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Racconti Erotici Etero

Una necessità medica

By 11 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella mattina era il preciso settimo giorno di astinenza. Mi alzai dal letto piuttosto eccitato, quel dì dovevo incontrarmi con la dottoressa e speravo veramente vi avrebbe fatto eiaculare. Con le palle doloranti andai nel suo ufficio dopo colazione. Mi accolse: “buon giorno chaval, siediti pure”
Mi fece sedere e mi fece le solite domande di routine. Poi mi chiese se ero già andato in bagno e io ero molto felice, poich&egrave quella domanda me la faceva solo quando dovevo eiaculare. Ma si limitò a farmi sdraiare sul lettino. Fece altri esami fisici annotando roba ora e ora. Poi mi annunciò. “ho una buona notizia, chaval, ho inviato i tuoi dati alla agenzia e ci hanno mandato una ragazza.” ero sorpreso, mi ero quasi dimenticato delle ragazza da fecondare, poi fui contento, immaginando di poterlo fare proprio quel giorno, anche se era improbabile… Chissà che ragazza era. “bene” mi limitai a dire. “La conoscerai domani, vuole già sapere molte cose riguardo alla fecondazione, ma non credo che scaricherai il tuo seme, almeno non per ora, sai come é rigida l’agenzia in queste cose.” ha detto di prepararti per il rituale del vufo.” Il rituale del vufo era il rituale di propiziamento alla fecondazione, si faceva quando una ragazza conosceva un ragazzo e consiste sommariamente nella masturbazione del ragazzo, per verificare la qualità e la quantità di sperma emesso. “la ragazza, continuò, per’ é un pò intimorita. Non gli sono mai piaciuti i “facoltosi” in fatto di poroduzione spermatica. A dirla breve non gli piace che tu faccia dei getti troppo forti e troppo abbondanti quando… Ecco quando eiaculi. E ricordandomi quanto sei venuto quando hai fatto l’esame di 10 giorni… Bhe, ho deciso di mandargli qualche informazione in merito alla tua “abilità” come posso chiamarla, nell’eiaculare.” potete immaginare come questi discorsi mi facciano scaldare con i miei 7 giorni…. La dottoressa imbarazza che parla di quanto vengo, la ragazza che dovrò conoscere eccetera… Mi stavo eccitando. “cosa intendi con informarla sulle mie abilità?” chiesi. “bhe le manderò un video su come eiaculi” mi disse con un sorrisetto maligno e due occhi avidi, mentre la voce era come per dire “scusa ma non ho altra strada”. A queste parole il mio pene si irrigidì assai.” Prima di fare il video- evvai lo facciamo oggi- devo misurare la potenza dell’erezione e la lunghezza del pene”. Mi fece alzare, spogliare e avvicinare ad una strana doccia. Ai lati della doccia c’erano degli schermi neri, sul lato di fronte a me c’era uno schermo illuminato, ma bianco. “allora ti spiego, questo affare misura con precisione millimetrica pressione del sangue, lunghezza del pene, larghezza del pene, la ragazza vuole misurare questi dati per cui dovremo mandargli i risultati. Questo registratore é a calore e funziona solo sotto acqua fredda” dalla doccia uscì un getto. Io avvicinai il mio pene, secondo ordini della dottoressa, sotto l’acqua ma era gelata.lo misi sotto. “ora devi solo avere l’erezione più forte e virile che riesci a fare. ” mi disse. L’acqua era veramente fredda, ma i sette giorni e l’eccitazione precedente mi diedero una mano.
La dottoressa si avvicinò e disse. “occorre portare il pene al massimo della pressione per verificarne la pienezza dell’erezione, per cui, vedi di impegnarti” così dicendo appoggiò il suo prosperoso petto alla mia schiena. Questo mi fece raddrizzare completamente. Una volta presa qualche misura mi fece sedere sul lettino e mi indicò alcuni oggetti. “allora funziona così, disse, tu dovrai eiaculare qui, su questo schermo, disse indicando uno schermo nero reclinato. Lo schermo analizza peso quantità e vivacità degli spermatozoi. Questa videocamera ti riprenderà il pene nell’atto. Dovrai avere un eiaculazione più simile possibile a quella che avrai durante il vufu, per cui ti masturberò.” deglutii eccitatissimo all’idea. Chiuse la porta a chiave e disse “Bene mettiti in posizione coitale.” Così feci. La dottoressa sinuosa e sensuale si mise con le mani sui fianchi di fronte a me. “ora resta fermo.” mi ordinò. Io rimasi immobile e con i miei sette giorni di sperma nelle palle vidi la dottoressa, per la prima volta, spogliarsi dolcemente e delicatamente, camice, pantaloni e scarpe, rimanendo in mutandine, reggiseno e calze. Io ero imbambolato alla visione paradisiaca di tutte quelle forme sinuose e voluttuose muoversi delicatamente di fronte a me, quella femminilità traboccare ad ogni sussulto e movimento, quel corpo perfetto danzare una danza che risvegliasse i più regressi istinti virili. Poi andò dietro alle mie spalle e io non potevo vedere più nulla. Poi sentii le sue mani delicate sfiorarmi e accarezzarmi le cosce, poi i fianchi, infine scese e la sua mano accarezzò per un attimo i testicoli penzolanti, poi si ritrasse. Poi magicamente sentii il suo corpo così femminile e morbido sdraiarsi sulla mia schiena. Sentivo il suo abbondante seno sulle mie spalle e i suoi capelli mi arrivavano alla bocca. Con le mani mi cinse i fianchi e inizi’ a strusciarsi lentamente sulla mia schiena, cosicch&egrave mi eccitavo come un idiota, sudando. Poi, sempre in quella posizione le sue mani sfiorarono il mio pene e i testicoli, delicatamente e leggermente, e una goccia di liquido denso fece capolino dalla punta del pene. Poi prese in mano le noci e mi sussurrò “sembra che qui abbiamo qualche giorno di arretrato, non &egrave così?” poi all’improvviso e con una risatina impugnò il mio pene con entrambe le mani e disse:” sei pronto? Non lasciare nulla dentro, buttala tutta fuori” detto così iniziò a masturbarmi con delicatezza e decisione, facendo movimenti ampi e precisi. Io ebbi un sussulto e un fremito, poi respirando mi concentrai sui movimenti della formosa dottoressa. Sentivo il suo grosso seno dondolare e le sue mani masturbarmi con sicurezza. Le sue mani conoscevano le mie misure e le mie grandezze molto bene e si muovevano con ottima agilità sfiorando e tastando e premendo dove occorreva. Pensai alla mia astinenza e alla dottoressa, sentivo l’eccitazione crescere e crescere, sentivo che non potevo durare molto. “sei resistente chaval, disse la dottoressa” si fermò per un attimo e mentre io riprendevo fiato lei si staccò da me e si mise di fianco a me. Ma non aveva più il reggiseno, e con un braccio si copriva i capezzoli mentre con l’altro impugnava il mio pene. Riprese a masturbarmi e io avevo piena visuale delle sue bellissime tette dall’alto, dove potevo ammirarle in pieno forma e grandezza. “dottoressa, io non riesco più…” “sii?” chiese sorniona la dottoressa guardandomi negli occhi. “non riesci a resistere? Perché non ti lasci andare allora? Su fai un bel respiro e rilassa i muscoli” mi disse con un sorrisetto avido. Io allora venni con grossi getti sullo schermo e lasciai lì un bel pò di sperma. La dottoressa stupita commentò: “però! Di sicuro non rischi di non metterla incinta”

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