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Una notte, una donna

By 31 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Entro in salotto, chiudo a chiave la porta e accendo la piccola luce rossa in carta di riso a forma a forma di fior di loto.

Facendo attenzione a non fare rumore mi spoglio: tolgo la maglia, calo i pantaloni, sfilo il perizoma.

Sono nuda e sento un po’ freddo’sicuramente lo avvertono i miei capezzoli che sono diventati immediatamente duri e appuntiti.

Mi stendo sul tappeto: mi piace la sensazione di calda ruvidezza contro la schiena.

Mi piace sentire come la trama di lana del tappeto mi graffia la schiena.

Mi sfioro il seno’è sensibile e recettivo.

Chiudo gli occhi e ripenso alle tue parole, a quelle parole che mi hanno fatto eccitare.

Mi hai detto ‘ vorrei che tu prendessi il tuo bunny e ti facessi. Non masturbassi, proprio che ti facessi, pensando a quello che ci siamo detti. E poi me lo raccontassi. mi
raccontassi il tuo orgasmo’.

E ora sono qui per te, con il mio bunny.

Lo succhio, immaginandomi che sia il tuo cazzo.

Lo lecco, eccitandomi al pensiero che tu sia in piedi di fronte a me e io inginocchiata ai tuoi piedi come una gheisha.

Apro le gambe e lascio scivolare il bunny, bagnato dalla mia saliva, fino al mio sesso che sento già pulsare.

Vuoi che mi faccia, non che mi masturbi.

E allora spingo dentro il bunny, quasi con violenza.

Scivola bene’sono decisamente molto bagnata.

Vuoi che mi faccia, non che masturbi.

E allora spingo dentro e fuori, immaginando che sia il tuo cazzo quello che ho tra le gambe, immaginando di sentirmi schiacciata da te.

Ti sento sopra di me, mentre mi tieni le gambe aperte per entrare ancora più a fondo.

Ti sento sopra di me, mentre spingi forte.

‘Ti prendo per le anche e ti sbatto duro, veloce, finché non ti sborro dentro’

Queste parole, il ricordo di queste parole, il pensiero che tu me la stia sussurrando adesso, mentre davvero mi sbatti, fa accelerare il mio andirivieni.

Poi mi alzo e a questo punto cerco solo il mio piacere, a modo mio.

Posiziono il bunny verticalmente e mi ci lascio cadere sopra, fino a quando non è entrato tutto.

Spingo indietro il bacino e comincio a toccarmi il clitoride, lo sfioro, ci passo sopra con le dita bagnate dei miei umori e della mia saliva.

Muovo le dita in modo circolare e pizzico e strizzo.

Risalgo leggermente, facendo uscire parzialmente il bunny dalla mia fica fradicia e lo porto esattamente dove godo di più.

Lo sento arrivare.

L’orgasmo’sento che sta arrivando.

E’ come cominciare a girare forte, come se la mente perdesse contatto con la realtà.

Ogni mia fibra è concentrata tra le mie gambe e, a risalire, lungo la spina dorsale, alla nuca, nella testa.

Non sento niente in questo momento.

Mi sento come in una bolla d’aria e sento che questa bolla sta per frantumarsi.

E’ come se io stessi per frantumarmi, per andare in mille pezzi.

E il momento che preferisco.

Quando sei al limite.

Quando sei sul filo della vertigine.

Di solito vorrei prolungare il più a lungo possibile questo momento.

Più dura l’attesa, più intenso è il piacere.

Ma ora non ne posso più e in un certo senso non sempre dipende dalla mia volontà

Comunque ora voglio godere.

Un ultimo pensiero, mentre sento che la mia vagina si sta gonfiando.

Tu sopra di me, tu che mi scopi, tu che mi dici che stai per sborrarmi dentro.

Appoggio la fronte sul divano.

Dalla mia gola esce un lungo gemito soffocato.

Stringo gli occhi.

E poi mi abbandono ad un lunghissima ondata di piacere caldo e bagnato.

L’ho fatto per te.

Solo per te.

Era questo che volevi?

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