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Racconti Erotici Etero

Una donna sposata

By 8 Settembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho aperto gli occhi, e mi sono guardato intorno. Le pareti erano state ridipinte da poco, si sentiva ancora il persistente odore di vernice nuova, seppure ormai si fosse affievolito. C’erano anche le tendine alle finestre. Una tipica casa curata da una persona precisa, che ama darsi un contegno, godendo dell’immagine di donna e moglie perfetta a cui si atteggia. Ed eccola lì, la donna perfetta. Ad appena un metro da me, era accucciata su un fianco, i capelli scompigliati sul viso marcato da labbra dipinte ormai sbavate, le grosse mammelle appoggiate al materasso, i fianchi che si allargavano in curve generose appena nascoste dal lenzuolo spiegazzato. L’aria era ancora calda, ed il suo respiro si era appena fatto pesante nell’aria: si era addormentata, stanca, la maiala.
Ho sentito all’improvviso un senso di nausea, di disprezzo per lei, così ipocritamente finta nel vivere la sua vita sentimentale. Ci siamo conosciuti ad una cena, solo una settimana fa. Era li, tutta imbellettata, con i suoi labbroni in vista anche quella volta rossettati di un rosso scuro, vestita di nero, se ben ricordo, con una maglietta tanto attillata che le tette erano li li per saltarle di fuori. Tacchi decisamente alti. Ricordo di aver immediatamente pensato di lei che fosse alquanto volgare nell’insieme, come volgari appaiono quasi sempre le persone che tanto vogliono farsi notare. Ma proprio per quello ho anche pensato a quanto sarebbe stato divertente giocare con lei, prenderla e farle capire quale trattamento un simile pomposo e pubblico invito avrebbe ricevuto. Era una cena di lavoro e lei, responsabile del reparto assunzioni di una piccola azienda, si crogiolava della sua posizione vantandosi del potere che aveva ricevuto in gestione, da brava nipotona del capo. E aveva trascorso le successive due ore a descrivere l’inettitudine di una certa tal signorotta di campagna che lavorava per lei, e che forse, per non nuocere all’immagine della società, avrebbe deciso di licenziare il giorno dopo, ridendo e schiamazzando, un bicchiere di vino dopo l’altro. Eravamo quattro persone, una coppia di colleghi nonché amici (dichiaratamente gay), io e la porcona, come dal primo momento mi &egrave venuto da chiamarla. Lei, si vedeva palesemente, era fortemente attratta da Mario, uno dei due colleghi, il che non fece che confermare la mia idea su di lei: tonta e schiamazzante. Un mix perfetto per stimolare il mio spirito di cacciatore cattivo.
Ho preso a riempirle il bicchiere sempre più spesso. Delusa dal mancato successo con Mario, ero certo che se avessi riso con gusto a qualcuna delle sue affermazioni di ‘crudel potere’, la porcona in cerca di attenzioni e conferme avrebbe spostato la sua attenzione su di me. E così &egrave stato. La cena &egrave terminata, ed i nostri due amici ci hanno lasciati al bar (per la contentezza di Mario), che consumavamo un drink di accomiato. Ormai Barcollante, Natasha ‘così si chiama- ha dichiarato di voler andare in bagno. Son rimasto fermo. Ha fatto un passo, ha barcollato in maniera evidente ‘ fingendo più del dovuto- poi si &egrave girata e mi ha chiesto di accompagnarla.
Ok, il gioco era durato anche troppo, mi ero stufato di questa farsa: era solo una paffuta porcona che mi sarei divertito a castigare. L’ho presa delicatamente per la vita e l’ho accompagnata nella toilette, spingendola senza che lei se ne accorgesse nel bagno degli uomini. Il ristorante era in chiusura, quindi non c’era nessuno in giro. Ero dietro di lei, e d’un tratto ho accorciato le distanze, le sono stato dietro, spingendola conto il lavello. Il suo volto ha assunto un’espressione stupita, ma subito dopo, in maniera goffa per via dell’alcol, l’espressione si &egrave trasformata in una clownesca espressione sexy.. che dichiarava”me l’aspettavo’. E da quel momento, &egrave diventata in un istante un bel pezzo di curve e sesso, un’animale da monta, una scrofetta in calore e nient’altro, una tettona arrogantella da dover punire. Le mia mani le hanno afferrato le tette ruotando in pesanti carezze che le massaggiavano con forza dall’esterno all’interno, ad ogni mossa facendo spuntare i capezzoloni che tutta la serata avevano lottato per non fare capolino. Lei ha emesso un urlo cupo ma non troppo convinto,non udibile fin fuori dalla toilette, che doveva servire ad indicare quanto fosse offesa e arrabbiata da quella mia sfrontatezza. Di tutta risposta le ho stretto le tette ancora più forte, infilando le dita sotto il bordo del vestito, dentro il reggiseno, tirandole fuori oltre il margine della scollatura e facendole roteare davanti allo specchio; nel frattempo il mio membro era cresciuto e si era indurito dalla voglia pulsante di possedere questa maiala che si dimenava sotto la mia pressione contro le sue chiappane rotonde, mentre la mia lingua iniziava ad assaggiarle il collo dicendo : stai per essere divorata bella pupona’&egrave intuile che fai finta di agitarti, lo sai che fine stai per fare.
‘Stai buona, non ti agitare tanto’ le ho sussurrato nell’orecchio con tono autoritario ‘zitta’e brava..’
‘Non mi sembra di averle dato autorizzazione a toccarmi in questo modo..mhH’ ha risposto lei, cercando ancora di darsi un tono aiutato da un’espresisone ancora una volta ridicolamente sexy idirizzata piu che altro alla sua stessa immagine riflessa nello specchio sopra i lavandini.
‘Ma stai zitta’.’ Ho risposto allora in tono sarcastico ‘Chi pensi di essere per poter dare autorizzazioni uh? Sei solo una maiala gonfiata…’. Così dicendo ho tolto una delle due mani dalle sue tette abbracciandole entrambe con l’avambraccio e continuando a strizzarne una con l’altra, le ho posato il palmo sul culo tondo, massaggiandole una chiappa. Lei era stata abbastanza scossa dalla mia risposta, dato che era evidentemente a corto di replica e conseguentemente in preda ad una sorta di piccolo shock alla consapevolezza di essere totalmente fuori controllo. Le &egrave uscito solo un flebile ‘No’.su non esagerare”. Ed ecco, la gioia della dominazione: ‘shhh devi solo stare zitta, tappati quella bocca ..’. Ho percorso le balze del vestito di seta con la mano, infilandola poi con rapido gesto al di sotto, esattamente nella stessa posizione, sulla morbida chiappa nuda confinante con un perizoma che segava impietosamente la carne morbida. ‘Una taglia troppo piccolo’ ricordo di aver pensato. E con gesto deciso le ho spostato il filo teso da un lato.
A questo punto ha provato a reagire, a divincolarsi, ruotando bruscamente ritrovandosi appoggiata con la schiena alle fredde mattonelle del lavandino ‘No basta, non qui, c’&egrave gente, non voglio, hai capito? Ora ti fermi!!’Ancora un pietoso tentativo di autorità. ‘ Che vedano tutti allora”ho risposto con un sorriso raggiante. E dal mio volto, ha capito. Si &egrave spenta una luce sul suo viso, la luce tremolante della sicurezza di sé che aveva tentato di ostentare fino a quel momento. Ha capito che era la fine, che sarebbe stata scopata in quel freddo bagno di ristorante che odorava di lavanda, perché io avevo deciso, e lei non era abbastanza forte per impedirlo, non era forte affatto. Poteva solo salvare quel poco di faccia che le era rimasta, e non ribattere, così da mostrare a se stessa che in fondo l’aveva deciso lei. Ma ora un velo di paura le si leggeva negli occhi. Non sarebbe voluta andare fino in fondo, non quella notte stessa.
E il mio istinto fu accarezzato piacevolmente da quella consapevolezza. Mia maialona, solo mia, qui ora’come voglio io. Ho premuto la mia bocca sulla sua, infilandole a forza la lingua in bocca, sbavando più del normale con gusto, scendendole poi premendole sul collo e tenendola per le spalle con salda presa. Con un energico movimento di ginocchia le ho allargato le sue, posizionandomi tra le sue cosce. Le sue mammelle gonfie pendevano davanti ai miei occhi, mentre lei respirava affannosamente, facendosi scappare ogni tanto qualche ‘no” tremolante, che poi si affrettava a rimangiarsi, troncandolo ai primi accenni. Mi sono avventato a divorarle, succhiandole e mordendole a sazietà, abbracciandole nello stesso tempo le chiappe e spingendole e sfregandole il cazzo tra le cosce aperte . Si stava bagnando. Irresistibile istinto, anche se il disprezzo per questa donna era abbastanza chiaro dentro di me. Sono sceso tra le sue gambe, tenendole le tette strette tra le mani, e ho iniziato a leccarla, a morderla, a mangiarla’e lei ha iniziato a contorcersi, sentendosi per un attimo di nuovo al potere, ma &egrave durata poco. Gisto il tempo del mio, di piacere, giusto il tempo di saziarmi, che già era di nuovo tempo per lei di darsi da fare. Sono tornato in piedi, le ho sorriso e di nuovo il suo sguardo &egrave cambiato. Di nuovo, ha capito. ‘C’&egrave sintonia di pensiero almeno’, ho pensato. ‘Vai’datti da fare’vuole essere preparato” le ho messo una mano sulla testa e l’ho spinta verso il basso, mentre con l’altra mano mi slacciavo la patta e me lo tiravo fuori dalle mutande, duro e pulsante come non mai. Lei &egrave scesa, mormorando solo un ‘Oddio.:’ di rassegnazione. Gliel’ho passato sulle labbra, facendoglielo odorare bene, poi ho ordinato’ apri’. Lei ha dischiuso le labbra, l’ha preso fino alla cappella, poi ha fatto per reggerlo con la mano. ‘No’ ho ordinato’ solo con la bocca..’ e cosi facendo l’ho fatta mettere sui talloni e ho iniziato a muovermi nella sua bocca, premendoglielo fino in gola, spingendole la testa con le dita tra i capelli corvini. Stavo godendo da pazzi scopandomi la bocca di questa arrogantella assetata di potere’.’ Raccontala a tuo zio questa’..ho pensato.
Ad un certo punto &egrave stato troppo, per un attimo ho sentito un calore fortissimo salrimi su. Le ho tirato la testa, fermandola. ‘Basta così. Su’Sali su”. ‘Oddio, mamma mia”continuava a ripetere lei, in stato di semishock.
‘Mamma tua penso sia meglio non interpellarla’ ho risposto’ non le piacerebbe vedere cosa va facendo la maiala di sua figlia.. ‘. Così dicendo ho aperto la porta di un bagno. ‘Entra’ho ordinato.
Lei ha fatto una faccia quasi sconvolta, come se quasi sperasse che il tutto fosse finito li.
‘Che cosa pensavi’ Le ho sussurrato nell’orecchio da dietro le spalle spingendola sopra il wc ‘ ora &egrave pronto’&egrave ora di assaggiarti”. Per un momento ho pensato che volesse scappare attraverso il ristorante urlando all’aggressione, ed un brivido di paura ha attraversato anche me: si &egrave divincolata emettendo un gridolino impaurito, ma poi ha desistito. E lì, anche l’ultima ombra di inibizione ‘ se mai ce ne fosse stata- &egrave svanita. Mantenendomi alle sue spalle le ho sollevato la gonna portandola sulle sue spalle, e con veloci movimenti le ho spostato il filo del perizoma e afferrandola per le tette con una mano, le ho guidato il cazzo sulla figa &egrave l’ho spinto dentro con una botta secca. Era bagnata la troia’che ha reagito con un una scossa della schiena ed un ‘ah’sospirato e prolungato. L’ho spinto dentro di lei fino in fondo, e premendola contro la parete dietro il water, dove lei si &egrave goffamente appoggiata. Ho iniziato a penetrarla, dentro e fuori, pompando con violenza e strizzandole le grosse tette che ballavano nella stretta. Lei sussultava, respirava a singhiozzi, ma ormai era totalmente abbandonata e cercava di fare il minor rumore possibile, nella vergogna pungente che qualcuno potesse entrare, e potesse vederci cosi, ridendo di lei e complimentandosi con me che la montavo senza ritegno. ‘Si’cosi’.ti piace eh, porca, quanta voglia di cazzo avevi? Mh?E’ questa la tua vera natura’non puoi farci niente’sei una porca maiala’.sporca, tanto sporca..’ . Ormai gemeva’.gemeva e si muoveva a ritmo con le mie spinte. Un velo di sudore le copriva l’incavo della schiena, le natiche, le braccia. Non riuscivo a staccarle le mani dalle tette. Esercitavano ‘ed esercitano tutt’ora- un’attrazione magnetica su di me, ancestrale. Ne ho mantenuta una a giocare con uno dei suoi capezzoloni inturgiditi, mentre con l’altra le ho preso una spalla,tirandola per spingere meglio, concentrandomi sul piacere nell’assestare ogni colpo in quel vortice di calore bagnato”che bella figa bagnata” ho sussurrato’e ho spinto la mando dalla sapalla in una carezza lungo l’incavo della sua schiena, fino allo spacco delle natiche, seguendolo fino al buchetto stretto. Si &egrave irrigidita. ‘Ma no”ho pensato ‘questo te lo risparmio’però un assaggino” e cosi pensando le ho spinto la punta del pollice dentro’premendo lo stretto orifizio dello sfintere sentendo i brividi che la irrigidivano”&egrave vergine’ mi sono detto’ sarà un piacere, signora responsabile assunzioni’. Delle fitte di piacere hanno iniziato a salirmi fino alla punta. Stavo per venire, stavo venendo godendo nello scoparmi questa bella maialona conosciuta la sera stessa. Poi che gli uomini sono stronzi ‘ho pensato tra me e me’e di queste porcelle? Che vogliamo dire’. ‘Ti vengo dentro le ho detto’ . Lei ha strillato ‘NO!’ Di nuovo, ho avuto paura che ci scoprissero. Con fatica e quasi contorcendosi in un faticosissimo sforzo ha tirato su la mano destra, mostrandomi una mano tremolante. C’era una fede. ‘Ah’.’ho detto con un ghigno sarcastico ‘ sei sposata’.sei una vogliosa moglie sposata..’ Come avevo potuto dubitarne?
Stavo per venire. Non avrei potuto resistere un minuto ancora. ‘Allora vieni qui’ L’ho presa per i capelli, e cogliendo per un attimo la percezione della sua figura stravolta, sudata , con il rossetto sbavato e le sue appetitose poppe morbide mi sono sentito già soddisfatto. ‘Prendilo in bocca. Dai che abbiamo finito’potrai tornare a casa soddisfatta dal tuo maritino e fare il bis stasera che dici?’ Lei mi ha guardato, stanca ma con una grave espressione di rimprovero ‘Stronzo..:’ Ha detto. Ma la sua voce era morbida, quasi amorevole. Senza risponderle, glie’ho infilato in bocca, e dopo qualche spinta le ho scaricato un gran fiotto di calore in gola, tenendoglielo profondamente in gola spingendole la testa contro il mio basso ventre. Un rivolo bianco le &egrave colato all’angolo della bocca, gocciolandole sul mento. Un piacere pulsante mi ha invaso, la gioia dei sensi. Avevo compiuto il mio dovere. Ero un eroe. Uscendole dalla bocca impiastricciata, mi sono girato direttamente sul lavandino, e ho iniziato a sciacquarmi. ‘lavati ora..’ ho detto piano’devi tornare a casa’. E li &egrave successa una cosa che ogni volta che accade mi sorprende, ma che in realtà a pensarci &egrave la più ovvia delle cose. Mi ha abbracciato.
Dopo un’ora ed una lunga doccia mi &egrave arrivato un messaggio: ‘domani esco alle 3 dal lavoro, due ore prima, ti aspetto da me’il mio indirizzo &egrave : via dei Trabucchi 4.’
Non ero affatto stupito.
La mattina al lavoro &egrave passata velocemente. Sono arrivato verso le 8.30 e sono entrato in stanza sorprendendomi piacevolmente al caldo e fragrante odore di cornetto. La mia segretaria mi aveva di nuovo riservato una calda accoglienza. Era un piacere, in un freddo e grigio mattino di inverno. Avevo la scrivania piena di carte che necessitavano di una sistemazione, e dopo un paio di riunioni alquanto pesanti, non vedevo l’ora di andarmene a casa. Certo era che gli avvenimenti della sera prima ogni tanto facevano capolino alla memoria e un pizzico di piacere perverso ancora saliva a salutarmi ogni volta che ci pensavo. Mi guardavo intorno, guardavo la mia vita ‘quotidiana’, e pensavo a come ognuno di noi ha in realtà un lato piccante e ‘cattivo’ che gli altri, forse, non conosceranno mai. Ho scorso i messaggi sul telefonino, e ho riletto quelle lettere nere su fondo grigio. ‘domani esco alle 3 dal lavoro, due ore prima, ti aspetto da me’il mio indirizzo &egrave..’ etc.
Non ero certo di volerci andare. Nella normalità della luce del giorno queste cose tendono a diventare imbarazzanti.
Allora, proprio per traslare il tutto sul piano della normalità, ho deciso di andarla a trovare sul lavoro e vedere che faccia avrebbe fatto nel trovarmi li. La sera prima si era talmente vantata del suo ruolo in ufficio, fornendo una tale ricchezza di particolari, che trovarla era ora facilissimo.
Sistemate le ultime cose, ho salutato la mia attenta segretaria e sono uscito.
Come sempre, per prima cosa mi sono tolto la cravatta, e con essa il cappio del dovere. E ho preso la via del suo ufficio.
Sono entrato, ed ho trovato un gran fervore. Era sicuramente un momento molto intenso, in quella redazione. Si perché’la porcona lavorava in un giornale. E si atteggiava ovviamente a prima donna. L’ho vista quasi subito, da lontano, mentre parlava con tono autoritario e non proprio gentile ad una ragazza di una decina d’anni piu giovane di lei. ‘Sarà la signorotta di campagna di cui ci ha parlato al ristorante ieri’ ho pensato. E sono rimasto a guardare.
Natasha indossava un tailleur, beije, aderentissimo, che la fasciava evidenziandone le forme; camicetta bianca accuratamente lasciata un po’ sbottonata a mostrare il ‘balcone’ che ben avevo avuto modo di conoscere la sera prima, e tacchi altri. Quasi subito, scene e sensazioni dei momenti trascorsi la notte precedente mi sono balenati davanti; l’ho rivista arrogante, e poi dominata, montata da me che godevo nel punire la sua presunzione, e ho sentito all’istante una reazione partire nei miei pantaloni. Ma mi sono controllato.
Ho spostato lo sguardo sulla ragazza; era magra, vestita in maniera molto meno appariscente, un paio di pantaloni neri con un maglioncino celeste. Ballerine. Seno non troppo grande, era uno di quei tipi piuttosto tesi, nodosi, contratti dalla paura di sbagliare; non aveva l’aria particolarmente intelligente, ma aveva l’aspetto di una ragazza volenterosa. E stava incassando tutto ciò che Natascia le stava vomitando addosso in un atteggiamento che più presuntuoso non si può.
E poi, all’improvviso, mi ha visto. Si &egrave bloccata, congelata. L’ha piantata li, e con passo veloce ma non troppo convinto si &egrave diretta verso di me. Arrivata al mio cospetto, si &egrave fermata e con voce impostata (ma anch’essa, non troppo convinta’.) &egrave riuscita a dire, dopo una breve pausa: ‘ Buonasera signor Bianco’un attimo solo e sono subito da lei’. Si &egrave girata, ha dato un’occhiata dura alla ragazza che subito si &egrave mossa e si &egrave diretta verso una stanza, e si &egrave rivolta nuovamente verso di me alzando gli occhi al cielo come a voler dire ‘Vedi’te l’avevo detto che era tonta’. Ma poi, d’un tratto, &egrave come se avesse ricordato in un secondo chi ero, cosa avevamo fatto, cosa le avevo fatto. Ed ha abbassato lo sguardo, le guance le si sono tinte di rosso. ‘Non mi aspettavo di vederti qui. Usciamo da questo ufficio’.

Abbiamo camminato in silenzio per qualche minuto, e nel frattempo ho continuato a guardarla. Era visibilmente imbarazzata. ‘ Abito proprio qui dietro’..’ ha sussurrato continuando a guardare per terra. ‘Va bene’, ho risposto.
Mi ha condotto a poca distanza dal suo ufficio, in un vialetto costeggiato da due filari di alberi , le cui radici avevano reso l’asfalto e il marciapiede alquanto dissestati. Abbiamo raggiunto un pesante portone, di quelli non troppo nuovi, e lei ha aperto. Mi ha fatto strada, per le scale. La seguivo e la osservavo, da dietro; aveva un culo prosperoso, alla luce del giorno svettava in tutta la sua rotondità. Ed anche oggi, si intravedeva attraverso l’attillato tessuto della gonna, indossava un perizoma. Arrivati al secondo piano ha aperto una porta, e mi ha fatto entrare in casa sua. Ordinata, curata, con i muri che odoravano di vernice fresca.
Ha buttato la borsa sul tavolo, e girandosi di scatto mi ha baciato. Mi si &egrave letteralmente avventata addosso, avvinghiandomi in un abbraccio convulso, premendomi le tette sul costato e il bacino contro la patta. ‘Proprio allupata, la signora manager’ ho pensato, assecondando la sua reazione e afferrandole le chiappe tonde.
‘Ti voglio, ti voglio ti voglio.!!!’ Ha ‘urlato sottovoce lei’, mostrando una voglia che mi ha simpaticamente sorpreso. ‘Mh’siamo proprio in calore signora mia” ho risposto sussurrando’ e se il suo maritino tornasse all’improvviso?’; di tutta risposta mi ha lanciato un’occhiata sexy (di quelle che la sera prima mi avevano tanto divertito) e mi ha detto ‘E’ fuori per il weekend”.

Mi ha preso la mano e mi ha accompagnato in camera sua, dove ci attendeva un letto matrimoniale dal profumo fresco; mi ha spinto sul letto, salendomi subito dopo a cavalcioni sopra. ‘Voglio risentirti grosso e duro come ieri’voglio sentire quanto ti eccito’.’. La sua spavalderia mi divertiva. Era tristemente divertente. Ma il mio senso di violenza stimolato dalla sua arroganza non mancava di ripresentarsi’e di tutta risposta il mio pisello si era indurito alla grande. ‘Preparalo avanti..dato che ne hai tanta voglia’ Le ho detto. E lei, senza farselo ripetere, nonostante anche questa volta abbia scorto sul suo viso un’espressione di sorpresa passare velocemente, si &egrave apprestata a slacciarmi i pantaloni. Evidentemente, si sentiva più forte e disinibita nel suo ambiente.
Mi ha aperto la cerniera e si &egrave un attimo soffermata ad accarezzarmelo da sopra le mutande scure..che poi si &egrave pero subito apprestata ad abbassare prendendomelo in mano. Ha mosso le dita su e giù lungo l’asta un paio di volte e poi finalmente si &egrave chinata poggiandomi le labbra sulla cappella.
Steso al centro del letto con le braccia larghe, ho sentito un forte brivido di piacere salire, ed il piacere &egrave aumentato quando ha iniziato a succhiare, muovendo la testa su e giù, su e giù, sempre più in fretta, mugolando in maniera goduriosa. Avevo trovato una porca doc. Ho assecondato i suoi movimenti per qualche fantastico minuto, osservandola mentre le sue labbrone mi divoravano e le sue mani con le unghie ricostruite e decisamente troppo lunghe mi accarezzavano il cazzo e le palle. Poi, ho deciso che era sufficiente. Volevo rimettere mano alle sue fantastiche e morbide tette. Mi sono alzato a sedere e l’ho tirata facendola stendere sul letto. Mi sono chinato su di lei che ha subito iniziato a gemere piegando e allargando appena le gambe , e socchiudendo gli occhi. ‘Questa ha una voglia di essere scopata che mette paura’ mi sono detto, e le ho afferrato le tettone, accarezzandole energicamente e subito dopo slacciandole la camicetta e rivelando un reggiseno di pizzo che gliele strizzavano crudelmente. MI sono steso su di lei leccandole e mordendole la pelle delle tette, tirandole fuori dal reggiseno con la bocca, e facendole pendere oltre il bordo del reggipetto come piace a me, di modo che sembrino ancora piu grosse. Mi ci perdevo in quelle poppe morbide’e le strapazzavo in ogni modo. Lei mi si agitava sotto, grugnendo e mugolando come una cagna in calore, e roteando vogliosa il bacino sotto di me. Ok era troppo. Dovevo scoparla all’istante. ‘Lo vuoi eh’lo vuoi porcella che non sei altro’cagna in calore”
‘Si!! Si, lo voglio!!! Scopami, montami, fammiti adesso!! Ahhh, si!!!’
Con mossa secca le ho alzato la gonna, tirandole via le mutandine che si erano bagnate in maniera imbarazzante. ‘Siii infilameloo!! Mettimelo dentro!!!! Oddio oggi quando ti ho visto in ufficio stavo per spingerti in stanza e farmiti li!!! Amore mio quanto ti voglio scopami!!’
‘Questa &egrave una maiala folle’ ho pensato, ma il mio pisello era talmente carico che non ho pensato altro ed ho solo detto’ Avanti’fatti scopare” e cosi dicendo gliel’ho spinto nella figa, calda e pulsante come non mai. ‘AhhhhhhhhH!!! Si!!! Dio, si!!! ‘ Ha gemuto lei, inarcando la schiena e spingendomi a fondo tirandomi dalle natiche verso di lei’. IO ormai però non la sentivo nemmeno più; pensavo solo a pomparla, a pomparla a sangue questa scrofa vogliosa e adultera che aveva solo un’estrema voglia di cazzo, tanto da portare un quasi assoluto estraneo fin dentro casa sua, fin dentro il suo letto coniugale. L’ho sbattuta a lungo, poi sono uscito, l’ho girata di schiena dicendole ‘mettiti a pecora, avanti..’ e sono rientrato violentemente, scuotendola con le mie sferzate, e facendola gemere e urlare come mai avevo sentito fare a nessun’altra. Le tenevo le mammelle penzolanti e le stringevo ad ogni spinta, strizzandola e facendola strillare; la sua pelle si era coperta di sudore, e le sue mani stringevano il lenzuolo durante ogni colpo. Stavo per venire, mi stavano per scoppiare le palle. Le ho passato le dita sulle chiappe, lungo lo spacco, cercando il suo buchino stretto; era fradicio, ammorbidito dai suoi stessi succhi. Ho sentito la voglia arrivare quasi al culmine. ‘Ora te lo metto nel culo” le ho detto; lei si &egrave ammutolita, ma non ha smesso di muoversi. Stava godendo troppo e non aveva la forza di opporsi. Era quasi in trance. Le ho passato il medio tutt’intorno all’anellino, e poi gliel’ho infilato dentro. A quel punto lei ha mormorato un ‘Ahh’no’il culo no’.’ E la mia voglia animalesca e violenta si &egrave riaccesa in maniera fortissima. ‘Stai zitta porca’.ora te lo metto al culo e tu devi solo stare zitta’.ti voglio inculare. ‘ E così sussurrando l’ho sfilato dalla sua fica. Era bagnatissimo, e con le dita ho raccolto un po dei suoi liquidi cosi abbondanti spalmadoglieli poi sul buco del culo. ‘No’.noooo’ Gemeva lei, e ad un certo punto ha fatto per girarsi, ma io l’ho bloccata dal collo con una mano ‘Forse non mi sono spiegato’adesso te lo metto al culo e tu non sei proprio nella posizione di opporti..Quindi se vuoi un consiglio’fai meglio a rilassarti’se non vuoi che ti faccia troppo male’ cosi facendo gli ho premuto la cappella sul buchino, che a fatica ha iniziato ad allargarsi ‘Noooo fa male’ahhh’stronzo lasciami..!!!’ Ma la mia mano la teneva ferma e le mie anche spingevano sempre di più. A poco a poco lo sfintere ha ceduto, lasciando passare la cappella, e poi facilmente tutto il resto dell’asta. ‘aah’.’ Questa volta ero io a gemere, mentre lei lanciava uno sgrilletto di dolore inarcando la schiena. ‘Ecco’ecco maiala mia’ecco cosi’fatti inculare da brava’ahh’ ho iniziato a fare avanti e indietro lentamente’permettendo ai liquidi di lubrificare il mio cazzo per tutta la lunghezza, e po lentamente ho cominciato a spingere piu velocemente finch&egrave me la stavo inculando sonoramente mentre lei gemeva goduriosa ad alta voce ‘AAhh oddio’che sensazione pazzesca’aaah si stallone mio aaah si’prendimi nel culo, prendimi dove vuoi aaahhh’ . La sensazione era bestiale, aveva un buco cosi stretto che mi stava veramente spendendo in orbita. ‘Si scrofola mia si ecco..ti pompo come una troia’la lurida troia che sei’ecco’sto venendo’ah..si ‘ti vendo tutto nel culo’aaaaaahhh’ Ho schizzato nel suo culo per un periodo di tempo che mi &egrave smbrato un’eternità, godendo nel sentire le pulsazioni intense che mi salivano fin dentro la pancia, con lei che teneva le chiappe più alte possibili, tesa nel godere di quella nuova sensazione. ‘Ohhhh dio si ‘.aah’..tesoro’ahhh!!!”
Scaricato e stanco, mi sono appoggiato con la testa sul cuscino ad osservare il soffitto, mentre lei si abbandonava su un fianco..ad occhi chiusi’con un leggero sorriso sconvolto sul volto. Dopo poco si era addormentata.

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