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Racconti Erotici Etero

Un grosso cazzo e tanta sborra nella mia bocca

By 14 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti mi chiamo Luana ho 20 anni e ho il ragazzo. Sono affezionata a lui, stiamo insieme da un anno. Non credo sia proprio l’amore della mia vita ma per me &egrave così un po’ in generale, nel senso che trovare quello che faccia perdere completamente la testa penso sia molto difficile. Comunque l’affetto c’&egrave e lui mi piace parecchio anche fisicamente. &egrave un bel ragazzo, tanto dolce e galante. Forse a volte troppo. E noi donne dobbiamo ammettere che pure se sappiamo controllarci molto più degli uomini, quando però il corpo ci prende il sopravvento sulla mente sappiamo diventare grandi troie. E nell’episodio che vi racconto mi &egrave successo proprio questo, un uomo con i suoi modi rudi e da porco mi ha fatto essere puttana.

Sono una gran bella ragazza non posso negarlo. Anzi una gnocca come dicono i più. Mora capelli lunghi, bellissimo corpo, viso e sguardo provocanti. Insomma sono consapevole che tanti vorrebbero farmisi. Faccio la fotomodella a volte, cio&egrave faccio da soggetto per scatti fotografici in cui indosso abbigliamento di alcuni negozi per promuovere il loro vestiario. Non per case famose, ma soprattutto negozi locali. Qualche mese fa il proprietario di uno di questi mi chiamò per fare un nuovo servizio. Un tipo distinto, di età compresa all’incirca tra i 45 e i 50 anni. Ma che dai modi di fare si intuiva essere molto diretto e anche un po’ pervertito. Aveva sempre gli occhi sul mio corpo, sulle mie cosce e il mio culo. Faceva battutine maliziose, anzi pure sconce, come ad esempio quando indossavo le sue gonnelline leggere e svolazzanti e mi diceva ‘con questa il tuo ragazzo basta ci va a nozze, ovunque state ti può castigare facilmente’. E poi se la rideva di gusto. Io facevo finta di essere divertita per non risultare sgarbata. Ma la cosa mi dava fastidio non poco.

Uno di quei pomeriggi, alla fine dello shooting fotografico all’interno del suo negozio, il proprietario volle farsi una foto di rito con me per ricordo e mi prese in braccio. Mi ritrovai seduta sopra le sue gambe dandogli le spalle, con il culo a contatto con il suo pacco. Lui da dietro con un braccio mi avvolgeva la vita e con una mano mi palpava un coscia. Facevo finta di niente come sempre. Ma mentre il fotografo ci scattava qualche istantanea quel porco mi diceva ‘sei un grandissimo pezzo di fica, fai attenzione che con questa gonnellina rischi che ti castiga anche qualcun altro a parte il tuo ragazzo’. Quella frase mi lasciò grande sdegno interiormente ma feci la donna adulta e vaccinata e risposi piccata ‘lei non si preoccupi so badare a me stessa’. Nel frattempo sotto il culo sentivo un bozzo duro e devo ammettere veramente voluminoso. Lo stronzo doveva avere un grosso bestione tra le gambe e chissà perché mi tornava in mente quello che mi diceva spesso una mia amica, cio&egrave che sono sempre gli stronzi depravati ad avere dei bei piselloni.

Scattate quelle 4-5 foto per ricordo mi alzai e feci per salutare, ma il proprietario del negozio mi disse che mi avrebbe accompagnato senza problemi a casa dato che mi ero mossa con i mezzi pubblici. La cosa mi fece anche piacere, visto che mi ci sarebbero voluti una buona quarantina di minuti per rincasare senza il passaggio. Salii in macchina con lui e ovviamente durante il tragitto non faceva altro che guardarmi le cosce. Poi a un tratto mi mise la mano proprio su una coscia accarezzandomela e dicendo ‘scusami per la battutaccia di quando ci stavamo facendo le foto insieme, forse ho esagerato’. Stupita da questa inaspettata galanteria feci la donna di mondo, anche perché pensavo fosse il modo più adatto di comportarmi considerato che non era la prima volta che mi chiamava per farmi lavorare come fotomodella per il suo negozio e quindi volevo assolutamente conservarmi l’opportunità anche per il futuro. Quindi risposi ‘si figuri signor Mario sono una ragazza di larghe vedute e non mi scandalizzo certo per una battuta’. Forse però così facendo gli diedi coraggio, ancor più del solito. Senza togliermi la mano dalla coscia mi disse ancora ‘brava bella ce ne fossero di ragazze che la pensano così’, e aggiunse ‘chissà se però tra uno shooting e l’altro, cambiandoti e ricambiandoti, ti sei ricordata di rimettere le mutandine sotto la gonna’. E detto ciò si fece una grassa risata.

Non vi so spiegare perché, non me lo so ancora spiegare nemmeno da sola. Ma quella battuta mi diede la scossa. Sentii un brivido, di eccitazione. Quel porco che non faceva altro che mangiarmi con gli occhi, sbavare per me e stuzzicarmi con le sue battutine da vecchio arrapato, era riuscito a scatenarmi l’orgoglio femminile e la consapevolezza di poter avere tanto potere su di lui. Mi prese un desiderio irrefrenabile di rispondere a tono alla sua continua provocazione e non riuscii a trattenermi dal farlo. Esclamai ‘oh cazzo!’ e lui ‘che succede Luana?’. Io decisa replicai ‘succede che ha ragione signor Mario ho dimenticato di rimettere le mutandine, sono proprio una stupida’, e lui esterrefatto togliendomi la mano dalla coscia disse ‘ma tesoro io stavo scherzando’. Ormai ero convinta, volevo farlo morire quello stronzo e continuai ‘io invece no, cazzo che sbadata!’. Anche i termini forti che usavo erano spontanei, tutto mi veniva automatico. Quello non sapeva più cosa dire, non credeva alle sue orecchie. E per dargli il colpo di grazia dissi ‘menomale che c’&egrave lei che mi accompagna in macchina perché altrimenti una gnocca del genere sull’autobus senza nemmeno le mutandine sotto la gonna rischiava davvero di ritrovarsi con qualche uccello infilato tra le cosce’.

Il proprietario del negozio era quasi incredulo. Aveva lo sguardo allupato e notavo il suo voluminoso bozzo nei pantaloni crescere. Mi sentivo soddisfatta e soprattutto divertita. La sua replica fu questa ‘nel frattempo però anche se non sei sull’autobus mi sembra che gli uccelli e i cazzi ti stanno uscendo dalla bocca’, riferendosi alle parole che avevo usato. Non potevo non sfruttare l’assist per colpirlo ancora di più, allora dissi ‘le assicuro che tornando a casa con i mezzi pubblici senza mutandine sotto questa gonnellina mi sarebbe andata veramente di lusso se i cazzi mi fossero usciti solo dalla bocca’. Quello non trattenendosi più rispose ‘Luana al solo pensiero di un pezzo di fica come te che lo prende in bocca il cazzo piuttosto mi esce dai pantaloni’. Era fatta, l’avevo messo KO. Ero fiera di me. Ma il problema &egrave che ero sempre più eccitata dalla situazione trasgressiva. Ormai sciolta replicai ‘signor Mario preferisco essere qui con un uomo distinto a cui l’uccello sta uscendo dai pantaloni che non infrattata in qualche vicolo a dover soddisfare con la bocca qualche rozzo energumeno! Però adesso resista e porti a casa sana e salva la boccuccia della sua bella modella’.

Purtroppo mi resi conto poco dopo che avevo tirato troppo la corda, che avevo esagerato con le provocazioni. Il porco d’improvviso imboccò con la macchina un vicolo chiuso dall’altro capo della strada e si fermò spegnendo il motore. In un attimo tirò fuori dai pantaloni il suo grosso cazzo e la visione mi lasciò stupita. Non era troppo lungo ma era larghissimo. La parte centrale della mazza era più larga e poi andava stringendosi un po’ verso la cappella, che comunque era molto voluminosa, il doppio rispetto a quella del mio ragazzo. Quel membro mi catturò gli occhi, faticavo a non guardarlo. Mai vista prima una verga del genere. Mi piaceva. Come tutta la situazione in sé. Quel maiale esclamò ‘adesso non fai più la spiritosa vero zoccola? Forse era meglio che prendevi l’autobus anche se non ti &egrave andata poi così male, lo vedo come lo guardi mi sa che ti piace il mio cazzone! Il tuo ragazzo in confronto ce l’ha piccolo scommetto’. Ero tornata alla dura realtà, il gioco era finito male e non avevo via di scampo. Ma soprattutto ero eccitata. Risposi ‘&egrave vero quello del mio ragazzo &egrave molto più piccolo’. Poi d’istinto allungai la mano e impugnai al centro quel grosso pisello. Per quanto era largo quasi non riuscivo a chiuderci le dita attorno. Gli dissi ‘&egrave questo che voleva signor Mario? Mi ha fatto battutine tutto il giorno e mi ha accompagnata in macchina sperando che accadesse questo?’, e detto ciò iniziai a segarlo dolcemente. Quello cominciò a sospirare per il piacere e rispose ‘con le puttanelle come te non ci si può accontentare di una sega, quello che volevo era questo’. A quel punto mi spinse la testa con forza verso il suo cazzo, tanto forte da farmela arrivare a contatto con la sua grossa cappella. Me la teneva così e mi strofinava la cappella umida sulle labbra della bocca, sul mento, sotto il naso e sulle guance. Continuò così per qualche istante, poi mi mollò e mi disse ‘adesso hai capito come lo uso il tuo bel faccino da troia? Ora fammi vedere quanto sei brava a fare le pompe, dai che ti serve imparare bene, fai la modella quindi sai quanti cazzi dovrai prendere in bocca’.

Le sue parole mi stavano stimolando ancora di più. Non credevo a me stessa, ma quel maiale con i suoi modi da depravato mi eccitava. Replicai ‘ma il lavoro della modella non &egrave mica prenderlo in bocca’, e lui ‘oh si Luana se vuoi fare la modella devi fare tante di quelle pompe che nemmeno te lo immagini, farai più pompe che foto e anzi il tuo ragazzo sarà l’unico a cui non le farai più per quante ne dovrai fare agli altri’. Se la rideva di gusto. Io ebbi un sussulto di reazione e risposi ‘lei &egrave un porco schifoso!’, ma lui esclamò ‘adesso zitta e ciucciami il cazzo troia!’. Mi spinse di nuovo la testa con forza verso il basso e mi infilò la cappella in bocca. Cominciai a succhiarla con difficoltà all’inizio. Ma poi in breve mi abituai e mi piacque sempre di più. Ero molto eccitata, sentivo la figa bagnata. E ormai succhiavo quel cazzone come se fosse quello del mio ragazzo, con la differenza che era molto più impegnativo per via delle dimensioni, ma molto più soddisfacente. Il proprietario del negozio emetteva versi animaleschi e non smetteva di parlare ‘succhia puttana succhia! Siete tutte uguali, fate tutte le santarelline e le brave fidanzatine ma poi sotto sotto siete tutte pompinare! Adesso zitta e bevi troiona!’.

Mi venne copiosamente in bocca. Dovetti assaporare tutta la sua sborra e la cosa mi provocò quasi un orgasmo. Era tanta. Una parte la ingoiai, ma un po’ mi colò fuori ai lati della bocca e sul mento. Non contento lui pulì la sua cappella sul mio viso, come se stesse marcando il territorio. Poi si sistemò, accese la macchina e rapidamente mi riportò a casa, dicendomi ‘ciao zoccola, quando avrò di nuovo bisogno di una modella per il negozio ti chiamerò ancora’. Entrai in casa e mi chiusi in bagno. Sentivo l’odore della sborra sulla mia faccia e avevo ancora quel sapore in bocca. Mi piaceva. Ero eccitata, bagnata fradicia. Uscii di nuovo, perché fare quella pompa mi aveva messo tanta voglia di cazzo e di altra sborra. Andai dal mio ragazzo. Ma per farlo dovetti prendere l’autobus.

Qualsiasi cosa abbiate da dirmi scrivetemi a luanina_90@tiscali.it

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