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Racconti Erotici Etero

Una mattina indimenticabile con una compagna di università

By 20 Gennaio 2020Maggio 3rd, 2020No Comments

Era il maggio 1995, frequentavo l’università statale di Milano e mi avvicinavo verso la fine della mia esperienza studentesca, dopo 3 anni di corso, di cui l’ultimo con scarsissimi risultati. Avevo ormai deciso di prendere la strada del lavoro.
Fra le mie compagne di corso ce n’era una che conoscevo superficialmente fin dal primo anno, ma a cui molto stupidamente non avevo mai prestato attenzione, semplicemente perché come apparenza era troppo diversa dalla mia concezione di ragazza ideale che avevo all’epoca. Mai fatto errore più grande!
Nadia, il suo nome. Era un tipo sveglio e molto intelligente. Una moretta acqua e sapone, ma che sotto era un peperino. Non si truccava quasi mai e se sì, molto leggero.

Era non molto alta, più o meno come me. Un viso carino con due profondi occhi marroni, una pelle liscia come e morbida come quella di un’adolescente; quella pelle che non si smetterebbe mai di accarezzare. Un corpicino snello, ma non minuto. Due seni piccoli, una seconda misura scarsa, ma sodi e ben modellati. Ma soprattutto due gambe e cosce affusolate, che quando indossava quei pantaloni tipo leggings, molto usati nei primi anni ’90, me lo facevano indurire come il marmo sotto i pantaloni. Niente mi fa impazzire di più che vedere le cosce ben avvolte dai pantaloni, con bene in evidenza la sporgenza del pube e le intime curve del sesso femminile… vedere quel morbido spacchetto, che normalmente sarebbe visibile solo in situazioni ben più intime, è un invito sessuale enorme! Altro che minigonne e scollature! Mi chiedo spesso: “Ma è possibile che le donne facciano finta di non saperlo?”. A volte sembra proprio di sì. Quando indossava quei leggings e stava in piedi appoggiata ad un banco, non riuscivo a staccare gli occhi da quella sporgenza così erotica, così invitante, con quello spacchetto ben visibile a 2 passi da me… Era una calamita per il mio sguardo. Avrei dato non so cosa per affondare immediatamente il naso fra quelle morbide pieghe dei leggings e respirare il profumo del suo boschetto, che gonfiava i leggings come un morbido cuscino. Il suo boschetto nero come i suoi sensuali capelli lisci, che si fermavano poco sopra le spalle. Una volta, in un momento di pausa, si era sdraiata completamente su di un banco mentre parlava con delle compagne. Mai come in quel momento la sua montagnetta si lascia contemplare così bene in tutta la sua prominenza ed in tutte le sue curve proibite, mandando alle stelle le mie fantasie…
Ma a parte questi particolari tremendamente eccitanti per me, lei aveva un carattere un po’ mascolino. Questo mi portava a perdere tempo dietro ad altre ragazze dai modi più femminili, ma che poi scoprivo essere meno adatte a me di quanto sarebbe stata lei.

Solo nella primavera del terzo anno avevo deciso di avvicinarmi e conoscerla di più, ma era ormai troppo tardi. Si era messa insieme già da un anno con un ragazzo del politecnico e lei era un tipo fedele. In quel periodo però le cose non dovevano andare molto bene fra loro. Aveva preso atteggiamenti fin troppo amichevoli nei miei confronti, come quasi sdraiarsi addosso a me, mentre ascoltavamo esami di altri studenti, ed altri atteggiamenti simili. Come avrei voluto abbracciarla al volo, premere una mano sulla sua morbida patta e darle un bacio profondo in bocca, lì in mezzo a tutti! Ormai i corsi erano finiti ed io avrei smesso di frequentare l’università. Anche lei stava decidendo di abbandonare gli studi.

Dopo la fine dei corsi avevo voglia di rivederla, ed avevo solo una scusa valida per proporle un incontro di persona. Era  restituirle un libro di anatomia che mi aveva prestato mesi prima.
Così un giorno di luglio e ci mettiamo d’accordo. Mi propone di portarlo a casa sua tre giorni dopo, e di arrivare la mattina un po’ presto, così avremmo avuto tempo per fare anche un giro per Milano, visto che il pomeriggio aveva un altro impegno. Sapevo che a casa sua ci sarebbero state anche sua mamma e sua sorella, ma la mia fantasia era già galoppante e mi immaginavo noi due chiusi in camera a rotolarci sul suo letto, indisturbati.

Erano ormai 2 mesi che non la vedevo e non sapevo se avesse in mente qualcosa, ma sapevo che se avessi modo ci avrei provato concretamente con lei, e così mi ero preparato a puntino. Il giorno prima dell’appuntamento ero stato arrapato come un picchio per tutto il giorno, e di notte avevo fatto una fatica enorme per resistere alla voglia di farmi una sega liberatoria prima di dormire. Volevo conservare tutto il mio seme per la grande occasione del giorno dopo, se avessi avuto modo di provarci.

Finalmente il grande momento. Arrivo a casa sua verso le 9 di mattina. Era un torrido giorno di luglio. Durante il lungo viaggio in pullman e in tram, la mia fantasia era libera di volare. Per l’eccitazione mi erano già uscite le prime gocce di miele trasparente dal glande gonfio sotto i pantaloni.

Arrivo e suono il citofono, salgo su e lei apre la porta. Era vestita completamente diverso da come mi immaginavo (niente leggings aderenti e magliettina come usava all’universtà!). Probabilmente per il gran caldo afoso aveva indossato un vestito leggero, bianco con pallini neri, lungo fin poco sopra il ginocchio. Era chiuso sul davanti con dei grossi bottoni, per tutta la lunghezza. Assomigliava quasi a un camicione da casalinga. Per me era ben poco seducente, anche se lasciava vedere in parte le gambe nude, e nello spazio fra i bottoni a volte si vedeva il reggiseno di pizzo rosa. Faceva molto caldo e quindi sotto indossava solo mutandine e reggiseno. Con mia sorpresa si era truccata in modo insolito per lei, molto più evidente, con un bel rossetto rosa, né troppo chiaro, né scuro. Si era data anche un piccolo tocco scuro ai suoi occhi marroni, che li rendeva ancora più intensi, sopra le sue guance chiare che hanno con un dolce tono rosa al centro.

Abitava in un piccolo appartamento con una piccola cucina, una sala e due camere, in un quartiere periferico. Era la prima volta che andavo a casa sua. Ci sediamo in cucina e le riconsegno il suo libro, che lei porta subito in camera. Torna, si siede e cominciamo a parlare, insieme a sua mamma. Entrando in casa prima, mi ero accorto che le porte delle camere sono quelle in vecchio stile, con il vetro smerigliato in mezzo.
La fantasia fino a quel momento dominante nei miei pensieri, di noi due che ci accoppiamo silenziosamente con foga e passione chiusi in camera, mentre sua madre e sua sorella sono in casa, svanisce in un istante… i movimenti inequivocabili dei nostri copri sul letto si sarebbero chiaramente intuiti attraverso il vetro.

Poco dopo, mentre sua mamma era ancora lì in cucina con noi, sua sorella esce di camera e passa in cucina tenendo in mano un casco da motorino e dice, con tono un po’ malizioso “Io vado, se volete andare in camera andate pure, io devo andare via”. Sicuramente si riferiva a se dovessimo guardare altro materiale dell’università, ma sentendo quella frase mi prende un colpo… mi era sembrata così maliziosa, in mezzo alle mie fantasie. Ma Nadia rispose subito con tono deciso ed anche un po’ infastidito:”No, non importa, stiamo qui”. Altra dura mazzata alle mie fantasie…

Dopo un po’ di chiacchiere lei dice “Scendiamo un po’ giù? Devo portare fuori il cane”. Così scendiamo con il suo cagnolino nei giardini dei cortili fra quei palazzoni e ci sediamo a parlare su una panchina. Com’era bella e sensuale quel giorno. Come avrei voluto accarezzarle quelle cosce nude, semiscoperte dal vestito e perfettamente lisce. Speravo che si fosse e truccata e depilata le gambe di fresco apposta per me, per quel giorno, ma da come stavano andando le cose, non sembrava proprio questo il caso.

Verso le 10 risaliamo in casa e ci sediamo ancora in cucina. Ci mettiamo a parlare delle vacanze in arrivo e sorpresa inaspettata, sua madre dice “Beh, io vado, ci vediamo alle 2”. Non mi ricordo che lavoro facesse.
Di colpo eravamo rimasti soli! Finora però non mi aveva dato nessun segnale positivo per provarci, quindi non avevo idea di cosa fare, ma volevo a tutti i costi portarla in camera per avere qualche spunto in più. Così comincio a parlare di quell’esame di anatomia e di quel libro che mi aveva prestato. Dentro il libro avevo lasciato di proposito una pagina dei miei appunti, per poter avere qualche appiglio in più di cui parlare, così le dico:

– A proposito… non so se mi sono rimasti degli appunti nel libro. Non l’ho neanche controllato prima di metterlo nello zaino.

Lei risponde con tono normale, ma grazioso:

– Ah, si? Andiamo a vedere…

Finalmente la seguo in camera sua, con il battito che mi sale. Era una stanza non molto grande, con due letti messi di traverso rispetto alla porta, separati da un comodino. Sulla parete di fondo, sotto la finestra, c’era una scrivania piena di libri e due sedie.

Ci sediamo e cominciamo a sfogliare il libro. Io mi siedo alla sua destra. Mentre cerchiamo fra le pagine, mi avvicino ancora di più con la sedia. La forte luce estiva che passava dalla tenda faceva splendere il suo viso grazioso e risaltare quei suoi capelli lisci e neri, che di natura sono per me il massimo della sensualità e mi eccitavano da morire.
Seduto così vicino a lei sentivo il suo odore naturale. L’odore femminile della sua pelle, dei suoi capelli, del suo vestito. Non resistevo più…
Sfogliando, troviamo un foglio di appunti e cominciamo a parlare dell’argomento che trattava. Le chiesi se lei se lo ricordava, ecc…

Io non ce la facevo più in mezzo a tutti quegli stimoli… le gocce di miele che uscivano dal mio pene inebriato dalla voglia avevano inzuppato le mutande intorno alla punta. Le mani e la voce mi cominciavano a tremolare, eccitato com’ero. Allora non resistetti più e scattai in un avvento disperato.
Mentre leggevamo alcune righe sul libro mi giro verso di lei, metto rapidamente la mano destra sulla sua coscia nuda, semiscoperta dal vestito, poco sopra il ginocchio. Lei si solleva dal libro, fa appena in tempo ad uscirle un “Ma!…” e prima che possa fare altro la abbraccio col sinistro dietro il collo e mi appiccico alla sua bocca.
Faccio in tempo a baciarle caldamente le labbra morbidissime e a cercare di aprire la strada alla mia lingua facendo leva col mento sul suo, quando lei mi allontana spingendo con le mani contro il mio petto:

–  Marco, ma cosa fai!

Mi dice sorpresa ma non troppo, e per nulla adirata come invece mi sarei aspettato. Io sono fuso e posso solo dirle:

– Nadia come sei bella, scusa ma non ti resisto più…

e mi riavvicino per baciarla. Lei mi respinge ma non con una forza tale da allontanarmi veramente. Riesco agevolmente a raggiungere le sue labbra, ma lei non apre la bocca alla mia lingua passionale. Cerco di muovere leggermente la mia mano sulla sua coscia liscia, che lei né discosta, né serra contro l’altra.

– ….Ma cosa fai!

Esclama ancora, con un tono come per dire: “Lo sai che non devi farlo, ma tempo fa lo stavo aspettando…”. Ed io completamente in estasi, con voce dolce travolta dalla passione:

– Nadia come stato stupido a non accorgermene prima, sei veramente speciale. Ti prego facciamo l’amore, non ti resisto più… sei troppo bella, sei…

e mi riappiccico subito alla sua bocca, che questa volta non fa resistenza alla mia lingua, che avvinghio alla sua più che posso, mentre le sue labbra finalmente rispondono alle mie. La mia mano destra si sente quindi autorizzata a movimenti più ampi, senza esagerare però, fra quelle cosce calde e lisce come la seta. Cerco di stare lontano dal suo sesso per evitare che lei cambi idea rapidamente, in modo irreparabile. A me sembravano minuti, ma da quando le avevo appoggiato la mano sulla coscia erano passati in realtà una manciata di secondi! Non avevo idea di cosa passasse nei suoi pensieri.

– Oh Nadia, quanto mi piaci…

Le dico staccando la bocca. Lei aveva finalmente tolto le mani che erano rimaste a sbarrarmi contro il petto e comincia anche lei ad abbracciarmi, mentre io tolgo la mano dalle sue gambe per avvolgerle il viso, che posso finalmente accarezzare, senza pericolo di essere respinto. Il leggero rossetto che aveva era ormai quasi del tutto sparito.

– Nadia…

Non riuscivo a dire altro, da con quanta voglia aspettavo quel momento. Non sapevo ancora fin dove sarebbe arrivata.
Ero arrapatissimo, ma non volevo fare altro sulla sedia. La volevo sul suo letto… che era così vicino, ma sembrava irraggiungibile.

Continuo a baciarla scendendo sul collo e vicino alle orecchie, dandole a tratti piccole carezze con la lingua. Quando sono sul suo orecchio le esce un debole “ahh…..”  di vera libido, celestiale per me. Allora affondo la mano fra le morbide cosce, sfiorando le sue mutandine proibite, che tanto avevo desiderato toccare.
A questo punto, tenendola abbracciata cerco di invitarla ad alzarsi dalla sedia. Lei si alza, ma non c’è bisogno che ci alziamo del tutto in piedi. Ci spostiamo un attimo e ricadiamo entrambi sul letto, che era quasi alle spalle delle nostre sedie.

Finalmente siamo sul letto… Ci assestiamo meglio e il vestito le sale fin quasi alle mutandine. Le metto una mano su un fianco, la guardo negli occhi e le dico:

– Nadia quanto ti voglio, quanto mi piaci, sei una meraviglia…
– Anche tu mi piaci Marco… all’inizio cercavo di attirare la tua attenzione, ma tu non mi vedevi.
– lo so, come sono stato stupido… ma voglio recuperare tutto…
– Ma adesso le cose sono cambiate, non posso buttare via tutto adesso…
– Lo so, ma mi piaci troppo…

Mi getto sul suo collo liscio e morbido. Lo bacio a più non posso, lo lecco dal basso all’alto fino sul mento e fino alle orecchie. Lei rabbrividisce ogni volta in cui passo sui suoi lobi, mordendoli e leccandoli. Lei intanto mi abbraccia sotto la maglietta. Accarezza dapprima timidamente la mia schiena , poi passa più decisa sul petto, facendomi bagnare ancora di più. Io con indosso i pantaloni muovo energicamente la mia asta dura sul suo pube ,ormai coperto solo dalle mutandine, scansando via con i movimenti i lembi del vestito…

Sento lei muovere leggermente il pube contro il mio sesso, il che mi fa capire che anche lei è ormai abbandonata alla voglia di me. Così comincio ad accarezzare quelle gambe e quelle cosce stupende come avevo sempre voluto fare. Com’erano morbide e lisce, non lo potrò mai dimenticare. Arrivo finalmente sul suo sesso e scanso completamente il vestito da lì sopra. Le mutandine erano di leggero cotone bianco, con una vistosa chiazza bagnata davanti al suo pertugio segreto, sovrastato da quel pube seducente, ricoperto dalla sua folta e sensualissima foresta nera.
Mentre ci baciamo con passione premo brevemente le dita sopra il suo clito, da sopra le mutandine. Ma appena premo le dita lei emette un muto gemito tremendamente erotico “Mmmmhhh” ed i movimenti pelvici sollevano il suo pube contro le mie dita come se stesse per venire. Allora infilo la mano sotto le mutandine… Era completamente fradicia! Un lago di scivolosissimo miele inzuppava le mie dita e le sue innocenti mutandine da teenager. Che paradiso!
Appena scivolo le dita in mezzo alle labbra fradice e passo sul clito, lei emette un altro gemito come quello di prima solo che innalza il bacino e comincia a muoverlo con decisione, come se stesse già cominciando a venire! Allora mi fermo subito.

– Ooohh Nadia vieni di già?! Hai voglia come me… come sei bagnata… mi fai impazzire..
Con un filo di voce, lei dice riferendosi al suo ragazzo:
– Sì… è un po’ che non facciamo l’amore… e mi hai fatto venire un sacco di voglia…
– …te ne farò venire ancora di più…

Avrei voluto strapparle le mutandine e immergere la lingua subito in quel mare di miele, prima di entrarci dentro col mio pene già vicino all’orgasmo, ma volevo farla impazzire come non mai, prima di entrare in lei.

Le sbottono il vestito, che si sfila praticamente da solo, avendo le maniche molto corte. Lei intanto mi toglie la maglietta e mi slaccia i pantaloni, che mi tolgo subito.
Lei rimane distesa sopra il vestito aperto, con indosso solo il reggiseno di pizzo rosa che lascia trasparire i suoi piccoli seni e con le mutandine bagnate, che spostate dagli strofinamenti di prima, lasciano scoperta la parte alta del suo boschetto nero, sul pube prominente. Avrei voluto guardarla così per ore. Il suo corpo poco più che ventenne, al massimo del suo splendore sessuale… avrei voluto spruzzarle addosso il mio seme dappertutto così, come una pioggia di piacere sul suo corpo.

Il mio pene eretto da molto tempo è schiacciato dalle mutande contro il mio inguine.

– Nadia guarda come sono bagnato. Guarda quanto mi piaci. Eri già bagnato quando ero sul tram…

Lei appoggia la mano sul mio pene, con le dita che terminano sulla punta:

– E’ vero… come sei bagnato…
– E’ tutto per entrare in te…
– Anche io…

Libera il mio pene dalle mutande e culla fra le dita la cappella gonfia e grondante di miele. La scopre lentamente e la accarezza contornandola delicatamente con i polpastrelli, dandomi micidiali sferzante piacere.

– Ooohh Nadia basta, così vengo…

Mi tolgo le mutande e mi butto sul suo corpo. La bacio, la lecco ovunque dal collo in giù, mentre infilo una mano sotto il reggiseno. Le sue piccole coppe sode sono una meraviglia da cullare nel palmo delle mani, con quei capezzoli che solleticano ritti e si infilano fra le dita…
Le slaccio il reggiseno ed ho via libera sui suoi piccoli e eccitantissimi seni. Palpo e accarezzo a lungo quei seni scultorei, incredulo che finalmente siano fra le mie mani.

– Nadia che seni seducenti che hai…
– Ma cosa dici, sono così piccoli.
– Non sono così piccoli come credi, e la bellezza di un seno non sta nelle dimensioni, ma nella forma. Sono così belli, e ben fatti… che potrei venire solo accarezzandoli…
– Oh, Marco…

Accarezzo un seno con la bocca, facendo scorrere il suo pronunciato capezzolo duro fra le labbra, per poi prenderlo in bocca. Contorno il capezzolo con la lingua, lo prendo, lo succhio dolcemente. Bacio e lecco quelle piccole coppe che tanto avevo voluto afferrare in aula all’università, infilando le mani sotto quelle magliette estive.

Scendo poi sul suo pancino piatto. Bacio, lecco e mordicchio ovunque la sua pelle morbida, mentre lei ansima e si contorce.
Mi soffermo a lungo sulla fessura così eccitante del suo ombelico, sensuale come se fosse una seconda vagina che aspetta di essere riempita… Me lo immagino già riempito come un laghetto bianco, colmo di seme dopo la mia eiaculazione, nel caso le fossi venuto fuori, eiaculando con il membro appoggiato sul suo ventre piatto.
Bacio l’ombelico, lo contorno con la lingua e cerco di spingerla dentro più giù che posso, come per penetrarlo. Lei gradisce molto finchè dice ridendo:

– basta mi fai il solletico…

Allora arrivo finalmente alle sue mutandine zuppe, che annuso profondamente spingendoci contro il naso, mentre lei geme delicati “Ahhh….”. Mordicchio dolcemente il suo sesso da sopra le mutandine, come volevo fare in aula all’università… lo lecco sopra le mutandine sulla parte bagnata, ma ancora non le tolgo. Proseguo ancora più giù, sulle gambe stupende che lecco e accarezzo per tutta la lunghezza. Mi fermo a lungo sulle cosce morbide. Mi diverto a mordicchiarle e leccarle nella parte interna.
Mesi di desideri erotici si stavano finalmente avverando e volevo gustarmi ogni centimetro di lei, prima del magico momento di entrare in lei. Non le lascio neanche il tempo di prendere iniziative, ma lei non sembra scontenta.

– Che cosce stupende hai Nadia, mi fanno impazzire. Sono così morbide e calde…
– Marco mi fai impazzire…
– Tu mi fai impazzire Nadia….

Ormai rimaneva inesplorato solo il suo sesso tanto desiderato. Risalgo su e infilo la mano sotto le mutandine fradice. Non appena la mie dita scivolano fra quelle grandi labbra immerse nel miele, lei si stacca dalla mia bocca e comincia ad gemere intensamente, stringendomi a sé.
Niente mi fa impazzire di più che sentire le dita scivolare nel miele, fra quei morbidi petali della carne intima di una donna…. Non appena le dita sentono quello scivolare fra quei lembi morbidi, il pene mi si contrae e sento uscire un gocciolone enorme di miele. Ormai ero proprio al limite, le mie vescicole seminali sono stracolme e non possono più contenere il seme per molto.

Passo allora con le dita fradice del suo miele sul clito turgido e lei sussulta energicamente con un “Mmhmhm….”. Allora finalmente sfilo le sue mutandine ed ecco sotto i miei occhi la parte più proibita e sognata del suo corpo, in tutto il suo splendore… Come avrei voluto leccare direttamente sulle mutandine tutta quella crema mielata che le inzuppava, ma non sapevo se avesse gradito un gesto che per alcune potrebbe essere una “zozzeria”.
Quanto avevo Quel sesso impregnato dalla voglia di essere riempito con la mia carne, con quella montagnetta provocante ricoperta di soffice pelo nero e quelle grandi labbra lucide, aperte e grondanti di miele delizioso che avevo immaginato tante volte, ammirando le loro forme da sopra quei fuseou che spesso indossava all’università…

Che meraviglia… mi precipito con la bocca su quelle labbra spalancate e affogo la mia lingua in quel miele delizioso, dolciastro come è difficile trovarne.

– Oh Marco mi fai impazzire…
– Com’è dolce il tuo miele Nadia, sei una delizia… dammene ancora….
– Aahhh….
– Come sei bravo con la lingua…

Era ormai in estasi completa. Inserisco dentro lentamente il dito medio ed accarezzo l’interno della vagina. Appena oltrepasso l’ingresso sento la vagina contrarsi intorno al dito… Era troppo buono quel fiore di carne. Allora ci ritorno con la bocca. Cerco di spingere la lingua più in fondo che posso, mentre lei si contorce per farmi entrare il più possibile.
Mentre mi davo da fare con la lingua dentro la sua dolce orchidea, le mani spaziano lungo il corpo, accarezzando i seni sempre più ritti. Passo delicatamente con le unghie lungo i fianchi e sul ventre percorso dalle contrazioni vaginali, pronto per essere fecondato. Lei si dimena sempre di più sotto quelle carezze…

– Marco vengo…
– No, aspetta… Vieni con me dentro…
– Ooohh sii…..

Allontano la bocca dal suo sesso e mi fiondo su di lei, completamente nuda e aperta davanti a me.
Il mio pene duro come il marmo, grondante di gocce di piacere, entra in lei senza bisogno di essere guidato. Appena passate le piccole labbra, il glande carnoso e bagnato viene denudato dalla sua carne, facendomi uscire altro miele che si unisce al suo.
Sprofondo quasi tutto fino in fondo senza incontrare resistenza, in mezzo a quel mare di miele. Solo l’ultima parte vicino alla base è ancora asciutta, ma basta un piccolo movimento avanti e indietro per immergere anche questa ed entrare completamente in lei, fino in fondo….

– Aaahhh……
gemiamo forte entrambi

Rimaniamo un attimo fermi, abbracciati a sentire i nostri corpi…

– Nadia mi sembra impossibile di essere dentro di te…
– Anche a me sembra impossibile, è così bello…
– Nadia come sei calda dentro, è troppo bello. Senti com’è duro dentro di te, come il marmo…
– Sì….

Cominciamo istintivamente a muoverci insieme. Mentre mi muovo dentro di lei, il suo dolce gemere è un suono idilliaco per le mie orecchie.
Riprendiamo a baciarci profondamente mentre muoviamo i nostri bacini sempre più velocemente. A volte rimango quasi del tutto dentro di lei per gustami il suo calore e la morbidezza della sua carne più intima. A tratti invece esco fino in cima, per sentire ogni volta il piacere di una penetrazione completa. Sentire varcare l’ingresso della vagina mi fa sempre impazzire. Durante i movimenti sento uscire dal glande numerose gocce di miele, che non fanno altro che accrescere il mio piacere e l’eccitazione.
Le bacio e lecco ancora il collo e l’orecchio, quando infine ha un sussulto col bacino e mi trattiene forte a se con le cosce urlando tutto il suo orgasmo, mentre affondo in lei premendo il più possibile il mio pube contro il clito.
Grida un forte “AAAAhhh….”, seguito da altri numerose grida più brevi, durante le contrazioni vaginali ed i suoi movimenti pelvici che stavano per farmi scoppiare…

Poi finalmente si ferma e mi fermo anch’io per farle riprendere il fiato.

– Nadia sei una meraviglia, ti voglio venire dentro…
– Sì… vienimi dentro, prendo la pillola…
– Oh Nadia guarda che ti inondo, sono tre giorni che mi conservo per te… Non sai che fatica ho fatto stanotte pensandoti…
– Oohhh Marco… vieni…

Le faccio stendere le gambe, in modo che nei movimenti possa sentire bene il suo pube premere contro il mio. Lei si muove da dio mungendomi con i voluttuosi movimenti dei suoi fianchi.
Sentire il suo pube pronunciato sbattere contro il mio, è una masturbazione per la prostata… che con sferzate profonde di piacere produce ulteriore lubrificante trasparente, e avvicina ancora più in fretta il mio orgasmo…
Il dolce suono dei nostri sessi bagnati che si muovono intimamente uno dentro l’altro è dolce musica fra i nostri sospiri immersi nel piacere.
Estasiato di piacere, mi sollevo sulle braccia per gli ultimi istanti, guardo giù e ammiro il pene lungo e lucido comparire e scomparire sotto il suo cespuglio nero…

– Ohh Nadia vengo…. muoviti piano mentre ti inondo…

Ricado su di lei abbracciandola stretta, mentre esplode il mio orgasmo impetuoso, che comincia con un forte urlo liberatorio…

Ero talmente pieno di seme che la contrazione che precede l’orgasmo fa uscire una lunga minzione di sperma, che si era accumulato lungo i canali, ancora prima che cominciassero gli spruzzi.

Poi mi fermo e… Ploofff!!…… Ploofff!!…….Ploofff!!…… Oooh!….. oohhh!…. oohhh!…..

3 enormi fiotti di seme spruzzano energici dal mio pene marmoreo immerso nella sua vagina meravigliosa, seguiti da numerosi altri spruzzi minori.
Al primo spruzzo, sento un getto enorme di seme allagare la sua carne morbida attorno al glande. Una sensazione meravigliosa, tanto che proprio in quel momento lei geme un sensualissimo “Aaahhh….”.
Il secondo getto non è da meno e anche il terzo è abbondante. Ero veramente pieno. Mentre vengo lei muove molto lentamente i suoi fianchi dandomi un piacere indescrivibile e facendomi spremere tutto il seme che avevo fino all’ultima goccia, in un orgasmo lunghissimo, tanto che lei dice:

– Ohh.. quanto è stato lungo…
– E’ perché sei troppo figa Nadia…
– quanta sborra che sento, mi hai riempita… e com’è calda…
– E’ tutto il piacere che mi hai dato tu, Nadia…
– Nadia lasciamelo dire, hai una fica meravigliosa… me lo avvolgi così bene…

Lei risponde contenta:

– Ohh.. grazie…
Io le dico:
– Hai bagnato tutto il letto col tuo miele… e guarda quanto mi hai fatto sborrare…
– Anche tu mi hai strapazzata bene, Marco.

Rimango un po’ dentro di lei per godermi il suo calore più intimo fino all’ultimo e quando esco vado subito ad ammirare lo spettacolo. Il suo sesso aperto e fradicio del nostro piacere. Dall’apertura schiusa della vagina trabocca un fiume di sperma…

Non posso rimanere inerte davanti a quello spettacolo. Passo due dita fra i petali del suo sesso e raccolgo quella grande ampolla di sperma che stava per cadere aggiungendosi al rigagnolo e la rispingo dentro di lei. Volevo che il mio seme rimanesse dentro di lei il più possibile…
Massaggio il suo pertugio schiuso, impregnato di sperma e miele, che non resisto dalla voglia di assaggiare. Passo allora la lingua fra le grandi labbra raccogliendo il mio seme misto al suo miele e corro a baciarla con passione. Con cura spargo il nostro succo sulle nostre lingue in un bacio lento ed appassionato.

–  Com’è buono, Nadia, è il succo del nostro piacere…
–  Sì…

Continuiamo a baciarci ed il mio sesso trovandosi a sballonzolare libero sul suo pube peloso e fra le sue labbra fradice del nostro orgasmo, comincia a reagire… Così torno con la bocca sul suo fiore sbocciato per riprendere il lavoro che avevo lasciato prima di entrare in lei…
Mi gusto tutti i nostri sapori, freschi su quella morbida ostrica. La penetro con la lingua che spingo più infondo che posso. Con la lingua accarezzo ogni suo petalo.
Lei comincia dapprima a muoversi e poi ad ansimare lentamente. Passo a solleticare il clito già tornato turgido. Faccio vibrare la lingua sia sopra che sotto il clito. Intreccio le mie dita con le sue, tenendole le mani mentre lei si ondeggia spingendo sempre più il suo pube contro la mia bocca immersa nella sua delizia. Risucchio e rilascio il grilletto mielato fra le mie labbra, succhiandolo delicatamente. Lei si muove sempre più decisa e cerca di premere sempre più il suo sesso alla mia bocca, mentre io invece diminuisco la pressione, per stuzzicare il suo piacere.
Lei inizia a gemere più forte, indicando l’arrivo imminente di un secondo orgasmo. Lascio allora le sue mani e le porto sulla mia nuca, in modo che possa liberare appieno il suo piacere premendomi e guidandomi contro di lei. Io porto le mie sui suoi piccoli seni ritti pungenti.
Lei subito preme la mia testa contro di sè ancheggiando voluttuosamente, premendo il suo piccolo cono di carne nella mia bocca. Lei scoppia in un orgasmo intenso, ancheggiando ed urlando, dandomi altro squisito miele. Intanto, in mezzo a tutto quel godimento, il mo pene era tornato duro e voglioso come prima.

– Ohh Marco come mi fai impazzire…
– Tu mi fai impazzire Nadia… vorrei stare qui a fare l’amore tutto il giorno, fino a domani… Nadia ti voglio ancora… sei troppo bella…
– Marco sì, anch’io ti voglio ancora…

Risalgo dal suo sesso e come avevo fatto prima, mi tuffo dentro in lei. La sua vagina appena dilatata dal secondo orgasmo ed il mio pene ancora inebriato dalle sensazioni del primo orgasmo mi danno un piacere unico fin dal primo ingresso.
Non essendoci più la tensione di prima del primo amplesso, dovuta al timore di un suo possibile ripensamento, adesso  possiamo esplorare con calma tutta la nostra sessualità. Questa volta ci gustiamo in varie posizioni.
Mi soffermai sulla sedia, cullandola e abbracciandola per i suoi fianchi femminili, mentre i suoi movimenti del bacino mi facevano impazzire fra la sua carne. Mi soffermai anche con lei sdraiata sopra di me a pancia in su, per le forti sensazioni che mi dava la sua avvolgente vagina e perché potevo stuzzicare ed accarezzare bene tutto il corpo, i suoi seni, il suo ventre ed il suo sesso. Lei venne poi standomi sopra a pancia in giù, strofinando energicamente il suo pube contro di me, facendomi quasi venire. La misi allora sotto di me e venni nella stessa posizione di prima, cingendola stretta. Mi piace troppo venire sentendo il contatto con tutto il corpo della donna e sentire i suoi movimenti sotto di me.
Il mio secondo orgasmo fu fortissimo, travolgente, con sensazioni più brevi ma ancora più intense del primo. La seconda eiaculazione non fu ovviamente voluminosa come la prima, ma pur sempre più abbondante della media. Urlai ancora più spudoratamente del primo orgasmo, infischiandomene se i vicini ci potessero sentire, mentre la inondavo ancora impazzendo di piacere dentro di lei.

Le dissi, immerso nell’estasi:

– Nadia, perché non stai con me… possiamo avere questo tutte le volte che vogliamo…

Ma lei rispose sicura:

– No, Marco non posso… E’ un periodo così col mio ragazzo, l’ho fatto solo perché in questo momento non mi sento di tradirlo, ma è stata un eccezione con te… non l’ho mai fatto prima. Veramente.

Intorno alle 13:00 tornai a casa, sperando che la situazione cambiassero in breve tempo, ma non fu così. La richiamai prima delle vacanze, ma mi disse che era tornato quasi tutto a posto col suo ragazzo e non ci sentimmo più. Alcuni anni dopo provai a chiamarla tanto per salutarla, ma quel numero non apparteneva più a nessuno.

Così, quella è stata la prima scopata veramente indimenticabile della mia vita.

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Gli altri miei racconti li trovate qui:
https://raccontimilu.com/author/marcus/

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