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Racconti Erotici Etero

Una bella figa

By 12 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ore 7:00, una giornata come tante, mentre guida nella nebbia della pianura si chiede quante di queste giornate monotone dovrà ancora affrontare prima delle vacanze di Natale, troppe. Ma ecco che viene risvegliato dal suo torpore. Fermata. Alcuni passeggeri scendono, alcuni per andare a lavorare, altri sono studenti che hanno deciso che oggi, con questa nebbia, non è proprio il caso di andare a scuola, beata gioventù pensa. Ma eccola, che la vede salire, lei. Lei rappresenta tutto ciò che lui odia in una donna. Arrogante, frivola, stronza, bella e soprattutto troia. Guarda tutti dall’alto dei suoi 20 anni e dei tantissimi letti scaldati. Qualche suo collega, anche più di uno si vanta di fantomatiche acrobazie da materasso con lei, ma lei non conferma e non smentisce, lei è l’ambiguità fatta donna. Ti parla solo se ne può trarre vantaggio, se le serve qualcosa;illude. Illude ragazzi, illudi uomini, illude mariti ma poi…sparisce nel nulla. Il vaiggio continua, sul mezzo vi è un silenzio irreale, tutti cercano di dormire e chi parla lo fa sottovoce, “tra un pò mi addormento anch’io” pensa fra se e se.
“Scusa, posso chiederti una cosa?”
Roberto si risveglia dal torpore che l’aveva dinuovo avvolto
“Parli con me?”
Un sorriso tenero si fa strada tra le labbra rosse e carnose di lei
“Si, proprio con te, questo autobus fa capolinea a Monza o arriva a Milano?”
“Questo arriva fino a Monza, da Monza a Milano sono fuori servizio e non posso tenere su passeggeri”
Il sorriso di lei si smorza,
“Ah, ho capito, va bene, allora mi sapresti dire a che ora parte il primo per Milano?”
Lui per la prima volta in quella mattina distoglie lo sguardo dalla strada e la guarda in faccia, gli viene in mente la canzone dei Gemelli Diversi di una decina di anni fa Splendida Bugiarda, deve essere proprio così pensa.
“Se quello che devi fare a Milano è proprio urgente, per una volta facciamo uno strappo alla regola e ti ci porto io”
Gli occhi verdi lei incontrano quelli azzurro chiaro di lui e dalle sue labbra esce un flebile “Grazie”.
Monza Autostazione.
Le 60 persone presenti sull’autobus piano piano scendono, e lei, si guarda attorno indecisa su dove sedersi, poi sceglie, il primo seggiolino, quello più vicino a lui, e lui, seppur incosciamente l’aveva desiderato. La scritta sopra l’autobus cambia: DEPOSITO.
Nel silenzio che li avvolge lui la guarda attraverso lo specchietto. Bella. Anzi bellissima. Alta su per giù 1.60, capelli biondi con qualche sfumatura di castano, pelle chiara, occhi verdi, due labbra carnose da infarto, il seno a prima occhiata sembra una bella quarta abbondante, i fianchi stretti e dalla maglietta che porta quella mattina che copre appena l’ombelico si nota chiaramente il pancino e le ossa pubiche che sembrano voler fuoriuscire dai fianchi. E’ fin troppo magra!
Lei spera che quel ghiaccio venga rotto il più presto possibile, non è il tipo da imbarazzarsi facilmente ma in quella situazione non è tranquilla al 100%, è in un autobus, da sola con un 50enne, è successo molte volte ma questa volta è diverso. Lo osserva meglio, capelli brizzolati, occhi di un’azzurro ghiaccio, barba leggermente incolta, sorriso perfetto, fisico muscoloso. Se fosse stato un’attore lei avrebbe senz’altro detto che era un bel figo, ma in quella situazione.
Lei aveva spesso sentito parlare di lui, era descritto da tutti come uno stronzo, cattivo, non parlava mai con nessuno e se qualcuno chiedeva un’informazione lui rispondeva in modo sgarbato, tutto questo però con lei non era accaduto.
Lui si sentiva attratto da quella ragazza che tutti descrivevano come troia e stronza ma che adesso sembrava una gattina timida, doveva fare qualcosa se aveva intenzione di rivederla, altrimenti una volta scesa non l’avrebbe mai più vista.
”Comunque piacere, mi chiamo Roberto.’
Il sorriso di lei si scoglie
”Io sono Giulia”
”Allora Giulia, non mi dici cosa vai a fare a Milano con tutta questa fretta?”
”Ho un colloquio di lavoro, vorrei lasciare la scuola ma prima mi servirebbe un lavoro, capisci”
Lui è soddisfatto di aver instaurato un dialogo, ma dall’altra parte si sente colpevole, colpevole di aver provato un’attrazione sessuale per una ragazza con 30 anni in meno di lui.
L’autostazione di Milano è già visibile, e lui si sente disperato, deve tentare una mossa non troppo azzardata per rivederla. All’improvviso ha un’illuminazione.
”Senti Giulia, io organizzo sempre un fine settimana al mare a Riccione con i ragazzi di Monza, io li porto con l’autobus e organizziamo una festa in spiaggia, c’è la musica, c’è da bere, se tu o qualche tua amica volete venire vi lascio il volantino e così ci pensi’
Lei sembra piacevolmente sorpresa dall’invito e dice
”Grazie, se siamo libere veniamo!’
Con un saltello scende dall’autobus e si mischia nella folla.

Il pomeriggio lui arriva a casa, è da solo, i figli e la moglie sono a lavorare, il pensiero di quella biondina lo segue come un’ossessione, si reca in bagno per i suoi bisogni fisiologici, e mentre è i piedi con il suo uccello in mano si chiede da quanto tempo è che fa una cosa del genere, l’ultima volta avrà avuto 16 anni, ma quel pomeriggio non può proprio resistere, impugna l’uccello saldamente alla base con la mano destra, fa scorrere la mano lentamente sull’asta facendo uscire parzialmente la cappella, è tutto il giorno che è eccitato e qualche goccia di liquido pre-spermatico esce dal meato, ripensa a quelle labbra carnose a quegli occhi verdi e la mano quasi in un movimento automatico stringe sempre più saldamente e muove sempre più velocemente la pelle del prepuzio. Sente chiaramente il cazzo ingrossarsi a dismisura sotto le sue dita, la cappella diventare grossa e violacea, immagina come starebbe il suo cazzo in mezzo a quelle tette sode come il marmo, dure e giovani, allenta un pò la presa, vuole ritardare quel momento il più possibile, sente la sborra salire ed il cazzo trema, non ha la forza nelle gambe da quanto si preannuncia potente l’orgasmo, e come ultima visione immagina lei inginocchiata con la bocca aperta che aspetta con ansia il suo seme.
”Aaaahhhh…si Giulia….”
E potenti schizzi partono dalla sua cappella, un pò finiscono dritti nel cesso, altri sulla tavoletta, altri per terra. Sembra non voler finire più di sborrare. Non si ricordava di aver mai sborrato così a lungo. Peccato aver sprecato tutto in una sega, ma pensa compiaciuto che se l’immaginare quella ragazza gli ha fatto quell’effetto chissà che razza di sborrata farà se la vedrà nuda. Ride compiaciuto, ma un’altro problema affiora. Quando sua moglie vorrà qualcosa riuscirà a venirgli anche solamente duro facendo il confronto con quella meravigliosa ragazza che ora è nei suoi pensieri?
Mentre prende uno straccio per pulire quel piccolo disastro pensa, ‘Giulia, questo è dedicato a te’
Continua…
Per consiglie suggerimenti. giukylove@live.it

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