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Racconti Erotici Etero

un nuovo inzio

By 11 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Il giorno sta per finire, l’imbrunire da a tutto una luce soffusa, una lampada messa a fare atmosfera.

C’è un silenzio irreale, si sentono solo i respiri pesanti e l’attesa si carica di elettricità.

La sala ha solo una sedia al centro illuminata, il resto è nell’ombra.

Lei arriva.

Non è molto vestita. Una leggera sottoveste nera, molto corta, molto scollata. Un paio di calze autoreggenti nere con un pesante bordo di pizzo finto. Un paio di scarpe nere con un tacco a spillo incredibilmente alto. Nel complesso volgare.

In contrasto con il suo viso e il suo aspetto. Delicato, gentile, timido. Capelli raccolti, niente trucco, carnagione chiara, labbra sottili, mani piccole.

In mano ha un piccolo catino pieno di acqua fumante, dei flaconi, un rasoio. A passi lenti, ma decisi, si avvia alla sedia.

Si sentono dei mormorii, ma il silenzio rimane come unico rumore assordante della stanza.

Ha la pelle d’oca, ma sorride. Si piega per appoggiare il catino su un basso tavolinetto vicino alla sedia. Potrebbe adottare pose sexy come nei film, ma lei lo fa con lentezza, chinandosi con grazia e volgarità. mostrando quanto è corta quella sottoveste, girandosi per far vedere quanto è scollata.

Non riesce a vedere chi c’è sul divano, ma percepisce l’approvazione.

Si siede, sempre con studiata lentezza, la pelle le brucia, ma sente freddo. Respira profondamente.

Alza lentamente il sedere e libera il bordo della sottoveste dal suo peso.

Apre le gambe sollevando la sottoveste. la coscia bianca al di sopra della calza sembra illuminarsi.

Si inizia.

Un folto pelo riccio appare tra le sue gambe. Non porta mutandine.
Un pelo riccio e disordinato, ludico e morbido nasconde appena il suo fiore.

Sa che gli sguardi sono concentrati li. Sente il suo corpo reagire.

I capezzoli le fanno quasi male da quanto sono duri. Sfregano sul pizzo della sottoveste ogni movimento. Ha i muscoli delle gambe tesi, prova a rilassarli. Sente il piacere scendere lento dentro la sua … fica … si fica, ora è una fica che tutti possono vedere.

Con una mano destra prende la spugnetta dentro al catino. La strizza un po’ . La porta tra le gambe, e bagna i suoi peli e la pelle intorno alla sua fica, nascosta dai riccioli.

Posa la spugna. Prende un tubetto che sembra dentifricio. Lo apre e fa uscire un po’ di pasta, con due dita la appoggia sui riccioli e inizia un lento massaggio, spalmandola su ogni peletto e ogni cm ddi pelle.

Il mormorio cresce. Adesso si vedono i contorni della sua fica. Adesso si sente bagnata, non solo dall’acqua. I muscoli delle gambe sempre tesi, si sta mordendo il labbro inferiore.

Posa il tubetto, si guarda. una strana maschera bianca nasconde la sua fica. Prende il rasoio. Lo guarda.

Lentamente lo porta giù, lo appoggia sul monte di Venere. Confine della maschera bianca. Sente la pressione sulla pelle.

Con movimenti precisi, secchi ma non troppo veloci o forti, inizia a far sparire quella crema bianca che nasconde quello che tutti vogliono vedere.

Gesti precisi per levare piano piano tutto. Quando il rasoio è sporco lo scuote nel catino, con un forte rumore di acqua.

Il rumoroso silenzio è sostituito da pesanti respiri e movimenti. Ha il fiato corto. I seni le fanno male, i capezzoli sono spilli nel suo corpo, le gambe sono rigide, il desiderio languido.

Adesso con attenzione rade i contorni. Ha un po’ di timore, e’ eccitata, non vuole tagliarsi. Sente le grandi labbra dischiudersi. Sente il clitoride pulsare. Sente di essere bagnata di piacere, non per la depilazione.

La sua pelle è quasi tutta esposta, liscia e senza più peli. Ha deciso di levarli tutti. con la mano sinistra si aiuta negli ultimi colpi di rasoio, chiude le grandi labbra con 2 dita per togliere gli ultimi peletti.

Con le stesse 2 dita le apre, come per farle respirare. Il mormorio cresce, i rumori anche.

Posa il rasoio, prende la spugna e toglie le ultime tracce di sapone, il contatto con la spugna la eccita. Il ruvido della spugna e l’acqua ormai tiepida la schiudono come un fiore.

Con piccolo asciugamano si asciuga. La spallina della sottoveste è caduta, non se ne è accorta. Il suo seno destro e completamente esposto agli sguardi di quei sospiri senza volto. Non la tira su.

Prende dal tavolinetto il tubetto della crema. Come lo apre il profumo di rosa si sparge per la stanza. Sesso e rosa, uno strano miscuglio di odori che la eccita ancora di più.

Solo ora si accorge che c’è odore di sesso, odore di cazzo e odore di piacere che la sua fica ormai oscenamente aperta emana dolcemente.

Mette molta crema sulle dita, chiude gli occhi e appoggia la mano sulla sua fica. E’ fredda, sente il contrasto con piacere. Inizia a massaggiare la pelle lentamente, spargendo la crema dove si sente più irritata. Più si massaggia, più sente le grandi labbra schiudersi.

Ha gli occhi chiusi ma sa bene cosa sta mostrando. Le grandi labbra chiare aperte, il confine con l’interno rosa scuro delle piccole labbra non è netto. Le piccole labbra, scure, sfrangiate, morbide. Pù si massaggia più si schiudono anche quelle e mostrano il rosso intenso dell’interno della sua fica.

Fica che batte, pulsa, come se chiamasse, chiedesse, urlasse di desiderio.

Il clitoride spinge, tira, chiede attenzione. Un piccolo pulsante che implora di essere toccato, spinto, schiacciato, tirato, leccato, morso ….

Non ce la fa più.

Il massaggio è finito.

La mano destra è un cuneo che cerca di entrarle dentro. Le dita della mano sinistra maltrattano le labbra e il clitoride. Si sente attraversata dagli sguardi, si sente una troia esposta, si sente una fica enorme.

Il piacere chiama, il cervello si contrae, le urla nascono da sole. non riesce a controllare gli spasmi, i brividi.

Gode.

Il piacere cala lentamente. Apre gli occhi. Si spaventa un po’ vedendo tre figure intorno a lei.

Tre ombre scure. Di fronte e di fianco a lei. Respirano forte. Si masturbano forte.

C’è odore di cazzo, di sesso.

Quello alla sua destra le prende il capezzolo con dita, stringe forte. Lei geme.
Quello di fronte le blocca le gambe, non riesce a chiuderle, ma non vuole chiuderle.
Quello alla sua sinistra viene per primo. Le schizza sul braccio e sul seno. Solo ora si accorge che con la mano tiene aperte le sue grandi labbra.
Quello di fronte le viene sul viso e sul seno, con forti schizzi, densi e odorosi.
Quello di destra, si sposta davanti al lei prendendo il posto del compare. Si abbassa. Viene urlando sulla fica aperta, sulla sua mano.

Si allontanano, tirandosi su i pantaloni. Non ha visto le loro facce, i loro corpi, i loro cazzi.

E’ sporca ma sottilmente insoddisfatta. Si sente troia, volgare e facile. Sorride.

Sente rumori nell’ombra. Ha perso la cognizione del tempo. C’è buio nella stanza, solo la sua sedia è illuminata dalla lampada.

Passi pesanti, che conosce bene si avvicinano. Altre voci e rumori spariscono in un’altra stanza.
Prende l’asciugamano e si pulisce il viso.

La sua voce profonda e cavernosa.

” Grazie troietta, ci vediamo giovedì …. e saluta mio figlio”

Lei si alza e va a verso il bagno, mente l’imponente figura proprietaria della voce la guarda uscire.

Si chiude la porta dietro le spalle. Quella che prima le dava sicurezza e protezione, ora le sembra una casa vecchia, un vecchio palcoscenico dove recita una parte. Ha questa sensazione, senza rammarico.

Lui non è ancora arrivato. Guarda l’orologio, e’ ora di cena. Ha fame pure lei.

Senza guardare il disordine, si mette a sistemare la cucina e a preparate una cena veloce.
Non si è neppure cambiata. E’ come se non volesse svelare i messaggi del suo corpo. Indossa i soliti vestiti.

Lui torna. Il solito bacio.

Apparecchia. Le solite chiacchiere.

E’ pronto. La solita cena silenziosa. Lei mangia, lui ingurgita il cibo.

C’è la partita in tv stasera. Come tutte le sere. La solita sera.

Lei.: “Amore, c’è una birra in frigo, vai di la a vedere la partita, qui sparecchio io. ”
****
Ma lui era così? Oppure è cambiato? O sono cambiata io in questi mesi? Se sono cambiata io allora lo vedo con occhi diversi? Era giusto come lo vedevo prima o come lo vedo adesso? E lui si è accorto del mio cambiamento? Speriamo che non mi legga nel pensiero.
****

Lui: “Mmmhmm … ok” . La solita sera.

Lei: “Amore, ti saluta tuo padre”
****
Oddio sento il pizzo e la cucitura delle mutandine sulla pelle nuda.
****

Lui: “Si, si … ok”

Lei: “Se tu guardi la partita, io ne approfitto per depilarmi”

Lui: “eh?”

Lei: “Vado in bagno, devo depilarmi!”

Lui: “Si, si … come vuoi tu”

Si chiude a chiave la porta dietro le spalle, lo lascia fuori, nel suo mondo.

Apre lentamente i bottoni della solita camicetta, la sfila e la mette a lavare. Si guarda nel grande specchio. si piace, si sente bella. Sorride.

Si sfila le solite ballerine. Apre la cerniera e fa scivolare la gonna a terra. La prende e la appende con cura all’appendiabiti dietro la porta, come al solito.

Si guarda ancora allo specchio. Le solite mutandine, troppo bianche, non troppo sgambate, troppo semplici, non troppo sexy, ma quella fascia di finto pizzo che sembra graffiarle una pelle liscia, che non è più protetta dai ricci.
Il solito reggiseno, anche lui troppo bianco, troppo piatto, troppo anonimo, troppo … castigato.

Lo slaccia con una mano, lo leva velocemente, come a volersi disfare di un simbolo, di una maschera.
Il piccolo seno è libero. I capezzoli s’induriscono. Sembrano ciliegie su piccoli pasticcini gli aveva detto lui una volta. Loro sentono il ricordo. Si eccitano.

Si guarda con cura il capezzolo destro. Sente ancora le dita di quell’uomo stringerlo, lo sente diverso, strano. Lo guarda con attenzione. Controlla che non ci siano segni, che non si veda niente, che non sia più irritato dell’altro.

Lei sa bene che la sensazione che sente è la mancanza del dolore che le ha provocato quella stretta.
Lo prende con 2 dita della mano sinistra. Lo stringe lentamente, senza forza. Si guarda allo specchio. Sorride.
****
Dolore. Che parola strana. Prima mi spaventava, ora mi da piacere. La prima volta che ho goduto dal dolore non me la dimenticherò mai.

L’ennesimo mercoledì. Lui sdraiato sul letto con il suo gesso alla gamba. Il freddo umido dell’inizio dell’inverno. La luce che filtra dalle persiane. Io piegata in avanti.

“A 90 gradi, come ti piace alle troiette come te”.

Ho gli occhi chiusi ma so che sorride, vede che sono eccitata anche attraverso i vestiti. Il suo cazzo che mi scorre tra le labbra fino in gola, lasciando sulla lingua il gusto il gusto acre della voglia di godere.. La sua mano sulla testa. che spinge con decisione. L’altra sua mano mi avvicina a lui, al bordo del tetto. S’infila sotto la gonna. corre lungo le calze, arriva all’elastico e al pizzo. Scivola sulla pelle nuda sopra la calze, esplora la natica nuda e fredda. Ha le mani calde, caldissime. le sue parole

“Brava troietta, vedo che hai fatto come ti ho detto. Che bel culo che hai.”

Mentre mi artiglia con le dita forti la natica nuda, sento il filo del perizoma infilarsi nella mia carne e bagnarsi dell’eccitazione che ho addosso da ore. Mentre succhio forte e lo sego con decisione, mi stringe con forza il sedere. Sono un lago di voglia. Leva la mano di li. Istintivamente avvicino il sedere a lui ancora di più. Scivola via da sotto la gonna.

Gli bacio il cazzo come se fosse l’unico amore della mia vita. Forse lo è, ma non lo ammetterò mai.

La mano si infila sotto il maglioncino di lana. lo alza fino a scoprire la pelle nuda, mentre sposto i l braccio per agevolargli i movimenti. La mano sulla testa mi spinge ad aumentare il ritmo. Lo sento gemere e vibrare. Sta per venire. Mi sento bagnatissima, ho quasi la sensazione che il piacere mi coli tra le gambe. Sono senza reggiseno, come vuole lui.

“mmm … che pelle liscia, brava. Succhia forte tesoro, sei speciale”.

Il dorso delle sue dita scorre sulla mia pelle, arriva al seno. Mi blocca la testa. La mano si gira e prende il mio seno come una coppa. Succhio forte e muovo la lingua, so che cosa devo fare ora. Le sue dita prendono il capezzolo. Eccolo montare, ora gode. Inizia a mugolare.

Le due dita lo stringono tanto forte da farmi sussultare. La mano sulla testa mi blocca. Viene caldo nella mia bocca. Mi tira il capezzolo verso il basso ruggendo di piacere, lo stringe, mi fa malissimo, sento una lacrima crescere.

No, No. Oddio. Sento l’orgasmo arrivare. Esplode nella mia testa e mi fa tremare instabile sui tacchi alti. Ingoio diligentemente, sono senza fiato, avrei voluto urlare, il capezzolo mi fa malissimo. Ho goduto di dolore. La prima di molte volte. Lui ride.
****

Non riesce a dimenticare niente, non vuole dimenticare niente.

Con un gesto quasi automatico si abbassa le mutandine. Si guarda allo specchio. La pelle è irritata. E’ eccitata dal ricordo di quel suo primo orgasmo senza sesso.

Le grandi labbra sono leggermente gonfie, o forse è solo un’impressione. Prende il tubetto di crema dalla mensola. Apre l’acqua calda. Mentre si siede sul water chiuso prende un asciugamano.

Con le gambe aperte appoggiate al bordo della vasca. Seduta in punta al water. La schiena appoggiata al muro freddo. Il vapore dell’acqua che riempie lento il piccolo bagno. La mano piena di crema. Dubita un attimo.
****
Quanto ci metterà lui ad accorgersi che sono completamente depilata? Gli piacerà? Chissene frega! Gli dico che l’ha suggerito il ginecologo per controllare meglio eventuali irritazioni o infezioni. Sarà lui il primo ad entrare in me così scoperta? speriamo di no.
****

La mano mette la crema in vari punti tra le cosce. Con entrambe le mani inizia un lento massaggio. appena la crema è sparsa bene, si alza di scatto. Prende da beauty case dentro l’armadietto un piccolo astuccio di stoffa rossa.

Si risiede nella stessa posizione. Con la mano sinistra riprende il massaggio molto lentamente. Con la mano destra fa scivolare fuori dal piccolo astuccio di stoffa un oggetto di metallo, cromato, senza spigoli.

Lo avvicina al monte di venere. E’ freddo, aspetta un minuto che si scaldi. La mano sinistra massaggia generosamente tra le grandi labbra. La vede luccicare, è bagnata.

Sposta il piccolo oggetto sul clitoride.

Il suo ultimo sguardo per l’asciugamano, deve essere a portata di mano. Dentro a quella morbida spugna spegnerà le grida del suo orgasmo solitario.

Chiude gli occhi e si fa cullare dal piacere. Niente ricordi, solo il pensiero di mercoledì prossimo.

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