Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Una musa impertinente (feat. Samar)

By 3 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

L’ispirazione tende a coglierti sempre di sorpresa. Come adesso, mentre sono nudo sul letto di questa stanza buia. Per fortuna, il portatile è proprio sul comodino, così non devo alzarmi.
Lo afferro protendendo il braccio. Qualche secondo per riattivare il sistema operativo dallo stand-by e aprire l’editor di testi, e sono pronto per riempire questo virtuale foglio bianco con i miei pensieri.
Mi soffermo un momento a cercare i nomi dei due protagonisti. Questo è sempre il mio cruccio, assieme alla scelta del titolo. A quello, però, ci penserò alla fine.
Si comincia. Per un attimo, il rumore dell’acqua della doccia che scorre di là mi distrae. Ma riacquisto in fretta la dovuta concentrazione. La storia è, di per sé, molto semplice. Lei dorme, nuda, girata su un fianco. Lui la osserva, nudo a sua volta. Il contrasto rappresentato da quella ragazza lo inebria. Lei, una guerriera, un ciclone durante il giorno, appare ora così vulnerabile, così indifesa. Le si avvicina. Il suo odore gli riempie le narici. Le scosta i lunghi capelli dal volto. Con l’indice, segue le linee del suo viso. Delicatamente, continua a scendere lungo le spalle e il braccio. Il suo membro ha un sussulto sfiorando quella pelle così morbida e calda.
E anche il mio si desta dal suo torpore ad immaginare la scena. Non riesco a fare a meno di portare, per qualche istante, una mano su di lui. A massaggiarlo in maniera appena accennata. Solo pochi secondi, prima di riprendere a scrivere.
Nella stanza accanto, intanto, l’acqua ha cessato di scorrere.
Il protagonista non riesce a fare a meno di avvicinarsi alla giovane donna accanto a lui. Continua ad accarezzarla, in maniera adesso più decisa. Avverte i loro corpi donarsi calore l’un l’altro. Il suo pene inturgidirsi sfiorando le natiche della ragazza.
Anche il mio non è da meno. Senza neppure toccarlo, sento un’erezione montare lenta ma inevitabile. Di nuovo, la mia mano scende ad impugnarlo, stimolandolo in un mesto su e giù.
E’ proprio in quell’istante che la porta della stanza da letto si apre rivelando lei, con la pelle ancora umida e coperta solo da un asciugamani annodato al torace. Fermando la mano, ma senza allontanarla dal mio membro, le sorrido lievemente. Lei ricambia, maliziosa. Si avvicina seducente al bordo del letto e mi sussurra: ‘Sei ispirato?’. ‘Già”. ‘Di cosa parla questa storia?’, incalza. ‘Vieni qui, leggi tu stessa’, le rispondo, battendo con la mano destra sul materasso.
Qualche secondo dopo, è accoccolata accanto a me, con una mano sul mio addome. ‘Guarda guarda’ lui che la stuzzica mentre lei dorme. Chissà dove avrai preso l’idea”. ‘Ti ricorda qualcosa?’, le dico, sornione. ‘Vagamente”, replica, prima di stamparmi il suo sorriso sulle labbra. ‘Forse sarebbe il caso che la protagonista si svegliasse, adesso. Io non ho mica continuato a dormire così a lungo poco fa”. ‘Non lo so”, dico, fingendo titubanza. Lei coglie al volo la mia allusione. ‘Magari ti serve un po’ più di ispirazione”, risponde, portando la sua mano a diretto contatto con il mio membro sempre più teso.

I miei occhi scorrono su quelle parole, ed i ricordi risalgono freneticamente nella mia testa, lasciandomi percorrere la schiena da un lungo brivido. ‘Mi piace essere la tua’ fonte di ispirazione’, sussurro, mentre con calma afferro il suo membro, iniziando piano a massaggiarlo. ‘Ti dicevo che, a questo punto, lei potrebbe svegliarsi senza dire nulla’ e strofinarsi piano contro di lui”. Stringo appena la presa, posizionando il pollice sopra la cappella e muovendolo in senso circolare, facendo una leggera pressione. ‘Oppure potrebbe girarsi, e prenderlo in mano’ iniziando lentamente a masturbarlo’. Sorrido come se nulla fosse. Il suo membro svetta ormai sveglio e pienamente attivo. ‘Magari potrebbe baciarlo”, dico, mentre mi avvicino sfiorandogli le labbra, percorrendole con la punta della lingua nei contorni e parlandogli sopra, investendolo così del mio respiro caldo. ‘Baciarlo lentamente, continuando a muovere la mano e scendendo piano’. Lo bacio ancora, ridacchiando e stringendogli il cazzo fra le dita, spingendo in basso la sua pelle e risalendo, aumentando di poco il ritmo a ogni movimento. Mi distacco, chinandomi in avanti fra lui e il portatile. Schiudo le labbra, e la lingua percorre l’asta fino ai testicoli e poi su alla cappella. Quel sapore è qualcosa di meraviglioso, estremamente. Ma rimango li giusto qualche istante. ‘Che ne dici? Potrebbe andare nel racconto?’.
Scivolo via dal letto, alzandomi e lanciando sulla poltrona il telo che avvolgeva il mio corpo. Voglio provocarlo, e non c’è modo migliore di farlo se non quello di restare nuda e umida di fronte a lui. Rimango di spalle cercando qualcosa nella cassettiera. Frugo in un cassetto senza cercare nulla in particolare, solo per prendere tempo. ‘Vai avanti’ dimmi’ ormai sono curiosa. Come procede la situazione?’. Nascondo il mio sorriso e quell’eccitazione crescente che mi pervade il corpo e la testa. Piccole gocce di umore scivolano fra le mie labbra, rendendomi bagnata e desiderosa. Sfilo via dal cassetto un completino viola scuro in pizzo e, voltandomi, lo giro verso di lui. ‘Che ne dici?’. Poggio la stoffa contro le mie forme, quasi strofinandola sulla la pelle umida, e mi appoggio con i glutei contro il mobile, sorridendo maliziosamente. Lo so che lui adora osservarmi in questo modo, adora provocarmi quasi quanto io adoro provocare lui. Entra nella mia mente come nessuno, sfondando ogni porta e lasciandomi ansimante e appagata. Non ci sono mai stati tabù fra di noi ma, da quando abbiamo iniziato a scrivere insieme, la nostra passione non ha fatto altro che aumentare senza alcun limite, rendendoci ancora più uniti e’ creativi.

‘Così non mi ispiri di certo a continuare a scrivere, sai?’, le dico in un sussurro. ‘Ah, no?’, replica lei, divertita. ‘Eh, no’ anzi’ direi che il racconto ha perso parecchia della sua attrattiva, ormai’. Le sfugge una risata.
Chiudo il portatile e lo ripongo nuovamente sul comodino, mentre lei, con studiata lentezza, indossa il reggiseno viola fresco di bucato. ‘Mi aiuti con i gancetti?’, mi chiede, porgendomi le spalle.
Mi alzo e, in pochi secondi, le sono vicino. Afferro i lembi della fascia del reggiseno, mentre lei scosta i suoi capelli tenendo la testa in avanti e mettendo così in risalto la schiena e il collo. Uso la stoffa per attirarla a me. Il suo corpo aderisce al mio, i suoi glutei al mio pene in piena erezione. ‘Cosa fai?’, mi chiede con un filo di voce. ‘Ti aiuto a togliere il reggiseno’, rispondo, stringendo tra le labbra il lobo del suo orecchio sinistro. ‘Ma’ dovevi aiutarmi ad agganciarlo, non a toglierlo”, replica, con finta ingenuità. ‘Oh, davvero? Devo aver capito male, mi spiace’, sono le mie parole, mentre le mie mani scorrono lungo i fianchi del suo torace, fino ad afferrare e stringere il suo seno sodo e abbondante.
Un attimo dopo, il suo reggiseno è lanciato sul ripiano del comò, mentre una mia mano inizia a giocare con i suoi invitanti capezzoli già turgidi. Le bacio la guancia e continuo a scendere lentamente seguendo le linee del volto, fino al collo. Ansima sentendo le mie labbra e il mio respiro prendere possesso della sua pelle. Con l’altra mano, intanto, scendo lungo l’addome. In breve, prendo a giocare con i suoi scuri peli pubici, arricciandoli attorno alle dita.
I miei tenui baci sul suo collo si fanno via via più intensi. Prendo quasi a mordere la sua pelle con le labbra. Lei, intanto, divarica appena le gambe, invitandomi a proseguire l’esplorazione del suo corpo caldo e fremente. Esplorazione che continuo senza farla troppo attendere. Mentre le dita di una mano tormentano prima uno e poi l’altro capezzolo, stringendoli, strizzandoli appena, quelle dell’altra scendono lungo una coscia per poi risalire la parte interna. Avverto distintamente la sua carne farsi più calda man mano che la percorro. Gusto la consistenza della sua pelle centimetro dopo centimetro. Non ci vuole molto, però, prima di arrivare a lambire le labbra del suo sesso.
Quando le sfioro, percorrendole con la punta delle dita, lei inizia a sfregare le sue natiche contro quel palo di carne bollente insinuato tra di esse. E’ calda, bagnata, pronta. Due delle mie dita vengono quasi risucchiate. Lentamente, la penetro per tutta la loro lunghezza. Le tiro fuori e le inserisco ancora, senza aumentare il ritmo. Sono già lucide, pregne dei suoi umori viscosi. Geme. Reclina la testa all’indietro per cercare le mie labbra. Ci incontriamo, perdendoci in un bacio dolce solo per i primi secondi. E’ come se le nostre bocche volessero studiarsi per qualche istante, poi iniziano a mangiarsi, fameliche. Sento i suoi capezzoli svettare turgidi. I suoi umori farsi più abbondanti e iniziare a colarle tra le gambe mentre cerco, trovo e stringo tra le dita il suo clitoride gonfio.
Intanto che le nostre lingue si stritolano in un abbraccio carico di passione, abbandono la fase dei preliminari, penetrandola di colpo con due dita e mimando un amplesso forsennato. I suoi glutei avvolgono e stimolano il mio membro teso. Quasi mi morde le labbra ogni volta che le mie dita affondando in lei. La sua lingua è invadente, saetta al ritmo delle mie dita nel suo sesso.
Dopo qualche minuto, non resiste più. Si libera dalla mia morsa. Con foga animalesca si volta, afferra la mia testa tra le mani abbandonandosi all’indietro contro il comò e attirandomi a lei. Riprendiamo a baciarci non la medesima intensità, mentre la mia eccitazione preme contro il suo pube, e le sue cosce spalancate e umide per i succhi che, ormai, sgorgano copiosi, si avvinghiano alle mie.

Perché parlare quando puoi abbandonarti alla follia? La mia mente si perde chissà dove, sento solo il bisogno di averlo, di farlo mio, di crollare esausta. Gli stampo un bacio furioso, affondando nella sua bocca per cercare la lingua e mordere quelle splendide labbra. Ma, quando i miei glutei raggiungono il comò, mi stacco. Le mani spazzano via qualche trucco ed un centrino, lasciandomi lo spazio per accomodarmi. Lui mi sorride, ormai mi conosce alla perfezione, sa bene cosa voglio, lo vede attraverso i miei occhi, attraverso il petto che si gonfia nei respiri affannati. ‘Basta parlare… scopami e niente altro…’. Parole appena sussurrate mentre, afferrandolo dalle spalle, lo tiro verso di me. Il suo membro duro spinge sul mio sesso, caldo e umido. Scuoto leggermente il bacino, strofinandomi contro di lui. Sento le sue mani contro le mie cosce, le sento risalire prima fino ai glutei e poi, di nuovo, giù contro le ginocchia. Le afferra sollevandomi, tanto che io inclino indietro la schiena mentre intreccio le gambe dietro la base della sua. ‘Ora fammi sentire come gode la mia troietta’. Posiziona il membro contro le mie labbra, spingendo lentamente. Non c’è sensazione migliore, sentire la cappella farsi strada dentro di me, lentamente. Mi dilata riempiendomi completamente, penetrandomi fino a fare impattare i testicoli contro la mia pelle umida. Sposto la testa indietro appoggiando le mani sul comò per fare perno con la schiena. ‘Io cerco di lavorare e tu mi distrai…’. Le sue mani tornano sui miei fianchi, esce e mi colpisce con forza. Un colpo secco per riportare il suo cazzo completamente dentro di me. Poi, rimane fermo. ‘Volevi aiutarmi, giusto?’. Torna indietro, lascia scivolare via il membro, e poi giù di nuovo un secondo colpo che mi lascia senza fiato. ‘Godi e ispirami ora”. Non c’è un terzo colpo singolo, lo sento solo prendere un ritmo forsennato. Sbatte contro il mio bacino in maniera veloce e forte, non si pone limiti ed io non voglio altro. Tengo le gambe divaricate e poggio la testa contro la parete mentre lui, chinandosi, affonda i denti nei miei seni. L’unica cosa che posso e voglio fare è abbandonarmi. Godo ogni volta che sento la cappella farsi strada dentro la mia carne. Gemo sentendolo sbattere contro di me. ‘Ohh, si’ non fermarti’ ancora’ ancora”. Porto una mano contro la sua spalla, cercando di spingere a mia volta con il bacino. Il piacere cresce, sottolineato dai miei gemiti, ma lui non si accontenta. Afferrandomi da sotto i glutei mi solleva. Voltandosi e raggiungendo il letto mi scaraventa sulle coperte, fiondandosi ancora sopra di me. Non perde tempo e, strizzandomi un seno, torna a scoparmi con forza. ‘Godi, dai… pensa a quando scriverò di come ti ho sbattuta per bene”. Le parole si alternano fra rantoli e lamenti. ‘Lo so che ti ecciti da morire a sapere quando leggeranno di te’ dimmelo, su”. Sollevo le gambe ai lati del suo corpo fino a portarle in verticale, trattenendole con le mani. Faccio sempre di tutto per sentirlo completamente. ‘Si’ si… è vero’ mi eccito, mi fa impazzire’ sono la tua porca, la tua troia, vogliosa di te”. Pochi istanti ancora, a quelle parole lui non fa che aumentare il ritmo fino a sfondarmi completamente. Io fremo, e l’orgasmo mi colpisce come uno schiaffo in pieno volto, alzando la mia temperatura e lasciandomi urlare in preda al piacere. Non mi accorgo nemmeno che lui è uscito via da me, salendomi a cavalcioni sul petto e spingendomi il membro bagnato contro la faccia. Si masturba a ritmo sostenuto mentre la cappella percorre le mie guance ed il mio collo, fin quando anche lui arriva al culmine. Spalanco la bocca, lasciando che diversi schizzi raggiungano la mia lingua. Altri ancora percorrono guance e mento. Ma che importa? Anche questo voglio da lui, e le mie mani l’accompagnano contro il viso. Lo prendo in bocca, ancora gocciolante, succhiando e leccando per ripulire quella meravigliosa asta. Me ne prendo cura stringendo le labbra e picchiettando la lingua sulla rossa cappella. Succhio piano prolungando il suo piacere, e solo quando questa è di nuovo pulita, solo allora, la lascio andare.
‘Hai due possibilità… tornare a scrivere”, dico, sollevandomi per cercare le sue labbra, per baciarlo e fargli sentire i miei ed i suoi odori, ‘Oppure ricominciare”, concludo, affondando fra le sue labbra e lasciando scivolare la mia mano sul suo membro, ancora affamata.

Leave a Reply