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Racconti Erotici Etero

Una quarantenne qualsiasi

By 11 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Buon vicinato

‘Come sta la mamma? ‘ E tu, tutto bene? ‘ Hai già rivisto le tue amiche? ”.
Lapo continuò per un po’ in quella conversazione telefonica fatta di ovvietà familiari con la moglie andata a trovare i parenti lontani quindi, sempre più annoiato, si avviò a chiudere rapidamente quella telefonata:
‘Siii, ho dato da mangiare al gatto ‘ Siii, vado subito da Lino a portagli la raccolta dei brani dei Pink floyd che gli hai preparato ‘ Va bene amore ‘ ok ‘ ciao ciao, ‘ saluta tutti ‘ baci baci’
Ora Lapo stava ripassando nella mente il programma di quel suo week end da single che avrebbe trascorso tra l’oziare in casa, pomeriggio partita di calcetto seguita dalla serata in pizzeria con gli amici, poi il pranzo domenicale dalla sorella, partita in tv spaparanzato sul divano accanto al cognato sonnecchiante. Stavolta non avrebbe invece approfittato della lontananza della moglie per organizzarsi una seratina frizzante con qualche amichetta carina ed affettuosa o con una vecchia fiamma ancora disponibile e piacente. Scendendo le scale si interrogava proprio su questa sua improvvisa mancanza di stimoli erotici extraconiugali così, mentre aspettava che Lino o Camilla aprisse la porta, concluse rassegnato che dopo i 50 anni anche il desiderio sessuale si affievoliva inevitabilmente.
Venne ad aprire Camilla che lo salutò con entusiasmo mentre era impegnata – come al solito – al telefono con qualche parente, un gran sorriso e l’ invito ad entrare mentre lei terminava la chiamata. Indossava un vestitino estivo leggero da casa con l’immancabile e profondo decolté per esaltare il suo seno prorompente che ondeggiava morbidamente mentre si aggirava in cucina. Lapo faticò a staccare gli occhi da quel ben di dio, sorpreso perché realizzava che per la prima volta guardava con desiderio le forme accentuate di Camilla. Da quel momento, nella sua mente lei aveva smesso di essere la simpatica vicina e l’amica di famiglia, era come se solo ora si accorgesse di quelle tette strepitose e del culetto assai sodo, una splendida quarantenne su cui ‘ stranamente – non aveva mai fatto un pensierino malizioso, nonostante che tra loro due ci fosse sempre stata una speciale simpatia ed una particolare intesa.
Riattaccato il telefono Camilla fece accomodare Lapo nell’ampia cucina, lo ringraziò calorosamente anche a nome del marito ‘ che era al parco coi i bambini’ per la raccolta di brani dei Pink floyd che gli aveva portato, quindi si girò per andare a preparare un caffè per lui ed un prosecco per lei, chiedendogli scusa e pazienza perchè doveva fare ancora una altra rapidissima telefonata, stavolta alla suocera. Muovendo verso il frigo Camilla si fermò di scatto per girarsi sorprendendo così Lapo incantato ad ammirare il suo culetto agitarsi ben delineato sotto il vestitino leggero e, dopo un attimo di sorpresa, gli chiese:
‘ Ti accendo la tv così ti guardi qualcosa mentre aspetti?’.
Lapo era oramai in totale balìa dei sui ormoni per cui si lasciò sfuggire involontariamente una risposta temeraria:
‘ No grazie, preferisco lo spettacolo dal vivo alla tv’.
Lei balbetto qualcosa mentre afferrava che lo spettacolo a cui si riferiva era il suo corpo, ma anche Lapo, resosi conto di aver esagerato nell’ardire bofonchiò qualche banalità tentando prima di minimizzare poi di cambiare discorso, ma oramai la frittata era fatta. Nel muoversi in cucina, al telefono mentre preparava caffè ed aperitivo, all’inizio Camilla fu un po’ impacciata tentando di non alimentare la concupiscenza di lui, poi però si lasciò andare ad una apparente naturalezza nei movimenti che infine divenne una disinvolta provocazione. Così, mentre si piegava a prendere una tazzina, consentì a Lapo di ammirare senza fretta le cosce tornite sino ad intravedere le sue mutandine di cotone poi piegandosi in avanti per apparecchiare il tavolinetto basso su cui servire le bevande gli regalò la visione del meglio della sua scollatura .
Ora bevevano uno accanto all’altro seduti sul vecchio divanetto in vimini li in cucina, passarono alcuni secondi in un silenzio imbarazzato che infine lei ruppe con una nuova incosciente provocazione:
‘Allora? ‘ Sto spettacolo dal vivo? ‘ Ti è piaciuto? ‘ Ma fammi capire, come mai dopo anni che ci conosciamo solo adesso ti accorgi che ho un corpo da donna?’
Lui sulle prime rispose a monosillabi, impacciato e spaesato arrivando infine a domandarsi confuso a voce alta:
‘ In effetti, ‘ chissà perché solo oggi mi accorgo di tutto questo tuo ben di dio ‘ chissà ‘ bohh? ‘
Mentre continuavano il dialogo tra imbarazzi e ovvietà, la mano di Lapo, nell’intento di indicare il suo seno abbondante si era pericolosamente avvicinata a quel suo paradiso burroso così lei, quasi volesse fermarne l’avanzata, la bloccò prontamente a mezz’aria stringendola con tale forza come per stritolarla. I due fermi ed in silenzio si guardarono a lungo incerti, poi ancora una volta fu Camilla a rompere gli indugi accostando quelle loro mani unite al suo seno, strofinando e roteando lentamente intorno al capezzolo sopra il vestito e il reggiseno 5^ misura, sussurrando retoricamente:
‘ .. Allora ? ‘ Ti piace? ‘ mi sembra proprio di si ‘.’
Subito dopo le loro mani lasciarono la stretta e presero direzioni diverse fino ad avvinghiarsi in un abbraccio di fuoco che consentiva comunque a Lapo di proseguire l’esplorazione di quelle tette strepitose scavalcando finalmente il vestitino fino ad infilare le dita sotto le ampie coppe del reggiseno. Dalla bocca di lei, dopo un primo lungo bacio, le labbra di Lapo scesero sul collo quindi, dopo aver aperto la strada, arrivarono a perdersi nel paradiso tra le tette ed i capezzoli.
In preda entrambi delle rispettive violente eccitazioni continuarono a cercarsi sotto i vestiti fin quando lui, per liberare completamente il suo membro in via di erezione dalla zip dei jeans, si alzò in piedi davanti a lei che ne approfittò per afferrarglielo delicatamente per poi iniziare a massaggiarlo. La posizione seduta consentiva a Camilla di alternare nel carezzargli il cazzo la mano e la bocca per poi, infine, tentare di imprigionarglielo tra le abbondanti tette così da raggiungere una incontrollabile eccitazione che le stava bagnando le mutande di cotone, mentre lui completava una potente erezione come da tempo non gli capitava.
Ora lui non resisteva più, voleva penetrarla subito, per cui la invito ad alzarsi, le sfilò le mutande di cotone, le sollevò il vestitino fino alla vita invitandola quindi a sedere a chiappe nude sul tavolo della cucina dove, dopo aver divaricato le cosce ed aver brevemente esplorato prima con le dita poi con la lingua la figa pelosa oramai stracarica di umidi umori, cerco il varco verso la vagina avanzando con la cappella turgida, iniziando poi a penetrarla prima delicatamente poi con crescente intensità e ritmo.
Pochi minuti di quell’azione incessante, sfinita sotto i colpi di maglio del cazzo violaceo oramai durissimo Camilla si lasciò andare ad un violento orgasmo iniziando a tremare tutta mentre tratteneva un urlo premendo forte le labbra sul petto di lui.
Pochi attimi di tregua e Lapo riprese a montarla piegandola a 90 gradi sul tavolo della cucina, per poi infilarla con decisione da dietro, riprendendo immediatamente a sbatterla al ritmo incessante, quasi violento dei suoi colpi. Intanto con le sue mani vogliose Lapo le massaggiava a lungo le chiappe, infilandole ripetutamente nel buchetto del culo prima una poi due ed infine tre dita. Continuava intanto a scoparsela selvaggiamente accelerando ancora il ritmo, afferrandola per i fianchi, passando poi ad aggrapparsi alle morbide tette, finendo quindi per strapazzarla dolorosamente tirandola per i capelli. In quella nuova posizione la penetrazione si dimostrò per Camilla ben più devastante della precedente tanto che in pochi minuti le provocò un secondo ed ancor più violento orgasmo, i cui rantoli stavolta lei non riuscì proprio a trattenere.
Ora toccava a lui cercare il finale esplosivo alla sua passione, la riporto a sedere sul divano di vimini rimanendo lui in piedi di fronte così da offrirle di nuovo il suo cazzo duro a favore delle mani, del seno e della bocca. Lapo si lasciò andare affidandosi in quello sforzo conclusivo di nuovo all’ abilità dei suoi massaggi, alla sensualità delle sue labbra ed alla accoglienza delle sue tette generose . Il primo schizzo di sperma innaffiò un capezzolo poi la bocca, lei allora prese prontamente a succhiarlo regalando a Lapo l’estasi intensa di un orgasmo sfrenato.
Pochi attimi per godere fino in fondo di quell’imprevisto uragano dei sensi poi iniziarono a ricomporsi per avviarsi verso l’ingresso senza dire una parola, fermandosi solo per un ultimo tenero bacio. Lapo riaprì la porta , un sorriso, un saluto ed iniziò a risalire le scale ostentando naturalezza mentre la porta di Camilla si chiudeva dietro di lui. Soli, ognuno a casa sua, ripensavano e rivivevano quei momenti di intensa passione, tentavano di recuperare le forze e la lucidità realizzando il senso di quanto era accaduto così, all’ improvviso, inaspettatamente.

Lavoro nero

Quella con Lapo non era stata la prima avventura extraconiugale che si era concessa Camilla, altre tre volte negli ultimi due anni si era lasciata andare alla passione ed aveva fatto sesso con uomini diversi, tre vampate di eros, un momento di follia per soddisfare un bisogno impellente, poi una pietra sopra, quegli uomini dimenticati per sempre. Prima di allora, durante quei 16 anni di tranquilla vita coniugale lei era stata una moglie fedele e una mamma impeccabile mantenendo rigorosamente quel giuramento fatto a se stessa dopo la fine burrascosa del suo precedente e brevissimo matrimonio a cui era seguito il fidanzamento, la convivenza ed infine il matrimonio con Lino.
Recentemente però , da quasi un anno, a letto con Lino andava sempre peggio, sarà stata la routine di tanti anni di vita insieme o la inevitabile ripetitività del sesso coniugale, saranno state le disattenzioni di lui oppresso dalle preoccupazioni del lavoro sin quasi alla depressione, fatto sta che da molti mesi scopavano poco e male.
Da tre mesi Camilla era tornata, dopo tanti anni, a lavorare anche fuori casa, impegnata a rilanciare un negozio di Videonoleggio appena rilevato. Lo stava risistemando con passione e gusto in quei giorni di calura qualche settimana prima della chiusura per ferie, ora le rimaneva solo di completare l’allestimento della sala appartata dedicata ai film per adulti. Per terminare il lavoro – montare scaffali, trasportare ed esporre i dvd – aveva ingaggiato per quel giorno Senghor, un giovanottone senegalese, un bell’africano molto alto, sempre sorridente, assai apprezzato tra i commercianti del quartiere per la serietà con cui eseguiva semplici lavoretti ‘a giornata’. Quell’ enorme ragazzone stava molto simpatico a Camilla, che lo aveva già utilizzato altre volte per aiutarla a risistemare il negozio. Oramai erano in confidenza per cui Senghor passava spesso a salutarla, fare quattro risate o invitarla a prendere un caffè insieme. Nel frequentarlo Camilla si era ricordata della vacanza fatta in Kenya con Lino – allora fidanzati da pochi mesi – quando per giocare e mettere un po’ di pepe nel loro eros avevano fantasticato e ragionato sul fare sesso anche con donne e uomini africani, una gioventù locale che sembrava molto disponibile oltre che molto bella. Poi alla fine non ne fecero niente, in fondo stavano insieme da pochi mesi e scopavano ancora alla grande, ma quella fantasia insoddisfatta era rimasta per anni li a covare sotto la cenere.
Camilla e Senghor decisero di pranzare dentro il Videonoleggio durante l’orario di chiusura al pubblico acquistando della pizza, approfittando invece dei distributori automatici del negozio per le bevande e i caffè, in modo da poter continuare il lavoro dopo una breve pausa e terminarlo prima della chiusura serale. Appena finito il frugale pranzo, prima di riprendere il lavoro, si stavano concedendo pochi minuti di relax, lei spaparanzata a vedere un telegiornale dietro il bancone, mentre lui si era ritirato nella stanza dei Video per adulti che stava allestendo.
Durante un attimo di silenzio della tv Camilla udì dei sospiri e dei rantoli provenire dalla stanza dei video porno, allora abbassò il volume del suo tv e capì che si trattava proprio dell’audio in inglese di un pornazzo. Incuriosita andò verso la stanza e scansate le striscie della tenda sulla porta intravide nella penombra Senghor che guardava sulla tv della saletta un film con due bionde che scopavano selvaggiamente con due ragazzoni palestratissimi.
Senghor se ne stava seduto comodamente con le gambe allungate sopra una scatolone, tutto preso a godersi le immagini del dvd, una grande quantità di chiappe, di tette e di grossi cazzoni. Accortosi di Camilla le lanciò il solito sorrisone dai denti bianchissimi che spiccavano nella penombra, lei impacciata entrò nella sala ricambiando il sorriso, incerta ma curiosa.
Non appena lei fu più vicina il ghigno di sorriso si trasformò in stupore restando immobile, paralizzata dalla visione dell’enorme cazzone che Senghor si stava lentamente masturbando. Pur non essendo ancora in piena erezione quel cazzo nero assomigliava più ad una proboscide che non uno dei pochi piselli bianchi che Camilla aveva conosciuto, in particolare il membro del marito, che lei riteneva di dimensioni ragguardevoli, appariva di assai modesto se paragonato a quello di Senghor.
Confusa, tremante, quasi in trance avanzò comunque verso di lui che l’aveva invitata ad avvicinarsi sfoggiando il solito accattivante sorriso, non riusciva a staccare lo sguardo dal lento movimento ritmico della mano del senegalese che si accarezzava il grosso membro. Ma una volta vicina non resistette alla tentazione, così afferrò con voluttà quel gran cazzo con entrambe le mani scoprendo che non bastavano a coprirlo tutto. Camilla, in piedi ma piegata verso di lui, aveva così iniziato a masturbarlo con intensità mentre la mano del bell’africano le accarezzava prima i capelli, poi scivolava sulle sue tettone ed infine esplorava il culetto cercando via via un varco tra i vestiti e la biancheria intima. Istintivamente Camilla stava avvicinando le labbra a quell’enorme membro per prenderlo in bocca ma la precarietà igienica del contesto la spinse a desistere.
Dopo pochi minuti che smanazzava voluttuosamente Camilla non riusciva più a contenere l’eccitazione, così ruppe gli indugi, si sfilò jeans e mutandine, si sbottonò la camicia lasciando che le tette prorompenti debordassero fuori dal reggiseno poi salì a cavallo del bel ragazzone nero che era rimasto seduto con le gambe distese e il cazzone oramai del tutto dritto. Dopo averlo afferrato di nuovo con una mano,strofinò ripetutamente la cappella dell’enorme cazzone sulle sue labbra vaginali, iniziandoselo a gustare mentre cercava di allargare il varco della sua fica per farselo entrare. Infine non riusci più a trattenersi ed iniziò lentamente a sedersi sopra la grossa cappella favorendone così la lenta e progressiva penetrazione dentro la sua fica bollente. Quando quel cazzo esagerato era entrato solo per metà cominciò a cavalcarlo ritmicamente facendolo via via avanzare ancora di più, temendo fosse troppo grosso per ospitarlo tutto intero nella sua fichetta bagnata. Alla fine dovette fermarsi a tre quarti nell’avanzata quando il dolore, divenuto insopportabile, consigliava di arrestare la penetrazione del cazzone esagerato.
I capezzoli tormentati dalle energiche dita di lui, la fica penetrata da gran parte di quel palo di ebano, Camilla nel pieno della passione accelerò ossessivamente il ritmo della cavalcata sentendo dopo pochi minuti il piacere scoppiare dentro di lei, restando per alcuni attimi completamente in balia del suo orgasmo sfrenato.
Distesa sul robusto torace di Senghor, appoggiava il viso e schiacciava le tettone sui suoi forti muscoli scolpiti, Camilla cercava ora riprendere fiato ma dopo poco lui delicatamente la scostò, la fece alzare e la piegò a pecorina con le avambraccia appoggiate su uno scaffale. Da quella posizione Camilla pregustava già il piacere di continuare la scopata immaginando di essere sbattuta brutalmente da dietro fino a che lui non l’avesse raggiunto il suo orgasmo, inondandole di sborra le chiappe e la schiena. Inaspettatamente invece sentiva due dita del robusto negrone armeggiare penetrando a fondo la sua fica ancora grondante di umori per passare poi a infilarsi nel buchetto del culo dilatandolo ripetutamente come a volerne lubrificare l’apertura, aggiungendo per un paio di volte anche saliva che lui sputava direttamente nel solco delle morbide chiappe.
Camilla purtroppo, completamente in balia dei suoi sensi, non aveva calcolato che il montone africano era ben più alto di lei per cui da quella posizione solo alzandosi sulla punta dei piedi poteva incularla facilmente penetrandola brutalmente nell’ano con la sua enorme proboscite. Infatti, quando l’enorme cazzone, dopo aver scopato un po’ nella fica per continuare a lubrificarsi ben bene ma anche per ritrovare la migliore erezione, iniziò ad premere sul buco del culo oramai bagnato e scivoloso, lei pensò a un piacevole giochetto erotico come tanti per cui acconsentì rilassata a far entrare la punta della cappella nel suo ano oramai dilatato. Però quando lui improvvisamente con un secco ed inaspettato colpo di reni gli fece avanzare un bel pezzo di quel palo dentro il suo culo la sorpresa mista a molto dolore la fece sobbalzare e lanciare un urlo lancinante. Sulle prime cerco di divincolarsi da quella penetrazione prepotente e violenta, ma lui la tratteneva sotto di se saldamente con le due mani a tenaglia aggrappate sui suoi fianchi burrosi. Non riuscendo a liberarsi da quella presa brutale Camilla infine si arrese accettando di sottostare e fini per godersi quella violenta inculata, restando in balia di sensazioni animalesche e dolorose mai conosciute prima mentre quell’enorme cazzone le squarciava il culetto. Persa nel piacere e nel dolore provò a godersi fino in fondo quella violenta penetrazione quindi, per completare il piacere procurato dal palo nero nel culo, iniziò ad accarezzarsi spasmodicamente con due sue dita che passavano dal clitoride alla fica .
Camilla sentì la progressione dei colpi da dietro e la profondità della penetrazione aumentare, avvertì poi gli intensi fremiti dell’orgasmo dello stallone africano, infine arrivò la piacevole sensazione del getto caldo dello sperma dentro di lei che poi le usci dal culo sgocciolando nel solco delle chiappe scendendo fino alla fica non appena l’enorme cazzone lasciò libero il passaggio.
Una volta ripreso fiato, per concludere in dolcezza quell’azione travolgente e brutale di sesso quasi animalesco, Camilla saliì in piedi su uno scatolone per abbracciare e baciare il giovane stallone nero, così riuscirono a godersi gli ultimi momenti di passione, lui palpandole intensamente le tettone, lei trattenendo quel cazzone in via di disarmo ancora per un po’ tra le sue cosce bagnate di sperma.
Si ricomposero, ripresero a lavorare senza mai tornare a parlare dell’accaduto sino a sera, anche se i persistenti dolori al basso ventre ricordavano a Camilla che aveva esagerato lasciandosi andare senza freni a dimensioni a cui non era abituata. Solo al momento di salutarsi Camilla, dopo aver pagato a Senghor quanto pattuito per quella giornata di lavoro, gli fece una lunga carezza che scivolò dal volto sino ai muscoli del petto, sussurrandogli dopo un lungo sospiro: ‘ … tra noi non è mai successo niente e … niente succederà mai più’. Trio in Fiesta

Dopo quel tradimento, la fiammata di sesso e di passione con il prestante africano, Camilla era rientrata nel suo ruolo di moglie fedele di Lino e di madre premurosa dei loro figli, il piccolo alle medie e la più grande che aveva finito il secondo anno di liceo. Oramai lei e tutta la sua famiglia erano in partenza per le vacanze estive fatte di mare e di cultura, venti giorni in Spagna dove Camilla sperava che, tra relax e divertimento, si sarebbe potuta ritrovare anche quell’intesa a letto con Lino che lei tanto desiderava.
Ma le cose non andarono così, sarà stato l’appartamentino vista mare troppo piccolo e privo di privacy, sarà stato che a Lino non si erano dissolte le preoccupazioni per il lavoro, fatto sta che a Camilla non restava che distrarsi guardando i ragazzoni sulla spiaggia e sospirare.
La sera prima del rientro in Italia erano andati ad una famosa festa popolare in un paese dell’interno per divertirsi con il folclore iberico e magari cenare con la gastronomia locale. Lasciata l’auto in un ampio sterrato adibito a parcheggio per l’occasione, avevano poi proseguito seguendo la folla che si andava concentrando nelle tribune allestite sul corso del paese da dove avrebbero seguito le sfilate nei costumi tipici ed il finale culminante con la tipica battaglia dei pomodori.
‘Caspita! Ho dimenticato l’ Iphone sul sedile della macchina, corro a recuperarlo prima che sparisca, torno subito’ disse Camilla alzandosi frettolosamente dagli spalti. Ma quando, dopo aver recuperato il telefonino, fu di ritorno verso il corso si accorse che la folla cresceva e oramai volontari e poliziotti deviavano i nuovi arrivati impedendo l’accesso alle tribune già pericolosamente sovraffollate. Rassegnata, anche lei seguì la folla che sciamava ben più avanti rispetto alla tribuna dove si erano sistemati i suoi familiari così, dopo aver avvisato per telefono Lino che non li poteva raggiungere, si unì spensieratamente ai cori sguaiati ed irriverenti che una comitiva di ragazzi e ragazze spagnoli intonavano mentre cercavano un posto dove sistemarsi con il loro carico di secchi pieni di Sangria ghiacciata e di cocomeri, di cestini stracolmi di vivande e di ogni altro ben di dio.
Trovò posto alla fine in una della decine di antiche loggette coperte dove si erano sistemati anche altri due ragazzi ed una ragazza, parte di quella comitiva che oramai l’aveva allegramente ‘adottata’, con cui continuava a scherzare disinvoltamente intorno ai luoghi comuni italo-iberici, comunicando in una lingua maccheronica ed improbabile che contribuiva ad alimentare tanti doppi sensi e un coro di risate. Appena sistemati, i ragazzi cominciarono a bere e mangiare offrendole subito un bicchierone di sangria come aperitivo, poi un boccadillo con tortilla – panino con frittata – poi ancora altra sangria, cocomero fresco e per finire a Camilla toccò anche di fumare il sigaro sennò quelli si offendevano. A lei quei due ragazzi piacevano proprio, due universitari di 22 anni assai carini, pieni di vita, pieni di allegria travolgente con cui avevano spazzato via ogni tabù ed ogni steccato – età, lingua, sesso -, avevano insomma quella tutta la carica giovanile positiva che proprio ci vuole per fare davvero Fiesta.
Già dopo il primo bicchierone di sangria lei era troppo allegra, figurarsi quando – diversi bicchieri dopo – Raul e Pablo le insegnarono a preparare il sigaro, così quando Camilla, pur evitando di infilarselo nella vagina per aromatizzarlo, come i ragazzi insistentemente le chiedevano, cominciò pure a fumare il grosso cubano, finì per stordirsi definitivamente. Forse Camilla , oramai allegrotta forse già ubriaca, si era lasciata andare ad una disinvolta allegria, forse i ragazzi alticci si erano arrapati e volevano spupazzarsi la formosa e simpatica ‘senora italiana’ ma di certo tutti e tre avevano esagerato tanto che dopo il cocomero la loro amica spagnola trascurata – o meglio, ignorata – se ne andò offesa per riunirsi al resto della comitiva nella affollata loggia accanto.
Appena calò il buio arrivarono i carri e le maschere, Raul, Pablo e Camilla, sempre più allegri, sempre più disinvolti, sempre più affiatati, con i corpi oramai a contatto, sudati e appiccicosi sembravano intenti a guardare e commentare lo spettacolo ma in realtà arrapatissimi si cercavano con mani vogliose, dita che si infilavano tra le cosce o in mezzo alle chiappe, mani che cercano membri appena sotto il davanzale alla loggia. Dopo uno scontro sul solco delle accoglienti chiappe di Camilla, le mani dei due ragazzi presero strade diverse, Pablo prosegui a tastare il culo di lei aggirando dal basso la gonna e dopo aver scavalcato le minuscole mutandine, avanzando lentamente sempre da dietro verso la fica carica di umidi profumi . Raul, invece, aggiustata la sua posizione cambiò mano e raggiunse presto, avanzando sul davanti, il peloso monte di venere proseguendo poi alla ricerca del clitoride con il proposito di sollazzarlo fino a sfinirlo.
Via via che le mani dei due ragazzi avanzavano procuravano a Camilla un crescente piacere che le faceva istintivamente serrare e contrarre le cosce mentre intanto cercava ed accarezzava, pur ostentando naturalezza in viso, i pacchi gonfi sotto i pantaloni leggeri ora dell’uno ora dell’altro dei due chicos. Quando la banda musicale fu vicina la confusione aumentò contribuendo ad eccitare ulteriormente quel delirio di mani, di chiappe, di cosce sudate, di cazzi duri sotto i calzoni di tela, di un clitoride tormentato da un dito medio, mentre intanto la fica, attaccata da dietro, sbrodolava penetrata da due dita insistenti. Camilla non riusciva più a trattenersi così si lasciò andare ad un irrresistibile orgasmo preceduto da ripetuti fremiti lungo tutto il corpo, urlò parole sconnesse e confuse, inascoltate nel bordello della fiesta, poi si accucciò su se stessa per fermare quelle mani e prolungare di pochi secondi quell’irresistibile, intimo violento piacere.
Appena riavutasi dal travolgente uragano dell’eros realizzò l’accaduto, si vergognò e istintivamente fuggì via. I due ragazzi superata la sorpresa la inseguirono scavalcando transenne, cercandola tra i vicoli fino a ritrovarla nel vialone che portava al parcheggio. Mentre frettolosamente continuava ad allontanarsi lei era combattuta tra fuggire o abbracciarli, prima provò a far finta di non conoscerli, poi li scacciò con gestacci, li minacciò di chiedere aiuto alla ‘Policia’, fin quando arrivarono alla sua macchina all’estremità del parcheggio strapieno di auto ma deserto e praticamente buio. Camilla sudata e stremata, si appoggiò alla vettura e azionò il telecomando per aprirla mentre iniziava a calmarsi sentendosi oramai al sicuro, riprese fiato, quindi a sorpresa abbracciò e bacio intensamente prima l’uno poi l’altro dei due ragazzi riattivandone istantaneamente l’eccitazione.
Spiegò a Raul, usando un idioma improvvisato italo-spagnolo-inglese, di mettersi a fare il palo mentre lei prese a pomiciare duro con Pablo. Si sfilò le mutandine, si sedette sul sedile posteriore, gambe fuori dalla vettura e cominciò a spompinare Pablo che si lasciò travolgere, apprezzandone molto la consumata classe e l’abilità nell’azione di lingua e labbra. Rimase solo pochi secondi ancora con quel cazzo in bocca poi si distese di schiena a cosce aperte sul sedile invitando il ragazzo ad una penetrazione immediata. Lui senza nemmeno sfilarsi i pantaloni si stese sopra perdendosi tra le emozioni per la intensa scopata e le mordide sensazioni del contatto con le tettone burrose. Forse era troppo carico di passione, forse era qualche giorno che non scopava, forse sovraeccitato dopo tanti preliminari, forse lei esagerava con l’azione di lingua nel baciarlo in bocca, fatto sta che lui non riuscì a resistere e le sborrò dentro la fica quasi subito, troppo presto.
Pochi secondi ancora appiccicati poi Camilla chiese il cambio tra i due, ora voleva godersi Raul – il più carino e prestante- mentre Pablo doveva mettersi a fare il palo. Come aveva già fatto con Pablo, fece avvicinare Raul gli apri la zip dei pantaloni, tirò fuori il suo cazzo ancora non pienamente eretto e cominciò a spompinarlo mentre lui le accarezzava intensamente le tettone. Quando Raul ebbe il cazzo duro Camilla si mise a pecorina, sempre sul sedile posteriore, lui prontamente le penetrò la fica zuppa di umori e ancora sgocciolante lo sperma dell’ amico. Bastarono pochi minuti di violenti colpi di quel cazzo e lei ritrovò un orgasmo prepotente ed irresistibile che si manifestò con un urlò liberatorio propagatosi nel parcheggio silenzioso. Per Raul fu necessaria una successiva ed ulteriore azione diella mano di Camilla che poi glielo prese di nuovo in bocca ed infine il cazzo finì affogato tra le mitiche tettone, con quelle Camilla avrebbe fatto godere anche un eunuco. Dopo la sborrata, tre fiotti di sperma finiti sui capezzoli e sul collo, lei tornò a succhiarglielo avidamente per qualche secondo per goderselo fino in fondo, mentre Raul continuò a fremere alcuni attimi ancora.
Tutti e tre storditi, esausti, sudati fradici ma felici si ricomposero alla meglio, si scambiarono gli ultimi baci poi si annotarono sui cellulari i contatti Facebook con l’intenzione di incontrarsi in Italia dove i ragazzi giuravano di voler andare al più presto. Era difficile per i tre riuscire a staccarsi, mettere fine a quella emozione intensa ed inaspettata ma infine lei con uno sforzo di volontà li salutò definitivamente con un tenero bacio in bocca ad ognuno. Appena i due ragazzi spagnoli furono lontani Camilla chiamò al telefono suo marito per dirgli che lei li aspettava in macchina dove sperava di rinfrescarsi.
‘Li alla Fiesta non ce la facevo più, era troppo caldo e tutti sudatissimi, poi c’era troppa calca e tanta confusione. E poi’ si lamentò col marito ‘c’erano in giro troppi ragazzacci, quella gioventù spagnola era per lei proprio insopportabile, esagerata, maleducata e caciarona’ L’ uomo maturo

Camilla nel giorno del suo 43^ compleanno tentava un primo bilancio della sua vita, tornando con la mente fino alla sua tumultuosa gioventù ed alla storia d’amore che l’aveva segnato per sempre la vita. La sua era stata una adolescenza ed una prima giovinezza del tutto normali, quella di tante altre ragazze di periferia, studi fino al diploma in ragioneria, qualche flirt con i ragazzi della comitiva, musica, divertimento e poco altro.
Dopo il diploma, grazie all’aiuto di un parente, aveva trovato un impiego nello studio di un famoso ed importante Avvocato attivo anche in politica, poco dopo, a 21 anni, si era fidanzata ufficialmente con Lorenzo, un bravo ragazzo, gran lavoratore, factotum nella ditta di famiglia – ingrosso ittico -, con lui avevano già iniziato a ragionare di mettere su casa, convivenza, matrimonio e figli.
L’Avvocato l’aveva subito apprezzata non solo perchè giovane e carina, sempre sorridente, corpicino malizioso, forme ben tornite sotto i vestitini alla moda, ma anche per la sua discrezione, per l’ intelligenza e per l’educazione, Così dopo solo un anno le aveva assegnato i turni serali diventando – tra le invidie delle altre impiegate più anziane – la sua Assistente personale, quella che ne curava l’agenda, ne seguiva gli impegni, i viaggi di lavoro ed ogni altra esigenza professionale. A Camilla piaceva molto quel ruolo, adorava l’Avvocato (oramai quasi Onorevole) un uomo potentissimo, autorevole, stimato da tutti, affascinante nonostante dimostrasse tutti i suoi 55 anni e avesse due figli più grandi di lei.
La sera dopo le 19, prima della chiusura, spesso rimanevano soli in studio, mentre riordinavano gli impegni del giorno dopo, l’Avvocato ripeteva il rito dell’aperitivo, versava con modi eleganti nei due flute appena estratti dal frigo il Prosecco freddo poi brindava con Camilla guardandola maliziosamente negli occhi. Lei orgogliosa per la confidenza che Lui le concedeva, un po’ stordita dal vino a digiuno a cui era poco abituata, restava imbambolata ad ammirarlo mentre Lui con gesti appropriati finiva il frizzantino, radunava con calma le sue cose, si rimetteva l’elegante giacca di sartoria ed infine la aspettava sulla porta per scendere insieme dopo che lei aveva spento tutto e inserito l’ antifurto. Una sera in ascensore lui con naturalezza la guardò negli occhi, le sorrise, le accarezzò delicatamente una guancia, lei tremante e trasognante socchiuse gli occhi aspettandosi un bacio che però non arrivò. Ma oramai il ghiaccio era rotto e la sera dopo la passione tra i due prese il sopravvento, lei prima di chiudere lo studio cercò ripetutamente il momento adatto per quel bacio che alla fine arrivò travolgendoli.
Camilla profondamente coinvolta in quella nuova storia che si preannunciava passionale ed incontenibile subì più volte in quei giorni il trauma di passare in pochi minuti dagli intensi e raffinati baci dell’Avvocato agli abbracci ordinari e un po’ ruvidi di Lorenzo che la aspettava quasi ogni sera in macchina fuori dal portone del palazzo dello studio. Molto spesso, non appena lei saliva, Lorenzo metteva in moto per andare li vicino, in un angolo buio a ridosso del parco per una mezzoretta di sesso in macchina, un mezzo pompino per cominciare poi lui sdraiava i sedili e la montava quanto bastava per venire e sborrarle sulla pancia, la solita sveltina insomma.
Il venerdì sera invece, specie con la bella stagione, partivano direttamente per il week end nella villetta al mare della famiglia di Lorenzo così finalmente, con tutta la notte a disposizione, scopavano un po’ meglio. Più preliminari, diverse posizioni ma a lui piaceva concludere con una penetrazione anale, una lunga inculata che terminava con lei sfinita sotto di lui con il culo dolorante che sgocciolava sperma.
Ma da quando si era perdutamente innamorata dell’Avvocato, mentre Lorenzo la montava energicamente, Camilla aveva preso a fantasticare immaginando di scopare voluttuosamente e di godere tra le braccia del suo affascinante ed importante uomo maturo. Spesso Camilla riusciva a raggiungere l’orgasmo fantasticando di fare sesso con l’Avvocato proprio mentre il fidanzato godeva e la irrorava di sperma. Quando lei non riusciva proprio a raggiungere l’apice del godimento, fingeva comunque abilmente un orgasmo tanto per non far preoccupare Lorenzo, poi però andava in bagno a finalizzare il suo piacere sditalinandosi fino all’estasi mentre sognava di essere tra le braccia del suo amato datore di lavoro.
Camilla nei giorni seguenti al primo bacio, durante le loro effusioni serali nello studio, aveva ripetutamente cercato di stimolare sessualmente l’Avvocato accarezzandogli insistentemente i genitali, offrendo generosamente alle mani ed alla bocca di lui il morbido contatto con le sue tettone liberate dal reggiseno. Ma lui purtroppo sembrava non accennare ne ad una erezione ma nemmeno ad una chiara eccitazione, alle perplessità di Camilla lui rispondeva rassicurante con molta calma che ci sarebbe stato il tempo ed il luogo opportuno per lasciarsi andare alla passione ed al sesso.
Ben presto l’ Avvocato trovò l’occasione giusta per organizzare la loro prima notte di passione e di sesso, sarebbero andati insieme ad un importante Convegno della sua corrente politica sulla Costiera Amalfitana, ma lui avrebbe prolungato quell’impegno di una notte da trascorrere insieme alla sua Assistente Camilla invece di tornarsene in tutta fretta in città. Camilla era emozionata, dopo averlo tanto desiderato, dopo aver aspettato quasi un mese ora, finalmente, poteva stare 24 ore di seguito insieme all’uomo che amava, nel suo mondo prestigioso, in mezzo a politici importanti e a ricchi industriali, poi una cena raffinata con tete a tete a lume di candela ed infine una notte di follie erotiche sfrenate in quell’Hotel de charme a picco sul mare .
Lui, come sempre, anche quella sera le diede la precedenza nell’ entrare nella suite che ora col buio restituiva attraverso la grande vetrata un incantevole paesaggio notturno del golfo a cui i due innamorati continuarono a guardare estasiati mentre brindavano alla loro prima notte d’amore. Decisero di rilassarsi cominciando con un lungo bagno nella Jacuzzi doppia della loro suite, Camilla raggiunse già nuda l’ Avvocato nell’antibagno mentre lui stava prendendo una pasticca di colore celeste da una confezione farmaceutica diversa da quelle italiane.
‘Vitamine ed integratori speciali che mi faccio arrivare dall ‘America perché da noi ancora non sono in commercio, non ce le ha nemmeno la farmacia del Vaticano’ le spiegò stranamente impacciato, quasi volesse giustificarsi, l’Avvocato mentre insieme si sistemavano nella vasca, tenendo a portata di mano il cestello del ghiaccio con la bottiglia di spumante e i due calici.
Nell’acqua che gorgogliava piacevolmente tra cosce e chiappe si lasciarono andare ad abbracci, baci e carezze con l’ Avvocato che sembrava poco preoccupato della sua erezione che ancora tardava a manifestarsi. Intanto lui, con abilità straordinaria, continuava ad eccitare Camilla accarezzandole e leccandole prima i capezzoli poi insistendo a lungo con consumata maestria con la punta della lingua tra la fica e il clitoride. Lei oramai bollente di passione cercava di ricambiare come poteva concentrandosi su quel cazzo che proprio non voleva saperne di alzarsi e si domandava se il problema era lei o cos’altro. Infine, rassegnata, decise di lasciarsi andare al piacere godendosi fino in fondo la classe e l’abilità erotica dell’Avvocato davvero imbattibile nell’uso di dita e lingua, cosa sconosciuta a Lorenzo e agli altri due ragazzetti con cui aveva fatto sesso.
Con l’intento di favorire le azioni voluttuose dell’ Avvocato sulla sua fica bollente e bagnata, cambiò posizione per mettersi a ’69’ sopra di lui distesa e accucciata così da offrire la migliore posizione della vagina all’azione delle lingua ma anche delle dita affusolate di lui che si spingevano ogni tanto a dilatarle e penetrarle delicatamente anche il buco del culo. Da quella posizione si accorse con grande sorpresa che sotto l’acqua scrosciante aveva preso forma improvvisamente una inaspettata e prepotente erezione, felice Camilla prontamente afferrò con entrambe le mani quel turgido cazzo poi si avvicinò con bocca per cominciare a spompinarlo. Eccitatissima ma sazia dei reciproci giochi di bocca, Camilla ora voleva essere finalmente penetrata da quel grosso cazzo cresciuto fino a raggiungere un diametro importante, quindi si girò rimanendo sopra di lui, se lo infilò dentro la fica massaggiata dall’acqua iniziando a cavalcare lentamente, piegandosi quel tanto che consentiva alle sue mitiche tettone di scivolare premendo lussuriosamente sul petto bagnato di lui .
Finalmente, dopo pochi minuti di quella galoppata ben cadenzata, lei riuscì a raggiungere un orgasmo intenso, superbo, il primo con lui, quello che tanto aveva desiderato. Lui ,dopo averle fatto riprendere fiato per pochi istanti, volle cambiare posizione, la alzò in piedi sulla vasca, la piegò appena facendola appoggiare al muro. Da quella posizione prese a penetrarla da dietro prima lentamente poi con una progressione irresistibile quasi volesse sfondarla, spingendo con scatti ogni volta più prepotenti, carichi di una energia insospettabile. Lui avvertì le vibrazioni del corpo di Camilla che preannunciavano l’arrivo di un suo nuovo e più selvaggio orgasmo per cui si lasciò andare all’estasi fino a sborrarle dentro la fica proprio mentre lei sussultava nell’estasi. Si immersero di nuovo nell’acqua scrosciante, rimanendo abbracciati, accarezzati dall’idromassaggio, poi brindarono esausti al loro primo straordinario rapporto sessuale, al loro erotismo ben affiatato che sin dalla prima scopata si era dimostrato eccezionale. Rimasero ancora a rilassarsi a mollo, pochi minuti felici prima di mettersi al letto e crollare esausti in un sonno profondo.
Dopo poche ore di sonno Camilla, ancora eccitata per quella giornata indimenticabile trascorsa con l’uomo che amava, si svegliò e al buio, delicatamente, cominciò ad accarezzare il petto dell’Avvocato scivolando sempre più in basso con la mano sino a scoprire con sorpresa che il suo membro era ancora parzialmente eretto. La mano di Camilla accarezzava delicatamente quel cazzo tanto desiderato che finalmente si dimostrava sempre pronto, avviandosi rapidamente ad una nuova turgida erezione. L’Avvocato si svegliò piacevolmente e dopo pochi teneri preliminari si stese sopra di lei cominciando a scoparla prima delicatamente poi le alzò piedi e gambe portandoli sulle sue forti spalle, quindi intensificò il ritmo penetrandola più a fondo con scatti feroci e, pochi secondi dopo che l’aveva sentita urlare di piacere, anche lui raggiunse l’orgasmo sborrando sulle tettone, cercando subito dopo la bocca di lei per farselo succhiare delicatamente.
I due amanti avevano trovato un immediato affiatamento sessuale, scopavano proprio alla grande, appassionati ed insaziabili. Nella tarda mattinata mentre facevano colazione sulla terrazza della loro incantevole suite a piombo sul mare cominciarono a stuzzicarsi giocando a spalmarsi il miele sul glande e sui capezzoli per poi leccarselo con voluttà. Il cazzo dell’Avvocato oramai era sempre pronto e quindi cominciarono immediatamente a scopare violentemente sul lettino del terrazzo accarezzati dalla brezza marina.
Continuarono ad amarsi con crescente intensità anche nei mesi successivi a quella prima strepitosa notte di sesso, quando non potevano passare una notte insieme si regalavano un paio di ore di sesso rapido ma intenso nella stanza che l’Avvocato aveva affittato in un appartato Agriturismo a mezz’ora d’auto dallo studio.
In quei mesi Camilla viveva anche i preparativi del suo matrimonio con Lorenzo da tempo programmato, che lei – purtroppo – non poteva fermare avendo l’Avvocato escluso ogni ipotesi di separazione, divorzio o altre soluzioni diverse da quella di amanti clandestini.
Quando era costretta a scopare con Lorenzo, Camilla continuava a fantasticare per eccitarsi, ma durante il viaggio di nozze aveva perfezionato le sue fantasie aggiungendo una nuova situazione immaginaria: Lorenzo che spiava lei e il suo amato Avvocato mentre scopavano con il povero maritino cornuto che era costretto a masturbarsi mentre sbavava guardando il loro eros raffinato. Era una fantasticheria dal retrogusto amaro per Camilla che così riusciva almeno a raggiungere sempre l’ orgasmo durante la sveltina senza dover fingere e poi correre a masturbarsi in bagno.
Ma la tragedia era in agguato, Lorenzo nei mesi successivi divenne sempre più sospettoso tanto che cominciò a leggere di nascosto gli sms del telefono di Camilla sino a scoprire un finto Congresso a Ischia che mascherava l’ennesima fuga d’amore di sua moglie col maturo Avvocato.
Lorenzo preparò bene la vendetta seguendo di nascosto i due amanti sull’isola, scattando molte fotografie tra cui alcune dei due che scopavano abbracciati mentre facevano il bagno in mare, in piedi a pochi metri dalla riva parzialmente nascosti da uno scoglio. Quelle foto Lorenzo le avrebbe spedite alla moglie dell’Avvocato ed ai parenti di Camilla, mentre lui nella villetta al mare consumava una violenta vendetta insultando, picchiando, umiliando e svergognando in ogni modo la sua giovane moglie infedele.
Per Camilla era andato tutto perduto in poche ore, il suo grande amore, il suo matrimonio e il lavoro, una vita da ricostruire, ma prima avrebbe passato molte settimane a piangere e a disperarsi. Oggi nel giorno del suo 43^ compleanno, a 18 anni da quei fatti, rifletteva sulla sua controversa sessualità passata da quella di una ragazza ventenne innamorata persa di un uomo maturo mentre ora divenuta lei una signora matura si invaghiva sempre più spesso di giovani ventenni. Tardona e guardona

Dopo aver rivenduto il negozio di Videonoleggio, che stentava a decollare, Camilla aveva iniziato a lavorare come dipendente in una piccola azienda appaltatrice che stava trasferendo e riordinando gli archivi di un ministero. La paga era discreta, l’ambiente simpatico e giovanile, solo lei ed un altra avevano più di 40 anni, tanto che i due giovani colleghi del loro team – Marco e Andrea – le sfottevano bonariamente chiamandole con simpatia ‘le due tardone’. Le due donne accettavano allegramente scherni e scherzi che poi ricambiavano rincarandoli, quasi volessero immergersi pienamente in quella fresca energia positiva che i ragazzi entusiasticamente diffondevano intorno a loro.
Tra i due giovani e le due colleghe mature di quel team, entrambe simpatiche e ancora piuttosto piacenti era cresciuta in 6 mesi di lavoro gomito a gomito, oltre che una estrema confidenza, anche una reciproca attrazione fisica, nonostante le due fossero sposate ed i due maschietti impegnati in coppie stabilmente conviventi. A Lella piaceva più Andrea mentre Camilla adorava Marco, invece i due ragazzi avevano preferenze inverse ma il gioco della seduzione tra loro era appena iniziato.
Camilla anche dopo una conversazione molto spinta, dopo qualche abbraccio troppo intenso riusciva sempre a raffreddare i ‘ bollenti spiriti’ dei due ragazzi con una battuta leggera o uno sguardo severo, mentre Lella dimostrava di infiammarsi ogni giorno di più, lei dopo un complimento esplicito o un doppio senso a sfondo erotico diventava tutta rossa e perdeva la testa. I due giovani consapevoli della vulnerabilità di Lella erano già arrivati via via con lei ad abbracci hot, intense carezze sulle sue favolose chiappe e a languidi baci sul collo.
Camilla aveva scoperto casualmente che dal soppalco, dove ogni tanto andava ad archiviare un repertorio speciale di sua competenza, si poteva origliare e sbirciare di nascosto tramite una finestrella i colleghi che stavano sotto nello stanzone dell’archivio generale. Le era capitato così di spiare i due ragazzi che si confidavano tra loro facendo apprezzamenti sessuali pesanti su lei e sull’altra collega matura del tipo ‘… vorrei affogare tra le tettone di Camilla …magari insistendo una sega alla spagnola me la fa pure ‘. fa la santarellina e non ce la da…’, oppure ‘… una come Lella a letto dovesse essere un vero schianto, una gran troiona ‘ un culo duro come marmo, voglio sfondarglielo… quella ci sta … dobbiamo scoparcela subito …’. Insomma i due apparivano sicuri che dopo la simpatia e l’amicizia sarebbe presto arrivato il momento del sesso sfrenato ed ognuno dei due già pregustava le posizioni da provare quanto prima con Lella, che ritenevano non vedesse l’ora, ritenendola una grande ed insaziabile zoccolona.
Sebbene scandalizzata per quelle confidenze tra i due maschietti, molto arrabbiata perchè i ragazzi le preferivano la collega più disponibile, preoccupata per come evolvevano le cose nel suo ambiente di lavoro Camilla era al tempo stesso eccitata dai discorsi arrapati dei ragazzi, magari ci avrebbe fatto un pensierino…. forse si sarebbe dimostrata più disponibile con loro … quasi quasi gliela faceva quella sega spagnola al suo adorato Marco … prima o poi. Camilla rimase nel soppalco ancora qualche attimo in silenzio, attizzata e con la vagina bagnata mentre aspettava la fine della conversazione hot, comunque si riprometteva di tornare a spiarli per strappare altri torbidi segreti e altre piccanti rivelazioni.
Così quando, la settimana dopo, Lella accampando una scusa salutò tutti per rientrare in anticipo dalla pausa pranzo, e poco dopo Andrea , il più giovane dei due, si avviò anche lui col pretesto di voler recuperare un ritardo nell’orario di entrata, lei subodorò l’intesa tra quei due quindi si dileguò a sua volta dal gruppo che stava finendo di mangiare al bar, per andare di nascosto sul soppalco a spiarli. Non immaginava sbirciando attraverso la finestrella di trovarli già li, avvinghiati ed arrapati nell’angolo cieco dell’archivio tra gli scatoloni accatastati, pronti a lanciarsi in una feroce scopata.
‘Dai facciamolo senza spogliarci che abbiamo solo un quarto d’ora ‘ siii, così fammi impazzire … non solo con le mani voglio anche il tuo cazzo … che posizione ti va?’
‘Girati a pecorina che voglio godermi il tuo culo mentre ti scopo… voglio vedere e sentire le tue favolose chiappe’
‘Ti piace il mio culo sodo eh? Non è mica come quello grassottello di Camilla… Non dirmi che ti piace ancora quella vacca tettona …’
‘… no, mi piaci solo tu Lella, Camilla è un pesce lesso … una che te lo fa rimanere moscio….però la prossima però volta mi porto l’olio che ti voglio inculare ferocemente, voglio sfondartelo senza pietà … promesso eh! … dimmi che scopi bene solo con me ,,, che sono io il tuo preferito’
‘… siii siii fammi godere col tuo bel cazzone … tu sei il migliore a scopare… Marco vuole solo mettermelo in bocca, non mi fa godere… siii… siii ‘ vienimi dentro… adesso … siii!’, pochi minuti di mugolii e si accasciarono sfiniti sugli scatoloni.
Camilla era inferocita per le volgarità ascoltate, sdegnata per aver scoperto che Lella era proprio una gran troia, che scopava a turno con tutti e due, che alle spalle la copriva di insulti volgari … e lei che l’aveva considerata una amica. Sconvolta, tremante dalla rabbia, ma ancora una volta eccitata, finì per scivolare cadendo rumorosamente, i due amanti quando udirono quel rumore proveniente dal soppalco, temendo di essere scoperti, si affrettarono a ricomporsi e ad uscire dall’archivio. Anche Camilla dopo quella rumorosa caduta lasciò rapidamente il soppalco non calcolando che così rischiava di incrociare ai piedi delle scale quei due che uscivano. Infatti Andrea la intercettò con la coda dell’occhio, intuendo che Camilla scendeva proprio dal soppalco associando la sua presenza a quello strano rumore e quindi intuì che lei poteva aver visto e sentito tutto spiandoli dalla finestrella.
A fine turno, usciti tutti, Andrea ancora preoccupato, rimasto col dubbio di esser stato spiato invitò Marco – con cui stava concordando i prossimi turni per scoparsi Lella – ad ispezionare insieme il soppalco per verificare i suoi sospetti su Camilla. I due, una volta sul soppalco, si convinsero che Camilla da la sopra li aveva certamente beccati più volte e quindi decisero di organizzare con astuzia una feroce vendetta per fargliela pagare cara alla tettona, tardona e guardona.
‘Quella la fa tanto la paracula, ci provoca con le sue scollature esagerate, ti fa vedere i capezzoli poi ti lascia col cazzo dritto e se ne va’ si lamentavano ora i due ragazzi e proseguivano:
‘Il peggio è quando si strofina a te distrattamente con le sue tettone, poi una volta che sei arrapato ti manda in bianco. Quella è proprio perversa me la immagino che si sditalina mentre guarda che ci scopiamo Lella’.
Nei giorni seguenti, a causa di quanto era accaduto, i rapporti tra i quattro divennero inevitabilmente più aspri e difficili.
Cominciò Camilla, ancora incazzatissima, ad attaccare Lella: ‘Ma dove vai con quei pantacollant quasi trasparenti? Li hai rubati a tua figlia di 16 anni? Ti si vedono pure i peli del culo. Vestita così ti potevi fermare con le rumene sul vialone invece di darla gratis a tutti, almeno scopando con i camionisti guadagnavi qualcosa ‘
Lella sorpesa da quelle violente offese replicò duro: ‘Senti chi parla, sta vecchia zoccola che va in giro con scollature inguinali a far vedere a tutti quelle tettone mosce. E poi, aho, ma che te prende? Mi sa che è molto tempo che non scopi, sei così acida…’. Per fortuna furono interrotte dall’ingresso del Capo Area altrimenti finivano per accapigliarsi.
Il giorno dopo, mentre pranzavano insieme al solito bar, fu Marco ad attaccare Camilla che aveva preso a trattarlo male:
‘Aho, ma che c’hai? Una volta facevi tanto la dolce con me, ammiccavi, ti strusciavi, mi davi i bacetti, ti piegavi per farmi vedere le tette e adesso fai la stronza solo perchè non me te so scopata. Me sa proprio che c’ha ragione Lella, tu marito te trascura …’
‘Te piacerebbe portarmi a letto eh? Ma io non te la do, tanto ce ne sono tante di puttane qui in giro e per te un buco vale l’altro’.
Risentiti i due ragazzi e Lella cambiarono tavolo lasciandola sola. Camilla stava per scoppiare a piangere perchè a lei Marco piaceva ancora molto, soffriva molto da quando sapeva che a turno si sbatteva Lella e di lei si era proprio dimenticato.
Ma la feroce vendetta contro la ‘tardona e guardona’ escogitata dai due ragazzi era pronta, la prima mossa la fece Andrea fingendo di parlare sottovoce a Marco ma sapendo bene che dietro lo scaffale c’era Camilla che avrebbe ascoltato:
‘Allora Marco è tutto pronto …. venerdì pomeriggio che stacchiamo dal lavoro un ora prima … aspettiamo quando sono usciti tutti … ci vediamo qui e facciamo i fuochi d’artificio… lei è d’accordo’
E Marco rispose sempre con tono furtivo:
‘Ottimo, sono già arrapatissimo ‘ così non l’ho mai fatto nemmeno io … grande idea Andrea…stavolta la sfondiamo’
Camilla restò senza fiato, ‘… sti tre maialoni ‘ ‘ pensò, poi decise rabbiosa che per spiarli meglio stavolta si sarebbe portata pure la videocamera e filmato tutto, così se quelli continuavano a maltrattarla lei si sarebbe vendicata sputtanandoli facendo girare il video della ammucchiata tra i due ragazzi con quella puttana di Lella.
Venerdì poco prima della fine dell’orario Camilla andò sul soppalco cercando subito la posizione giusta per la telecamerina. Vide arrivare sotto nel salone dell’archivio Andrea che, come da lei previsto si spostò ad attendere nella zona cieca, dove quelli a turno si facevano Lella usando gli scatoloni come giaciglio. Camilla era li che aspettava l’arrivo di Lella e di Marco ritenendo che subito dopo si sarebbero scatenati in una ammucchiata di sesso selvaggio, un orgia sfrenata. Sbagliava di poco, le sue previsioni che ci sarebbe stato molto sesso brutale erano giuste ma la protagonista stavolta non sarebbe stata Lella ….
Quando inaspettatamente sentì aprire la porticina del soppalco alle sue spalle Camilla ebbe un colpo e per la paura le salì le il cuore in gola, Marco entrando le ordinò bruscamente di fare silenzio e cominciò subito ad insultarla con tono minaccioso:
‘Ti piace fare la guardona eh? Guarda c’ha pure la videocamera, sta zozzona pervertita… ma se volevi vedere un bel cazzo bastava dirlo … eccolo ‘ è tutto per te brutta mignottona’ Camilla, impaurita, parlava a monosillabe e stava per scoppiare a piangere disperata. Nel frattempo era salito nel soppalco pure Andrea con l’intenzione di essere ancor più brutale, ma quando vide la scena si intenerì, comprendendo che non dovevano esagerare stressandola troppo. Così cambiò tono, divenne rassicurante si sedette in uno scatolone accanto a Camilla cercando di consolarla:
‘Ma come hai potuto fare questo proprio a noi, i tuoi adorati amichetti, lo sai che noi ti vogliamo bene e volevamo fartelo provare con mano ‘ e non solo in mano … ma tu non ce sei voluta stare’ facevi la verginella … e poi fai ste zozzerie da maniaca ‘. spii e magari ti masturbi guardandoci. Ora però devi chiederci umilmente scusa, poi devi fare una grossa penitenza per farti perdonare’
‘Io vi ho sempre voluto un mondo di bene lo sapete e mi stavo pure convincendo a farvi divertire di più facendovi giocare con le mie tette, ma quando ho scoperto che vi scopavate a turno quella la e mi riempivate di insulti non c’ho visto più’ rispose Camilla che aveva preso ad accarezzare i capelli del suo adorato Marco cercando di tranquillizzarsi.
‘Anche noi ti vogliamo bene ma tu sei stata troppo cattiva, una zozza guardona, una spia perversa ed ora devi chiederci scusa, devi farti perdonare’ disse sarcastico Marco cercando di fare il duro.
‘E che cosa dovrei fare? ‘ comeee??? … a no eh tutti e due insieme noooo ‘così mi vergogno … magari uno solo per volta….dai, facciamo uno oggi ‘ poi l’altro fra qualche giorno, a turno come fate con Lella, eh?’. Nel frattempo Marco si era alzato ed aveva cominciato ad tastarle pesantemente le tettone e Andrea si era avvicinato rimanendo in piedi iniziando a sua volta ad accarezzarle i capelli. I due si guardarono e si aprirono le zip dei calzoni tirando fuori i due cazzi ancora mosci: ‘Vieni qui, facceli drizzare, dai zozzona, datti da fare con la bocca e con le mani’ disse Andrea, ma Marco, visto che lei non si muoveva, la acchiappò brutalmente i capelli trascinandole la testa fino a farle appoggiare il cazzo sulla bocca, a quel punto le labbra si aprirono ed iniziarono a succhiarlo. Lei era rimasta seduta, ancora impaurita ma arrapatissima, ora alternava l’azione su entrambi i cazzi dando ora di mano ora di lingua mentre quelli la tiravano per i capelli per farglielo ingoiare tutto, la schiaffeggiavano e continuavano ad insultarla:
‘Vedi che ti piace fare la bocchinara, ‘ ti gustano due cazzoni insieme eh! Facevi tanto la schizzinosa ma sei più troia di Lella, ‘ sei una vera zoccola, dillo! Urlalo! ‘ chiedici perdono e pietà’
‘ Si sono la vostra zoccolona … vi farò godere come porci … forza sfondatemi ogni buco, vendicatevi o punitemi … siiii. Forza fatevi addrizzare sti due cazzi mosci … non fate i mezzi froci voglio sentirmeli dentro!’ rispose lei che finalmente era entrata nel ruolo trash che i due ragazzi le avevano assegnato.
Alzatisi tutti tre in piedi, lei al centro e i ragazzi uno davanti e l’altro dietro presero a baciarla, a morderla e a toccarla ovunque sbottonandole i jeans per infilarle subito un dito medio nella fica bagnata mentre l’altro ragazzo gli infilò l’indice nel buco del culo ancora asciutto. Nonostante i ragazzi continuassero a maltrattarla con schiaffi e insulti, il trio migliorava ancora la sua intesa complessiva, interpretando ognuno con trucida passione il ruolo perverso che gli toccava.
Marco si impegnò a fondo sulle tette slacciandole la camicetta e il reggiseno perdendosi finalmente con la testa dentro quel paradiso, l’altro da dietro cominciò a farle scendere jeans e mutande che lei si sfilò del tutto poco dopo consentendo alle mani di infilarsi tra le chiappe sino a raggiungere la fica pelosa. Oramai erano completamente persi tra mani, tette, cazzi e lingue che palpavano ed ispezionavamo quei corpi, finalmente lo facevano dopo averlo segretamente sognato per mesi, dopo essersi masturbati sognando l’uno dell’altra, ora si godevano quell’eros perverso che prima non avevano osato nemmeno immaginare.
Camilla si sedette di nuovo sullo scatolone per riprendere fiato e da quella posizione iniziò a spompinare duro e a masturbare i due cazzi insieme per portarli alla loro migliore erezione. Non avevano molto tempo, tra circa mezzora sarebbe passata la Vigilanza a chiudere i locali così Camilla guidò subito Andrea a distendersi sugli scatoloni, lei prontamente gli salì sopra ed iniziò a cavalcarlo come una forsennata mentre lui le strizzava le tettone con le mani cercando di mordicchiarle i capezzoli. Camilla per coinvolgere anche il suo adorato Marco, che nel frattempo si stava masturbando lentamente mentre la insultava con ogni volgarità conosciuta e le mollava pure un ceffone ogni tanto, si girò continuando la galoppata con Andrea nel verso contrario riuscendo così a raggiungere e a succhiare anche il cazzo di Marco. Lei raggiunse subito l’orgasmo, violento e perverso, del tutto diverso da quelli a cui era abituata, ma continuò a cavalcare Andrea ferocemente, insistendo fino a che lui tra insulti e schiaffi non esplose dentro la sua fica riempendola di sperma. Sentendosi le gambe indolenzite da quella intensa cavalcata si alzò per staccarsi da Andrea, ma prima di dedicarsi a Marco, ciucciò per asciugare il cazzo di Andrea ancora bagnato di sperma e di umori della fica riempedolo di insulti e volgarità:
‘ Sono stata una brava come una vera troia? Hai goduto brutto porco eh, sei rimasto senza fiato! Ammettilo, questo si che è scopare altro che con quella vecchia baldracca secca di Lella! E ora mi trombo questo mezzo frocio di Marco, tu fatti una sega intanto’
Riprese le forze si alzò, guidò per mano Marco, che intanto continuava ad offenderla e a mollarle schiaffi, lo portò vicino allo scaffale dove lei si piegò alla pecorina. La penetrazione di Marco fu ancor più brutale, forse lui era ancora più arrabbiato con lei, forse voleva vendicarsi delle spiate, fatto sta che tra le urla di piacere e quelle di dolore in pochi minuti Camilla ricominciò ad ansimare :
‘Si Marco ora lo voglio nel culo, sputaci e mettimi quel cazzone tutto dentro, fammi male, voglio espiare, voglio il vostro perdono, dai presto che sto per venire….’.
Quello invece preferì continuare a sbatterla nella fica, ma gli sputò nel buco per infilargli di colpo nel culo non solo due dita, come faceva con Lella, ma tutte e 5 le dita insieme facendola urlare di dolore proprio nel momento in cui lei iniziava a tremare per l’arrivo di un nuovo e più violento’ orgasmo che la fece tremare a lungo. Per far raggiungere subito l’apice del piacere al suo adorato Marco – che come aveva sentito da Lella adorava i bocchini – lei si accucciò e cominciò a masturbarlo intensamente prima con le mani, poi succhiandolo voracemente in bocca. Una intensa vibrazione del corpo massiccio di Marco preannunciò la sua sborrata, mentre lui tirandola per i capelli con violenza le faceva entrare in bocca con violenza quasi tutto il suo cazzo. Quando lo sperma le inondò la gola lei tossì disperata che sembrava strozzarsi, poi liberata la bocca dal cazzone violaceo, la sborrata le cominciò ad uscirle dalle labbra, le colò sul mento, le sgocciolo tiepido sulle tettone e le finì sulla pancia.
I tre si ricomposero in fretta, un bacio di saluto al volo ciascuno, un abbraccione e qualche commento su quanto erano stati porci e quanto avevano goduto, mentre filavano via di corsa che tra 5 minuti passava la Vigilanza.
Messaggiarono per un po’ tra un semaforo e l’altro, degli sms bollenti che avrebbero cancellato prima rientrare a casa:
‘Sei uno schianto, la migliore di tutte a fare sesso …un vero talento naturale ‘ una donna speciale … che scopata travolgente ”
‘Siete voi due dei veri maialoni stupendi, ‘ erano mesi che non scopavo ma con tutto questo cazzo mi sono rimessa in pari ‘vi adoro miei piselloni belli ‘ stanotte mi sditalinerò pensando a tutti e due ‘ magari voi fatevi una sega pensando a me, alla vostra maialona’
‘Sei la migliore Camilla altro che quella fica secca di Lella… tu sei una troia di classe una che farebbe resuscitare i morti ‘grazie per il tuffo tra le zinnone non me lo scorderò mai’ sei la migliore con la bocca, te lo dice un intenditore’
Camilla felice, sconvolta e dolorante ovunque per quel sesso così selvaggio ma anche per gli schiaffi e i morsi, salì di corsa le scale entrò in casa e si chiuse in bagno, aveva bisogno di una doccia, voleva liberarsi da quegli odori, dallo sperma seccato ovunque ma anche calmarsi, apprezzare fino in fondo quel momento di felicità estrema ma soprattutto cercare di capire cosa era successo e cosa doveva fare.
Non riuscì invece a trovare pace per tutto il week end, quelle sensazioni estreme, i sensi di colpa, la voglia di altro sesso ancora, aveva bisogno dei due ragazzi, aveva voglia di scoparseli di nuovo, una gran confusione insomma che la rese scontrosa e non le fece chiudere occhio. Lunedì mattina al risveglio la decisione: avrebbe chiesto al Capo Area il trasferimento ad un altro team così da poter mettere una pietra sopra a quella spirale di pericolosa ed incontrollabile follia erotica. Il cornuto felice

A letto tra Camilla e Lino continuava ad andar male, lei era tormentata dai sensi di colpa dopo le scappatelle a cui si era lasciata andare per soddisfare i bisogni sessuali trascurati per questo si decise ad affrontare in modo diretto ed esplicito il problema con il marito che lei riteneva l’avesse più volte tradita tanto per rompere la monotonia del sesso coniugale.
‘Potremmo provare a mettere un po’ di brio tra noi, un po’ di peperoncino nei nostri rapporti sessuali. Che ne so ?… provare ad usare con qualche oggetto, ci procuriamo dei vibratori o altri ‘giocattoli” cominciarono a ragionare a voce alta.
‘ Oppure facciamo dei filmati mentre scopiamo e poi li inviamo a qualche sito di porno amatoriale, ovviamente senza farci riconoscere…. mi fa impazzire sapere che c’è qualcuno che si fa una sega guardando un filmato dove sborro sulle tette di mia moglie’ propose Lino a cui piacevano molto le tecnologie, ma era anche molto interessato al voyeurismo.
‘Ci sarebbe anche lo scambismo, ma forse è meglio pensarci bene, quei rapporti tra coppie diverse mi sembrano giochi pericolosi, non mi sento ancora pronta’ concluse Camilla.
Cominciarono così ad attrezzarsi e a giocare con dildo e telecamere ottenendo inizialmente qualche discreto risultato, se non proprio una vampata di passione ma almeno qualche tiepida e onesta scopata che attizzò l’eros distratto di Lino e spense i bollenti spiriti di Camilla per qualche settimana.
Ma i problemi di lavoro di Lino si facevano sempre più seri e lui sembrava angosciato dall’idea di perdere il posto di Capo area tecnico a cui teneva tanto, ma la nuova proprietà tedesca aveva chiesto al suo Direttore di tagliare più teste possibile per realizzare un ricambio profondo del management.
‘Vedi Camilla il Direttore non è sicuro di riuscire a tenermi, i tedeschi vogliono un ripulisti e lui ne puo’ salvare pochissimi’ si confidò Lino con la moglie.
‘Ma come? Proprio lui? Il tuo Direttore? Faceva tanto l’amicone con noi, l’abbiamo invitato più volte a cena con quella vecchia arpìa della moglie. Non so se veniva da noi per la cena oppure per spogliarmi con gli occhi, guardarmi dentro la scollatura e provarci con me in tutti i modi.’ ribattè indispettita Camilla.
‘ Si in effetti mi chiede sempre di te, ti manda i saluti, racconta a tutti quanto sei bella e ben fatta … io credo che farebbe follie per una notte con te … lui è sempre arrapato ‘ un gran puttaniere…’ e nel concludere la frase il marito guardò la moglie con un ghigno particolare.
‘Non starai mica pensando che io mi devo sacrificare con quel brutto e vecchio porco del tuo Capo?’ lo interrogò Camilla.
‘Beh, stiamo tutti e due sulla stessa barca, se rimango senza lavoro o se mi trasferiscono in Germania è un problema per entrambi, no?’
‘… e già … in effetti ‘ ma io mi vergogno ‘ poi il Capo tuo è proprio viscido… ma se proprio devo ‘ ho capito per il bene della nostra famiglia mi dovrò sacrificare ‘devo fare la puttana … ma lo faccio per te …’ mugugnò pensierosa Camilla.
In una settimana Lino organizzò tutto, fece un accordo tra gentiluomini col Direttore – garanzia di mantenere il suo lavoro in cambio del corpo burroso di Camilla -, organizzò la loro serata in modo discreto ed elegante: cenetta a due in un ristorantino appartato sulla spiaggia poi dopocena nella loro villetta al mare. Camilla, inizialmente contrariata, era divenuta col passare dei giorni via via più curiosa quasi eccitata per quella strana situazione, tanto che aveva già acquistato biancheria intima osè ed aveva scelto il suo vestito da sera con la scollatura più ardita e provato a truccarsi con un look da vera troia.
Quello che non sapeva nessuno era che Lino, appassionato di tecnologie e guardone represso, aveva avuto da un collega di una ditta di Security un gioiellino tecnologico, due piccolissime telecamere connesse a internet tramite rete telefonica, un sistema di solito usato per la telesorveglianza industriale. Si eccitava tantissimo all’idea di spiare la moglie a sua insaputa mentre scopava con quel porco del suo Capo che sbavava per lei, Lino si era già arrapato immaginando Camilla in balia delle turpi voglie di quello zozzone e sperava di vederla in pieno il ruolo di puttana per una notte, fare o subire ogni perversa indecenza anche quelle cose che loro due non avevano mai avuto il coraggio di fare. Insomma, oltre a risolvere il suo problema di lavoro, offrendo sua moglie al suo Capo avrebbe anche appagato una delle sue più torbide perversioni, quella che non aveva mai praticato e nemmeno confessato a nessuno. Pregustava già quella sera, solo davanti al pc quando si sarebbe sparato una strepitosa sega, realizzando finalmente la perversa voglia di diventare un vero cuckold, lasciandosi andare ad uno sfrenato autoerotismo mentre soffriva per la moglie abusata, un orgasmo certamente più intenso della solita scopata coniugale.
Aveva installato le due piccole telecamere nella camera da letto della villetta, una ben nascosta in alto sopra l’armadio, l’altra di lato incassata dietro il pannello dei comandi dell’antifurto, due angoli diversi di ripresa che inquadravano il lettone matrimoniale. Il tutto era stato da lui tecnicamente provato per tempo riscontrando una ottima qualità delle immagini ricevute dal pc nella loro casa in città, nitide e ben definite anche con la camera da letto illuminata da una sola abat-jour.
Finalmente arrivò la sera, Lino salutandola raccomandò a Camilla di tenerlo aggiornato, qualche sms ogni tanto per rassicurarlo, le ricordò ancora una volta che il Direttore era pazzo per il suo corpo in particolare per le sue tette e che per farsi ammirare avrebbe dovuto tenere la luce sempre accesa, anche a letto mentre scopava.
Solo in casa, i figli dai nonni, Lino predispose il pc, riprovò con successo la ricezione delle due microcamere e attese che i due arrivassero nella villetta. Mentre aspettava rileggeva gli sms di Camilla che sembrava aver preso la situazione con allegria ed incoscienza, lei ironizzava sull’erotismo improbabile e grossolano del vecchio Direttore, sul fatto che il porcone usava il Viagra o altre scemenze tipo ‘mi farei volentieri il cameriere che ci sta servendo invece di questo lurido porco’ e così via cazzeggiando.
Quando l’ultimo sms annunciò il prossimo arrivo nella villetta dei due amanti Lino sentì una vera e propria scarica di adrenalina provocargli una irresistibile erezione che si completò quando sul pc arrivarono le voci allegre dei due appena entrati in casa. Camilla era euforica, forse un po’ brilla, il porcone si lasciava andare ad apprezzamenti pesanti che dall’ingresso arrivavano confusi ai microfoni in camera da letto.
‘Vieni qua bella ficona…fammi succhiare le tue tette burrose…’
‘… ehi ma quante mani hai?… sei proprio arrapato eh ! ‘Ora ci penso io a toglierti la fame …’
‘… che bel culo morbido…vorrei incularti subito qui, adesso…’
‘…. ma fammi fare prima la pipi almeno…. poi una doccia …’
‘…siii voglio vederti pisciare,,, mi piace da impazzire vedere la fica spruzzare pipi… mi ricorda quando da ragazzino spiavo mia cugina pisciare nei campi mentre mi sparavo le prime seghe’
‘… sei proprio un gran porco … ma anche con tua moglie sei così zozzone?’
‘Mia moglie? Ma se non facciamo sesso da anni, ora io scopo con Anika la mia puttanella rumena una vera troia…mi costa un po’ cara ‘ ma lei si lascia fare tutto … anche pisciare in faccia …’
‘Sei proprio un maiale! Ti farò tante di quelle zozzerie che ti tolgo la voglia per sempre’
‘Si, tu sarai la mia troiona speciale stasera, insultiamoci, pisciamoci in faccia, schiaffeggiamoci, facciamo i maialoni, dai fammelo fare e fammelo anche tu, ti prego, siiiii!’
La conversazione tra ingresso e bagno andò avanti su quel tono sin quando si accesero le luci della camera da letto e apparve Camilla che togliendosi l’accappatoio mostrò le sue tettone stupende subito assediate dalle sue mani vogliose del Direttore, di cui la impietosa ripresa dall’alto esagerava la pelata e la pancia.
Vedendo quelle immagini sullo schermo del pc Lino, che aveva già il cazzo duro in mano, accelerò la sua sega appassionata, godendo per il turpe tormento procuratogli dalla sua stessa gelosia, si mordeva rabbiosamente labbra e lingua nel vedere il suo Capo che succhiava i capezzoli della moglie o le infilava un dito nella fica, impazziva nel vederla interpretare con talento il ruolo della gran troia, quella che accettava ogni perversa voglia da quel puttaniere maniaco anzi ne inventava di ancora più luride come fosse una esperta zoccola di strada.
Distesa sul letto a cosce aperte Camilla si allargava volgarmente la fica con le dita provocando il porcone a penetrarla: ‘Vieni a scoparmi maiale, entra nella mia fica aperta. Ma che c’è non ti si alza? Sei proprio un vecchio frocione … se non ti dai una mossa esco di casa nuda e mi scopo i primi marocchini che incontro… ‘
Ma nonostante tutte le sue volgari provocazioni Camilla dovette attendere ancora qualche minuto per consentire al Viagra di fare effetto drizzando il cazzetto piuttosto modesto del Direttore e quindi incominciare a scopare . Nel frattempo il Direttore le aveva leccato laidamente il clitoride e la fica pretendendo poi che lei gli succhiasse voluttuosamente i suoi coglioni e contemporaneamente le infilasse un dito nel culo, spingendola infine ad improvvisare su di lui un massaggio prostatico di cui non lei aveva esperienza.
Finalmente arrivò l’erezione, lui la penetrò iniziando subito a scoparsela alla missionaria, infilandole con uno scatto il misero cazzetto, avviando una rabbiosa penetrazione con l’effetto di far sbattere ritmicamente la sua pancia contro il suo monte di venere.
‘Sei solo una vecchia baldracca, una lurida zinnona che si fa sborrare in faccia dai marocchini… ti piacciono i cazzi grossi degli africani che ti sfondano il culo…. lo so che ti piace fare i bocchini a tutti, troiona …’ e mentre la insultava ogni tanto le mollava qualche schiaffo in viso.
Camilla, senza freni e ancora sotto l’effetto dell’alcol, decise di vendicarsi, si liberò da sotto, girò il vecchio porco mettendolo disteso, gli salì sopra per cavalcarlo ruvidamente quindi ricominciò con gli insulti, poi passò a mollare sberle, morsi e graffi.
‘Dove credi di andare con questo cazzetto così piccolo che neanche lo sento …’ e lui rispose:
‘Per forza sei sfondata come una vecchia baldracca…’
‘No quella che scopa con due negri per volta è quella sifilitica di tua moglie e oramai il tuo cazzetto gli fa schifo vecchio merdoso…’ e Camilla cominciò ad affondare le unghia e a picchiarlo sempre più duro, infine accelerò la cavalcata finchè lui non riuscì più a trattenersi e le sborrò nella fica urlando affannato come un ossesso:
‘ Siii, che scoponaaaa che sei… che donna ‘una vera troia … grande Camilla’. Lei col fiatone si staccò da lui e si distese esausta senza nemmeno provare a sditalinarsi per raggiungere l’orgasmo.
Lino aveva seguito la trucida scopata davanti al pc con crescente coinvolgimento e perversa eccitazione ma la scena della moglie picchiata che rispondeva con sberle e graffi, le luride offese sui cazzi dei marocchini lo avevano deliziato portandolo ad un orgasmo irresistibile, di quelli che non provava da anni, tanto che la sborrata partita incontrollata schizzò sul tavolo e insozzò la tastiera del pc e solo in parte gli sgocciolò tra le dita.
Ma quel porco del Capo ce l’aveva ancora dritto – Santo Viagra – per cui ripreso fiato ricominciò a torturare Camilla che stava distesa a cosce aperte a pancia in giù, ronzandole intorno alle chiappe e al buco del culo. Lei, capito dove voleva arrivare quel maiale, si alzò andò in bagno e prese un flacone di olio ed una spazzola per capelli. Tornò nella stessa posizione e ordinò al ‘lurido porco’ di ungerle delicatamente il buco del culo infilandole a fondo il dito medio oleato, poi prese il manico tondo della spazzola, lo lubrificò quindi iniziò a farselo penetrare nel culo.
Il ‘maialone’ voglioso si impossessò della spazzola continuando lui ad affondargliela assai più rudemente nel buco del culo mentre con l’altra mano si masturbava perdutamente il pisello.
Il ‘porcone’ lasciò tutto il manico infilato nel culo di lei mentre lui si lubrificava il cazzetto, poi sollevò di poco le chiappe di Camilla, posizionandola nel modo migliore con l’intenzione incularsela senza pietà. Sfilato il manico di spazzola. la penetrò con inaspettata facilità entrando liscio nel culo oramai dilatato e lubrificato quindi cominciò ansimando a sbatterla forte da dietro, intruppandosi con la sua ingombrante pancia nelle morbide chiappe di lei.
Camilla, mentre il porco continuava ad incularsela ansimando e urlandole ogni volgarità, aveva voglia del sesso che piaceva a lei, come quello che aveva vissuto nelle sue avventure degli ultimi anni, le belle scopate con quei pochi giovani a cui si era concessa cedendo alla passione di un momento. Così per cercare il suo orgasmo prese la spazzola e si infilò il manico nella fica, alternandone l’azione di penetrazione con lo sditalinamento del clitoride, fantasticando di essere scopata dai vari ragazzi giovani e focosi che aveva provato, scorrendo nella sua mente i loro volti, i loro corpi e i loro cazzi, ripensando ai momenti ed alle intense sensazioni che aveva vissuto con loro.
L’affannata azione del maialone oramai stava arrivando alla fine, lui dopo l’ultima accelerazione lanciò un grugnito poi le sborrò dentro il culo adagiandosi di peso sulla schiena della donna. Lei, tutta concentrata a masturbarsi intensificò lo sditalinamento che l’avrebbe portata a raggiungere poco dopo un orgasmo rabbioso e perverso quindi a sua volta stramazzò distesa, lui di conseguenza rotolò di lato, mentre lo sperma cominciò a sgocciolarle dal buco del culo che si stava richiudendo.
Il marito di Camilla incollato davanti al pc, non abituato a sostenere un doppio orgasmo ravvicinato dovette sforzarsi molto di più per riuscire a sborrare una seconda volta, accelerò furiosamente la masturbazione concentrandosi sulle porcherie, sugli insulti e su ogni altra lurida volgarità con cui il suo Capo strapazzava la sua adorata mogliettina. Si sforzò molto per venire, ma l’orgasmo arrivò solo nel vederla sotto quel porco sudaticcio che stava sborrandole dentro il culo mentre lei masturbandosi urlava nomi a lui sconosciuti ‘Marco siiii.., Raul più forte…’. Nel momento in cui dal cazzo di Lino partivano pochi e deboli schizzi di sborra che gli insozzavano i calzoncini e le mani, lei in quella villetta stava rantolando di un piacere rabbioso per poi crollare esausta, dolorante sia nella fica sia nel culo, del tutto inconsapevole di star deliziando il marito porco e cornuto diventato quella sera anche guardone.
Tornando a casa Camilla evitò di ragionare in macchina col Direttore, il porco ritrovate le buone maniere mentre guidava continuava a complimentarsi con lei per la sua bellezza, per la sua bravura a letto e per la sua passionalità, prenotandosi per altri incontri che lui sperava di realizzare a breve. Lei invece in silenzio tracciava un primo bilancio della serata concludendo che non era andata poi così male, che quel porcone a modo suo era pure divertente, una esperienza particolare da fare una sola volta nella vita e che comunque lei avrebbe fatto il possibile per evitare il bis.
Con suo marito invece fece la vittima, mentendo platealmente esagerò la nausea provata nel corso della serata e la vergogna nel fare la puttana, con lui si lamentò molto: ‘ Che schifo, che porco viscido il Capo tuo! Che brutto uomo antipatico, è solo un lurido puttaniere.’ Il marito , eccitatissimo, le chiedeva invece tutti i dettagli della serata, eccitato dalla certezza che la moglie gli stava raccontando una mezza bugia, l’aveva vista divertirsi a fare la troia ma ora una storia diversa da quello che lui aveva visto sul pc. Si convinse sempre più di quanto morbosamente pensava da tempo ovvero che Camilla sotto sotto era una vera troia bastava darle l’occasione giusta e forse lo aveva già tradito.
‘ Ma ti è piaciuto? Hai goduto? Che posizioni avete fatto, dai racconta sono curioso ‘ dai ti prego!’. Camilla stanca e assonnata non voleva parlarne, ora voleva solo dormire mettendo a tacere suoi stessi scrupoli di coscienza che cominciavano ad affiorare, torturandola. Voleva sfuggire alla morbosa invadenza del marito che disteso a letto al suo fianco già cominciava a masturbarsi di nuovo mentre tentava di strapparle altri dettagli pruriginosi nella speranza vana di concludere la serata con una furibonda e perversa scopata matrimoniale.
Camilla nelle settimane successive riuscì a sviare la pressione del Capo maiale che a tutti i costi voleva rivederla ancora, le telefonava continuamente, prometteva regali costosi e cifre di danaro importanti pur di averla di nuovo.
Solo dopo un mese si rividero in un Hotel per una scopata molto meno fantasiosa che lasciò nauseata Camilla, fortunatamente per lei poco dopo il problema si risolse, suo marito trovò un nuovo e migliore posto di lavoro in un altra azienda che comportava però il suo trasferimento per alcuni mesi in una città del nord.

La puttanella

Dopo tre mesi che si era trasferito per lavoro e viveva da solo in quella città del nord, Lino si sentiva ringiovanito tanto che quando nei week end rientrava in famiglia, da sua moglie Camilla, nella sua città si sentiva a disagio, come se gli mancasse qualcosa. Li al nord passava i 5 giorni feriali della settimana vivendo da single, era come se fosse tornato libero da legami tanto che si era anche risvegliato in lui l’interesse per qualche avventuretta erotica extraconiugale.
Quel mercoledì pomeriggio Lino decise di uscire dall’ ufficio piu’ presto del solito con il pretesto di fare rifornimento dei suoi prodotti da bagno nella profumeria sotto i portici, approfittandone poi per tornare a casa a piedi, attraversando quel pezzo di centro storico che gli piaceva di più, già animato da capannelli di ragazzi davanti ai bar, chi con in mano una birra o chi con un bicchierone di ‘Spritz’.
Nella profumeria sotto i portici lo accolse una nuova giovanissima commessa che, mentre gli faceva strada salendo le strette scale per il piano superiore, mostrava il meglio di se attraverso dei pantacollant attillatissimi, solcati dal rilievo di un perizoma modello ‘filo interdentale’. Apparentemente Lino disquisiva cordiale con lei di marche di Gel per capelli nonostante la sua totale ignoranza in materia, ma in realtà sentiva gonfiarsi dentro una vigorosa erezione mentre sbavava fissando le sue curve, convincendosi sempre più che la ragazzetta aveva davvero un corpo fantastico, esaltato da un bel viso sfrontato e aggressivo.
Al piano dei prodotti da uomo c’erano solo loro due quindi Lino, che finora aveva sempre resistito alle tentazioni delle under 30, si sentì autorizzato a sfiorare il ridicolo avventurandosi in uno scambio di battute confidenziali fino a rischiare la derisione plateale per chiederle, mentre gia’ si avviavano a scendere, di scambiarsi i numeri di cellulare. Con sua grande sorpresa lei accetto’ con disinvoltura anzi, dopo aver copiato il numero, lo salutò con un provocante ‘… sentiamoci presto eh!’.
La ragazza lo osservò ancora per alcuni istanti mentre lui usciva dal negozio, l’aveva già inquadrato, non era certo riuscito a nascondere la sua eccitazione, i suoi sguardi arrapatissimi che avevano esplorato ogni centimetro del suo corpo erano stati così espliciti. Lei sapeva bene quanto il suo corpo affascinasse gli uomini e quindi sapeva essere sapientemente provocante quando voleva.
Lino, piuttosto turbato, mentre riprendeva il tragitto verso casa, mise a tacere ogni sua risvegliata pulsione erotica concludendo che tanto lui non avrebbe mai chiamato la giovane commessa e figuriamoci se lei poteva essere interessata ad un cinquantenne, uno che aveva almeno 30 anni più di lei. In realtà Lino combatteva dentro di se ancora una volta la battaglia per respingere le tentazioni per le giovanissime di cui era preda negli ultimi tempi, lottava per evitare di inguaiarsi con le ragazzine tentando di riaffermare solo la possibilità per qualche avventuretta ogni tanto con delle belle coetanee o al minimo trenta/quarantenni.
Visto che era presto e c’era poca gente in giro scelse il ‘Route 66′ per l’aperitivo, lo attirava perchè frequentato solo da ventenni, purtroppo non era riuscito mai ad entrarci perche’ dopocena fino all’alba la calca colorata da allegri ragazzi vocianti con un bicchiere in mano partiva dal bancone in legno e tracimava fuori dal locale fino in mezzo alla strada. Si godè il suo Daiquiri seduto ad osservare delle belle ragazzette del tavolo accanto, ad ascoltarne i discorsi disinvolti,, ad immaginarne le storie segrete.
Una volta nel suo appartamentino in un residence centrale si rilassò nella prospettiva di una serata casalinga, aveva bisogno di riposare, quindi misera cena tuttofrigo da solo, qualche telefonata e/o scambio di messaggini, un po’ di tv e poi presto a nanna. Era stanco perchè il giorno prima aveva fatto tardi portando a cena e poi in un pub una sua collaboratrice – una paffutella quarantenne separata da poco – con cui ci stava provando come un matto e che sperava di scoparsi quanto prima.
L’inaspettato trillo di un sms lo sorprese in mutande:
‘Sto uscendo dal negozio se vuoi ci vediamo. Lara’. Sconvolto ma anche eccitato per l’ardire della formosa e giovane commessa rispose di getto:
‘Certo che voglio sono a casa a due passi dal negozio vieni per un aperitivo poi decidiamo cosa fare’.
Lui, fosse stato in voce al telefono non avrebbe mai osato tanto con una cosi’ giovane, appena un paio di anni di differenza con sua figlia, si sarebbe vergognato, ma poter comunicare con uno stringato sms, che non tradiva la sua tempesta ormonale e le sue contraddizioni profonde, lo aveva portato a saltare lo steccato. Si soffermo’ un attimo a riflettere poi si avviò a indossare un abbigliamento più adatto alla circostanza, qualcosa di meglio della sua pietosa tenuta casalinga fatta di ‘ciavatte’ usa e getta tipo hotel, slip e T shirt sbiadita.
I faretti dell’ingresso restituivano le ombre giuste per sottolineare il corpo perfetto di Lara, mentre sotto quella luce il suo viso sembrava ora ancora piu’ duro e sfrontato. Quando lei lo vide, capì immediatamente quanto fosse eccitato, certamente aveva pensato a lei senza sosta tutto il tempo e probabilmente ce lo aveva già in via di erezione…
Lino tradi’ la sua eccitazione gia’ dal bacio di saluto e poi nel servire il ‘mohjito da intorto’, piu’ rum che ghiaccio, ottimo – pensava lui sentendosi molto smaliziato – per allentare i freni inibitori di lei e creare la giusta atmosfera … qualora ce ne fosse stato bisogno. Lara lasciò che pensasse che il mohjito la rilassasse, in realtà era talmente abituata a bere, che avrebbe potuto finire tutta la bottiglia di rum e sarebbe stata al massimo leggermente euforica.
Lui si lasciava andare e lei lo faceva sentire a suo agio in ogni modo così ben presto quando iniziò a toccarla prima sui fianchi sinuosi, poi sui seni sodi poi sempre più in basso, lei lo incoraggiò guidandolo alla scoperta del suo corpo.
Lara assecondava con naturalezza le sue carezze via via piu’ intime, mentre con mano esperta sollecitava gia’ l’erezione accarenzandogli lentamente il membro ancora prigioniero dei vestiti. Iniziarono a spogliarsi lentamente l’un l’altro, Lino fu sorpreso con il cazzo già dritto dalle mani di Lara che gli sfilavano gli slip proprio nel momento in cui lui stava insistendo nelle carezze sulle chiappe e tra le cosce, prima di tuffarsi entrambi nudi sul lettone.
Lara nuda era davvero straordinaria, una vita sottile con due tette importanti così sode come Lino non ne ricordava e un culetto che appariva ancora acerbo, proprio per questo da sfondare con maggior vigore.
Oramai completamente nudi, prima di riprendere il contatto dei corpi, lei chiese senza imbarazzi di avere un rapporto protetto, Lino, che non gradiva molto il preservativo, fu sorpreso dalla sicurezza e la disinvoltura con cui lei glielo aveva chiesto. Comunque, oramai eccitatissimo, ubbidi’ prontamente, sorvolando su quello e ogni altro suo dubbio che affiorava nella sua mente circa quella strana situazione, pur di tornare a dedicarsi immediatamente ai suoi duri capezzoli.
Lara lo lascio’ giocare poi col suo pube completamente rasato a cui Lino era morbosamente interessato, poi finì con le mani sulle natiche piccole sode che le conferivano ancor più un aspetto adolescenziale a dispetto dei sui 19 anni, quindi lei cominciò ad assecondarlo con disinvoltura e sicurezza nelle posizioni che lui gli proponeva.
Cominciarono con un 69, lei sopra mentre Lino sotto era sempre più attirato da quel pube glabro che ora si strofinava sulle sue labbra, richiamando alla sua memoria quei nudi spiati da ragazzino, le sue primissime esperienze sessuali alle scuole medie. Solo adesso, per la prima volta, poteva succhiare a volontà le labbra di una vagina senza riempirsi di peli, penetrarla liscio con la lingua per poi scivolare sul piccolo clitoride morbosamente roseo.
Intanto aveva fatto scivolare un dito nel solco delle chiappe per poi fermarsi a tormentarle il buco del culo mentre lei gli succhiava i coglioni prima di infilarsi in bocca il suo cazzo turgido per cominciare un lento pompino. Contemporaneamente ricambiava le attenzioni di Lino per il culo infilandogli a sua volta il dito indice nel buco rugoso per avviare un esperto massaggio prostatico che costrinse Lino a trattenersi e resistere ripetutamente per evitare un orgasmo così precoce.
Oramai Lino era furiosamente eccitato così lei cambiò verso, prese in mano il suo cazzo, se lo infilò nella fica ancora socchiusa e cominciò a cavalcarlo prima sul davanti offrendogli le tette per deliziare la sua vista ed il suo tatto, poi girandosi facendogli ammirare il suo bel culetto nel momento del massimo sforzo proprio quando stava accelerando rabbiosamente la monta.
Quando lui ebbe gustato appieno la duplice cavalcata lei cambiò posizione, si mise a pecorina sul letto la faccia sul cuscino ed il culo appizzato così da offrire a Lino la sua fica già pronta alla penetrazione più profonda e selvaggia. Lino non si fece pregare, le infilò deciso il suo nerboruto cazzo tra i sospiri e i mugugni di lei poi iniziò una progressione furibonda, sovraeccitato dai rantoli sensuali e dal movimento armonico di Lara, ben coordinato con la monta violenta.
Lino ora era al culmine e si lascio’ finalmente andare ad un intenso orgasmo, sborrando nel preservativo dentro la sua fica accogliente, senza preoccuparsi molto per lei il cui orgasmo gli parve di sentir arrivare dopo poco, tra fremiti e gridolini.
Lara in realtà invece che un orgasmo tirò un sospiro di sollievo tra se e se, soddisfatta perchè lui era venuto abbastanza in fretta mentre lei non si era nemmeno scaldata. Lui si era impegnato ed aveva eseguito il suo repertorio classico delle posizioni più frequenti senza troppa fantasia e con scarsa maestria, tutto concentrato nella ricerca del suo personale piacere. Lino nelle intenzioni avrebbe voluto dimostrarle quanto fosse esperto e creativo a letto, impressionarla per il suo raffinato erotismo, proprio come qualsiasi altro uomo maturo quando scopava con una giovanissima come lei … ma nel caso suo ci voleva ben altro per stupirla.
Comunque Lara sapeva di aver recitato bene il suo finto orgasmo, era stata credibile, lui aveva abboccato pienamente, orgoglioso del suo presunto successo virile e adesso era lì, tronfio di essersi scopato una giovanissima strafica mentre intanto riprendeva il fiato disteso al suo fianco con gli occhi brillanti e l’aria soddisfatta.
Lino ancora disteso, la osservò mentre lei nuda si alzava dal letto ‘ davvero uno schianto ‘ per andare verso il bagno, notando però una vena di tristezza che le attraversava il viso. Quando torno’ per raccogliere i suoi vestiti gli annuncio’ freddamente che sarebbe tornata subito a casa e gli chiese con naturalezza un ‘prestito per superare un difficile momento’.
In un attimo ogni residua illusione di Lino svanì, il film dell’uomo maturo affascinante che aveva voluto vedere si era dissolto, finalmente tutto gli fu brutalmente chiaro. Le risposte alle domande che si era fatto su quell’incontro, i dubbi sulle ragioni per cui era stato rimorchiato e sedotto da quella bella fichetta, tutto sarebbe stato chiaro sin dal primo momento se lui se non avesse voluto illudersi di essere un tomber de femme, vedersi come un affascinante uomo maturo che fa innamorare le giovincelle.
Era bastata una ragazzina di 19 anni ad illuderlo per un paio di ore di essere ancora sessualmente interessante nonostante i suoi 50 anni suonati, uno con cui una strafica giovanissima avrebbe dovuto andare a letto solo per provare il fascino dell’uomo maturo. Lui voleva sentirsi giovane ed interessante quasi volesse sconfiggere lo scorrere del tempo e per farlo doveva abbeverarsi alla fontana della gioventù a qualsiasi costo, fosse anche nascondendosi dietro l’ipocrisia più sfacciata.
Da ragazzino prima e da giovanottone poi era stato affascinato dalle donne mature, talvolta più grandi di decine di anni, le aveva cercate, desiderate, corteggiate e possedute, apprendendo da loro i segreti per una sessualità completa, ora lo schema si invertiva e doveva stare attento ai rischi di quelle situazioni.
Soddisfatta del ‘prestito’ più generoso di quanto immaginasse, Lara volle ricambiare offrendogli il ‘bonus’ di farsi fotografare o filmare nuda, nascondendo solo il viso e qualche tatuaggio per lasciargli un ricordo del suo splendido corpo. Sperava così che lui rivedendola nuda sul telefonino si sarebbe arrapato e fatto vivo di nuovo in futuro, uno così generoso, educato, pulito e carino era un cliente da non perdere per una semi professionista smaliziata come lei.
Lino col cellulare scatto’ poche pose insistendo molto sul pube rasato, primi piani sulla fica e sul buco del culo lisci e senza nemmeno un pelo. Voleva un souvenir della prima volta che si scopava una con la fica completamente rosea, una che gli riportava alla memoria ricordi lontani, immagini di giovani fichette rubate con gli occhi dietro la fessura di una cabina al mare o spiando una cuginetta disinvolta e maliziosa. Quelle sensazioni e quei ricordi che il tempo aveva nascosto, molte di quelle emozioni intense che avevano infiammato le sue prime seghe ora riaffioravano confuse mentre fotografava ed accarezzava il monte di venere di una sfrontata ma stupenda puttanella. L’ex della figlia

I due torbidi incontri di sesso con l’ex Direttore di suo marito avevano nauseato Camilla, forse per questo ad un anno di distanza non aveva ancora sentito l’esigenza di nuove avventure extra coniugali nonostante con il marito, che ora lavorava al nord e incontrava solo nei week end, l’intimità fosse sempre meno e di qualità via via più insoddisfacente. A 45 anni era ancora una bella donna, qualche rughetta e qualche chilo in più ma il suo splendore di donna matura le consentiva di avere una discreta platea di ammiratori più o meno espliciti che la facevano sentire costantemente desiderata e persino amata. Lei gradiva molto la loro corte, i complimenti ammiccanti e le tante attenzioni che le riservavano pur riuscendo comunque a mantenerli alla dovuta distanza con garbo e simpatia.
L’unico che poteva ottenere da lei qualcosa di più era Giovanni, l’uomo dei surgelati consegnati a domicilio, lui si struggeva per lei, la riempiva di attenzioni e di regali ma il massimo che aveva ottenuto erano un paio abbracci in cucina. Gli era capitato di trovarla sola in casa, così per due volte Giovanni aveva preso coraggio e mentre lei era girata verso il lavello dandogli le spalle, lui si era avvicinato da dietro cercando di baciarle il collo, poi le aveva palpato le mitiche tettone, quindi le aveva massaggiato le chiappe e li lei lo aveva lasciato fare per qualche secondo poi lo aveva fermato con fermezza accompagnata da un sorriso .
Ma una volta, dopo aver fatto alla famiglia di Camilla un grosso piacere grazie a un suo parente pezzo grosso alla Regione, Giovanni riuscì ad ottenere di più: dopo i soliti approcci da dietro lei si lascio baciare sul collo, si sbottonò la scollatura del vestito, lasciò che lui le liberasse le tettone dal reggiseno lasciondogli gustare con le labbra i capezzoli grossi e turgidi. Camilla si sedette su una sedia permettendo che lui rimasto in piedi estraesse il cazzo oramai quasi eretto, lei lo afferrò prima con le mani, quindi con la bocca, infine imprigionandoselo tra le tette fecendo conoscere il paradiso al povero ed innamoratissimo Giovanni. Per concludere e farlo venire lei accelerò l’azione della mano su quel cazzo indurito, portando la cappella a strusciare sui capezzoli, lasciando a Giovanni arrivato all’ orgasmo il piacere di gustarsi la vista della sua stessa sborrata inondare le fantastiche tettone.
Ma in quel periodo girava in casa di Camilla anche un altro maschio: Andrea, un ex fidanzatino di sua figlia che a 17 anni ne aveva già cambiati altri due. Ma Andrea era diverso dagli altri non tanto perchè alto, carino ed educato ma soprattutto perchè a vent’anni era già molto sensibile ed assai maturo, forse proprio per questo con la figlia non aveva funzionato. Anche dopo la fine non traumatica del loro fidanzamento i due erano rimasti in amicizia e si frequentavano più di prima. Il ragazzo era ben accettato da Camilla e Lino che conoscevano i suoi problemi con i genitori, ben sapendo che il ragazzo ricercava con loro quella serenità familiare che non trovava a casa sua.
Andrea per Camilla dimostrava una vera devozione, una ammirazione totale che lei, pur gradendo, cercava di frenare, reprimendo alcuni suoi slanci istintivi verso il giovane, per niente sicura di riuscire a controllare quanto anche lei provava per il ragazzo, una passione che non aveva il coraggio di confessare neanche a se stessa. Resisteva quindi in ogni modo a lasciarsi andare ai suoi sentimenti, terrorizzata dal rischio di infrangere il tabù della mamma che si innamora del fidanzato della figliola.
Si avvicinava di nuovo l’estate, Camilla accaldata, sola in casa dopo un pranzo leggero decise di riposarsi al fresco per una mezz’oretta, una pennichella nella camera da letto matrimoniale in penombra, godendosi la brezza tra la la finestra a vetri aperti ma persiane chiuse e la porta lasciata socchiusa tramite un incastro di ciabatte. Sonnecchiava beatamente distesa sul lettone con indosso solo un vestitino estivo, una sorta di maxi canottiera gialla che le arrivava sopra il ginocchio, mentre si era sfilata il reggiseno per stare più comoda.
Nel sonno percepì il rumore dell’arrivo a casa di Andrea e della figlia che fece anche capolino nella camera matrimoniale per verificare la presenza della madre, poi nel dormiveglia la sentì tornare nella sua cameretta per dare ad Andrea – esperto di informatica – indicazioni circa la sistemazione del software del suo nuovo computer. Senti la ragazza salutare il ragazzo dicendogli che lei sarebbe tornata dopo la lezione di danza entro un paio d’ore nella speranza di trovare il suo nuovo pc finalmente in ordine.
Camilla stava riprendendo sonno quando senti un fruscio provenire dalla porta e girandosi con gli occhi socchiusi scoprì Andrea intento a sbirciare dentro la camera matrimoniale facendo appena capolino. Sebbene emozionata lei finse di continuare a dormire cambiando posizione mentre Andrea per paura di essere scoperto si era immediatamente ritirato tornando a trafficare col pc della figlia. Camilla, ancora col batticuore, era certa che Andrea sarebbe tornato dopo un po’ per continuare a spiarla, così decise di rimanere distesa ma cambiando posizione, fingendo di dormire con una mano sul volto per tenere d’occhio la porta di nascosto, predisponendo per il ragazzo un panorama ancora più hot, scoprendo una tetta, alzando il vestitino, sfilandosi le mutande così da mostrare il pube peloso e far intravedere le chiappe burrose.
Infatti dopo pochi minuti Andrea tornò ad affacciarsi alla porta stavolta con l’ Iphone in mano cominciando a fotografarla in tutti i modi, per intero o zoomando dalle sue cosce fino al monte di venere poi girando per riprendere in primo piano le grandi labbra vaginali racchiuse dalle chiappe, per poi finire inquadrando la tettona e il capezzolo. Quando lui uscì dalla stanza Camilla aveva il cuore in gola ed era davvero eccitata, pensava che se il ragazzo avesse provato ad accarezzarla lei si sarebbe lasciata andare ad ogni sua richiesta non riuscendo più a tenere a freno la sua passione per il giovane.
Oltre che eccitata era anche curiosa di sapere come aveva reagito il ragazzo, certa che lui fosse ben più sconvolto ed arrapato di lei, quindi si alzò dal letto , scalza ed in silenzio uscì dalla sua camera diretta verso quella della figlia. Entrando in punta di piedi vide Andrea di spalle seduto al pc, cuffiette alle orecchie con la musica a canna, mano destra al mouse per sfogliare sullo schermo le foto hot di lei sul letto appena scattate mentre con la mano sinistra si masturbava con calma.
Senza riflettere oltre Camilla si avvicinò a lui, gli accarezzò delicatamente i capelli facendolo sobbalzare dalla sorpresa, lo rassicurò con carezze e parole dolcissime, fermò le sue mani che tentavano di nascondere il cazzo turgido e far sparire le foto di lei dallo schermo vergognandosi molto per quanto aveva appena fatto. Lei da dietro appoggiò le sue tettone sulle sue spalle spingendole fino ad imprigionargli la nuca, poi lo accarezzò ancora in viso e sul petto, sfiorò le sue guance sulla testa di lui poi si piegò verso la sua bocca finendo per perdersi in profondi ed appassionati baci.
Rimasero in quell’ estasi a lungo tra baci e carezze senza parlare, poi lei ruotò la sedia girevole dove lui era seduto, si inginocchiò di fronte, glielo prese in mano, cominciò a masturbarlo poi si portò il suo cazzo alla bocca ed infine lo affogò tra le sue tettone. Eccitatissima Camilla si alzò e si mise a sedere sopra di lui ancora seduto che, mentre lei si infilava il cazzo nella fica bollente, affondava la testa tra le tettone perdendosi in mezzo. Lei comincio a cavalcarlo ‘ a smorzacandela’ ma non appena iniziò ad accelerare sentì lui fremere e sborrarle dentro non riuscendo più a trattenersi dalla troppa eccitazione. Dispiaciuto Andrea le chiese perdono per quel orgasmo precoce ma lei continuò a baciarlo ed abbracciarlo ancora per un po’ lasciando il suo cazzo a mollo nella fica satura di umori e di sperma.
Si alzarono per andare verso i due bagni della casa a lavarsi e lei quando tornò si aprì l’accappatoio e ricominciò ad abbracciarlo e a baciarlo ovunque rimanendo sorpresa dai rapidi segnali di ripresa di erezione di quel giovane e avido cazzo. Incoraggiò in ogni modo quel risveglio ma quando era ancora a metà lei non resistette più, aveva una incontenibile voglia di essere penetrata. Sedendosi a cosce aperte sulla scrivania della figlia fece avvicinare il ragazzo quindi, aiutandolo con le sue mani esperte, riusci ad infilarsi quel cazzo ancora non del tutto eretto dentro la fica vogliosa riuscendo con movimenti lenti ad avviare la scopata facendo via via indurire al massimo il cazzo del giovane. Ora erano entrambi di nuovo eccitati al massimo e lei voleva scopare senza freni, sentire il suo cazzo possederla senza limiti cercando con lui quell’ orgasmo che da tempo sognava di avere .
Camilla si tolse l’accappatoio, si distese sul tappeto e lo invitò a salirgli sopra per montarla senza freni, ferocemente. Dopo i primi minuti di passione lei voleva avere ancora di più, sentirlo entrare tutto dentro di lei, così alzò le gambe portandole sulle spalle di lui in modo che il suo cazzo potesse sfondarla fino al dolore. Lei cominciò a fremere annunciando un orgasmo travolgente, lui fece di tutto per assecondare riuscendo persino a sborrare appena dopo il suo orgasmo, quindi lo trattenne facendolo rimanere dentro la sua fica ancora pochi magici istanti.
Si ripresero a fatica poi iniziarono rapidamente a risistemarsi temendo il rientro della ragazza, così appena vestita Camilla lo baciò a lungo poi uscì di casa per sbollire le emozioni temendo di non riuscire a nascondere il suo turbamento e tradirsi davanti alla figlia.
Per strada passeggiava ostentando indifferenza, guardava le vetrine e salutava i conoscenti ma dentro di lei era un vulcano, felice come poche volte era stata nella vita ma piena di sensi di colpa e di paure. Ripensava con terrore alla sua grande disavventura d’amore giovanile, quando a 25 anni aveva distrutto la sua giovinezza lasciandosi travolgere dall’amore per quel maturo e potente Avvocato. Ora un nuovo grande amore, di nuovo travolgente e trasgressivo, da ragazza era stata affascinata da potente Avvocato maturo, dal suo fascino elegante, da quei modi autorevoli e raffinati che incantavano la semplice ragazza di periferia. Oggi invece rischiava tutto con un giovanissimo, cercava la felicità in quel bel ragazzo, adorava la sua freschezza, voleva condividere la sua gioventù, assorbire l’energia positiva di cui lui era carico ma forse la sua era solo paura di invecchiare, una inutile lotta per non vedere sfiorire il suo corpo e la sua bellezza. Ragazzine

Dopo aver salutato la moglie Camilla e la figlia attraverso i vetri dell’Eurostar, Lino stava ora tornando verso la macchina parcheggiata appena fuori dalla stazione e intanto messaggiava con Ornella, una sua collega single con cui aveva progettato di passare l’indomani una giornata all’aria aperta con pranzetto speciale seguito da pisolino – ovvero una meravigliosa scopata – in una stanza dello stesso agriturismo. Forse Lino l’aveva trascurata recentemente, forse nella sua complicata sessualità lei era di nuovo coinvolta in una relazione lesbo, fatto sta che Ornella inaspettatamente aveva cambiato idea e lui ora rischiava di andare in bianco non avendo altre alternative pronte per approfittare della breve assenza della moglie.
Prima di lasciare il parcheggio aspettava un sms di risposta da Ornella quando vide avanzare verso la sua macchina tre ragazzotte allegre e piacenti una delle quali – giovanissima e molto alta – vestiva una appariscente minigonna e una camicetta scollata. La più ‘matura’ – una bionda sui trentanni – azionò il telecomando e la macchina parcheggiata di fianco alla sua lampeggiò le 4 frecce. Continuò ad osservare le tre ragazze anche dopo che avevano caricato i bagagli vedendo quella coi jeans sedersi in auto contorcendosi nel sedile posteriore, la bionda salì alla guida mentre quella giovane in minigonna stava infine cercando di infilarsi al posto passeggero anteriore. Un po’ maldestra o forse solo allegramente svampita, limitata nei movimenti dagli spazi angusti, nel salire la minigonna le scivolò dietro allo schienale regalando a Lino una piacevole visione che partendo dalla coscia via via saliva fino al minuscolo tanga che pudicamente incorniciava la chiappa destra dell’incosciente bonazza.
A Lino si stampò in volto una plateale espressione di sorpresa e di arrapato apprezzamento, che fu notato solo dalla ragazza del sedile posteriore che informò subito la giovane scosciata facendola prima arrossire e poi scoppiare in una ulteriore spontanea risata. La bonazza in minigonna nello sghignazzare si voltò verso Lino – rimasto nel frattempo imbambolato – mimando scherzosamente vergogna portando ironicamente una mano davanti la bocca spalancata per lo stupore. Lino prima annuì sorridendo poi fu travolto dalla spontaneità della situazione scoppiando anche lui a ridere sguaiatamente mentre la piccola utilitaria si stava già mettendo in moto per lasciare il parcheggio. Lui abbassò il vetro facendo alle ragazze il gesto di fermarsi e quelle ridendo a più non posso fecero di no con il ditino, lui mimò il gesto del telefono e quelle sghignazzando risposero con un diniego ancora più plateale ma infine abbassarono il finestrino. ma solo per salutarlo con un bacio inviato soffiando sulla mano. Un altro segno del suo destino: il week end in bianco!
Guidando verso casa si compiangeva per quei giorni da single sprecati, pianificando per il sabato qualche noioso lavoretto arretrato ovvero copiare e riordinare su pc vecchi filmini e migliaia di foto per poi passare la domenica al Circolo per la solita partitella tra amici fermandosi a pranzo insieme a qualche altro sfigato come lui.
Mentre armeggiava sul pc con vecchi video di compleanni di bambini, recite scolastiche, vacanze dimenticate e noiosi anniversari, dalla scatola di scarpe dove conservava le videocassette ne uscì fuori una senza etichetta che lo incuriosì. Nel riprodurla scoprì che erano delle riprese video che sua figlia intorno ai 14 anni aveva fatto in casa insieme alle amiche e ad altri ragazzini, una serie di smorfie, saluti, giochi e cazzeggi. Quasi in fondo trovò una cosa un po’ diversa, un vero e proprio spettacolino televisivo: la camera fissa inquadrava le tende del salone in penombra, poi il lampadario si accendeva, partiva la musica dance sparata a manetta e tre ragazzine si scatenavano in un balletto tipo Veline. Al centro Martina, la più grande e già formata, brava, bella e maliziosa in hot pants e canottiera, ai lati sua figlia e la sua amica Silvietta, entrambe più imbranate ed infantili. Martina era l’unica con le curve già sviluppate e quel corpicino preannunciava la splendida ragazza che sarebbe poi diventata, provocante e sexy. Lino riguardò con interesse morboso il video associando le immagini di Martina adolescente con quelle di oggi ovvero la conturbante e intrigante diciottenne che ora al bar dell’angolo frequentava con disinvoltura sfrontati ragazzoni a bordo di Suv o potenti moto.
Uscito per qualche acquisto decise nel tornare verso casa di passare davanti a quel bar sperando di incontrare Martina ancora in balia delle morbose emozioni provocate dalle immagini di quel video. La riconobbe da lontano, un gran bel culetto fasciato da pantacollant, tettine e fianchi esaltati dalla magliettina leggera, nell’avvicinarsi lei lo salutò, lasciò il tavolo dei ragazzoni perditempo per andargli incontro con un gran sorriso spontaneo, fermandosi a fare quattro chiacchiere con lui. Lino la guardava con rinnovato interesse, vedeva la sensuale e sfrontata ragazza di oggi e non più l’allegra adolescente con le tette appena sbocciate così la sua vogliosa attenzione non sfuggì alla smaliziata ragazza.
‘Grazie per tutti questi complimenti Lino … mi fai arrossire ‘ certo ne sono passati di anni da quando ero l’amichetta di tua figlia ” disse con maliziosa ingenuità Martina e Lino per giustificarsi rispose:
‘Stamattina mi sono messo a copiare vecchi filmini sul pc e ne ho trovato uno che non avevo mai visto dove tu, Silvietta e mia figlia intorno ai 14 anni ballavate imitando le veline, eravate bellissime mentre vi agitavate ammiccando come smaliziate show girl’
‘ Ma dai, sai come ero ridicola! ‘ chissà come mi vergognerei nel rivedermi …’ e Lino la interruppe:
‘ No in quel video sei stupenda, spigliata e intrigante, di una bellezza acerba ma già allora irresistibile’
‘ Allora me lo devi far vedere, anche io non ho mai visto quel video, sono curiosissima, magari me lo fai copiare anche’
‘ Certo vieni quando vuoi, se hai tempo e voglia oggi pomeriggio io sono a casa da solo che Camilla e la figliola sono dalla nonna ‘ concluse Lino che poi, dopo un bacetto di saluto, si avviò verso casa ancora più turbato.
Aveva da poco ripreso a scannerizzare vecchie foto quando senti il campanello suonare, aprendo aperto si trovò davanti Martina sorridente che entrando lo salutò con il suo solito irrefrenabile slancio. Si accomodarono nello studio dove Lino la fece sedere davanti al pc mentre lui rimase in piedi dietro di lei approfittandone per sbirciare le sue tettine dall’alto sotto la magliettina. Un click del mouse e il video partì riportando entrambi con la memoria a 4 anni prima, con Martina scatenata che insegnava a delle ingenue ragazzine le mosse di danza più sexy.
Martina era molto coinvolta da quel viaggio nei ricordi, l’età in cui aveva scoperto di essere desiderata da tutti, allora le piaceva veder sbavare ragazzi ed adulti per le sue cosce o per le tettine acerbe, si ricordava bene che in quel periodo aveva provocato ripetutamente anche Lino.
‘Lino ti ricordi? Qualche anno fa io mi mettevo a sedere sulle tue ginocchia, tu invece cercavi di evitare e ti alzavi subito, eri sempre imbarazzatissimo vicino a me!’
‘E per forza’ rispose Lino ‘eri una ragazzina di 14 anni ma già abbastanza donna. Io non potevo certo cominciare ad accarezzarti e toccarti ovunque così preferivo alzarmi ed allontanarmi’
‘Ti confesso che lo facevo apposta, mi piaceva già allora provocare gli uomini adulti e poi mandarli in bianco, io ero sicura che anche tu come tutti gli altri non avresti resistito, credevo che mi saresti saltato addosso e invece hai tenuto duro’ disse Martina mentre accarezzava una mano di Lino.
‘E già, ma non sai quanto è stato difficile per me resistere”
‘Ma ora sono maggiorenne ‘ possiamo riprendere da dove abbiamo interrotto… dai mettiti seduto che mi siedo sulle tue ginocchia’
Lino confuso e arrapato non si lasciò pregare, la fece sedere in modo che il culetto poggiasse direttamente sopra il suo pacco, la abbracciò alla vita cominciando subito ad accarezzarle il pancino.
Lei si muoveva sinuosamente sopra di lui, si strusciava incoraggiando la mano di Lino ad avventurarsi sotto la magliettina ed arrivare alle tettine libere senza reggiseno. Nonostante i pantacollant Lino sentiva le chiappette sode di lei sopra il suo cazzo che si era già risvegliato mentre con l’altra mano esplorava tra le cosce e il monte di Venere.
‘Mi hai fatto venir voglia di ripetere oggi quel balletto da aspiranti veline, nel frattempo sono migliorata moltissimo, faccio spesso la cubista in discoteca e ho fatto già diversi provini per la tv’
‘Vuoi proprio farmi arrapare eh! Allora rifacciamo così: oggi registriamo un video simile a quello di qualche anno fa, ma tu dovrai recitare a fare la ragazzina piccola, comportarti come allora’
Martina dopo aver cercato la stessa musica tra i loro vecchi cd, si tolse i pantacollant rimanendo in magliettina e perizoma scalza sul tappeto davanti alla stessa tenda del salone pronta a scatenarsi non appena Lino finiva di sistemare la telecamera sul cavalletto, avviava la musica e accendeva la luce alta.
Ballava sensuale e provocante accarezzandosi le tettine, mostrandole ogni tanto alzando per pochi secondi la magliettina, si piegava ostentando il culo coperto solo da un perizoma microscopico e incitando Lino con i gesti di mani e lingua che mimavano ogni possibile oscenità.
Lino dopo essersi accarezzato ripetutamente il pacco non resisteva più, si spogliò completamente e si avvicinò cercando subito di appoggiare il cazzo tra le chiappe di lei. Oramai era appiccicato dietro di lei, il cazzo eretto compresso sulla schiena, con una mano racchiudeva la tettina rimasta acerba come anni prima, con l’altra mano esplorava tra le cosce e la fica che essendo completamente depilata lo aiutava nell’immaginare Martina ancora come una innocente adolescente. Seguendo quel sogno prese a baciarle le tettine, a succhiare i capezzoli poi scese ad insinuare la lingua tra le cosce e la fica.
‘Ecco, siii, sei ancora una ragazzina delle medie ingenua ma curiosa del sesso, ora io ti insegnerò come si fa l’amore come gli adulti’
‘ Si dai tu sarai lo zio che insegna alla sua nipotina il sesso, dai ”
Lino cominciò a ripassare tutti i punti sensibili della ragazzina, prima con le mani poi con la bocca e la lingua, esplorando via via i capezzoli, la vagina, il clitoride e perfino il buco del culo. La ragazza rimasta in piedi piegandosi nel modo giusto ad ogni sua richiesta, partecipava con piacere a quel gioco, provocandolo ripetutamente con innocenti volgarità:
‘ Voglio farlo anch’io a te, voglio leccarti il cazzo e i coglioni e poi infilarti i miei ditini nel buco del tuo culetto.’
Lui allora si allungò sul tappeto e la incoraggiò a stendersi facendola salire sopra di lui e quel 69 consentiva ad entrambi di regalarsi reciprocamente infinito piacere fino ad impazzire.
‘Ora ti insegnerò a fare l’amore come lo fanno i grandi’.’ fece stentoreo Lino.
‘ Nooo, quel tuo coso è troppo grande mi farai male, i miei amichetti di scuola ce l’hanno molto più piccolo, ho paura che mi sfondi, nooo’ rispose Martina imitando una voce infantile.
Ma Lino stette al gioco e ordinò:
‘Siediti sulla mia cappella poi fattelo entrare nella tua fichetta piano piano, un po’ alla volta ‘.’
Lei obbedì e un po’ alla volta se lo fece entrare tutto nella fichetta apparentemente adolescenziale ma in realtà già rotta ad ogni possibile penetrazione.
Dopo un po’ di quel dolce scopare a Lino scattò in mente un desiderio perverso, realizzò che aveva voglia di qualcosa più intenso, di più forte e di assai violento.
‘ Ora lo zio vuole punire la nipotina puttanella che si fa scopare da tutti quelli del bar. Adesso lo zio ti farà conoscere il sesso duro’
‘Nooo, ti prego,nooo, zietto perdonami non scoperò più con nessuno te lo giuro, non mi punire, nooo …’ rispose Martina rimanendo nel ruolo di innocente adolescente.
Ma Lino invece si scatenò davvero, la stese sul tappeto le allargò le cosce brutalmente e la penetrò di scatto fino in fondo facendola urlare a squarciagola. Poi dopo averla trombata in quella posizione volle sfondarla del tutto alzandole le gambe sino a portarle sulle sue spalle così da far entrare il suo cazzone tutto dentro, violento ed inesorabile come un maglio.
Non ancora sazio si alzò per andare a recuperare in bagno dell’olio lubrificante iniziando subito a lavorare con quello intorno al buco del suo culetto che sembrava davvero piccolo come quello di una bambina. Martina quando lui infilò il secondo dito nel culo si divincolò cercò di fuggire urlando:
‘ Basta,nooo non farlo ti prego, fermati zio, non sfondarmi il culo ”
Ma Lino sembrava un ossesso, prese un paio di cuscini del divano e la sbattè a forza sopra, piegata in modo da offrire il culetto a favore del suo cazzo ormai durissimo e ben lubrificato. Poi massaggiò ancora con le dita dilatandole per quanto possibile il buco del culo che penetrò senza preavviso facendola urlare a squarciagola più per dolore che per il piacere. Anche i successivi colpi violenti del suo cazzo furono inesorabili, mentre lui la sfondava senza pietà lei cercava di divincolarsi, urlava, ansimava non distinguendo più il confine tra il piacere e il dolore.
Quando Lino accellerò il ritmo e accentuò i colpi violenti che si infrangevano sulle chiappette il buco del culo di Martina era oramai del tutto sfondato e lei percepiva distintamente i fremiti che preannunciavano il prossimo arrivo dell’orgasmo di lui. Martina a sua volta cominciò a sditalinarsi la fica riuscendo a raggiungere l’orgasmo urlando come una forsennata subito dopo aver avvertito il calore dello sperma dentro il suo culo.
Lino in silenzio rimase alcuni secondi in estasi sopra di lei ,poi rotolò di lato sul tappeto trascinando con se lo splendido corpo di Martina che ancora gemeva e ansimava. Dopo tanta travolgente e brutale passione, entrambi sfiniti ma felici, si concedevano ora un momento di dolcezza abbandonandosi alle carezze ed ai baci che suggellarono quella scopata violenta, irresistibile e perversa.
Nel rialzarsi si ricordarono della telecamera accesa che aveva ripreso tutto, lei si vergognò ed ebbe paura che quel video potesse finire in mani sbagliate per cui chiese di cancellarlo. Lino resistette, cercò di convincerla ma davanti alle sue legittime resistenze stava per arrendersi, quando provò un ultima volta a convincerla avanzandole una disperata proposta indecente:
‘Ma se io ti facessi un regalo per tenermi quel video? Facciamo 200 euro ? ”
Martina, sempre in bolletta, non se lo fece ripetere due volte accettando quell’offerta con un bacio stampato sulla sua bocca, però lui impose una condizione : dovevano rivedere insieme quel video la prossima volta che Lino aveva la casa libera.

Il marito si confessa: i guardoni

Lino e Camilla si ritrovarono nel letto della villetta dove stavano trascorrendo le ferie, finalmente era tornata ad entrambi una certa voglia di sesso. Ben intenzionati ad evitare la solita e banale scopata coniugale venuta a noia dopo tanti anni di rapporti ripetitivi e prevedibili, per eccitarsi cominciarono a giocare con la gelosia, alludendo a tradimenti veri o presunti. Lino sentendo vicino il corpo di lei cominciava ad arraparsi quindi cercava di infilare un paio di dita tra le sue chiappe e volendo qualcosa di più hot, chiese a Camilla:
‘Dai raccontami una storia di quando mi hai messo le corna, di una volta che hai fatto sesso con un altro, ti ricordi due settimane fa? E’ stato bellissimo, che gran scopata ci siamo fatti mentre mi raccontavi come fai la troietta con quello dei surgelati, eh, stupenda come poche altre volte!’, ma Camilla prontamente rispose:
‘E no eh! stasera tocca a te, ora sei tu che devi raccontami una delle tue storie da gran porco con le puttanone che ti scopi. Stasera tocca a te, poi la prossima volta ti racconterò di nuovo io una storia che ti lascerà senza parole!’
Incassato il colpo, dopo averci pensato un po’, Lino cominciò a raccontarle una storia accaduta pochi mesi prima, mentre intanto continuava a tormentarle un capezzolo divenuto oramai turgido e sensibile:

‘Come ti ricorderai un anno fa Mariella, la mia segretaria, ha avuto seri problemi di salute per cui si è dovuta assentare per diversi mesi, al suo posto mi hanno mandato una precaria, Sara, una laureata di 26 anni ambiziosa e smaliziata oltre che bonazza.
Nonostante fosse fidanzatissima con uno gelosissimo che la veniva a prendere tutti giorni all’uscita dal lavoro, lei vestiva sempre in modo da mettere in mostra il bel culetto e le abbondanti tette, almeno una 4^ misura.
Avendo saputo che la conferma del suo contratto dipendeva dal mio giudizio cominciò subito a farmi la moina, a prendersi molte confidenze, a darmi un bacetto di saluto all’arrivo e in uscita, a chiedermi di pranzare insieme, a cercare un contatto apparentemente casuale tra i nostri corpi in ufficio ed in ascensore.
Furba come era aveva capito che avevo un debole per le sue tettone, così con i primi caldi aumentò la profondità delle scollature che poi lei valorizzava ulteriormente piegandosi in avanti sulla mia scrivania col pretesto di passarmi un raccoglitore oppure per porgermi una lettera. Risultato: io guardavo le tette e i capezzoli mi arrapavo poi distratto facevo molti errori sul lavoro!
Una sera poco prima della fine dell’orario di lavoro, mentre il fidanzato che l’aspettava di sotto già la tartassava di telefonate per sollecitarla ad uscire, si avvicinò al mio fianco fino a toccarmi mentre ero seduto alla scrivania, piegandosi poi per indicarmi una clausola di un contratto ma iniziando contemporaneamente a strusciare una tetta sulla mia spalla oltre ad inebriarmi col suo profumo.
Io, stando seduto, mi giravo ogni tanto, approfittando della camicia sollevata sulla schiena per guardarle il culetto stretto nei pantacollant quasi trasparenti, finchè non mi trattenni più.
Poco dopo infatti, approfittando di una battuta un po’ spinta e del conseguente momento di cameratesca ilarità, le appoggiai mano sulla chiappe ed iniziai ad accarezzarle il culo. Lei non solo non si scostò ma anzi accompagnò le mie carezze impertinenti con una leggera roteazione del bacino rendendo la cosa ancor più eccitante’.

Camilla sembrava molto presa dal racconto sia perchè Lino mentre raccontava aveva preso ad accarezzarle il culo, sia perchè quella storia di sesso in ufficio le ricordava una situazione che lei aveva vissuto in prima persona.
‘A te Camilla, è mai capitato sul lavoro che qualcuno ti toccasse il culo? ‘ e lei rispose
‘Chissà ‘ forse ‘ ma stasera tocca a te raccontare ‘ delle mie zozzerie in ufficio ne parleremo un altra volta … forse ‘ e Lino sospirando concluse:
‘Chissà quante ne avete combinate nel suo ufficio te e l’Ing. Proietti! ‘. Poi riprese il racconto:

‘Come ti dicevo stavo tastando il culo di Sara per cui lei cominciava ad eccitarsi così io mi alzai per abbracciarla, la baciai, poi cominciò la ricerca delle mani sui corpi fin quando sul più bello le squillò di nuovo il cellulare. ‘
‘Oddio ancora lui, devo andare il mio fidanzato mi aspetta, scusami, poi domani proseguiamo’. Il giorno dopo mi raccontò che il fidanzato sospettava di una storia tra noi perchè lei le aveva parlato molto di me, forse esagerando, di quanto ero autorevole ed importante nell’azienda e che la sua riconferma dipendeva da me. Mi raccontò pure che il giorno prima uscita dall’ ufficio tutta eccitata e bagnata aveva chiesto al suo fidanzato di andare subito a scopare in macchina in pineta e li era venuta più volte ripensando ai nostri abbracci bollenti.
Io a quel punto ero arrapatissimo, le proposi di saltare il pranzo e rimanere insieme nel mio ufficio col pretesto di aver tanto da lavorare. Così presa qualche precauzione, atteso il momento propizio, restando sempre molto guardinghi, ricominciammo ad abbracciarci e a toccarci poi lei si chinò maneggiò un po’ il mio cazzo quindi proseguì con un pompino che la paura di essere beccati rese ancor più eccitante. Baciai a lungo la sua bocca al sapore di sperma prima di ricomporci e tornare alle nostre normali attività ostentando con tutti i colleghi naturalezza e tranquillità, mentre dentro noi sembrava ribollire la lava di un vulcano.
Cercando di inventarmi qualcosa per stare insieme a lei qualche ora fuori dall’ufficio e farci una bella scopata in un posto tranquillo, mi ricordai dell’invito di un fornitore a visitare i loro impianti e ad assistere alla presentazione dei loro nuovi prodotti, convincendomi che avrei potuto portare anche Sara in qualità di mia Assistente così, se fossi riuscito ad evitare il pranzo di lavoro, ci saremmo a ritagliati un paio di ore per andarcene al Baltic Hotel a scopare.
Sfortunatamente però non riuscii ad evitare il pranzo e, nonostante avessi affrettato al massimo l’incontro, uscimmo dalla Ditta per tornarcene in ufficio con solo mezz’ora di anticipo, troppo poco per andare in albergo. Stavamo quindi tornando in macchina verso l’ufficio assai delusi quando all’improvviso a Sara venne un idea:
‘La vedi quella pineta laggiù? E li che andiamo a fare sesso in macchina col mio fidanzato ‘ che ne diresti di ” Io arrapatissimo accettai immediatamente quella proposta un po’ azzardata, nonostante che da molti anni non scopassi più in macchina e quindi temessi problemi o complicazioni.
Una volta sul posto, dopo aver parcheggiato in uno slargo circondato da siepi, non perdemmo tempo così, pur rimanendo vestiti, cominciammo a baciarci e toccarci ovunque. Appena il mio cazzo fu fuori dalla patta, oramai quasi dritto, lei cominciò a spompinarlo con arte.
Io ero rimasto seduto al posto guida e mi stavo godendo le sue grandi doti da pompinara quando vidi una sagoma umana agitarsi dietro una siepe, certamente un guardone. Allarmato avvisai subito lei che alzata la testa per guardarlo disse: ‘ non ti preoccupare se c’è qualche guardone, loro non sono pericolosi, anzi ‘ poi quello l’ho già visto ‘tranquillo’ e riprese a spompinarmi con maggior impegno mentre quell’uomo si avvicinava con lo sguardo voglioso e turpe fisso sui finestrini, toccandosi vistosamente il pacco.
Dopo il primo spavento la presenza del guardone, che intanto aveva cominciato a masturbarsi senza ritegno ad un paio di metri dall’auto, mi aumentò perversamente l’eccitazione per cui, volendo qualcosa di ancora più hot, invitai Sara a continuare il pompino stando in ginocchio sul sedile passeggero così io le avrei alzato la gonna, messo un dito nel culo a tutto beneficio del guardone arrapato.
Poi lei volle iniziare a scopare e sempre rimanendo in ginocchio ma reclinando il sedile indietro si mise a pecorina dopo aver liberato le tettone dalla camicetta e dal reggiseno. Io scavalcai cambio e freno a mano per mettermi dietro di lei, cazzo di fuori dalla patta pronto a penetrarla.
A quel punto mi accorsi che i guardoni erano diventati due ed erano ancor più vicini, la cosa mi eccitò ancor di più così la penetrai di colpo, violentemente, attaccandomi con le mani alle sue tettone. Lei mi disse di stare attento perchè ero senza preservativo per cui dopo averla fatta venire con colpi di reni violenti e profondi tornai a sedermi al posto di guida invitandola a farmi sborrare con un ulteriore pompino.
Mentre io godevo del suo pompino i guardoni ammiravano il suo culo e la sua fica che lei oramai ostentava spudoratamente avendo capito che quel gioco mi eccitava da morire. Io le sborrai in bocca e lei inghiottì con naturalezza mentre prima uno e poi l’altro dei due guardoni schizzavano sperma sul finestrino passeggero, lasciandolo scolare a rivoli sui vetri a pochi centimetri dalle sue chiappe. Lei fece un ultimo provocatorio regalo ai due guardoni esibendosi come una troia verso il finestrino, massaggiandosi sia le tette che la fica mentre si rivestiva, guardandoli con sguardi infuocati di sfida mentre con la lingua ancora intrisa di sperma si leccava voluttuosamente le labbra.
Purtroppo era tardissimo per cui dovemmo ricomporci e rimetterci in strada in fretta per tornare in ufficio mentre eravamo ancora tutti tremanti ed eccitati per quella perversa ed esaltante scopata. Tornammo ancora una volta un paio di settimane dopo a scopare in quel posto tra i guardoni ma la perversa magia della situazione era in parte svanita, anche se fu comunque un gran bella scopata’

Camilla stava oramai tirando una sega a Lino che, mentre parlava, la stava sditalinando furiosamente tanto che prima lei e poi lui, mentre fantasticavano perversamente sui guardoni, si lasciarono andare ad un orgasmo intenso seguito da un lungo bacio.
Le uniche parole di Camilla prima di addormentarsi furono: ‘ Quando mi porterai anche a me a scopare tra i guardoni?’. La moglie si confessa: i militari in treno.

Durante le ferie Lino e Camilla avevano davvero ritrovato una discreta intesa sessuale e finalmente, dopo mesi di rare scopate frettolose, riprendevano a fare sesso con regolarità approfittando del relax, del maggior tempo a disposizione ‘ e dei rispettivi amanti lontani. I due tolleravano i reciproci tradimenti ma si erano impegnati a mantenere comportamenti apparentemente normali come quelli di una coppia affiatata
Quella sera nella camera matrimoniale della loro villetta al mare, mentre già cominciavano ad accarezzarsi, a Lino tornò la voglia di qualcosa di diverso e perverso, cioè raccontarsi e godere dei reciproci tradimenti, l’ultima volta era stato lui a raccontarle della scopata in pineta coi guardoni stasera toccava alla moglie. Così Camilla – che già stava iniziando a spompinare il suo pisellone – dopo averci pensato stacco la bocca dal suo cazzo e disse:
‘ Poi però non ti incazzarai vero, non è che dopo aver sentito la mia storia combini qualche casino e mi riempi di botte? La storia che sto per raccontarti è piuttosto pesante e sono curiosa di vedere come reagirai, se le corna ramificate ti fanno davvero arrapare o invece incazzare ‘
Poi iniziò il racconto partendo da quando, due anni prima, stava tornando a casa dopo alcuni giorni passati nella sua città natale per assistere la mamma malata.

‘Tornavo a casa con l’ultimo treno del sabato, l’ Eurostar delle 21,20, salendo sapevo già di trovarlo vuoto almeno fino a Bologna anche se lo strano criterio di prenotazione delle Ferrovie mi aveva riservato il posto vicino a due militari, gli unici passeggeri di tutto il vagone per il resto vuoto. Al mio arrivo i due possenti bersaglieri si presentarono educatamente e mi aiutarono a sistemare in alto i miei ingombranti bagagli. Mi resi conto, prima con imbarazzo che si trasformò poi in sfrontata provocazione, di aver esagerato nel vestire giovanile quando mi accorsi che i due sottufficiali si erano incantati a fissarmi tra le cosce e il pube dove i miei aderentissimi pantacollant lasciavano intuire le grandi labbra della vagina e persino il monte di venere. Eccitata dalla reazione dei due continuai nella provocazione mostrandogli subito – col pretesto di prendere qualcosa dalla valigia su in alto in punta di piedi – anche il mio lato ‘B’ dove il perizoma modello filo interdentale esaltava le mie abbondanti chiappe ben sostenute dai sottili pantaloni elasticizzati.’

Intanto sul lettone della villetta, mentre lei raccontava e gli massaggiava il cazzo, Lino commentava sottovoce: ‘ La solita troia eh… il tuo culo abbondante tutto da sfondare ‘ magari ti stavi già scaldando ”. Poi Camilla continuò il racconto:

‘Il treno intanto si era mosso dalla stazione, aveva lasciato la città ed ora filava veloce nel buio della campagna, mentre eravamo ancora solo noi tre in tutto il vagone.
I due mi raccontavano che tornavano dopo 4 mesi di Missione in Libano, vita disagiata, niente donne, tanto autoerotismo. Antimo non vedeva l’ora di avere tra le mani sua moglie per sfondarla, mentre Saro – il più tranquillo dei due – si era appena lasciato con la fidanzata per cui non aveva una donna ad aspettarlo.
Antimo, quello esuberante che sedeva al mio fianco, affermando di essere anche un chiromante dilettante mi aveva preso la mano e con il pretesto di leggermela la accarezzava teneramente sospirando, Saro invece seduto di fronte col pretesto assistere alla lettura della mano si era fatto timidamente avanti ma intanto il suo ginocchio sinistro si era intrufolato fra le mie gambe che io maliziosamente avevo divaricato per far spazio alla sua avanzata.
Quella vicinanza tra noi aveva già saturato l’atmosfera del vagone di eccitazione e di ormoni, io ero coinvolta dalle carezze sulla mano che si spingevano oramai al seno sinistro mentre il ginocchio insolente di Saro avanzava strofinandosi tra le mie cosce aprendo la strada alla sua manina vogliosa che dopo aver accarezzato la rotondità del ginocchio ora si spingeva più avanti.
Sapevo che avrei dovuto fermare quel gioco, cercavo la forza per dire basta o per alzarmi ma le loro parole suadenti, le loro carezze delicate mi avevano inchiodato al sedile ed oramai sentivo il calore impossessarsi di me. Intanto i due arrapatissimi proseguivano la loro esplorazione del mio corpo: la mano di Antimo aveva preso ad accarezzarmi roteando due dita sul mio vestito all’altezza del capezzolo indurendolo, mentre la mano destra di Saro si godeva l’interno delle mie cosce e oramai sfiorava la fica.
Io – oramai arrapatissima – non resistevo più, ma recuperando un minimo di determinazione trovai la forza – così di scatto senza pensarci su riuscii ad alzarmi per andare verso il bagno dove avrei cercato di scaricare in qualche modo quella sovraeccitazione.
Ancora sul corridoio mi voltai istintivamente e intercettando gli sguardi dei due ragazzoni che mi guardavano infoiati commisi la leggerezza di lasciarmi sfuggire un sorriso ed un cenno con la mano che voleva essere un saluto ma che a loro sembrò loro un invito a seguirmi. Infatti mentre entravo in bagno con la coda dell’occhio intravidi Antimo sopraggiungere che infilò un piede e bloccò la chiusura della porta forzando poi la mia debole resistenza per impedirgli di entrare.
Lui in silenzio senza tanti complimenti mi spinse in fondo al bagno, mi afferrò da dietro baciandomi sul collo e toccandomi ovunque, mi piegò la testa sul water puzzolente, mi abbassò i pantacollant e il tanga e dopo pochi secondi in cui mi ispezionò ruvidamente con le dita la fica e il buco del culo, si tirò fuori il cazzo che non era ancora del tutto duro ma che riuscì comunque ad infilarmi da dietro nella fica che già sbrodava di ogni umore.
Era brutale, con una mano mi teneva per la vita e mi tastava una tetta con l’altra mi tirava per i capelli con violenza e mi dava il ritmo della scopata, nonostante tutto mi piaceva da impazzire per cui dopo solo pochi colpi io ebbi un orgasmo irresistibile, dopodichè lui sfilò il suo cazzone divenuto turgido dalla mia fica mi spinse ad accucciarmi obbligandomi a spompinarlo sempre al ritmo imposto dalla sua mano che tirava i miei capelli.
In quel cesso sporco e maleodorante mi sentivo una puttana di strada, una di quelle zoccole dell’est che scopano sui treni per 20 euro, ma mi piaceva da impazzire, così quando lui mi sborrò in bocca io, dopo aver sputato lo sperma sul pavimento, tornai a leccarglielo e succhiarglielo con avidità mentre lui mi dava della puttana schifosa, della moglie zoccola e della lurida sgualdrina fin quando completamente sazio si staccò di scatto, si rimise dentro il cazzo e uscì lasciandomi ancora accucciata nel cesso puzzolente, proprio come fossi una puttana qualsiasi.’

Mentre Camilla raccontava Lino si stava arrapando al massimo, lei gli faceva un a lenta sega, lui le tormentava il clitoride con crescente intensità.
‘e si sei proprio una gran puttanai! Sono proprio fortunato ad avere una moglie troia come te… sei uno sballo di moglie’
‘Ma anche tu sei un bel maialone sai….’ rispose Camilla che poi prosegui il racconto:

‘Stavo uscendo dal bagno quando vidi Saro – l’altro militare, quello meno irruento – che si avvicinava alla porta del bagno credendo che fosse oramai il suo turno per scoparmi, ma la mia indecisione su cosa fare, se dargliela anche a lui o no fu superata dalla arrivo improvviso del Controllore che di la dalla porta a vetri aveva visto uscire Antimo, io che mi affacciavo e Saro che stava per entrare.
‘ Ci risiamo ancora puttane su questo treno, non se ne può più’ sbottò il Controllore.
Saro allora con coraggio fece la faccia feroce e fronteggiò duramente il Controllore, lo redarguì brutalmente finchè quello impaurito non lasciò perdere e se ne andò in un altro scompartimento.
Tornati a sedere ai nostri posti, io ero confusa ma ancora eccitata, e soprattutto volevo coccolarmi un po’ Saro che era stato così coraggioso, quindi dopo un primo bacio cominciammo a toccarci ovunque mentre Antimo si metteva sul corridoio a fare il palo per lasciarci fare in pace quello che volevamo.
Saro venne a sedere accanto a me, io lo spompinai un po’ per farglielo diventare duro poi mi tirai giù fin sotto il ginocchio i pantacollant e gli slip ancora bagnati e mentre lui stava seduto mi sedetti sul suo cazzo a smorzacandela. Il povero Saro era da troppo tempo a digiuno di sesso e mi sborrò dentro la fica dopo appena alcuni colpi mentre io che già avevo preso a sditalinarmi riuscii a venire insistendo forsennatamente solo poco dopo.’

‘ Che puttana che sei, proprio una troiona ‘ si vengo ‘ dai vieni anche tu …ora’ urlò Nino che aveva scansato la mano della moglie ora si segava con la sua mentre lei che era già vicina all’orgasmo dopo aver rivissuto quella storia eccitante urlò di piacere quando lui intensificò lo sditalinamento, poi si piegò e andò a succhiargli il cazzo che stava schizzando sperma.
Appena si riprese LIno l’accarezzò di nuovo e tornò sulla storia: ‘ Ma li hai più rivisti quei due?’
‘No, mi cercano sempre, mi mandano loro foto col cazzo dritto, mi chiedono le mie nude, mi scrivono che non hanno mai conosciuto una così troia, vorrebbero venire a trovarmi ma nonostante mi piacciano molto finora ho evitato di incontrarli’ rispose lei quasi giustificandosi, e lui concluse:
‘ E se una volta li invitassimo qui a casa nostra, magari ci esce una serata molto interessante no ‘ tu ti troveresti con tre cazzi insieme e io mi divertirei a vederti sfondare mentre vi faccio delle foto’.
Camilla ci pensò poi sottovoce si lasciò sfuggire:
‘Perchè no, una serata con tre veri maiali e io farei la troia per tutti ‘ mica male!’
La nipote inquieta

Solo in casa, la moglie Camilla dai parenti lontani, la figlia all’estero per lavoro oramai da tempo, Lino era riuscito ad organizzarsi un week end di tutto sesso con Lea, una vecchia fiamma con cui ciclicamente tornava a scopare. Lei era una bella quarantenne, bisex, appena uscita malconcia da una lunga storia d’amore lesbo così ora si era scatenata scopandosi tutti gli uomini che le capitavano a tiro quasi volesse recuperare una prolungata carenza di cazzo.
Lino aveva organizzato tutto con cura a casa sua a partire dalla scelta musicale , mentre conscio dei suoi limiti fisici – oramai aveva 55 anni – si era procurato una confezione di Cialis, meglio del Viagra perchè durava tutto il weekend, almeno un giorno e mezzo di cazzo duro come il marmo, una cosa da far impazzire anche la donna più esigente.
Si erano già accomodati nell’ampio salone, sul tv una lunga play list di video musicali lounge molti dei quali con immagini allusive a rapporti lesbo così, già all primo flute di prosecco, si stavano già baciando sensualmente abbandonati sul divano.
Dopo una telefonata inaspettata Lea gli annunciò che doveva rinunciare alla nottata hot così Lino – un po’ deluso – decise di concentrare tutte le sue energie erotiche in quel pomeriggio, quindi, terminata la prima sofisticata e delicata scopata prolungatasi per oltre mezz’ora, appena dopo una breve pausa, avevano già ripreso a toccarsi teneramente e mentre sorseggiavano un altro prosecco e a lui gli stava di nuovo tornando duro.
Stavolta Lea prese l’iniziativa, aveva avvisato in anticipo Lino che gli avrebbe fatto provare qualcosa di insolito e di paradisiaco, per farlo si era organizzata portando con se una borsa misteriosa che ora stava appoggiata accanto al divano .
Lei lo guidò in un ballo sensuale sulle note di Buddha bar assai coinvolgenti, lo riempì di baci ovunque e pretese altrettanto da lui, lo fece distendere sul divano, estrasse dalla borsa una scatola contenente dildo di diverse dimensioni che lubrificò, ne consegnò uno a Lino quindi si distese sopra di lui a 69 con in mano il dildo più piccolo.
Lino, seppur inizialmente riluttante, accettò dopo una accurata preparazione fatta da Lea di essere penetrato nel suo culetto vergine con il dildo più piccolo mentre contemporaneamente lei gli faceva un pompino e lui all’altro capo del 69 la penetrava infiladole il grosso giocattolo nella fica e intanto le succhiava il clitoride. Mentre lui impazziva dal piacere costretto a trattenersi per non sborrare, Mariella invece si lasciò andare di nuovo al piacere di tutte quelle sollecitazioni raggiungendo una seconda volta l’orgasmo.
Lei, oramai scatenatissima, riprese immediatamente l’iniziativa, voleva replicare con lui – per quanto possibile – alcuni i giochi erotici lesbo che faceva con la sua ex fidanzata, per questo lo fece mettere sdraiato sul divano, gambe all’aria ma con il culo rialzato appoggiato sul bracciolo del divano con l’intenzione di incularselo con lo ‘strap-on’ che aveva appena indossato.
Lino da quella scomoda posizione cominciò a masturbarsi godendo del dolore crescente provocato da lei che iniziava a penetrarlo nel buco del culo, affondando e stantuffando con ritmo crescente, spingendo sempre di più, incitandolo con frasi volgari a godere mentre glielo sfondava senza pietà.
Sebbene molto coinvolto in quella dolorosa ma piacevolissima inculata bisex, Lino con la coda dell’occhio notò qualcuno che li spiava accucciato sulla scala a chiocciola che portava al miniappartamento ricavato nel superattico..
Dopo la prima reazione di sorpresa, realizzò che a spiarli era la nipote Lara – venuta a studiare in città e ospitata nell’appartamentino al superattico lasciato libero dalla figlia-, così decise di far finta di niente, godersi a pieno quella inculata così trasgressiva e così travolgente, rimandando ai giorni seguenti il chiarimento con la giovane nipote guardona.
Mentre Lea lo faceva godere sempre più per quel grosso dildo che gli sfondava il culo, mentre lei spingeva dentro sempre più violentemente con lo strap-on, Paolo accelerò la sua sega fissando l’eccitatissima espressione del volto di Lea reso furioso e perfino truce da quello sforzo trasgressivo.
Prolungò per quanto possibile quel momento poi si lasciò andare arrivando ben presto a sborrare, schizzando sperma sulla sua pancia che poi la lingua di lei si incarico di raccogliere e gustare.
Lei dopo essersi sfilata dal culo martoriato di Lino, dopo aver succhiato tutta la sborra si slacciò lo strap-on e si abbandonò distesa a cosce aperte sul divano sparandosi un furioso ditalino, urlando insulti volgari alla sua ex fidanzata fino a raggiungere un orgasmo rabbioso.

Al termine della piacevole cenetta romantica con Mariella, poco prima di alzarsi per riaccompagnarla a casa, Lino si ricordò del problema della nipote che li aveva spiati, provò ai risolvere con un sms ‘Fai colazione insieme a me domattina, cappuccino con panna e cornetti caldi?’ dopo poco arrivò la risposta di Sara: ‘ok 9,30’.
Il mattino dopo Sara scese la scala a chiocciola dell’appartamentino puntuale richiamata dal profumo di brioche appena sfornate che pervadeva la casa. Indossava una tshirt senza reggiseno che evidenziava i capezzoli e un paio di pantaloncini da notte praticamente trasparenti quindi inevitabilmente Lino ancora sotto effetto Cialis tornò ad arraparsi.
Mentre facevano colazione Lino affrontò subito la questione:
‘Ieri mi hai beccato in quella situazione particolare con la mia amica ‘ehmmm ‘ sono certo che sarai discreta con tutti ‘ non solo con mia moglie ‘ capisci che scandalo sarebbe…’
‘Stai sicuro zio, non ti preoccupare per il mio silenzio, contaci … invece sai che sono stata molto colpita da voi due che facevate sesso in quel modo sorprendente ‘ eravate molto eccitanti ‘ davvero bellissimi da vedere ‘ molto sexy … mi sono fermata a guardarvi a lungo ‘ sai ho fatto anche un video con l’Iphone ‘ poi magari lo vediamo insieme se vuoi ‘ magari mi togli anche qualche curiosità’.
Scaricato il filmato decisero di vederlo col pc collegato all tv grande, seduti sullo stesso divano dove Lino e Lea avevano scopato alla grande. Ma Lino ora non stava ripensando alle scopate trasgressive del giorno prima, si era invece fissato a guardare tra le trasparenze dei calzoncini intravedendo la peluria e le labbra della fica della giovane nipotei.
Sin dalle prime immagine malferme e lontane del filmato da cellulare Lea si era lasciata andare a valutazioni hot:
‘Che belli voi due che scopate ‘ zio sembri un macho esperto, un attore di film porno ‘ poi lei è deliziosa vorrei essere io tra le sue braccia ‘ guarda come si gode il tuo cazzone quella ‘ lo sai che mi sono anche toccata godendo molto pensando a voi due .’ e Lino, a cui era già partita l’erezione, commentò:
‘ Hai ragione, si fa sempre un sesso speciale con Lea, sesso estremo e trasgressivo come solo una bisex sa fare ‘ ti piacerebbe ehhh ‘ si vede ‘ se vuoi magari te la faccio conoscere ‘ così proverai un super ditalino fatto dalle due mani e dalla sua lingua …’
‘Sai zio sono stanca delle solite scopate con i miei coetanei, me ne sono fatti tanti e oramai sembrano tutti uguali, invece con voi uomini maturi o con una bisex dovrebbe essere il paradiso…si vorrei provare con la tua amica, magari’
‘Ti farò conoscere la mia amica sono certo che vi divertirete, magari mi fate assistere anche a me che non lo ho mai fatto ‘ l’ ho chiesto a Lea tante volte ma mi ha detto che è difficilissimo per un uomo intrufolarsi in un coppia lesbo ‘ ma intanto puoi provare con me …’
Lino ora non resisteva più così cominciò ad accarezzare Lara tra le gambe insinuandosi facilmente sotto i calzoncini trasparenti, lei divaricò le cosce e lasciò che lo zio la sditalinasse delicatamente mentre continuavano a vedere il filmato da cellulare che ora mostrava Lea che si inculava Lino con lo strap-on.
Lara ora voleva scopare quindi chiese allo zio di mettere lo stesso video musicale del giorno prima, fece alzare in piedi lo zio, lo spogliò tra carezze baci, poi invitò Lino a fare altrettanto con lei.
Il bel cazzone di Lino – duro come non mai – ora veniva delicatamente succhiato dalla giovane che pretese poi di proseguire distesi ma a 69 dopo aver recuperato due spazzole in bagno da usare come dildo.
Stavano ripetendo il copione del giorno prima con maggiore passione ed intensità anche se privi della abilità e della esperienza di Lea. A Lino piaceva molto quella situazione trasgressiva con la giovanissima nipote, la sua freschezza e il suo slancio gli procuravano sensazioni molto più intense e coinvolgenti di quelle vissute il giorno prima con l’amica più esperta.
Dopo la prima scopata si ripresero lentamente, lui un po’ scarico di eros nonostante il pisellone mantenuto duro dal Cialis decise di modificare leggermente lo schema della seconda scopata con Lea per cui mise la ragazza sul divano nella stessa posizione in cui lui il giorno prima era stato rudemente inculato con lo strap-on da Lea.
Ora Lara stava sul divano a gambe all’aria, il culo rialzato sul bracciolo, si masturbava tra il clitoride e la fica con l’aiuto del manico di una spazzola, lui invece una volta lubrificatosi il cazzone si stava avvicinando minaccioso al piccolo buco del culo di lei.
Dopo aver preparato il giovane buchetto infilandoci un paio di dita ben lubrificate gli fece entrare senza sforzo la cappella e poi inaspettatamente la sfondò infilandoglielo brutalmente quasi tutto dentro. Lei lanciò un urlo ma contemporaneamente accelerò il suo ditalino infilandosi contemporaneamente tutto il manico di spazzola nella fica.
Lino continuò ad affondare il suo cazzo in quel piccolo e delizioso culetto godendo delle contrazione e degli spasmi di lei che oramai aveva cominciato ad urlare ed ansimare senza freni col risultato di far scatenare in Lino una brutalità inaspettata che sfogò affondando le unghia sulle cosce di lei mentre la sfondava senza pietà..
Appena lei annunciò l’arrivo del nuovo orgasmo intensificando i sussulti e gli spasmi anche lui si lasciò andare ad un piacere violento sborrandole nel culo dopo un ultimo e più feroce colpo di reni che la squarciò dentro.
Mentre lo sperma le colava dal suo culo dolorante, Lara ancora gemeva e sussultava di piacere, intanto lo zio si affiancava a lei sul divano accarezzandola teneramente mentre riprendeva fiato. Passarono ancora diversi minuti prima che i due riprendessero coscienza e realizzassero che dopo quella follia ora dovevano tornare a comportarsi come zio e nipote.

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