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Racconti Erotici Etero

Una pizza gustosa(finale)

By 16 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Nello non riusciva a dormire, sapeva che, quando l’insonnia lo attaccava, voleva dire che c’erano novità in arrivo e il suo sesto senso non sbagliava mai.
Decise di andare a vedere in pizzeria com’era andata la serata: i suoi fratelli Aldo ed Enzo erano stranamente in ritardo e questo non era normale. Arrivato davanti alla pizzeria, vide la saracinesca chiusa e la luce accesa all’interno, decise quindi di passare da dietro senza fare rumore e si preparò al peggio; quando arrivò di soppiatto in sala, rimase sbalordito da quello che vide: i suoi fratelli erano intenti a farsi una stupenda ragazza e sicuramente lei partecipava di gusto.
Capì subito che era arrivato troppo tardi per partecipare, allora decise di divertirsi di nascosto, prese una macchina fotografica e immortalò le prestazioni sessuali dei fratelli.
Marta fece per rivestirsi, era spossata da quella serata di sesso inaspettato, il suo ragazzo aveva avuto pan per focaccia, si guardò allo specchio per controllare se tutto era a posto e in quel momento vide una figura uscire dalla sala adiacente:
” Ciao bella, sono Nello, il fratello di questi due ragazzi che hai appena provato, che ne dici di far provare la merce anche a me?”
” Dico che sei fuso, ormai il tempo dei giochi &egrave finito”
” Peccato, vorrà dire che le foto che ho fatto di te che te lo fai mettere nel culo mentre lo succhi, le condividerò con i miei amici di “you tube””
” Ma sei scemo?”
” No…ho solo voglia di divertirmi, diciamo che il rullino &egrave tuo se riesci a soddisfarmi entro dieci minuti.”
Marta era incazzata con se stessa per la superficialità con cui si era fatta incastrare, valutò i pro e i contro e capì subito che era meglio accontentare anche questo nuovo arrivato.
Nello capì che la ragazza aveva deciso di accontentarlo e non perse tempo, si slacciò i calzoni abbassando gli slip e, tenendo in mano il sesso duro, le disse:
” Anzi facciamo così, se riesci a farmi venire entri cinque minuti, ti do tutta la macchina fotografica e non ti rompo più!”
Marta prese il cazzo in mano e non perse tempo, aprì le labbra e cominciò a succhiarlo forte mentre con la lingua giocava decisa con la cappella, le mani erano scese sulle palle per stimolarlo ancora di più e si affrettò a ritirare il suo premio.

Sapeva quanto fosse brava e cinque minuti della sua bocca erano più che sufficienti per qualsiasi uomo: quello che non sapeva, era che Nello era fuori dal normale.
Nello guardava quella ragazza andare su e giù per il suo membro, sentiva quanta passione ci mettesse e quanto fosse abile, pensò che, forse per la prima volta, una donna sarebbe riuscita a farlo venire in meno di venti minuti.
Marta si stava innervosendo, già era difficile tenere in bocca quel cazzo esagerato, se poi non vedeva da parte dell’uomo un ben che minimo avvicinamento all’orgasmo, allora era un casino, si concentrò al massimo su quel pezzo di carne e ci mise il meglio di se stessa.
Nello spostò i capelli della ragazza per gustarsi quel pompino, era stupito di come la ragazza riuscisse a prenderlo quasi per intero dentro la sua bocca, sapeva di essere molto dotato, sentiva anche che il godimento era lontano, ma non tanto lontano quanto avrebbe pensato.
Marta vide finire i cinque minuti e capì d’avere perso, aveva fatto il pompino più erotico della sua giovane vita e aveva trovato uno che non era venuto.

Dentro di se pensò:
” Questo, o &egrave malato, o &egrave uno da conoscere meglio”.
Smise di tenere in bocca il sesso del ragazzo e prendendo fiato esclamò:

“Tu non sei normale…io adesso me ne vado!”
” Tu vai via dopo che io sono venuto, non penserai mica davvero che io possa rimanere con questa voglia addosso”

La prese in braccio e l’appoggio alla parete della sala, sapeva che non aveva niente sotto, le sue mutandine erano ancora lacere nelle sue mani, le divaricò le cosce e le fece mettere dietro la sua schiena, in quella posizione era completamente in suo potere:
“Vedrai che dopo avermi provato, non cercherai nessun altro” e spinse dentro quel caldo pertugio il suo sesso, riempiendola completamente.
Marta era incredula, le sembrava di essere una verginella al passaggio di quel cazzo dentro di lei, pur essendo stata scopata da poco, pur essendo ancora bagnata, si sentiva piena come non mai, allargò al massimo le cosce e cercò di assecondare le spinte dell’ultimo arrivato.
Nello se la stava godendo di gusto, le strette mucose della ragazza lo eccitavano in modo esagerato, percepiva le pareti cedere e adattarsi al suo cazzo, quello che lo facevano impazzire d’eccitamento erano i lamenti e i gemiti che la ragazza emetteva.
Marta si sentiva stravolgere dal piacere, quella sensazione di pienezza era diventata un piacere infinito per le sue intimità, quel ragazzo era arrivato a toccare la cervice in punti estremi e lo sfregare del clitoride l’aveva completamente estasiata; non sentiva più nessun tipo di dolore, anzi, adesso quando lui usciva anche solo un attimo da lei, sentiva un vuoto incredibile.

Fortuna che aveva trovato uno con una resistenza incredibile.
Nello la stava sbattendo contro il muro e provava emozioni fortissime, quella scopata imprevista aveva riportato a galla tutte le sue voglie, abbassò una mano e la mise tra le natiche della ragazza, poi, spinse un dito nel il suo stretto foro anale e le sussurrò:
“Pensa a quando te lo metterò nel culo…”
Marta aveva sentito la frase, con terrore stava pensando che non sarebbe mai riuscita a prenderlo dietro senza essere spaccata in due, era troppo grosso, sicuramente l’avrebbe fatta morire…poi, si dimenticò di tutto e si lasciò andare a un orgasmo violentissimo.
Nello, che l’aveva vista posseduta da suo fratello, aveva visto come si era adattata a essere inculata e il pensiero che finalmente potesse stare dietro di lei, lo fece esplodere: venne copiosamente irrorandole l’utero senza domandarsi se lei prendeva qualcosa.

Ormai era troppo perso in quel corpo burroso per farsi delle remore, l’unica cosa che voleva era continuare ad averla, l’eccitazione che si era creata era ormai al di sopra di ogni suo livello conosciuto.

I suoi fratelli stavano in disparte riprendendo le forze e sapeva che ben presto sarebbero tornati a cercare i loro piaceri, doveva approfittare di quel poco tempo per gustarsela tutto da solo.
Non si era preoccupato di venire, sapeva come rieccitarsi subito e la ragazza aveva le labbra giuste per aiutarlo, uscì da lei e fece forza sulle sue spalle obbligandola a inginocchiarsi davanti al suo cazzo semi duro: “Adesso datti da fare, che poi finiamo in bellezza.”
Marta era lì davanti a quel sesso rosaceo, quasi viola, ancora sentiva lo sperma in bocca, sapeva che ci avrebbe messo poco se voleva a farlo tornare vigoroso, ma la promessa di lui nel suo culo le era tornata in mente e pensava preoccupata al dopo:
” Sono esausta…possiamo continuare un’altra volta?”
” Non ci pensare minimamente bella mia, tu stasera esci da qui con tanta di quella pizza che, vedrai, starai bene per un pezzo”
L’ironia di quel ragazzo le sembrava fuori luogo in quel momento, ma non sapeva come uscirne, sentì la pressione del cazzo sulle labbra e piano lo lasciò entrare.
Nello aveva deciso che quella tipa sarebbe uscita dalla pizzeria solo a servizio completo, ormai l’animale che era in lui aveva preso il sopravvento, ragionava con l’uccello e in quel momento il suo era nel posto giusto; sentiva il flusso del sangue spingere forte, sempre più forte e si rese conto che era di nuovo pronto a entrare nella ragazza e questa volta passando per un tunnel molto più stretto.
Marta sentiva crescere il cazzo dentro la sua bocca, faticava a respirare, poi, lui finalmente usci dalla sua bocca e lei ringraziò il Signore per la libertà ricevuta, subito lo maledì quando il ragazzo, prendendola in braccio, la fece mettere carponi.
Nello guardava quel sedere aperto prima da suo fratello Aldo e ne apprezzò la perfezione, poi, smise di pensare e si piegò su di lei a cercare il proprio piacere.
Marta sentì la punta del glande cercare il suo stretto tunnel, cercò di rilassare le pareti anali e allargò al massimo lo sfintere, ma non bastò.
Nello appoggio il suo corpo a quello della ragazza, cercò i seni di lei e stringendoli decisoe si spinse dentro facendo sobbalzare e urlare la ragazza:
” Oh mio Dio, fai piano, mi stai spaccando…fermati…ti prego…”

Aspettò invano una risposta o un atto di clemenza mentre lo sentiva entrare sempre di più
“Cazzo quanto sei stretta…mi fai morire…” spostò le mani sui fianchi per tenerla nel momento di massima penetrazione e affondò tutto nel suo culo.
Era senza fiato, le sembrava non finisse mai, poi, finalmente sentì le palle del ragazzo sui suoi glutei e capì che la tortura era finita. Il ragazzo adesso era sceso a toccarle il clitoride e finalmente, oltre al dolore, sentiva anche qualcosa che poteva definirsi piacere, ma certamente era un’esperienza che non avrebbe rifatto, se avesse potuto scegliere.

Venne riportata alla realtà dalle spinte focose dentro il suo stretto ano e cercò di soffrire io meno possibile.
Nello era completamente partito, dimentico di dove era, la scopava come se fosse nella figa e solo i gemiti di dolore di lei. attenuarono il suo vigore.
Marta era ormai senza forze, si girò gridando:
“Vieni bastardo…non ne posso più…”e con terrore vide gli altri due ragazzi con i cazzi tesi che si avvicinavano.

Nello spinse forte, ascoltò le richieste della ragazza, vide il suo sguardo e lo seguì: capì che la serata era ancora lunga e in quel momento scaricò il poco sperma rimastogli dentro la tenera carne di lei lasciandosi cadere di peso sul corpo profanato, proprio mentre una voce dietro di lui diceva:
“Questa la pizza se la ricorda per tutta la vita…”

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