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Racconti Erotici Etero

una mia amica

By 22 Agosto 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho frequentato Stefano, un mio collega, per qualche mese senza essere fidanzati, tra di noi c’era un intenso feeling, ovviamente sessuale. Non ne ero innamorata, lui questo lo sapeva benissimo per cui quando mi sono fidanzata con un altro ragazzo non si è creato dei problemi, anzi siamo rimasti in ottimi rapporti. Non è molto alto, ma è magro e ben fatto e poi assomiglia di viso un pochino al mio idolo: Dave Gahan, cantante dei Depeche Mode!
Erano le prime sere con cui uscivo con il nuovo ragazzo ma nel pomeriggio Stefano mi invita ad uscire con lui, insieme ad un suo caro amico di gioventù, Claudio. Mi faccio trovare a casa di Stefano, saliamo sull’auto di Claudio e ci dirigiamo a Milano in un locale famoso per gli aperitivi. Tutti e tre siamo dei buon gustai dell’alcool, ci piace bere qualche volta si è anche esagerato un pochino ma alla fine non abbiamo mai rotto gli argini.. quasi mai.
Stefano è un ragazzo intraprendente, ci accomodiamo e lui ordina per tutti e tre: dietro al banco solo donne. Torna a sedersi con noi con tre cocktail, non sappiamo quello che stiamo per bere, Stefano è andata da una delle bariste e si è fidato di lei. In effetti i cocktail sono buoni, a base di uno spumante che alla lunga si farà sentire’.
Siamo seduti intorno ad un tavolo tondo piccolo, con le gambe alte, Claudio, Stefano ed io, praticamente un triangolo con le mie gambe vicinisssime a quelle di Stefano. Claudio è un ragazzo semplice, simpatico ma estremamente tranquillo, Stefano sa essere impertinente e divertente soprattutto se parla di sesso. Ma di quella sera non ricordo nemmeno di cosa si è parlato, gli argomenti erano noiosi, ma più bevevo più avvicinavo le mie gambe lunghe (sono alta MT 1,74) a Stefano.
La serata termina, anche perché il giorno dopo si torna al lavoro, e risaliamo in auto: Claudio alla guida, Stefano seduto al suo fianco ed io seduta dietro, ma in mezzo.
Siamo sul viaggio di ritorno e sento la mano sinistra di Stefano allungarsi, per farmi delle piacevoli carezze alla mia caviglia sinistra. La sua mano rimane sulla caviglia per un po’ di minuti, poi ha iniziato a salire toccandomi il polpaccio. Quella sera indossavo un paio di jeans blu aderenti e non una delle mie mini gonna inguinali, che tanto lo facevano impazzire: la passione di Stefano sono le longuette aderenti, con lo spacco vertiginoso. Modestamente, un capo d’abbigliamento che so di indossare molto bene, perché sono alta ma non robusta, anzi: il mio cruccio è il mio seno, una seconda risicata.
La presa di Stefano sul mio polpaccio si fa intensa, ha le mani piccole ma sa cosa e come toccare (ho dei bei ricordi di quando facevamo sesso insieme); inevitabilmente i miei jeans iniziano ad un essere un ostacolo abbastanza arduo. La sua mano passa all’azione, non sento più il suo tatto sulla mia pelle, ormai è passata direttamente sul ginocchio. Dal ginocchio alla coscia sinistra il passo è breve, brevissimo, e con la testa un pochino offuscata dal cocktail accetto ben volentieri le sue attenzioni durante il viaggio di ritorno. Claudio sembra guidare senza accorgersi di nulla, ma sinceramente non mi importa, Stefano ormai è passato ad esplorarmi: le mi gambe sono aperte e la mia patata si è bagnata dalla voglia. Stefano sembra un contorsionista, il suo sinistro braccio è completamente allungato su di me nonostante sia seduto sul lato passeggeri. Ad un tratto mi afferra una mano e me la passa su i jeans all’altezza della mia patta: gli è sempre piaciuto moltissimi vedermi masturbare, così tenendo la mia mano mi ha afferrato il dito medio posandomelo lì in mezzo. La mia eccitazione è quasi ai massimi livelli, la sua mano stringe la mia, il mio dito medio è guidato dalla sua mano e dalla sua volontà, io assecondo ogni movimento godendomi il gioco in auto.
Siamo quasi giunti a casa di Stefano, ma c’è ancora tempo per cui posare la sua mano aperta sulla mia passera, abbassarmi la lampo dei jeans ed infilare le sue laboriose dita dentro di me. Mi abbasso in avanti più che posso, la mia statura ed i jeans attillati non mi permettono facili movimenti, l’eccitazione per entrambi è alle stelle, mi immagino il gonfiore del suo pacco ben conscia dell’attrezzo che possiede tra le gambe: un fallo possente, lungo e largo, che sa usare con abile maestria.
Ormai giunti davanti a casa di Stefano l’auto di Claudio si accosta, ci congediamo velocemente da lui che riparte immediatamente, io sono ferma impalata sul marciapiede e lo fisso. Stefano mi prende per mano, con l’altra sfila il mazzo di chiavi dalla tasca ed apre il cancello del suo cortile, mi porta dentro nel suo garage: il sex box, come piace ricordare a Stefano. In quel sex box, sulla sua Renault Clio abbiamo fatto delle scopate sensazionali, la sua auto è decisamente comoda con i sedili avvolgenti tipici di quel modello di auto francese.
Non pensavo di terminare la mia serata in quel modo, nemmeno il tempo di intrufolarmi nella sua auto che mi ritrovo senza pantaloni, a gambe aperte, con la sua bocca vogliosissima che mi lecca e morde, delicatamente, la mia figa bagnata: eccome se era bagnata. Adoro il profumo della sua pelle, mi lascio travolgere dai sapori, lo spoglio per ricompensarlo allo stesso modo giocando con la mia bocca, la mia lingua e i miei denti sul suo corpo. Con entrambi i sedili abbassati e con l’esperienza maturata in quel abitacolo, dopo tanti incontri intensi, sappiamo muoverci con agilità: lui sotto ed io sopra per un fantastico 69. Il suo enorme cazzo e la sua cappella sono divorate con insaziabile voracità dalla mia bocca, la sua lingua mi ha già penetrato tra le gambe, le sue dita scorrono ovunque, il buco del mio culo non è più un segreto per lui. Una volta aperti i vari pertugi fa di me quello che vuole, mi mette a 90 spompandomi per bene avanti e indietro, una posizione che io adoro. Ma lui vuole sentire la mia lingua e la mia bocca mentre scopiamo, così si mette sotto di me e si lascia fare lo smorza candela: sente il suo pisello dentro di me, con il ventre che si allarga godendosi tutto il suo membro, fino ad ogni millimetro di pelle vicino alle sue palle gonfie.
Poche parole e ci si intendiamo subito, mi rigiro nuovamente mettendomi a 90, vuole penetrarmi da dietro ma questa volta prendendosi il buco del mio culetto. Gli basta avvicinare la cappella, ormai è di casa da queste parti, come suo stile si avvicina e penetra con ardore facendomi sobbalzare, è un piacere sentire quell’enorme cazzo dentro di me. Lunghissimi interminabili momenti di piacere, Stefano gode a sentire il suo cazzo dentro a un buco stretto, sente il suo sangue ribollire, ed io godo a sentire quel coso enorme muoversi dentro di me. Sta per venire quando mi rivolta nuovamente, avvicino la bocca alla sua cappella mentre Stefano sbatte il suo uccello sulla mia lingua: una lunghissima schizzata di sborra chiara e calda nella mia bocca. Sa bene che non faccio l’ingoio così infila d’improvviso la sua lingua nella mia bocca piena, le nostre due lingue si cercano golose e vogliosissime: degna conclusione di una fantastica ed indimenticabile scopata.

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