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Racconti Erotici Etero

Una gita fuori porta

By 28 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Ancora non mi sembra vero e invece si è realizzato. L’ho immaginato mille volte ma ero consapevole che poterlo realizzare sarebbe stato veramente impresa ardua. E invece… una serie di circostanze favorevoli e  una buona dose di impegno hanno permesso di realizzare questa fantasia. Una gita fuoriporta infrasettimanale.

Siamo  riusciti a liberarci dai nostri impegni e riusciamo a prenderci un intera giornata per evadere dalla nostra realtà. E’ una calda giornata di fine maggio un anticipo d’estate e la nostra meta è un bagno al mare in Liguria. Non abbiamo pianificato molto la nostra giornata, ci lasceremo guidare dall’istinto, come al solito. C’è una cosa certa il luogo e l’orario di partenza. Il primo autogrill sull’autostrada verso Genova ore 8.30.

Mi sento un adolescente alla sua prima gita, un misto di emozioni e aspettative balenano nella mia testolina, sono certa che questo mercoledì lo ricorderemo a lungo. Ho preparato lo zaino, ho infilato il telo mare la crema abbronzante le infradito e d’impulso ho messo in un taschino anche “‘l’olietto” magico… non si sa mai che possa servire. Ho scelto con cura cosa indossare, ho un abitino in un tessuto leggero, un po’ elasticizzato color verde acqua con una scollatura intrigante ma sobria, è aderente al busto, fascia i miei seni e la mia vita si appoggia all’incavo della curva dei miei glutei per scendere con un gonnellino svasato e morbido, è appena sopra il ginocchio non ha una lunghezza audace ma è  intrigante si allaccia dietro il collo e lascia le spalle scoperte. Indosso i miei sandali neri, un tacco sobrio, lo so per la spiaggia sarebbe meglio evitare i tacchi ma non è possibile con quel vestitino il tacco permette quell’andatura femminile che trovo irresistibile e poi chissà magari non adiamo solo in spiaggia. Eccomi pronta raccolgo lo zaino e la borsa prendo le chiavi della mia macchina chiudo la porta di casa e quel gesto è strano, la mia mente sta chiudendo lì dentro la mia realtà per ritrovarla stasera al rientro uguale senza alcun cambiamento, ma questa giornata invece è mia solo mia e non interferisce con la mia vita è un sogno, un evasione, forse non ha un nome che può spiegarla ma è così una cosa a se. Eccomi salire nella mia macchina riguardare il filo di matita e rimmel degli occhi nello specchietto retrovisore, mettere in moto e venire all’appuntamento. Ecco, vedo la tua auto parcheggiata  nel piazzale dell’autogrill mi accosto  parcheggio recupero le mie cose, ti sorrido  e salgo in macchina. Il tuo sorriso spensierato mi accoglie, il tuo sguardo discreto si sofferma sul mio abitino, mi saluti con un bacio innocente, i nostri occhi si incrociano e sembrano essersi già detti molte cose. Partiamo verso il mare, in macchina lo stereo suona musica rock sembra quasi volerci dare la carica, ma siamo già più che euforici. Parliamo del più e del meno e ipotizziamo in quale spiaggia potremmo andare, poi ad un tratto fermi i discorsi mi guardi come per cercare qualcosa e irrompi con una domanda: “Ma non hai messo il costume??” ero certa che te ne saresti accorto, no non l’ho messo il costume è nello zaino pensavo di indossarlo poco prima di arrivare in spiaggia, ma non rispondo con le parole alla tua domanda, ti guardo con il mio sguardo un po’ monello, ti prendo la mano e la porto ad appoggiarsi sul mio seno, tu capisci che non risponderò alla  tua domanda quindi mi stringi il seno dal vestito per sentire se il tuo sospetto e fondato, la tua mano l’avvolge completamente ora non hai più dubbi, non indosso il costume ho solo quel leggero abitino che copre il mio corpo, le tue dita si soffermano sul mio capezzolo che al contatto con la tua mano è già turgido e prepotente spinge sul tessuto dell’abito. Sul tuo viso è comparso un sorriso compiaciuto e seppure sembri attento a guardare la strada dal tuo sguardo si capisce che i pensieri che passano nella tua testa in questo momento sono tutt’altro. Riporti la tua mano sul volante, e riprendi la conversazione di prima come se niente fosse. Ridiamo e scherziamo parlando del più e del meno e constatiamo che siamo stati davvero fortunati è una splendida giornata, un cielo azzurro terso sopra di noi e un caldo sole che inizia a scaldare tutto intorno a noi, e nella normalità di questi discorsi di nuovo mi sorprendi, appoggi la tua mano sulla parte tra ginocchio e coscia che il vestito lascia scoperto, non dici niente, continui a guardare la strada, vorrei chiederti le tue intenzioni ma è troppo intrigante lasciarti fare e scoprire a poco a poco cosa vuoi così sto ferma quasi impassibile o meglio fingo di essere impassibile perchè ogni tua carezza mi provoca brividi e desideri assurdi, la tua mano si sposta delicatamente verso l’interno della mia coscia, ancora non ho realizzato cosa stai per fare quando con un gesto deciso sento le tue dita raggiungere lei e affondare delicatamente ma con decisione. Adora la tua audacia in questi momenti, continui a toccarmi senza guardarmi, sembri attentissimo alla guida ma io sento nel mio corpo che sei attentissimo anche a cio’ che mi stai provocando, non resisto allargo leggermente le gambe inarco piano la mia schiena quasi per accoglierti meglio, le tue dita percepiscono e si spingono più in profondità le muovi velocemente, non riesco a trattenere i sospiri che mi provochi, sono già bagnata e le tue dita scivolano dentro di me provocandomi brividi e sensazioni indescrivibili. Riesci a toccarmi per pochi minuti facendomi provare sensazioni assurde ma ti accorgi che così non riuscirò a trattenere il piacere e per quanto ti lusinga  vedermi in estasi decidi di fermarti di colpo , quasi come la mano su un interruttore di spegnere bruscamente tutto. Mi sorprendi nuovamente mi stavo quasi abbandonando al piacere ma mi intriga la tua voglia di allungarmi il desiderio. Togli la mano dalle mie gambe, il tuo dito è lucido bagnato dei miei umori mi guardi e lo porti alle tue labbra leccandolo voluttuosamente e poi con quello sguardo che riesci a fare quando mi desideri mi dici:  “si lo so forse ora mi stai odiando stavi per venire ti  piaceva tantissimo e mi sono fermato, fidati mi farò perdonare!” Sono confusa tra questo stato di quasi beatitudine ed estasi adoro quando mi stai portando al massimo piacere e ti fermi per prolungarmi il desiderio è contro natura ma lo trovo irresistibile, eccitante in un modo che non so neppure spiegare. Non ti rispondo niente mi godo questo momento interrotto ma non posso non notare che il tuo toccarmi mi ha sconvolto e ha aumentato la mia voglia di averti, ma che anche tu non sei indifferente, sotto i tuoi pantaloni leggeri si vede che “qualcuno” si è svegliato. Continuiamo il viaggio in autostrada, l’autostrada per Genova è quasi deserta sorpassiamo raramente qualche macchina, ti guardo mentre guidi e la mia fantasia corre, il desiderio di te aumenta e per arrivare al mare ci vorrà ancora un ora e mezza almeno, decisamente troppo tempo per la voglia che mi hai scatenato. Ti chiedo di rallentare e metterti sulla corsia lenta, mi guardi stranito e mi dici: “perchè non hai voglia di arrivare presto e fare un bel bagno??” certo che ne ho voglia, ma ora ho un altra voglia più imminente e che non riesco a trattenere fidati di me. I nostri sguardi si incrociano e tu hai capito benissimo di cosa ho voglia e mi assecondi, ti sposti nella corsia lenta e rallenti l’andatura della macchina. Io allento un po’ la cintura che mi avvolge mi guardo intorno e noto che per fortuna ci sono pochissime macchine intorno, mi avvicino a te cerco di non distrarti troppo dalla guida ma ti bacio, e ti accarezzo il petto, poi lascio la mia mano scivolare sotto la tua maglietta, accarezzo i tuoi capezzoli e lenta la faccio scendere verso il pantaloni, lo sento già duro spingere contro il tessuto dei pantaloni, la mia mano lo accarezza piano da sopra i jeans, lo stringo quasi a volermi accertare di quanto è duro, mi piace saperti così eccitato per me, non resisto slaccio i tuoi pantaloni e infilo la mano nel costume che indossi sotto i jeans, lo afferro lo stringo dolcemente ma con fermezza, lo accarezzo piano e lo lascio scivolar fuori dal costume, sento i brividi che provi e cerchi di dissuadermi dalla mia idea, mi dici che stai guidando e potrebbe essere pericoloso, non ti ascolto anzi ti dico e tu concentrati sulla guida…che io mi concentro su altro…scendo con la mia bocca a lui le mie labbra lo baciano dapprima delicatamente la lingua piano lo sfiora, la mia mano lo sorregge e lo spinge verso le mie labbra, la mia bocca è pronta ad accoglierlo la mia lingua lo avvolge e tu cerchi di non distrarti dalla guida ma il tuo sospiro si fa corto, ti piace quando mi dedico a lui così ma vorresti goderti meglio il momento osservarmi mentre lo faccio, perchè adori  guardare la mia mano che lo accompagna tra le mie labbra, vedere le mie labbra accoglierlo e sentire la lingua che calda e vogliosa lo avvolge, io continuo non riesco a fermarmi adoro sentire la tua voglia in lui sentire quanto è duro e pulsante per quello che sto facendo ma a un tratto sento che hai messo la freccia, non posso vedere la strada non so dove stai andando ma non me ne curo, mi fido di ciò che stai facendo a prescindere, la mia mano scende ancora più giù  accarezzo i tuoi gioielli  mentre la mia bocca lo fa scivolare piano su e giù tra le mie labbra, sento un tuo gemito mi accorgo che è cambiata la luce introno a noi e a un tratto sento la macchina fermarsi bruscamente.

Sollevo lo sguardo lasciando però la mia mano laggiù ad accarezzarlo, noto che siamo in un aria di parcheggio con degli alberi intorno, mi rassicuri e mi dici che non resisti più e che sei certo che siamo soli e non può vederci nessuno, slacci la tua cintura di sicurezza e poi la mia, abbassi il tuo seggiolino per sdraiarti e abbassi i tuoi jeans per liberarlo meglio e mi chiedi di continuare e di fare tutto cio’ che voglio. E’ meraviglioso siamo in un area di parcheggio con il rischio che possa arrivare qualcuno ma con una voglia irrefrenabile di averci e tu mi hai appena detto che posso fare ciò che voglio, come resistere. Continuo ancora un po’ a giocare con lui con la mia bocca e le tue mani intanto cercano il mio sedere, afferrano i miei glutei e  si spingono alla ricerca di lei che è incredibilmente gonfia e bagnata, e io muoio dalla voglia di averti di sentirti penetrare in me, sposto al tua mano sollevo leggermente il mio abitino e salgo cavalcioni su di te. L’accompagno con la mano dentro di me, è talmente gonfia e bagnata che non trovi nessuna resistenza a scivolare profondamente in me e in quel momento i nostri respiri hanno un sussulto, il piacere che provoca quel momento è una sensazione unica, le tue mani afferrano i miei fianchi e con forza stingendoli mi dai il ritmo, seguo il tuo ritmo e la mia schiena si inarca a ogni spinta per accoglierti meglio e sempre più profondo, una mano si sposta dai miei fianchi e si infila nella mia scollatura tiri fuori un mio seno e lo porti alla tua bocca che sembra proprio volerlo mangiare ma con delicatezza come se stesse assaporando una delizia, il capezzolo non resiste alla tua lingua morbida e sapiente che lo avvolge e turgido svetta dal seno le tue labbra si accorgono e lentamente lo succhiano, mentre io continuo a sentirti forte e duro dentro di me mi sento pervasa da un piacere  irrefrenabile non posso trattenere oltre il mio desiderio e mi abbandono al piacere che mi provochi i miei gemiti aumentano il mio respiro è sempre più corto la mia pelle è madida di sudore, ti accorgi del piacere che mi provochi e continui a spingerti dentro di me per farmi assaporare ogni centimetro del tuo desiderio, lo sento grosso, durissimo in me e sento che anche per te sta arrivando il culmine del piacere e voglio assaporarlo mi sposto  scivolo ai piedi del tuo seggiolino tra le tue gambe, la mia mano lo afferra e lo accompagna di nuovo nella mia bocca, sento un tuo sospiro deciso al mio movimento allora aumento il ritmo, le mie labbra scivolano su e giù lungo l’asta e la mia lingua lo avvolge con movimenti circolari sulla punta, sento il tuo respiro accorciarsi e il tuo ventre contrarsi stai per venire avvicino i miei seni e lo stringo tra di loro mentre non smetto con la mia bocca di lambirlo baciarlo succhiarlo, ti sento esplodere  tra le mie labbra, lascio che il tuo piacere invada anche il mio seno mentre la mia lingua continua ad accarezzarti e ad assaporare ogni goccia di quel desiderio esploso.

 

I nostri corpi caldi, le nostre menti eccitate, uno stato di benessere ci pervade, piano ci ricomponiamo e ci guardiamo attorno per essere sicuri che nessuno ci abbia visto. Sistemo il mio vestitino e mi sposto sul mio sedile accanto a te, hai sul volto un sorriso monello compiaciuto, appagato, guardi dallo specchietto retrovisore e noti  una macchina ferma, mi guardi e mi dici: “forse non eravamo proprio soli soletti, ma ormai è andata!” mi volto a guardare la macchina è lontana non si vede benissimo e forse hanno intuito cosa stessimo facendo, o forse hanno visto, ma almeno non ci hanno disturbato quindi sorridiamo e non ce ne curiamo più, ti ricomponi e metti di nuovo in moto siamo pronti per riprendere il nostro viaggio verso il mare.

Riprendiamo l’autostrada, l’autoradio trasmette canzoni spensierate e spensierate sono le nostre menti oggi, i nostri occhi allegri e quel sorriso sul volto che ci  accompagna.

Notiamo un cartello che segnala a pochi km un autogrill, mi chiedi se mi va di fermarci per prendere un caffè o degli zuccheri, non posso che essere d’accordo, sarà il caldo sarà quello che mi fai provare, ma degli zuccheri dopo le nostre passioni fanno sempre bene.

Arriviamo all’autogrill, parcheggi e ci incamminiamo verso il bar, entriamo e ti chiedo di andare a ordinare qualcosa mentre approfitto della pausa per passare in toilette. Mi confermi che vai a fare lo scontrino e che mi aspetti direttamente al bancone.

Scendo le scale per raggiungere la toilette, per fortuna non c’è quasi nessuno, entro mi sistemo un po’ c’è uno specchio grande e sono praticamente da sola non posso non notare che in effetti il vestitino che ho scelto oggi è un po’ audace, controluce è un po’ trasparente e io non ho neppure l’intimo, non posso risolvere ora il problema ho lasciato tutto in macchina, spero che la cosa non attiri troppi sguardi indiscreti, sono pronta, sistemo i capelli e risalgo le scale per raggiungerti.

 

Come in tutti gli autogrill per raggiungere il bancone devo seguire un percorso obbligato, passo tra i vari scaffali di biscotti e caramelle e  dopo la curva in lontananza vedo il bancone del bar, tu sei rivolto verso il barista accanto a te ci sono tre ragazzi, due dei quali mi danno le spalle uno invece è rivolto verso di me, noto il suo sguardo soffermarsi deciso a scrutarmi e in pochi attimi noto girarsi di scatto gli altri due ragazzi con lo sguardo dritto verso di me, il ragazzo voltato deve aver commentato qualcosa per farli girare così, li vedo parlottare tra di loro e sorridere mentre non mi levano gli occhi dal corpo.

Mi sento decisamente imbarazzata, stanno parlando di me non ho idea di cosa stiano dicendo, sento i loro sguardi insistenti e vedo i loro ammiccamenti e da lontano percepisco che stanno facendo delle battute tra di loro non posso capire però cosa stiano dicendo, tu sei molto vicino a loro e sicuramente starai ascoltando le loro battute, ad un tratto ti volti anche tu incuriosito da chi possa attirare tanto l’attenzione dei tre, mi vedi  che sto camminando verso di te, sorridi quasi compiaciuto di ciò che stai ascoltando, ne sembri divertito e lusingato, ti ho quasi raggiunto e i ragazzi smettono di parlare pur non smettendo di guardarmi ininterrottamente, tu mi fai posto al bancone lasciando uno spazio preciso tra loro e te, capisco che vuoi che stia al tuo fianco ma vicino a loro.

Ora sono accanto a te, ti volti e mi chiedi se va bene anche per me un succo all’ananas, appena i ragazzi notano che sto con te  sembrano alquanto imbarazzati, non ho idea di cosa sia successo mentre ti stavo raggiungendo ma è strano noto quasi una complicità tra voi eppure sono certa che tu non li conosca.

Ti confermo che va benissimo anche per me il succo, ordini al barista e noto che anche lui ha un espressione strana, mi guarda quasi a cercare qualcosa, mi sento terribilmente in imbarazzo, provo a far finta di niente, ma sento tutti gli occhi dei tre ragazzi e del barista addosso, mi stanno guardando tutti il seno.

Tu sei l’unico distratto fai finta di niente, ma hai notato benissimo che mi stanno guardando con insistenza.

Mi sento a disagio, realizzo che devono essersi tutti accorti che non ho il reggiseno, abbasso lo sguardo sulla mia scollatura e  in effetti non è una scoperta difficile ho un abitino leggero che in controluce lascia delle audaci trasparenze in più ho un seno sodo strizzato nell’aderenza dell’abito e con i capezzoli che premono prepotenti contro la stoffa.

Sento le mie guance arrossire, cerco di resistere per quanto possibile a non far trasparire il mio disagio, quell’audacia in realtà l’avevo pensata solo per te non avevo messo in conto di poter attirare l’attenzione di altri uomini, mi volto cercando nel tuo sguardo rassicurazioni, ti accorgi che mi sento un po’ a disagio ma il tuo sguardo è malizioso sembri eccitato da questa situazione, ti diverte.

Il barista ci porge i due bicchieri con il succo di frutta sempre guardando intensamente nella scollatura del mio vestitino tu prendi i due bicchieri ti volti e mi dici: “vieni sediamoci a quel tavolino”, ti seguo ma un pensiero tremendo mi rimbalza in testa come faccio a salire su quello sgabello, è di fronte ai ragazzi che sono appoggiati al bancone e il mio abitino è stretto e l’altezza dello sgabello non è proprio agevole, ti guardo un po’ preoccupata come nella speranza che tu possa capire che non è il posto ideale per me, infondo tu sai benissimo che non ho l’intimo e neppure le mutandine salire su quello sgabello potrebbe risultare un movimento azzardato e ho già molti sguardi addosso.

Capisci benissimo che il mio sguardo preoccupato ti sta chiedendo aiuto per quella situazione imbarazzante, ma sei deciso vuoi assolutamente che io mi appoggi a quello sgabello ti siedi  e mi porgi la mano per aiutarmi a salire.

Ora mi è chiaro la scelta non è stata casuale vuoi che quel gesto di salire sullo sgabello provochi le fantasie di quei ragazzi che da un pezzo mi stanno guardando e  siccome sai benissimo che non ho l’intimo lo trovi terribilmente audace e malizioso, non me lo dici ma lo capisco benissimo dal tuo sguardo, da come controlli la situazione intorno a me e da quanto ti compiace vedere quegli uomini  cercare tra i miei movimenti le loro fantasie erotiche.

E’ imbarazzante non sono abituata a mettermi al centro della scena in pubblico, è vero sono vanitosa mi lusinga essere guardata e trovare negli sguardi degli uomini  conferma della sensualità del mio fisico, preferisco però avere il controllo della situazione non essere esposta pubblicamente alle attenzioni, non indosso mai abiti appariscenti o troppo audaci perchè mi piace esser guardata ma con discrezione.

Capisco però il tuo gioco e infondo mi eccita, mi eccita saperti eccitato perchè sono oggetto di attenzione di altri uomini, mi eccita sapere che vuoi vedermi provocare le loro reazioni e così cerco di domare il mio imbarazzo e di accontentarti.

Prendo la tua mano per aiutarmi a salire sullo sgabello sollevo una gamba e ruoto per appoggiarmi alla seduta, nel sollevare la gamba il vestitino si è accorciato e sta fasciando aderente i miei glutei, ci sono i ragazzi appoggiati al bancone che non si stanno perdendo neppure un attimo dei miei movimenti, non si curano neppure più di farlo con discrezione, anzi sembrano proprio stiano guardando attentamente una scena di  un film, loro guardano me e tu compiaciuto continui a guardare le espressioni che i ragazzi rumorosamente manifestano.

Mi siedo e decido di condurre io il gioco ora, vi state divertendo a guardarmi a cercare di imbarazzarmi? bene sono consapevole del mio corpo, della mia sensualità e ora decido di giocarci un po’.

 Mi sono seduta sullo sgabello, che non è proprio la sedia più comoda quando si indossa un abitino corto, ma sa essere sicuramente un alleato di malizia,  accavallo provocante la gamba sinistra sulla destra e la coscia esterna  è un chiaro invito a farsi guardare.

Faccio la distratta fingendo di non notare  i loro sguardi, prendo il mio bicchiere e piano lo sorseggio appoggio le labbra la vetro e alzo piano il bicchiere per assaporarne il contenuto, poi guardo di nuovo te, vedo che hai capito che ora conduco io il gioco che i ragazzi non possono fare altro che attendere le mie provocazioni, vedo nel tuo sguardo la soddisfazione per aver accolto la tua sfida e ne sei divertito, ti avvicini a me e quasi a volermi sussurrare nell’orecchio una confessione mi dici: “Gli hai fatto prendere un  infarto a quei tre, mentre mi stavi raggiungendo  uno dei tre ti ha notato e ha notato subito che non indossi il reggiseno e l’ha fatto presente al resto del gruppo  con un espressione alquanto colorita che sia io che il barista non abbiamo potuto non sentire e ti dirò mi sono voltato per guardare come ha detto il ragazzo” due gran tette che camminano” e mi ha divertito vedere che stavano guardando proprio te.

Ovviamente quando ti hanno notato anche gli altri,  i commenti sono stati sempre più piccanti e decisi, inoltre non si erano accorti che tu stavi per raggiungere me quindi  quando sei arrivata erano un po’ imbarazzati perchè  non si sono affatto risparmiati con le parole e forse temevano qualche mia reazione, ma quando hanno visto che sono rimasto indifferente hanno ripreso a guardarti, e ora lo stanno facendo ancora più insistentemente.”

Ti sorrido, ho capito benissimo che questa situazione ti diverte e ti ho assecondato anche se ammetto che ho provato un forte imbarazzo iniziale, ma ora sono tranquilla, si è vero è strano avere tanti occhi addosso che ti spogliano  ma è anche terribilmente eccitante.

Noto che uno dei tre ragazzi si è allontanato dal gruppo, mi guardo attorno ma non lo vedo,nel frattempo mi dici che torni subito che vai anche tu un attimo alla toilette e che poi così riprendiamo il nostro viaggio altrimenti arriveremo per pranzo in spiaggia, scendi dallo sgabello mi guardi e mi dici: “posso lasciarti un  attimo da sola vero?? non farai morire nessuno di crepacuore??” ridi e ti allontani.

Ti seguo con lo sguardo allontanarti e mi fa sorridere questa situazione, finisco il mio succo e aspetto il tuo ritorno, pochi minuti di attesa ed eccoti scendo dallo sgabello e  ti raggiungo verso l’uscita, è più forte di me sento ancora gli sguardi di quei ragazzi seguirmi mentre mi allontano e il mio intercedere sui tacchi è più accentuato, un chiaro invito a seguire l’andamento ondeggiante dei miei glutei.

Tu mi stai aspettando e guardi tutta la scena, il loro sguardo seguire il mio ondeggiare e le loro espressioni abbandonarsi in chissà quali maliziosi pensieri, ti sono accanto il tuo braccio mi cinge la vita e camminiamo verso l’uscita mentre sento la tua mano aperta scendere sul mio gluteo afferrarlo e stringerlo con decisione, ti guardo un po’ sorpresa di tanta audacia in un posto pubblico, ma tu mi sorridi: “almeno ora avranno anche un pensiero in più per cui invidiarmi!” sei terribilmente eccitato e divertito dalla situazione e forse lo sono anche io, ritorniamo verso la macchina ridendo della reazione che ho provocato per non aver indossato l’intimo.

Ripartiamo e non resisti dal raccontarmi che in toilette hai visto uno dei tre ragazzi, ecco dov’era finito uno penso tra me, e mi dici che ha ti ha fatto i complimenti per la compagnia ma che ti ha suggerito di consigliarmi di mettere l’intimo prima che la prossima volta qualcuno sia un po’ troppo volgare nei miei confronti.

Scoppiamo entrambi a ridere, tu sei veramente divertito ed eccitato della cosa, non smetti di dirmi quanto ti faceva piacere guardarli fantasticare sulle mie curve e quanto mi trovavi irresistibilmente donna sfoggiare tanta sensualità e fascino con sicurezza.

Io ti confesso che tutto mi sentivo in quel momento tranne che una donna sicura, anzi ero imbarazzata, tu mi confermi però che non traspariva questo, quello che tu vedevi era una donna consapevole del suo fisico e delle reazioni che stava scatenando e la cosa ti eccitava da morire.

Ti piace il mio fisico esuberante e ti piace da morire la mia femminilità e consapevolezza di essere donna, me lo dici spesso, anche mentre facciamo l’amore ti piace la mia iniziativa il mio sentirmi Femmina il mio modo di provocarti per farmi desiderare sempre di più.

Il nostro viaggio continua e all’orizzonte inizia far capolino il mare e tra poco saremo finalmente in spiaggia.

Stiamo guardando la cartina per capire dove è meglio andare, la tua idea è trovare una piccola caletta magari isolata, intuisco che in questa speranza c’è un altro desiderio, scatenare la nostra passione assaporando sulla nostra pelle il sapore del mare.

 

 

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