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Racconti Erotici Etero

Una promessa mantenuta

By 16 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Pronto?’
‘Scendi, sono sotto casa tua.’
Cristina rispose con una sonora risata a quell’affermazione, certa che Fabrizio la stesse prendendo in giro.
‘Non sto scherzando, se ti affacci potrai notare un uomo appoggiato ad una clio grigia. Quell’uomo sono io.’
Per un attimo il cuore di Cristina si fermò. Non riusciva a credere che l’avesse fatto sul serio, che avesse mantenuto quanto detto qualche giorno prima. Tremante, si avvicinò alla finestra; non sapeva nemmeno cosa augurarsi, se sperare che fosse tutto uno scherzo o meno. Le bastò scostare leggermente la tendina della finestra della sua cameretta e lo vide.
‘Tu sei pazzo’ furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
‘Te lo dicevo che non stavo scherzando, che sarei venuto a casa dei tuoi ma tu non hai voluto darmi retta. Eri talmente certa che fosse solo un gioco che mi hai dato l’indirizzo senza la minima resistenza. Ora però basta parlare. Scendi subito o salgo io.’
In pochi secondi la ragazza rivisse i mesi precedenti. Quella che all’inizio sembrava una conoscenza virtuale come tante ma che poi era diventata, giorno dopo giorno, qualcosa di più. Ore passate in chat, al telefono, a parlare del più e del meno, chiacchiere che erano diventate via via sempre più audaci. La distanza che li divideva era enorme: lei, come tanti giovani del sud, era stata costretta a spostarsi per lavoro ed ora viveva a Verona, lui ,invece, a Catanzaro. In una delle tante conversazioni, Cristina gli aveva detto che la settimana seguente sarebbe andata a trovare i suoi a Salerno.

‘Viene anche il tuo fidanzato con te?’ le chiese Fabrizio, in quella che sembrava una domanda dettata solo da banale curiosità.
‘No, lui sta lavorando ad un progetto importante e non può assentarsi’sarò sola soletta’
‘Bene. Salerno non &egrave troppo lontano da me. Potrei venire a trovarti e realizzare finalmente quello che vorrei fare da mesi.’
‘Ah sì? E cosa?’ gli chiese con un inequivocabile tono da finta tonta.
‘Scoparti.’
‘La trovo una splendida idea. Allora ti aspetto’ fu la sua risposta ironica.
‘Devi darmi l’indirizzo però, altrimenti mi sarà difficile trovarti.’
‘Ma certo, hai carta e penna?’ e gli fornì il vero indirizzo dei suoi con tanto di numero civico, convinta che si trattasse solo di uno dei tanti giochi che facevano loro due.

Ed ora eccola lì, a fissarlo dalla finestra e a non sapere cosa fare. Sapeva però che aveva poco tempo per prendere una decisione.
Inventò una scusa con i suoi, prese la giacca e la borsa e chiuse la porta alle sue spalle.
Appena uscì dal portone se lo trovò davanti: ‘Da qui non dovrebbe vederci nessuno…’ le disse, prima di scaraventarla contro il muro e prendere possesso della sua bocca. Cristina rispose immediatamente al suo bacio; del resto erano mesi che, anche lei, non desiderava altro. Quando Fabrizio la liberò dalla sua stretta, gli chiese: ‘Ma come? Non mi hai dato nemmeno il tempo di dirti ciao”
‘No, e lo sai perché. Altrimenti avrei dovuto scoparti qui immediatamente e non so quanto la cosa ti convenga”
‘Hai ragione. Andiamo via da qui, non perdiamo altro tempo.’
Saliti in macchina Cristina gli disse di dirigersi verso l’autostrada perché conosceva un albergo appena fuori città.
‘E’ dove andavi a scopare quando vivevi qua, puttana?’
‘Puttana’ quante volte si era sentita chiamare così da lui in questi mesi. Le piaceva tanto ma non era minimamente paragonabile all’effetto che le faceva sentirselo dire ora dal vivo.
‘No, lo sai che sono sempre stata una ragazza seria e giudiziosa. Lo sono ancora oggi.’
‘Certo, la santarellina che l’anno prossimo sposerà il fidanzato di sempre, quello che la renderà felice e contenta per tutta la vita. Peccato che sia la stessa persona che a letto non &egrave capace di farti godere minimamente perché non ha capito che razza di puttana affamata di cazzo abbia accanto.’ le disse mentre, senza distogliere lo sguardo dalla strada, le accarezzava la coscia fasciata dai jeans. Cristina non replicò, l’unico suono che emise fu un gemito quando la mano di Fabrizio si infilò nei suoi pantaloni e, un attimo dopo, nelle sue mutandine. Sentire le sue dita entrare in lei le provocò un brivido di piacere.
‘Non avevo dubbi’qui &egrave già un lago. Ora fai la brava e succhiami il cazzo.’
Cristina non se lo fece ripetere e gli slacciò i jeans liberandogli il cazzo che era già duro e completamente eretto.
‘Visto dal vivo &egrave ancora più bello di quanto lo fosse in foto’ disse un attimo prima di prenderlo in bocca e realizzare quella che era una fantasia di entrambi.

‘Ti hanno mai fatto un pompino mentre eri alla guida?’ gli chiese una volta durante una chiacchierata al telefono.
‘No, mai nessuna mi ha voluto accontentare. E tu? L’hai mai fatto?’
‘No. Una volta eravamo in autostrada che, a quell’ora, era completamente deserta e morivo dalla voglia di farlo ma lui mi fermò. Mi disse che era pericoloso.’
‘Stai scherzando, vero?’
‘Ehm, purtroppo no. Non sai quanto fu frustrante per me”
‘Che coglione. Non se la merita proprio una come te.’

I gemiti sempre più forti di Fabrizio la riportarono alla realtà. Sentì le sue mani bloccarle la testa e, con una spinta violenta di bacino, le infilò il cazzo più a fondo possibile prima di venirle abbondantemente in gola.
‘Immaginavo fossi brava, ma hai superato ogni più rosea aspettativa. Questo &egrave il miglior pompino che mi abbiano mai fatto. Quanto manca per l’albergo?’
‘Siamo quasi arrivati. Hai fretta?’
‘Sì, non vedo l’ora di sentirti gemere come una cagna in calore. Voglio farti godere come mai in vita tua. Voglio godere di te e del tuo corpo. Dimmi chi sei”
‘La tua puttana.’
‘Bene, molto bene…’ disse Fabrizio un attimo prima di scorgere l’insegna dell’albergo, ‘ora avrai tempo e modo per dimostrarmelo.’

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