volesse eccitarmi al massimo.
Improvvisamente si alzò e si tolse le mutandine tenendo ancora la gonna , poi si abbasso la maglia fino a scoprirsi il seno togliendosi il reggipetto. Aveva due tette fantastiche, sode e dritte. Ero ormai in balia questa persona, non potevo fare nulla, sentivo che poteva controllarmi e fare di me quel che desiderava.
Tornò a toccarmi il pene baciandolo con la lingua e dopo qualche secondo mi tirò delicatamente la pelle del mio fallo per rendere bene visibile la cappella.Vi posò la lingua come con la fetta di limone e iniziò a leccarmela insistentemente. Poco dopo la punta del mio cazzo era tutta fradicia , mentre stavo godendo da morire. Insisteva soavemente sull’uretra e sul glande facendomi sussultare di piacere poi si fermò mi disse : “Voglio che tu mi faccia godere” e si appoggiò al rubinetto alzandosi la gonna e aprendo le gambe con le ginocchia in su, così che potessi vedere tutta la sua figa. Baciai inizialmente le sue gambe con le calze, leccandogliele compulsivamente per poi passare alle grandi labbra della suo orifizio vaginale, non staccando mai la lingua dal suo corpo. Gli leccai l’orifizio internamente ed esternamente sentendola gemere mentre succhiavo i suoi molteplici umori. Ma di lì a breve, immerso mentalmente e fisicamente, non resistetti più. Mi alzai tenendole una cosa in modo molto possessivo con una mano e il mio eccitato e bagnato cazzo con l’altra e iniziai a fotterla. Lei continuava a ripetermi di farlo. Appoggiai la cappella dolcemente alla clitoride e glielo infilai soavemente dentro , in un tripudio di bagnati umori. Spinsi più forte e arrivai a metterglielo fino ai testicoli tutto dentro con un’apprezzata e lieve violenza.
Lei gemeva e godeva moltissimo ; mentre la penetravo mi prese le mani per mettermele sulle cosce aprendole , come per farmi capire di spingerglielo senza pietà fino al massimo.
Sentivo che non avrei resistito molto prima di eiaculare, le sue tette ballavano , il mio cazzo entrava e usciva dalla sua vagina facendo scaturire un sacco di liquido.
Iniziai a gemere anche io, ormai non ero più me stesso mentre la scopavo appassionatamente. Lei mi sussurrò di dovere farla godere tanto e di non venire.
Mi sentì un po’ umiliato , sapevo che avrei resistito poco , così decisi di appoggiare la mia testa sulla sua spalla destra e chiudere gli occhi , immaginando qualunque cosa per non venire e resistere.
Dopo diversi minuti a scopare selvaggiamente, e la figa completamente lappata e aperta, la ragazza iniziò una serie di gemiti mentre mi faceva cenno di spingere forte dentro quando ebbe un orgasmo fortissimo. Tremò di piacere e mi strinse ancora forte in un’emozione a lei sconosciuta.
Io avevo ancora il pene eretto e togliendoglielo dalla vagina notai che glielo avevo talmente spinto che rimaneva aperta anche senza il mio membro dentro. Mi scostò con un sorriso sulla bocca, ma la guardai seriamente.
Gli rimisi subito il mio cazzo dentro e dopo aver accennato ad una falsa e debole riluttanza si fece penetrare subito ancora.
Incomincia a spingere progressivamente, lei era vistosamente satura di piacere ma non mi fermai. Sentivo il mio cazzo esplodere mentre spingevo ai limiti umani.
Dopo qualche secondo arrivai all’apice del piacere e con il pene completamente immerso nella sua figa eiaculai violentemente dentro di lei. La strinsi a me forte , prendendole le gambe così da immettere per bene tutto il mio sperma dentro di lei. L’eiaculazione fu violenta e quasi mi fece male all’uretra. Tolsi il pene dalla sua figa dopo circa un minuto, vedendo colare benino un nefasto liquido denso, composto dai suoi umori e il mio sperma.

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