Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Una notte alla stazione di Pescara

By 19 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Era il 14 agosto alle 21,30 circa quando arrivai nella stazione affollata di Pescara, avevo il treno per le Marche a 00,40 così cercai una panchina libera per sedermi a mangiare qualcosa e leggere un po’ per ammazzare il tempo.
Ero seduta sulla panchina mangiando uno yogurt quando si sedette accanto a me un ragazzo bellissimo, era alto abbronzatissimo dal fisico scolpito di chi va in palestra e indossava un completo di lino bianco era impossibile non notarlo, io indossavo una cammicetta di cotone bianco che col sudore mi si era appiccicata addosso attraverso la trasparenza si poteva intravedere il mio reggiseno e un paio di pantaloncini con infradito che lasciavano scoperte le mie gambe abbronzate, attraverso i pantaloncini stretti si vedeva la forma del mio pube, dopo un po’ mi accorsi che il ragazzo mi stava fissando così gli sorrisi, si presentò e iniziammo a chiacchierare, mi invitò per un caff&egrave al chioschetto di fronte alla stazione e accettai molto volentieri, in più dovevamo aspettare lo stesso treno.
Nella stazione affollata lui camminava davanti a me, guardando il suo corpo forte e scolpito cominciai ad immaginare come sarebbe stato essere posseduta da quel corpo e se il suo cazzo era grosso come il resto.
Seduti al tavolino del bar chiacchieravamo normalmente, ma era evidente da come mi fissava che avrebbe voluto fare altro e anche io avevo la stessa idea, dovevamo rompere il ghiaccio così le battute diventarono a doppio senso, finché ad una risposi che ero sempre umida, così lui mi sussurò all’orecchio che doveva controllare, sentii la sua mano accarezzarmi la gamba nuda sotto il tavolo, quel tocco delicato mi provocò subito un forte eccitazione e aprire le gambe fu naturale, la sua mano si spostò in mezzo alle gambe, iniziò ad accarezzarmi la figa ormai fradicia attraverso il pantaloncino, allungai la mano verso le sue gambe e afferrai il suo cazzo duro attraverso i pantaloni, continuando a chiacchierare come se nulla fosse ci stavamo masturbando sotto il tavolino del bar mentre la gente intorno non si accorgeva di nulla la confusione intorno rendeva la cosa ancora più eccitante. Dopo un po’ quella scomoda masturbazione non poteva bastare a nessuno dei due, lui mi sussurro che voleva assaggiare i miei seni e la mia figa fradicia dove voleva sbattere il suo cazzo duro se volevo seguirlo in un posto tranquillo ci saremmo divertiti, senza pensarci un attimo accettai la voglia di scoparlo era veramente tanta.
Segui il bel ragazzo attraverso la stazione affollata come avevo fatto poco prima ma, con un ansia maggiore sapevo da quello che avevo percepito attraverso la stoffa che mi aspettava un grosso cazzo e non vedevo l’ora di gustarmelo per bene.
Oltre alla stazione arrivammo ad una specie di binario morto dove c’era un muretto, anche se la stazione erra affollata li al buio non poteva vederci nessuno, iniziammo a baciarci con passione, col suo corpo mi spinse contro il muretto, con una mano mi sbottonò la camicetta e si impossessò del mio seno, avevo i capezzoli di marmo tanto erano turgidi, lasciò la mia bocca per iniziare a baciarmi il collo, scese fino al seno e succhiò con forza i miei capezzoli, non ce la facevo più, volevo quel cazzo duro che continuava a premere contro di me, gli chiesi di darmelo subito. Gli abbassai i pantaloni e gli slip e afferrai il cazzo con la mano, non potevo vederlo bene ma sentirlo caldo e duro nelle mie mani in quella situazione mi faceva quasi godere, mi abbassai e lo presi in bocca alternavo un succhiare veloce a leccate leggere perché non volevo che venisse prima di scoparmi.
Dopo un po’ mi fece mettere a pecorina appoggiandomi al muro, la mia figa era talmente fradicia che il suo cazzo duro entrò in un attimo, mi pompava con forza tenendomi il sedere, godetti in poco tempo come un animale in calore, quando stava per venire lo feci uscire e ripresi il cazzo in bocca, sborrò abbondantemente nella mia bocca io bevvi tutto il suo sperma ripulendolo con cura con la mia lingua.
Ci rivestimmo e tornammo in stazione a chiacchierare come se nulla fosse.
Quando fu l’ora prendemmo il treno assieme che era affollatissimo, così sentii di nuovo il suo cazzo indurirsi, mi chiese se mi andava che scendeva con me e di prendere una camera d’albergo per passare insieme la notte, risposi di no con la scusa che i miei amici sarebbero venuti a prendermi alla stazione, ma in realtà era stata la situazione a rendere tutto più eccitante e non mi andava di andare in albergo, così non l’ho mai richiamato.

Leave a Reply