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Racconti Erotici Etero

Una donna più grande

By 11 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Io sono Davide, all’epoca dei fatti avevo 25 anni, ero/sono un ragazzo normalissimo: carino, in forma (all’epoca giocavo ancora a calcio), non troppo alto (sono 175 cm), educato, attento alla moda ma soprattutto conscio dell’importanza che ha la prima impressione. Dopo la laurea, qualche stage e un pochino di precariato (e dopo un Master) stavo per incominciare presso una multinazionale. Li la vidi per la prima volta. Martina non era il mio capo, ma il nostro lavoro spesso si sarebbe intrecciato. Martina era (anzi &egrave) una bella Donna, divorziata con un figlio adolescente, di circa 45 anni ma tenuti molto bene: fa ancora sport, non troppo alta, nera nera di capelli con occhi verdi e carnagione olivastra (vedendola si direbbe siciliana ma non lo era), magra, bel culo (a occhi chiusi avrebbe fatto invidia a diverse mie coetanee) ma quello che mi ha sempre eccitato di Martina era il carattere. Tutti abbiamo una/un collega così: donna capace e competente ma stronza ed autoritaria.
Avrei pagine e pagine intere da scrivere sulle dinamiche del nostro rapporto professionali (di cui fregherà poco) ma penso che sarebbero uguali a mille storie che sono successe a voi in ufficio e si può riassumere il tutto così: Inizialmente mi prese abbastanza in simpatia, poi in seguito ad un paio di errori diventai uno dei suoi bersagli preferiti ma con un po’ di fatica e tanto tanto lavoro mi riguadagnai la sua fiducia tanto da diventare uno dei suoi pupilli. Mi capitava sempre più spesso di rimanere in ufficio fino a tardi con lei, sviluppando prima una buona intesa professionale e pian piano anche un’ottima chimica personale, fatta di stima e rispetto (soprattutto professionale ma non solo) reciproco. Lei ogni tanto mi chiedeva della mia vita e se avevo la ragazza o se uscivo con qualcuna. Io le rispondevo volentieri e qualche volte le ho anche raccontato qualcosa (ma non troppo) ma sistematicamente smontava le mie coetanee e diceva che quelle più grandi sono meglio facendo chiari allusioni al sesso ma senza mai essere volgare o esagerare’ E molte volte mi sono scoperto uscire dall’ufficio eccitato, mi sentivo provocato.. Molte volte mi ero immaginato sotto la sua scrivania con lei a gambe aperte con la mia lingua a leccarle il clitoride con le dita dentro di lei.. ma quante volte capita ad un uomo di fraintendere l’atteggiamento femminile? La verità e che di mio, nonostante lei fosse sempre più prepotentemente al centro delle mie fantasie e nonostante avevo sempre più impressione lei mi provocasse, non ci avrei mai provato. Anzi certe volte lasciavo cadere certe sue affermazioni perché non sapevo gestirle. E penso lei se ne accorgesse.
Ma le cose divennero interessanti quando cambiai lavoro.
Ci sentivamo ma non troppo, lei mi chiedeva come andasse il nuovo lavoro e io le chiedevo come andasse quello vecchio, e abbastanza sistematicamente mi chiedeva di vederci per un aperitivo o un pranzo, anche con una certa insistenza. Un giorno che mi trovai in zona da lei la invitai a pranzo e lei ne fu felice.

Ci vedemmo fuori dal locale, lei era davvero carina, camicetta bianca, jeans aderenti e tacco. La conversazione andò via leggera e piacevole, bevemmo un paio di bicchieri di vino bianco a testa e i freni piano piano si attenuarono.. Lei dopo avermi chiesto se avevo la ragazza (e in quel momento specifico l’avevo) sbuffò e le chiesi come mai sbuffasse, tanto ero sicuro che una donna come lei avesse la fila fuori di casa’ Ma forse per il vino bianco ma decisi di prendere in mano la situazione, visto che mai io avevo indagato su di lei, facendole delle domande davvero provocatorie.. volevo vedere come reagiva..
IO: ‘Dai Martina, che una bella donna come te di sicuro avrà molti spasimanti’
M: ‘Si ma sono tutti degli zerbini, in questo momento ho solo voglia essere scopata come si deve’, me lo disse fissandomi negli occhi e con un’espressione davvero vogliosa. Li ebbi la certezza che i mesi di seghe e la sensazione di essere provocato erano reali.
I: ‘ cosa intendi per scopata come si deve?’
M:’ intendo uno che sappia far divertire una donna’ Io so come far godere un uomo, sai adoro fare una cosa” a metà tra il dire e non dire, avevo capito che eravamo su un confine.. doveva spingerla.. Feci quello che avrei fatto con una mia coetanea ma che mai avrei fatto con lei, le poggiai una mano su una coscia a metà tra il ginocchio e l’inguine, lei se ne accorse, e le chiesi ‘ma cosa adori fare?”
Forse spinta da questo mio piccolo gesto lei con uno sguardo che non avevo mai visto fare a lei, a metà tra l’eccitato e il vergognoso:
‘ adoro fare i pompini.. e’ no questo, non lo posso dire’. Come lo disse scoppiò a ridere, probabilmente voleva essere provocante (e lo fu) ma si sentii in evidente imbarazzo. Io ebbi un’erezione improvvisa e devo aver dato l’impressione di mantenere la calma, non volevo far scendere la tensione erotica di quella conversazione e la incalzai: ‘dai finisci la frase, non puoi lasciarmi così a metà’ dissi a metà tra lo scherzoso e l’eccitato.. Dopo aver insistito ancora poco lo disse: ‘no mi spiace, solo chi prova può scoprirlo”.
Eravamo tutti e due eccitati, si vedeva, da li abbiamo svoltato. Abbiamo incominciato a parlare di esperienze sessuali, di quello che ci piaceva e come ci piaceva e ci trovammo d’accordo praticamente su tutto. La serata andò avanti in maniera piacevolissima, tra provocazioni e sguardi.. gli argomenti erano passati dal lavoro alla nostra vita sessuale. Scoprii che lei aveva una vita sessuale molto attiva, aveva un po’ di uomini che le facevano la corte, un po sparsi per l’italia, che quando passavano dalle nostre zone non mancavano mai di andarla a trovare. Non faintendete, non era una donna facile, era solo una mamma single a cui ogni tanto piaceva togliersi sfizi..
Il pranzo andò avanti così, il gioco era diventato davvero eccitante, e non so come fosse messa lei ma il mio cazzo faceva male ormai contro i jeans.
Usciti dal ristorante lei mi chiese se volevo un passaggio ma, un po’ perché non volevo tradire la mia ragazza, un po’ perché comunque avevo ancora timore riverenziale, non feci alcuna mossa. Ci salutammo in maniera calorosa ma non successe niente ma strappai un aperitivo.
Ci sentivamo abbastanza spesso, oramai il sesso era diventata il nostro argomento preferito. Ci raccontavamo le nostre esperienze, sia positive che negative.. C’era costante eccitazione sia nelle mie che nelle sue parole. Ci volevamo ma nessuno lo poteva dire e questo rendeva il tutto eccitante da morire..
Passò così ancora qualche settimana. Nel frattempo tornai single (non per colpa di Martina) e non persi tempo per ‘consolarmi’. La volevo. Le chiesi di replicare l’aperitivo e organizzammo in pochi giorni.

Nei giorni precedenti Lei appariva calma ma faceva trasparire un filo di nervosismo, probabilmente non le capitava più spesso di uscire, poi figurarsi con un ragazzo giovane. Si vedeva nei suoi messaggi che stava aspettando quella serata, mi chiedeva del posto, come si sarebbe dovuta vestire etc. Io per non deluderla scelsi il posto con attenzione (sapevo che non era frequentato da gente troppo giovane) e mi vestii bene. Lei arrivo molto bella, in gonna e camicetta, non casta ma non porca. Un po’ di convenevoli, ma davvero tempo un minuto mi stava già raccontando della scopata che aveva fatto con un banchiere veneto, ottimo a letto ma un po’ ‘vuoto’. Ormai a entrambe interessava solo quello, era diventata un gioco piacevolissimo per entrambe. La feci raccontare un po’ come andò il loro ultimo incontro e la mia erezione stava scoppiando. Non ce la facevo più. Mi avvicinai al suo orecchio e gli dissi ‘Marti smettila perché tra poco non so se riesco a trattenermi, ho già il cazzo durissimo..’ volevo vedere come reagiva.
M:’ mi piacerebbe vederlo’. Disse lei ostentando calma e sicurezza. Mi aveva portato dove voleva lei.
I:’ andiamo in bagno’. Dissi ridendo (ma non troppo)
M:’ ahahahah no dai.. tu mi fai bere e poi mi provochi, non vale’ disse come una finta ingenuità che la descriveva perfettamente.
Dovetti mantenere la calma per non farmi sfuggire di mano la situazione, ma ero davvero eccitato come un adolescente. Non ordinammo un secondo cocktail ma con calma senza dirci nulla ci avviammo verso l’uscita. Senza una direzione precisa uscimmo dal locale, e mentre si accendeva una sigaretta la spinsi contro il muro senza troppo rifletterci. Non ce ne fregò nulla neanche per un attimo del fatto che fossimo in mezzo alla strada.
Subito la baciai con decisione, lei come me aspettava quel bacio da mesi, le nostre lingue si intrecciarono alternando momenti di sessualità fortissima a momenti di dolcezza. La girai di spalle, le spinsi il viso contro il muro, e le feci sentire la mia eccitazione che si sentiva bene anche da sopra i pantaloni. La tirai per i capelli riprendemmo a baciarci con una foga pazzesca sempre con lei di spalle, le alzai la gonna e le passai una mano sopra il tanga. Era fradicia. Lei come sentii passare la mia mano fece lo stesso con me.. Si vedeva che voleva testare il mio cazzo, e mi piace pensare che come me ci aveva pensato e desiderato non poco nelle ultime settimane. Andammo avanti così non poco finch&egrave lei mi disse con una faccia che non dimenticherò mai ‘voglio succhiartelo’. Lo voleva davvero. Mai mi sono sentito così desiderato. E io desideravo lei.
La presi per mano e la portai alla mia macchina, abitavo li vicino. Mentre guidavo dovetti stare attento a due cose, a non schiantarmi e a non venire. La sua mano non si staccò mai dal mio cazzo per tutto il tragitto, entrato nella mia via me lo tirò fuori e se lo imboccò immediatamente. Mi tolse il fiato. Ad oggi non so ancora se fosse per tutte le seghe che mi ero fatto pensandoci, se fosse per l’alcol, o perché fosse davvero brava, ma fu come se nessuna me lo avesse mai preso in bocca. Fu meraviglioso. Accostai al primo portone, non era particolarmente tardi ma non me ne fregava nulla, l’unica cosa di cui mi interessava era godermi quel pompino che avevo sognato per anni. Sembrava assatanata, i suoi occhi vedevano solo il mio cazzo. Era vero quello che mi aveva detto: adorava fare i pompini e si vedeva per davvero. Dopo uno sconvolgimento iniziale mi tranquillizzai e quelle settimane di provocazioni avevano probabilmente permesso di instaurare una vera complicità sessuale. Ci movevamo come se fosse la centesima volta ma con l’eccitazione di due adolescenti.
Presi in mano la situazione, i ruoli erano diventati naturalmente l’opposto di quella che era la gerarchia in ufficio. Le dissi con tono fermo’ Marti mi stai facendo impazzire, ma legati i capelli, voglio guardare’ lei sorrise lusingata e si sfilò l’elastico dal polso e si legò i capelli. La afferrai per la coda e le dettai il ritmo e le dicevo cosa fare ‘lecca le palle’ e lei eseguiva, ‘ora succhialo’ ‘fammi vedere quanto cazzo adori fare i pompini’, lei rispondeva con versi di apprezzamento anche con il cazzo piantato in gola, ma soprattutto, e me ne accorsi dopo, si stava masturbando.. dovetti trattenermi per non venire. Come me ne accorsi allungai la mano e le sfregai il clitoride con le dita e prima con un dito e poi con due la penetrai e incominciai a masturbarla forte sfregandole il palmo sul clitoride. Lei incominciò a mugugnare e a godere. Li fu davvero uno spettacolo meraviglioso e non ci fu neanche bisogno di dirle che stavo per venire, se ne accorse da sola e cambiò ritmo. Si lasciò in bocca solo la cappella e non so quanto sperma riversai nella sua bocca ma non se ne perse neanche una goccia, soddisfatta mi guardò, aprii la bocca per mostrarmi il contenuto e ingoio enfatizzando il gesto. ‘Questa era l’altra cosa che adoro fare’.’ Disse soddisfatta. Io risi, quasi tramortito.
Forse ci fu il primo momento di imbarazzo vero.. ma durò solo un attimo, io risi e le dissi che aveva ragione, le mie coetanee avrebbero avuto solo da imparare da lei.. Lei molto dolcemente mi disse che era soddisfatta anche così, che era stato davvero eccitante anche per lei e potevamo fermarci li. Non risposi a parole, ma per tutta risposta le alzai la gonna e incominciai a leccarla da sopra le mutande.. non chiedetemi perché ma non salimmo in casa. Rimanemmo li dove tutti potevano vederci. Lei si scostò il tanga e me la mostro: rasata e con una forma bellissima, molto ordinata, incominciai a leccarla, mi concentrai sul clitoride ma non trascurai il resto.. dopo qualche minuto disse: ‘ti prego mettimelo dentro subito’, fu l’ultima cosa che sentii. Non feci in tempo a mettermi seduto sul mio sedile (che era tutto indietro) e tempo un secondo me la trovai sopra che si stava impalando’ si diede lei un colpo secco e mi mise la lingua in bocca, tirandola fuori con i denti per incominciare a succhiarmela quasi facendomi un pompino alla lingua mentre mi chiavava. Arrivò in fretta all’orgasmo. Nell’arco di 5 minuti ero già tornato duro come se non venissi da 3 giorni. E se me lo chiedete non so quante volte le donne hanno finto con me, la risposta potrebbe essere tutte come nessuna, ma quella volta lei venne e in maniera davvero intensa. Si fermò e baciandomi, ora dolcemente, mi disse con tono molto più calmo, ‘tesoro ora riprendo, dammi un secondo’. Fu di parola. Riprese a chiavarmi, mi aveva completamente lavato, avevo le cosce, il sedile e i genitali completamente bagnati dei suoi umori. Riprese subito a scoparmi con foga. Mi disse che il mio cazzo le piaceva un sacco, che era anche meglio di come se lo era immaginata. Mi confermò mentre scopavamo che mi desiderava anche lei da anni e che se l’era menata più di una volta pensandomi. Mi disse che potevo venire dove volevo e che potevo anche venirle dentro, non avevo che da chiedere. Queste sue parole mentre la guardavo raggiungere il suo secondo orgasmo non mi permisero di durare a lungo.. Le venni dentro..
Mi accesi due sigarette, una per lei ed una per me, scherzammo un po’ su quanto successo e sul fatto che chiunque avrebbe potuto vederci. Ad oggi ancora non mi era mai capitato, e ancora non mi &egrave più capitato di avere una così perfetta intesa sessuale al primo amplesso. Successe altre volte ma più convenzionali, quella ‘prima’ volta con Martina &egrave stata per me e rimarrà sempre indimenticabile.

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