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Racconti Erotici Etero

Una mattina in spiaggia

By 27 Dicembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Con le agognate ferie ancora di là da venire, in una gradevole giornata dei primi di giugno nella quale non dovevo lavorare, decisi di andarmene al mare. Siccome ci sono poche cose che mi piacciono di più che prendere il sole come mamma m’ha fatto, optai per un angolino di spiaggia frequentato dai nudisti. Questa piccola spiaggia si trova ai piedi di uno strapiombo di diversi metri e sul lato sinistro, per chi guarda il mare, le rocce formano un angolo per cui si può dire, senza temere smentite, che sia un posto abbastanza appartato e tranquillo nel quale ci si può rilassare senza che nessuno venga a romperci le scatole e senza che alcuno possa dirsi infastidito dalla presenza di persone nude. La mia idea era soltanto quella di rilassarmi, quindi stesi sulla sabbia il telo, mi spogliai, mi spalmai di crema protettiva, presi il libro che m’ero portato appresso, che se non ricordo male era ‘Per chi suona la campana’ di Hemingway, e mi sdraiai a leggere in santa pace. La giornata era davvero piacevole, il cielo era di un azzurro meraviglioso, c’era una leggera brezza e il sole procurava un delicato tepore sulla pelle non ancora abbronzata pur non dando fastidio. Disteso a pancia in giù non mi trovavo più su una spiaggia italiana ma mi trovavo in Spagna con i personaggi disegnati da Hemingway quando mi sentii toccare sulla spalla. Distolsi gli occhi dal libro e con uno sguardo che denotava il mio momentaneo spaesamento alzai la testa e mi vidi davanti un tizio sulla cinquantina con calvizie e pancia d’ordinanza.
‘Scusa se ti disturbo, volevo solo dirti che mia moglie lì, vorrebbe conoscerti’
Quei pochi secondi mi furono sufficienti per tornare interamente in me stesso, feci mente locale e guardai dove il tizio mi indicava con la mano, verso la zona dove le rocce formavano quell’angolo di cui vi ho accennato prima. Davanti ad una piccola tenda canadese c’era una donna seduta con le braccia attorno alle ginocchia che guardava nella mia direzione.
‘Oh, si, nessun disturbo’
‘Sai mia moglie ti ha visto da quando sei arrivato e non ti ha tolto gl’occhi di dosso nemmeno per un istante e poi mi ha chiesto di venirti a chiamare. Tu mi sa che non c’avevi nemmeno notati’
‘No, no, quando sono arrivato ho visto la tenda, ma voi non c’eravate, forse eravate dentro’
‘Si, però la tenda era aperta e lei ti ha visto arrivare e spogliarti e non ha mancato di farmi notare il tuo bel fisico”
Così chiacchierando arrivammo davanti alla moglie del tizio, una signora che a occhio e croce doveva avere un 44/46 anni, con i capelli che le arrivavano a lambire le spalle, biondi, leggermente mossi, un bel corpo, forse con due o tre chili di troppo per poter fare l’indossatrice ma all’apparenza sodo e sexy. Fermandomi a meno di mezzo metro da lei tesi la mano guardandola negli’occhi verdi e mi presentai.
‘Molto piacere signora, mi chiamo Dan’
Lei fece scorrere i suoi begli occhi dal mio viso al mio uccello, poi risalì con lo sguardo e quando l’ebbe fissato nei miei occhi mi strinse la mano sorridendomi e si presentò a sua volta.
‘Piacere mio, mi chiamo Clara e, ti prego, non chiamarmi signora che mi fai sentire vecchia’
‘Ma la prego Clara, lei è tutt’altro che vecchia’
‘E dammi del tu!’
‘Ok. Dicevo, Clara, che non sembri affatto vecchia, se dovessi definirti ti descriverei come una donna molto affascinante’
Il tizio/marito s’intromise mettendoci a conoscenza della sua intenzione di andare a farsi un bagno.
‘Si caro, vai pure’ gli disse la moglie con le parole e, ancora di più, con lo sguardo.
‘Siediti, ti va di chiacchierare un po”
‘Oh, certo, con piacere’
‘Eri così immerso nella lettura che quasi mi dispiaceva disturbarti’
‘Ma no, figurati. Leggere mi piace molto ma preferisco conversare con una bella donna”
Lei sorrise alla mia banale frase che, tuttavia, le faceva capire che con ogni probabilità avrei esaudito con piacere i suoi desideri. Clara iniziò a toccarmi il polpaccio destro ‘Sei molto carino, lo sai?’
La guardai negli occhi mentre spostai la mia mano destra dal mio ginocchio alla sua nuca, le accarezzai le spalle e poi scesi lentamente lungo la sua schiena. Con le dita scorsi tutta la sua spina dorsale sino a giungere nel punto dove le chiappe incominciano a formare quel canyon che non potevo percorrere visto che lei era seduta. Nel fare ciò il mio uccello che sino ad allora se n’era stato buono e tranquillo incominciò a scalpitare. Lei intanto aveva fatto scorrere la sua mano dal mio polpaccio allo stinco, era risalita poi verso il ginocchio e ridiscesa lungo la coscia sentendo sotto i polpastrelli la consistenza del mio quadricipite, poi arrivata alla fine della coscia mi accarezzò l’addome prima di scendere sul mio pube rasato ed afferrarmi il cazzo che nel frattempo aveva raggiunto la sua massima erezione e durezza. Sentendo nella mano l’effetto che mi aveva fatto mi si avvicinò e mi sussurrò nell’orecchio ‘Ti va di seguirmi nella tenda dove staremo più comodi?’
Non le risposi a voce, mi alzai, l’afferrai per le mani e la sollevai. Alzandosi si schiacciò contro di me, i nostri due corpi era appiccicati, sentivo le sue tette contro di me, le accarezzai la schiena e stavolta potei afferrarle il culo e sentire con mano quanto la signora si tenesse in forma. Le baciai il collo e le sussurrai all’orecchio ‘Certo che voglio venire nella tenda con te, non vedi come mi hai fatto arrapare? Adesso ti voglio scopare’
Mi rivolse uno sguardo di una dolcezza unica e afferrandomi per il cazzo mi trascinò dietro di lei nella tenda. Ci distendemmo l’uno accanto all’altra, la baciai sulle labbra, poi mettendomi sopra di lei continuai a baciarla scendendo lungo il collo, passai a baciarle il seno destro palpandole l’altro con la mano, le succhiai i capezzoli che con la loro turgidezza affermavano di gradire, proseguii poi il mio viaggio esplorativo assaggiando il sapore del suo addome, del suo ombelico e del suo pube sul quale aveva lasciato una strisciolina di peli che mi informarono che il colore dei suoi capelli era proprio quello naturale. Per non giungere subito al luogo più confortevole del suo corpo arrivato ai peli pubici decisi di deviare e scendere lungo una coscia, arrivato poi al piede saltai sull’altro e risalii fino a tornare al pube. Questa volta mentre lei gemeva e si contorceva leggermente decisi che era arrivato il momento di assaporarla fino in fondo e con la lingua le schiusi la porta del paradiso, la leccai con calma, con tocco delicato come se stessi assaporando un gelato. Sentivo che le piaceva moltissimo.
‘Ahhh! Ahhh! Si! Continua così ti prego. Ahhh! Dio! Ahhh!’
Continuai fino a farla venire anche perché aveva un sapore davvero molto buono, e poi io ne vado ghiotto. Mi rialzai leggermente solo per procurarmi lo spazio sufficiente a farla girare, la misi a pancia in giù e con le mani le allargai le chiappe, aveva decisamente un bel culo, e le affondai la lingua dentro il buchino.
‘Ma che fai’ mi disse lei sorridendo.
‘Mi piacciono i culetti’
‘Che maialino che sei’
‘Oh si, sono proprio un maialino e tu sei cosi saporita’
Era arrivato il momento entrare dentro di lei, la feci rigirare, le allargai le cosce ed entrai dentro di lei. Bagnata ed accogliete accolse deliziosamente il mio cazzo duro e vorace. Iniziai a pompare con delicatezza, piano piano, poi accelerai un pochino, poi rallentai ancora e poi diedi tre o quattro colpi assai vigorosi abbassando il ritmo e sentendo le palle colpirle con forza il monte di venere. Mentre pompavo lei mi cinse il collo con le braccia, ci baciavamo sulle labbra e sul collo, con una mano le toglievo i capelli diventati nel frattempo appiccicaticci dalla fronte mentre con l’altra verificavo la sodezza del suo seno. Lei mi stringeva contro di lei con le gambe, mi voleva, non voleva che la lasciassi, i nostri corpi ormai sudati erano una cosa sola. A questo punto mi afferrò per i capelli, mi sorrise e si mosse con forza per costringermi a girarmi su me stesso, me la ritrovai sopra. Mi afferrò per le mani e se le portò sui seni mentre incominciava a fare su e giù, su e giù. Guardandola fissa negli occhi le accarezzai i seni e scesi poi lungo i fianchi aiutandola con movimenti secchi e sincronizzati nel suo su e giù. Con la mano percorsi la sua chiappa, individuai il buchino e ci infilai dentro il dito indice.

Ero venuto al mare per rilassarmi ed ecco invece che una bella fica stava sopra di me e mi stava facendo godere moltissimo. Stavo per arrivare all’orgasmo, lo sentivo arrivare dal profondo di me stesso. Ripresi il controllo delle operazioni, la rigirai, tornai a stare sopra di lei che ansimava, io ansimavo, stavamo giungendo al vertice de piacere. Continuai a pompare, aumentai sia il ritmo che la forza dei colpi, sentivo i peli rizzarmisi sulle gambe, stavo per venire e pompavo disperatamente. Glielo tolsi all’ultimo istante e le venni sull’addome provando una goduria immensa. Clara mi aveva fotto provare un orgasmo di quelli super, sentivo tutto il mio essere scuotersi dal piacere, ero in estasi. Dopo qualche secondo di stordimento completo mi accorsi che anche lei aveva raggiunto lo zenit del piacere, mi allungai al suo fianco, l’accarezzai e le diedi un bacio sulle labbra.
‘Sei fantastica, Clara’
‘Sei stato meraviglioso, mi sento in paradiso adesso’
‘AHHH! AHHH! OHHHH!’
Venimmo risvegliati dalla nostra estasi da questa specie di grugniti, ci accorgemmo che la porta della tenda era aperta e sull’uscio c’era il marito di Clara che era venuto.
‘Ciao caro’
‘Ciao amore mio’
Rivolgendomi a Clara dissi ‘Ma da quanto tempo era lì’
‘Oh, chiedilo a lui, io non me ne’ero mica accorta’
‘Beh, nemmeno io, avevo altro per la testa’
‘Ero in acqua quando vi ho visti entrare nella tenda, mi sono sbrigato e quando vi ho sentito gemere piano piano per non fare rumore ho aperto e vi ho guardato’
Clara mi fece l’occhiolino ‘Sai, a lui piace vedermi mentre scopo con altri uomini, specialmente se sono molto più giovani di me. E anche a me piace molto, del resto. Arrivare a 52 anni e sentirsi così desiderate da uomini più giovani è un vero piacere. Tu, Dan, quanti anni hai?’
‘Ne ho 30’
‘Potrei essere tua madre”
‘Per fortuna non lo sei’
La presi per mano e le dissi ‘Dai, andiamo a farci un bagno così ti pulisci tutta quella sborra’
Nello sguardo del marito vidi piacere e orgoglio a quelle mie parole, era davvero molto soddisfatto della scopata che aveva rimediato alla moglie.
Mano nella mano ci tuffammo in acqua e mentre Clara forse pensava che fosse finita lì la cinsi con le braccia e le dissi con un tono autoritario che non lasciava spazio a repliche ‘Ti voglio ancora, Clara!’
‘Sei così carino” mi rispose Clara mentre toccava con mano che non facevo per finta, sentendo che il mio cazzo era tornato al massimo della sua efficienza. Mettendomi le braccia intorno al collo si slanciò leggermente e mi cinse i fianchi con le cosce. Io feci strada con una mano al mio cazzo voglioso e glielo infilai. In piedi dentro l’acqua, abbracciati, venimmo ancora e quando uscimmo dall’acqua lei in tono molto divertito mi disse ‘Guarda! Gliel’abbiamo fatto drizzare un’altra volta!’ ‘Amore, Dan ha voluto scoparmi un’altra volta, non potevo mica dirgli di no ‘ è stato così gentile!’ E rideva di gusto. E pure io ridevo abbracciato a Clara mentre Il marito col cazzo dritto voleva fare la faccia seria ma non poté farla che per pochi istanti prima di mettersi a ridere lui pure.
Chiacchierammo per qualche minuto tutti e tre insieme mentre ci bevevamo un’aranciata prima che il tempo tornasse a scorrere inesorabile e il tran tran della vita di tutti i giorni tornasse ad esigere la nostra attenzione. Clara e il marito dovevano fare ritorno nella capitale, Clara mi diede il suo numero e l’indirizzo di casa ‘Se capiti a Roma e ti va di vederci”
‘Ci puoi contare, quando mi capita di venire a Roma non mancherò di chiamarti’
Strinsi la mano al marito ‘E’ stato un piacere’
Abbracciai Clara, ci baciammo sulle labbra come due amanti ‘Verrò, non temere’
‘Ti aspetto, Dan’ Mi sorrise e mi rivolse uno sguardo a dir poco ammiccante, anche perché le faceva immensamente piacere vedere che la stavo salutando col cazzo duro.

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