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Racconti Erotici Etero

Una calda giornata

By 9 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Un caldo pomeriggio d’estate sento suonare il cellulare:
-Pronto, chi &egrave?- dico io

Rispondo al telefono e sento una voce familiare che mi dice:
-Ciao Carlo, sono Maria, volevo dirti se passavi da me a farmi compagnia, sono sola soletta a casa e mi sto annoiando-

Mi preparo per andare da lei, sento il cazzo scoppiarmi nelle mutande, la sua voce &egrave un fuoco per me; so già che quella non sarà una visita di cortesia!
Arrivo a casa sua, suono il campanello, salgo le scale e trovo la porta socchiusa:
-Permesso, si può entrare?- dico io
-Accomodati, arrivo subito- sento dirmi da dentro la casa, così entro e chiudo la porta. Mi siedo sul divano riprendendomi dal caldo.
-Scusa l’attesa, dovevo finire di prepararmi- mi sento dire, mi giro verso il suo della voce e vedo Maria davanti a me che indossa un babydoll trasparentissimo che modella il suo fisico stupendo e che non lascia nulla all’immaginazione, infatti sotto &egrave completamente nuda, con la fighetta rasata, smalto ai piedi come piace a me e con i sandali a tacchetto. Io infatti adoro molto le donne che si smaltano e che ci tengono ad indossare calzature eleganti per fa colpo sugli uomini, lei l’ha capito e sta usando quest’arma con me.
-Sei bellissima- rispondo io, rimanendo un attimo basito per tanta bellezza. Mi alzo e vado a baciarla ma non &egrave un bacio da amici perché i nostri visi si incontrano, i nostri sguardi si accendono fino a baciarci con la lingua come due amanti. Le nostre lingue si intrecciano, fiumi di saliva vengono scambiati durante il bacio. Le accarezzo la testa, la schiena fin giù al culo nudo, massaggiandolo. Torno poi su, impasto un suo seno, sfioro i suoi capezzoli che al mio tocco diventano sempre più duri e vogliosi. Le levo il babydoll, ormai &egrave inutile tenerlo addosso, era giusto una maschera di scena per non venire da me già nuda ma ormai sono lanciato. Continuando a baciarci lei mi spoglia, mi toglie la maglietta, mi tasta il cazzo duro da sopra i pantaloni, vuole il suo trofeo e così con maestria mi spoglia tutto. Ora siamo completamente nudi uno davanti all’altra, la frescura della stanza ci fa da compagna, mitigando il fuoco che brucia dentro. La faccio sedere sul divano, le spalanco le cosce e vado a prendermi cura della sua micetta che vedo bella bagnata, già rossa. Chissà magari si &egrave masturbata prima del mio arrivo, il suo odore &egrave stupendo, il suo sapore &egrave divino. La guardo in viso mentre la lecco, i nostri sguardi si incrociano una, due, mille volte durante quella leccata interminabile durante la quale il suo grilletto &egrave provato più e più volte, i suoi umori grondano copiosi e più grondano, più li asciugo con la mia lingua soffice ed insidiosa che si fa largo nella sua femminilità come fosse un cazzo che le strappa godimenti di piacere fino a quando non raggiunge l’orgasmo, stringendo forte le sue gambe attorno alla mia testa, inarcando la sua schiena e liberando il suo piacere urlando il mio nome:
-Carloooo vengoooooooooooo- a quelle parole sono ancora più eccitato e non smetto di leccarla ancora ed ancora, toccando i suoi capezzoli, impastando i seni. Come le onde del piacere sono lentamente calmate, mi alzo dalle sue cosce ormai un lago di piacere, lei &egrave sconvolta dal godimento provocatole, mi avvicino a lei e la bacio nuovamente in bocca facendole sentire il suo sapore spalmato sul mio viso e sulla mia lingua, artefice del suo godimento. Nonostante sia stremata, sta riprendendo forza in lei la
porcaggine, dato che mentre ci baciavamo ha preso a smanettarmi il cazzo.

-Maria, lo senti come &egrave duro? perché non mi sbocchini e non ricambi il piacere che ti ho arrecato?- le dico stando in piedi davanti a lei a cazzo ritto

-mmmmm siiii, &egrave bello duro! sdraiati sul divano, vedrai come godrai- mi risponde lei e così faccio, mi sdraio, sistemo bene i cuscini dietro di mentre lei si alza un po’ barcollante con gli umori che le gocciolano lungo le gambe stupende. si avvicina verso di me ed inizia a baciarmi in bocca, scambiandoci nuovamente saliva poi passa a baciarmi il collo da entrambe le parti, poi mi accarezza il petto, lecca e bacia i miei capezzoli che diventano sensibili al suo tocco, segno che gradisco quanto mi fa. continua a baciarmi ogni cm della pancia, usando anche la lingua disegnando linee sottili nei punti giusti in modo da aumentare in me il piacere. Qualche cm ancora ed arriva all’inguine, il cazzo &egrave teso, lo solletica prima con la lingua per tutta la sua lunghezza senza ingoiarlo, massaggiandomi i coglioni; poi &egrave passata all’attacco, prima baciandomi timidamente la punta della cappella, tintillando con la lingua il mio frenulo poi apre la bocca facendovi scivolare la mia asta dentro. La guardo mentre cerca di mettersi dentro più cazzo possibile, la sua bocca &egrave così bella deformata, la accarezzo, le tocco i seni e le dico:

-Maria sei bellissima- alle cui parole lei ricambia guardandomi, facendomi l’occhiolino ed iniziando un lento ma inesorabile su e giù con la testa sbocchinandomi. di tanto in tanto mi massaggia i coglioni, mi sfiora il petto villoso, accarezza le mie cosce e maliziosamente si diverte a ficcarmi un ditino nel mio culo come volermi scopare lei per farmi godere di più. smette poi di succhiare, prende fiato, si porta ai coglioni mettendoseli in bocca e succhiandoli, poi torna a leccare l’asta ormai bagnata della sua tanta saliva e si rifionda rapace ad ingoiare il mio pezzo di carne dura. &egrave una Dea del pompino, una vera esperta, lei sa che sto godendo col suo trattamento, se ne rende conto perché il mio cazzo &egrave aumentato ancora di più in volume. non faccio in tempo a dire che stavo per venire che lei aumenta ancora di più il ritmo sbocchinandomi sempre più forte, sempre più veloce fino a quando non inarco la schiena e le sborro copiosamente in bocca e a momenti si soffoca. non voglio che vada via, che continui a succhiare, le dico di continuare e le trattengo la testa così che io possa svuotarmi completamente dentro la sua bocca. trattengo con due mani la sua testa spingo il bacino affinché il cazzo entri più dentro alla sua bocca e riversi il mio caldo seme nella sua gola. ho schizzato moltissimo, rivoli di sborra colano dai bordi della sua bocca famelica. quando il mio membro sembra aver perso la sua durezza, lei lo estrae, altre goccie di sperma colano dal suo mento: avidamente lei ingoia quanto ha in bocca per lanciarsi a leccare le gocce che sono colate finendo sul mio corpo.

-troia ti &egrave piaciuta allora la mia sborra calda?- le dico massaggiandomi i coglioni svuotati

-si avevo tanta sete di te, volevo bere tanta sborra buona, la tua che mi piace tanto- replica guardandomi come una gatta in calore

-allora andiamo in camera da letto che ti faccio vedere ben altro, vedrai che spettacolo!- replico io con un ghigno da maniaco

-mmmm non vedo l’ora- aggiunge lei sfiorandomi il membro e baciandolo la cappella che risponde a tale attenzioni tornando ritta. a tale visione lei aggiunge -il nostro amichetto ha voglia, anche la mia micetta non vede l’ora di fare amicizia-

così ci allontaniamo dal divano ma prima di andare in camera sua la bacio vogliosamente in bocca per farle capire che la voglio, che &egrave la mia troia Dopo esserci baciati a fondo il desiderio &egrave sempre più intenso, l’eccitazione &egrave alle stesse

-andiamo in camera staremo più comodi- esordisco io
-no, lo voglio fare in modo diverso, andiamo in bagno davanti allo specchio- dice Maria con gli occhi vogliosi
-mmm che idee ti vengono! bene andiamo- e ci incamminiamo verso il bagno, entrambi nudi col mio cazzo che sventola sempre più in alto vedendo il posteriore di Maria. entriamo in bagno, &egrave spazioso, molto più dei bagni tradizionali, con la mattonelle bianche e blu, con un grosso specchio sopra il lavandino. la finestra &egrave aperta, fa molto caldo, per strada non c’&egrave nessuno sono tutti partiti per le ferie estive, si sentono solo le cicale. lei si appoggia al lavandino col suo culo stupendo, allarga le cosce e spalancandosi la figa con le dita e con la voce piena di voglia dice:
-scopami carlo, scopami ora, sbattimelo dentro che ne ho tanta voglia- tale parole non posso che accendere ancora di più la mia voglia e con il palmo della mano la masturbo insedendo dentro di lei 1 poi 2 dita in figa per sentire quanto sia bagnata. le tiro poi fuori e le vedo molto fradice così le porto alla mai bocca e le lecco guardandola sempre negli occhi
-brava maria sei vogliosa, hai voglia- così avvicino la punta del mio cazzo al suo caldo nido rosa, lo druscio contro il suo clitoride non entrando ancora, voglio farla soffrire un po’ prima di possederla. questo giochino dura poco perché lei non resiste e mi ordina di scoparla, di soddisfare la sua voglia di cazzo. non posso che accontentarla e, bagnando la mia cappella dei suoi umori, mi faccio spazio nella sua femminilità. ha un salto quando entro dentro di lei, forse non ricordava quanto fossi largo o forse &egrave la sua fica che si &egrave troppo eccitata e gonfia di piacere solitario. sta di fatto che spingo la mia verga dentro di lei cm dopo cm fino in fondo. ha gli occhi lucidi, sembra gradire la penetrazione. la bacio in bocca stando col cazzo piantato dentro di lei, accarezzando la sua schiena ed il culo. lei si artiglia alla mia schiena. &egrave l’ora di un po’ di movimento così piano piano inizio ad andare avanti ed indietro, avanti ed indietro, sempre più veloce, sempre più dentro di lei mentre continuo a baciarla, a leccarle il lobo delle orecchie, a dirle quanto &egrave bella e calda, che &egrave una donna stupenda. lei timidamente risponde con un sorriso e poi mi bacia ancora, incrociando le nostre lingue. il mio cazzo inesorabile si fa sempre più largo dentro di lei, ormai un lago di umori che colano sul lavandino. si va avanti così una ventina buona di minuti o forse anche più, abbiamo perso la cognizione del tempo tanto &egrave il trasporto del momento. ad un certo punto lei dice:
-mi voglio mettere a pecorina, voglio vedere te e me riflessi nello specchio- così io mi fermo, faccio uscire il mio cazzo fradicissimo dei suoi umori che maliziosamente nota e ripulisce dal mio membro per poi mettersi a pecorina, mani appoggiate al lavandino, dandomi le spalle mentre lei guarda la sua immagine stravolta nello specchio. mi rimetto in posizione, le riallargo le cosce e vado a riposizionarmi dentro il suo buchetto vaginale caldo. forse la posizione &egrave più eccitante ma avverte che lo sente ancora più grosso di prima, si sente più piena. la afferro per i fianchi e spingo sempre dando colpetti prima leggeri poi veloci, alternando lo sfioramento dei fianchi all’impastamento dei suoi seni, notando che come c’era da aspettarselo i suoi capezzoli sono duri come chiodi. il ritmo si fa sempre più incalzante, sempre più indiavolato, si sentono rumori osceni provenire dalla sua figa ormai un lago. lei inizia ad avere i fiato corto con tutti questi trattamenti anche perché maliziosamente si sta sgrillettando il clitoride mentre guarda la nostra immagine nello specchio. sembra una baccante da come &egrave sconvolta in viso, tutta rossa ed eccitata per poi urlami
-carlo vengooooooooo vengooooooo spingiiiiiiiiiiiiii non fermartiiiiiiiii- non ne ho nessunissima intenzione replico io ma anzi aumento di più il ritmo strappandole urla di godimento per l’orgasmo arrecatole. il godimento &egrave così intenso che si regge a malapena in piedi con le gambe molle ma colanti di umori.
-vienimi in faccia, voglio sentire la tua sborra addosso- replica lei essendosi ripresa. così mi tolgo da dietro di lei, lei si inginocchia davanti a me mentre continuo a smanettarmi la verga. il suo sguardo &egrave fisso sulla cappella rossa che le ha dato tanto piacere, la mia mano va su e giù, scivola da quanto &egrave fradicia ma anche io sono arrivato al punto di non ritorno:
-maria sto venendo, ti annaffio come una pianta!- le pronuncio queste parole mentre lei vogliosa si mette in posizione per ricevere il mio seme sul viso ed ecco un primo potente schizzo che le riga il viso e colpisce la sua fronte, poi un altro colpisce la sua guancia e tanti altri. le ho sborrato tanto sul viso, era piena. lei ha recuperato il nettare e se lo &egrave portato alla bocca bevendolo tutto poi ha preso il mio membro ormai quasi totalmente moscio e stremato ed ha continuato a succhiarmelo cercando di bere fino all’ultima goccia, massaggiandomi i coglioni sudati per il caldo e per la scopata. &egrave stata una sborrata intensa ed interminabile che ha spossato anche me che alla fine sono crollato per terra.

-&egrave stato bellissimo- dice lei guardandomi ed accarezzandomi il petto

-lo so, &egrave stato stupendo farlo con te- replico io

giusto il tempo di riprendersi entrambi per poi buttarci sotto la doccia a lavarci. la doccia &egrave ampia così decidiamo di farla insieme e continuare a darci piacere con toccamenti e leccate maliziose per poi farci nuovamente venire voglia di continuare

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