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Racconti Erotici Etero

Una giornata particolare

By 11 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella era stata una giornata particolare; per staccare dalla solita routine avevo deciso di rimanere in casa e prendermi un po’ cura di me: si sa, una donna è sempre bisogno di tempo per se stessa!
In mattinata optai per un bagno caldo con i sali rosa (i miei preferiti), bagno seguito da manicure e pedicure, e ancor prima dal mio quotidiano massaggio self-made con crema corpo al muschio bianco. Era piacevole massaggiare la pelle ancora umida e calda, i pori dilatati facevano sì che la crema venisse assorbita rapidamente rendendo la mia pelle liscia e morbida, proprio come piaceva al mio uomo.
Il mio uomo ‘ pensai – chissà cosa starà facendo in questo momento’
Mi mancava, era strano passare la giornata in casa sola, senza di lui’
Decisi di non disturbarlo inutilmente al cellulare, sicuramente al lavoro era impegnato.
Mi guardai allo specchio. I capelli corvini ancora umidi incorniciavano il mio volto privo di trucco, facendomi sembrare più giovane della mia età; il mio sguardo scivolò più in basso sino a soffermarsi sul mio seno: si notava, seppur non particolarmente marcato, il segno del’abbronzatura; la parte di pelle più chiara faceva contrasto con i capezzoli, di una tonalità più scuri, inturgiditi dal mio massaggio. Non seppi resistere, con una mano pizzicai il capezzolo destro: mi sfuggì un piccolo gemito; la sensazione di piacere che mi provocai face scivolare la mia mano più in basso, sul ventre, fino a raggiungere il monte di venere. I miei occhi, ancora incollati allo specchio, videro la mano giocare con il piccolo ciuffetto di peli, poi un dito si insinuò tra le labbra. Avvertii una sensazione di calore e, seppur non fossi bagnata, il clitoride era turgido e reclamava a sé le mie attenzioni’
In quel momento squillò il cellulare. Un sms, era Matteo, il mio compagno: ‘Come procede la giornata amore? Mi manchi! Per stasera non prendere impegni”.
Sorrisi. ‘Splendidamente, grazie! Ti aspetto, non stancarti troppo! Un bacio’ Daniela’
Guardai ancora una volta di sfuggita la mia immagine riflessa nello specchio, con una vaga sensazione di rimpianto; decisi comunque di vestirmi.
Non sapendo cos’altro fare, ed essendo arrivata ora di pranzo, decisi di consumare un pasto leggero ed accesi il pc. Fu un gradevole diversivo; passai un piacevole pomeriggio chattando con Alessio, un amico che, come me, condivideva la passione per l’erotismo.
Tra una chiacchiera e l’altra, guardai l’orologio e mi accorsi che, tra circa un’oretta, sarebbe tornato Matteo. Mi rivolsi quindi ad Alessio.
D. – Tra un po’ arriva Matteo
A. – Immagino che, visto che stia arrivando, tu debba, giustamente, dedicarti a lui’
D. – Sono indecisa se preparare qualche sorpresa o meno…
A. – Ohoh, di che tipo?
D.

– Mmm, accappatoio o completino intimo?
A. – Fossi al posto di Matteo e dovessi decidere, sceglierei il completino’
D. – La questione è che mi ha detto che la prossima volta che l’avessi provocato, si sarebbe preso in mio culetto… adesso è da un po’ che non lo fa, quindi sono un po’ titubante, ho il buchino stretto… se lo provoco non oso immaginare le conseguenze, specie sul letto! Con l’accappatoio invece potrei spingerlo in vasca e avrei maggiori possibilità di dirigere il gioco…
A.- Non dirmi così! Sei davvero perfida!
D. – ?
A. – Ammettilo: ci provi gusto nel provocarmi!
D. – Mmm, ho deciso: completino!
A. – Sei proprio terribile!
D. – Dai, ora vado a prepararmi’ Tranquillo, dirò a Matteo che mi hai aiutata nella scelta!
A. – ‘Ok, e buona serata, almeno la tua!
D. – Grazie, e passa una buona serata anche tu! :-) Un bacio’
Sorridendo divertita, spensi il computer e andai in camera. Per l’occasione decisi di indossare un completino che avevo acquistato la settimana precedente: il perizoma microscopico a cordicella di colore bordeaux era in pizzo sul davanti; il corpetto, dello stesso colore e senza spalline, era sufficientemente rigido sul fianchi e prevedeva un reggiseno a balconcino lavorato.
Nell’indossare il perizoma, notai di essere bagnata: colpa tua Alessio! ‘ pensai. Scelsi di non lavarmi, pur sapendo che avrei impregnato subito il minuscolo tessuto’ Conosco il mio uomo, proprio non sa resistere alla fighettina bagnata della sua donna!
Indossare il corpetto da sola, invece, fu decisamente più difficile visto che prevedeva un’allacciatura posteriore con laccetti di raso’
Destreggiatami in questa difficile situazione, indossai un paio di autoreggenti nere, subito seguite da decolleté dello stesso colore, poi mi recai in bagno. Dopo aver applicato un leggero strato di fondotinta sul viso, evidenziai le palpebre con dell’ombretto scuro per poi far risaltare l’occhio con eyeliner e mascara. Applicai sulle labbra un velo di rossetto abbinato al completino e mi ritenni soddisfatta.
Bene, io sono pronta ‘ pensai ‘ adesso vediamo un po’ di creare l’atmosfera!
Per prima cosa decisi di mandare un sms a Matteo: ‘Tesoro, quando torni a casa apri con le chiavi!’
Il bip del telefono pochi istanti dopo mi avvertì della sua risposta: ‘Va bene, io sono quasi a casa. Stai uscendo?’.
Non risposi; tornai invece in camera per completare l’opera.
Chiusi le tende, accesi due candele profumate e, dopo averle poggiate sul comò, con la piccola chiave nascosta nel mio portagioie aprii il nostro cassetto privato e scelsi alcuni oggetti; accostai la porta della camera e mi portai a letto.
Poggiai le palline anali in basso alla mia sinistra, poi, prima di indossare la mascherina per gli occhi, poggiai le chiavi delle manette decorate in vellutino rosso sul comodino. Quindi mi inginocchiai e con le manette incatenai le mani alla spalliera del letto.
Non mi restava che attendere. Il tempo non passava mai! Il ticchettio della sveglia, all’unisono con i battiti del mio cuore, ribadiva il passare dei secondi, l’uno dopo l’altro. Sussultavo ogni volta che udivo qualche rumore un po’ più forte, poi, finalmente, udii la chiave girare nella toppa della porta d’ingresso.
‘Danielaaa, sei in casa?’
Silenzio.
Udii poggiare le chiavi sul tavolino all’ingresso, la ventiquattrore sul pavimento. Poi sentii Matteo andare in cucina dove avrebbe bevuto il suo quotidiano sorso di caffè. Sorrisi; guai se in frigo fosse mancato il caffè freddo!
Ora il rumore dei passi indicava l’avvicinarsi alla stanza da letto; con il cuore che mancò un battito, udii la porta della camera aprirsi.
‘Ma che’? Oh, caspita, guardo un po’ che abbiamo qui” disse Matteo rendendosi conto dello spettacolo che aveva davanti.
Mi sforzai di trattenere un sorriso di soddisfazione. Sentii la giacca di Matteo cadere con un fruscio sul pavimento, poi udii il nodo della cravatta allentarsi mentre lui si dirigeva ai piedi del letto ad ammirare le mie natiche scoperte. Con le dita mi sfiorò la schiena, avvertii un brivido mentre con la mano scendeva in basso; mi tirò la cordicella del perizoma.
‘Mmm’ non riuscii a trattenere un gemito.
La sua mano scese ancora, fino ad incontrare il tessuto già impregnato dei miei umori: ‘Ma bene, cosa vuole da me questa pecorella smarrita stasera?’ disse lui.
Sentii il suo dito diventare impertinente fino a raggiungere la cavità umida della mia fighetta; inarcai la schiena per agevolarlo, poi improvvisamente lo spinse dentro.
‘Mmmm’ mi scappò un altro gemito.
‘Mia cara pecorella, credo proprio di doverti riaccompagnare al tuo gregge” disse Matteo togliendo il dito e portandoselo alla bocca. Lo sentii succhiare, poi sentii di nuovo il dito dentro.
Questa volta portò il dito alle mie labbra; lo succhiai avidamente, riconobbi immediatamente il mio sapore: dolce, ma con un retrogusto leggermente aspro tipico di quei giorni in cui i miei ormoni sembrano voler decidere da soli della mia vita sessuale.
Qualche istante dopo l’attenzione di Matteo fu distolta da qualcos’altro. Deve aver notato le palline ‘ intuii correttamente.
‘Ahh, quindi siamo in vena di provocazioni eh, monella? Io ti avevo avvisato la scorsa volta che non l’avresti passata liscia!’ disse.
Lo sentii sfilarsi cravatta e scarpe e gettare a terra la camicia, poi salì sul letto, in ginocchio accanto a me; sentivo l’odore della sua pelle, un misto di dopobarba e un leggero sentore di sudore che aveva il potere di farmi impazzire. Mi agitai sulle ginocchia, irrequieta. Ovviamente, lui se ne accorse: ‘Shhh, dai su, non fare così’ mi sussurrò in un orecchio ‘tranquilla, rilassati, abbiamo appena iniziato!’
Portò le mani sul corpetto, allentò i lacci dietro la schiena e con una mano liberò i miei seni dalla loro costrizione. Lentamente, iniziò a sfiorare l’aureola dei miei capezzoli che, subito, iniziarono ad inturgidirsi. Lui colse l’implicito invito e non facendoselo ripetere due volte, lo sentii sdraiarsi sotto di me, il suo alito caldo sul mio seno. Prese in bocca i miei capezzoli ad uno ad uno, facendomi gemere ancora; sentii la sua lingua che dolcemente mi torturava, sentii i suoi denti stringere e poi allentare la morsa, ancora ed ancora; avvertii la sensazione di calore al bassoventre che si faceva più forte.
In qualche modo lui avvertì la mia urgenza, quindi si sollevò per portarsi nuovamente ai piedi del letto. Questa volta sfilò il perizoma che, adesso, umido, giaceva alle mie ginocchia.
Senza una parola, portò una mano sul mio sesso, poi, con sicurezza, iniziò a stuzzicarmi il clitoride, prima titillando, poi con movimenti circolari.
Quest’uomo ‘ pensai ‘ sa decisamente come farmi impazzire!
Iniziai a gemere, a spingere il mio sesso sulla sua mano e sul suo braccio, mi portò sino al limite, poi, proprio quando non ce la facevo più, smise di colpo. Ecco cosa succede quando il tuo uomo ti conosce troppo ‘ riflettei ‘ sa precisamente anche come torturarti!
Lo sentii succhiarsi ancora una volta il dito, poi sbottonarsi la cinta e il fruscio dei pantaloni che raggiungevano giacca e camicia sul pavimento.
Si allontanò ed accese luce. ‘Un simile spettacolo deve essere ammirato per bene’ spiegò.
Si avvicinò col viso al mio culetto, poi, aiutandosi con le mani, mi aprì le natiche. ‘Mmm, che bel buchino stretto stretto che hai’ Mi dispiace di averti trascura amore, vediamo un po’ cosa posso fare per farmi perdonare” disse procurandomi un brivido lungo la schiena.
Detto ciò, avvicinò la lingua al buchetto e iniziò a leccarlo. Sentivo la lingua tracciarne i contorni e lo sfintere iniziare a rilassarsi; poi, sempre con la lingua, iniziò una leggera penetrazione.
Non ce la facevo più, ansimavo sempre più forte, gli umori mi colavano lungo le cosce: ero un lago! Approfittando di questo, con la mano lui iniziò a bagnarmi ancora di più nel solco del culetto continuando finché non fu soddisfatto. Poi sentii una leggera pressione sull’ano; non capii subito di cosa si trattasse, poi mi ricordai delle palline che avevo posato accanto sul letto. Ecco ‘ pensai ‘ questa me la sono proprio cercata!
Rivolsi un pensiero fugace ad Alessio – avrebbe proprio dovuto vedermi in questo momento!
Sentii lo sfintere tirare, mi imposi di rilassarmi, poi avvertii il corpo estraneo nel mio ano: la prima pallina era entrata. Matteo continuò a spingerle dentro, una dopo l’altra. La loro presenza si faceva ingombrante, non appena stringevo i muscoli dell’ano avvertivo le palline muoversi dentro di me, facendomi godere come non mi accadeva da tempo. Quando arrivò alla quinta pallina, l’ultima, lui si divertì spingendola dentro per poi tirarla fuori, finché non sentii anche il suo dito spingere per entrare’
Oddio!
Il buchino tirava facendomi un po’ male, sentivo il suo dito che si divertiva a muovere le palline dentro di me, finché anche quel dolore si trasformò in piacere. ‘Oh, si, ti prego!’ mi sentii implorare.
Lui accolse immediatamente il mio invito, sfilo il dito lasciandomi qualche istante lì, con le palline ancora dentro di me, a chiedermi cosa mi aspettava dopo.
Lo sentii togliersi i boxer e armeggiare nel cassetto. Subito dopo avvertii l’odore di lattice e intuii che si stesse infilando il preservativo.
Sfilò le palline ad una ad una, così come le aveva inserite, poi quando arrivò all’ultima diede uno strattone un po’ più forte.
‘Ahhh’ mugugnai.
Il buchetto, adesso un po’ più largo, pulsava; mi sentii vuota, rimpiansi le palline dentro di me. Questo rimpianto però durò poco; pochi secondi dopo avvertii la pressione della sua cappella che premeva per entrare. Era una cappella dalle dimensioni non indifferenti, non ero affatto sicura che questa volta sarebbe stato semplice come per le palline!
Matteo spinse, sentii lo sfintere stringere per evitare di essere violato da quel corpo estraneo, ma non ci fu niente da fare: la cappella era entrata. Il cuore mi batteva all’impazzata, provavo dolore, un dolore temprato dalla sensazione di piacere che sentivo dentro.
Volevo donarmi al mio uomo completamente, volevo donargli anche la più piccola parte di me. A poco a poco, mentre in suo membro mi scivolava dentro, il dolore inizio a farsi sempre più lieve, fino a diventare solo il sottofondo del desiderio che ci consumava.
‘Oh, sì, brava la mia donna’ ansimò Matteo ‘Lo senti come ti scivola tutto dentro, tutto per te? Ecco, brava, così, prendilo tutto”
‘Ahhh, sì, ti prego, non smettere!’ lo implorai
Matteo mi stava inculando, e io provavo un piacere perverso nel lasciarglielo fare, un piacere tanto fisico quanto piscologico nel fare ciò per cui il nostro corpo non è stato concepito. Sentivo il cazzo di Matteo che mi fotteva e mi allargava il buchino, lo sentivo scivolare sempre più a fondo, sempre più forte; mi sentivo allargare, sentivo il culo aprirsi in due sotto i suoi colpi. Continuando a scoparmi, Matteo mi strinse a sé, e con la mano iniziò a masturbarmi. Lo sentii tremare, capii che era al limite e mentalmente ringraziai quell’uomo che amavo più della mia stessa vita, che stava anteponendo il mio piacere al proprio.
Questo pensiero mi sconvolse, non ce la feci più: ‘Ahhhhhh, ahhhh, ahhh, siiiii’ urlai con quanto fiato avevo in gola, e venni, venni tremando e godendo nella mano del mio uomo che mi stringeva forte a sé.
Matteo si staccò da me, rapidamente mi sciolse dalle manette, mi tolse la benda e si sfilò il preservativo. Intuendo le sue intenzioni mi sedetti al bordo del letto, lui in piedi di fronte, con suo membro turgido davanti al mio viso. Feci per prenderlo in bocca ma mi bloccò: ‘Guardami’ mi disse ‘voglio che mi guardi negli occhi’.
Sollevai lo sguardo e fissai quegli immensi occhi scuri che sin dal primo istante mi avevano fatto innamorare. Con la mano sinistra mi prese il mento, mi disse di aprire la bocca; con la destra iniziò a masturbarsi. Misi in quello sguardo tutto l’amore che avevo per lui, lessi nei suoi occhi tutto il suo amore e il suo desiderio per me, finché avvertii il primo fiotto di sperma caldo sulla mia lingua. Lo sentii tremare; tenni aperta la bocca per non perdere neanche una goccia di quel nettare prezioso, e lui venne, venne riversando in me tutto il suo piacere’ Ingoiai: per niente al mondo avrei buttato via la gioia di quel momento, poi mi dedicai al suo membro, fino a ripulirlo del tutto, finché non mi implorò di smettere…
Ansimando, esausti ma felici, ci lasciammo andare sul letto, l’uno tra le braccia dell’altro.
‘Ti amo’ mi disse.
‘Anch’io’ risposi; poi mi accoccolai sul suo petto.
***
Quella sera, dopo cena, ci mettemmo a letto presto.
‘Com’è andata al lavoro oggi, amore?’ chiesi.
‘Abbastanza bene direi, tu invece che mi dici della tua giornata casalinga?’ si informò lui.
‘Sai, oggi è stata una giornata davvero particolare. Pensavo che mi sarei annoiata tutto il giorno in casa, invece il tempo è volato” risposi.
‘Ah, si? E cosa hai fatto?’ chiese.
‘In mattinata mi sono dedicata a me stessa, poi nel pomeriggio abbiamo organizzato la sorpresa per te..’ affermai convinta.
‘Abbiamo? Perché, chi altro c’era?’
‘Tranquillo amore, non c’era nessuno’ dissi tirandolo a me e facendogli posare la faccia sul mio seno ‘però credo che per la sorpresa di oggi pomeriggio tu debba ringraziare Alessio”
‘Alessio?’ sollevò lo sguardo interrogativo ‘E chi è Alessio?’
‘Un amico virtuale, diciamo così” risposi enigmatica.
‘Mmm’ mugugnò lui che, nel frattempo, dopo avermi abbassato la spallina della camicia da notte, aveva ricominciato a succhiarmi i capezzoli ‘Capisco’ Bè, magari poi me ne parlerai. Adesso vieni qui” e, spingendomi sul letto, fece aderire il suo corpo al mio…

——
Il racconto è autobiografico. Sono graditi commenti e critiche, la mia mail è madame.bovary@outlook.com

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