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Racconti Erotici Etero

Una richiesta indecente

By 7 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

UNA RICHIESTA INDECENTE
Avevo perso, per poco, l’eurostar per Firenze, maledizione…! Appena un minuto di ritardo.., e via, il treno partito in perfetto orario, cosa fare? Mi informo e mi dicono che il prossimo stà alle 12,45, diamine…, sono le 09,50, cosa faccio tutto stò tempo in stazione? Chiedo ad un ferroviere, se c’è qualche alternativa, costui consulta l’orario e mi dice che alle 10,20 c’è un intercity per Milano, che ferma anche a Firenze. Bene, rinuncio all’eurostar e prendo il treno indicatomi, mi accomodo in prima classe aspetto la partenza. In treno, passeggio nel corridoio della vettura e mi accorgo di essere praticamente sola, eccetto un signore giovane seduto in un’altro compartimento. Questo, non mi rattrista e neanche mi entusiasma, resta il fatto di come passare tutto questo tempo. Dopo un po di lettura, ripasso nel corridoio, e c’è sempre lui, uno sui trenta anni, bruno con gli occhiali, intento sul suo portatile, penso per lavoro, da come è vestito sembra un agente di borsa, o un libero professionista. Al mio passaggio, non mi degna neppure di uno sguardo, talmente attaccato al pc, ritorno a sedermi, e comincio a pensare. Bee…, un uomo e una donna soli su di un treno.., chissà quante cose potrebbero fare, mi montava pian pianino una certa eccitazione nell’immaginare quale trasgressione potesse aver luogo. Mi considero una bella donna, piacente e affabile, quindi non da rifiutare, chissà cosa avrei dato per subire lì sul quel treno una spietata corte da parte di quel sconosciuto. Ma lui stava seduto là, e non si preoccupava minimamente che lì ci stavo anch’io, penso che devo inventarmi qualcosa se voglio fare amicizia con lui, ma cosa? Delle solite cose, tipo “mi fa accendere” o la richiesta di una finta informazione, magari sedermi di fronte a lui e mostrargli le cosce nell’accavallamento delle gambe, non mi andava, pensavo a qualcosa di più forte…, di impatto mentalmente violento e inequivocabile. Lo immaginavo uno pieno di se, sicuro, freddo e distaccato, non facile da attaccare bottone, perciò mi dissi: – coraggio Norma fai la puttana nel modo più squallido possibile…, tanto ci stà o meno che ti importa chi lo conosce…! Tenevo sotto la gonna, una mutandina nera velata, piccolina e trasparente, e ci avevo messo anche il salvaslip, pensando di stare fuori tutta la giornata, per non rovinarla e macchiarla. Bene, mi rincuorai, decisa a importunare quel gentiluomo indaffarato, prima mi tolsi il salvaslip dalla mutanda, e lo poggiai senza piegarlo sul tavolinetto, nella segreta speranza che qualcuno lo notasse e lo annusasse cogliendo e inalando i miei afrodisiaci umori vaginali. Aprii la porta del compartimento dello sconosciuto, entrai e la richiusi dietro di me, soave e sorridente, con voce ferma e decisa chiesi: – Mi scusi, signore, posso chiederle una cosa? – Lui, mi guardò da capo a piedi in un attimo, poi chinò la testa sul piccolo monitor e disse: – Prego, dica pure! Io, impudica come mai: – Me lo metterebbe nel culo…? Fissandolo intensamente, notai che si fermò di colpo, sorpreso e incredulo, ma ancora piuttosto flemmatico, si tolse lentamente gli occhiali da vista, mi guardò e disse: – Glielo ha ordinato il medico…, mi sembra una richiesta molto stravagante..! Io: – No…, solo che ho voglia di prenderlo lì….! Un po impacciato, ma comunque padrone di se replicò: – Mi sembra una signora per bene.., non una professionista.., sà…! Appunto, replicai, aggiungendo di non essere una prostituta. Lui, seduto e certamente turbato, io in piedi, scrutando ogni suo movimento, attimi di silenzi e di forte imbarazzo per entrambi, poi con un leggero sorriso di sapore ironico, mi invitò: – Si sieda signora…, io mi chiamo Daniel.., e lei..? Sono Norma, accogliendo l’invito, mi sedetti tenendo le gambe strette ed unite e continuando a guardarlo con insistenza con forte imbarazzo da parte di lui. Ma davvero, vuole prenderlo….., in quel posto.? Mi disse guardandomi negli occhi! Io – chinando la testa, per finto pudore: – Mi piacerebbe…, sà, aggiungendo, mio marito non me lo mette mai.., e a me è montata una voglia…! – E col primo che incontra, poi..! – Si certo, con uno sconosciuto è meno problematico, sà…! – Non vuole problemi, una botta e via.., chi s’è visto s’è visto! – E sì…, allora me lo mette…? – Calma Norma, come minimo dovrei eccitarmi, la sua richiesta è giunta a…, come si dice a freddo.., faccia qualcosa…, è una bella donna, lo sà.., no…! Non aspettavo altro, cambiai espressione, più dolce, suadente, accattivante e molto maliziosa, alzai i piedi da terra con le scarpe coi tacchi alti, e li misi sul sedile, facendo leva alzai il sedere quel tanto per sfilarmi la mutandina. La tolsi lentamente, mentre lui di fronte guardava estasiato, dopo averla sfilata, la strofinai un po sulla passerina già umida e eccitata, poi, con garbo e tanta dolcezza gliela porsi, allungando il braccio. Lui pronto, e con fare da gran signore la prese e la portò al naso fissandomi intensamente, la annusò e socchiuse gli occhi, io compiaciuta chiesi: – Le piace il mio “profumo”? – Sì.., certo è un profumo delicato e forte…, foriero di una femminilità eccezionale….! Aprì gli occhi e mi sorrise, io, allargai le cosce, e gli mostrai la fica, misi il dito medio in bocca, lo insalivai languidamente e poi scesi giù, tra le labbra pulsanti della passerina a carezzarmi l’orifizio della vagina e il “grilletto”. Lui, si aprì garbatamente la patta dei pantaloni e con la mano vi introdusse dentro la mia mutandina, la strinse attorno al suo cazzo che ancora non vedevo, poi la estrasse e di colpo mi apparve il suo uccello in erezione avvolto dal mio slip. Prese la mia mutandina pregna anche dei suoi umori e me la porse, io la presi e la annusai, – Che buon odore esclamai…, aspro e penetrante…, proprio da vero maschio..! Presi l’intimo e lo intrufolai per un po tra le labbra della fica fino a farmene entrare un bel po dentro la vagina, e cominciai a menarmi la fica, che avendo le cosce aperte si mostrava in tutto il suo splendore, mentre lui si masturbava il cazzo facendolo venir sù, bello turgido e duro. Un bel cazzo, pieno e prepotente, non superdotato, ma di valore senz’altro. Rimanemmo un po a scrutarci mentre ci masturbavamo, incrociando gli occhi, quando non fissavano i nostri genitali, poi lui fece la prima mossa. Si alzò e si chinò tra le mie cosce, che intanto avevo aperto di più per meglio accoglierlo, cominciò a baciarmi dal ginocchio in sù, risalendo la china fino all’inguine, coi denti afferrò l’intimo fradicio degli umori di entrambi, e lo estrasse dalla vagina, lo prese con la mano e lo posò definitivamente sul tavolino. Cominciò una leccata di fica, a dir poco favolosa, quella lingua, ora saettante e audace, poi grossa e corposa intrufolarsi dentro di me a raspare i continui e incessanti umori che le pareti della mia vagina secernevano in continuazione. Quella avida bocca di un perfetto sconosciuto, non risparmiò nulla, dappertutto mi baciò, e poi abilmente mi mise il dito nel culetto, molto gradito, accompagnandolo con lenti movimenti di roteazione, provocando in me uno sconquasso cerebrale, dal troppo piacere. Haaa…! Aperta e famelica lo distaccai da me garbatamente, lo feci sedere al suo posto, e stavolta io, mi alzai e posizionai tra le sue cosce. Lo presi in mano e lo ammirai prima di schioccare un sonoro bacio sulla turgida cappella. Chiusi gli occhi per meglio assaporare, apriì di poco le labbra della bocca solo per farmi entrare la punta, lasciando alla durezza del suo coriaceo cazzo, di farsi completo spazio dentro la mia avida bocca. Mi lasciai, con astuzia ed esperienza, deflorare la bocca, almeno è tale la sensazione, da quel gradito pezzo di carne ben fatto. Gli feci un bocchino al meglio della mia troiaggine e innata esperienza pompinara, che soddisfazione per me, i suoi gemiti di goduria e di apprezzamento, per la perfomance a cui lo sottoponevo. I filamenti di saliva, trasparenti e lucenti che si formavano ogni volta che mi fuoriusciva da bocca, parevano non spezzarsi mai, anzi sembravano molle in tiro pronte a risucchiare il cazzo nella calda, umida e accogliente cavità orale, così generosa e protettiva. Di quell’asta, turgida e calda mi feci esplorare ogni angolo della bocca, anche i più remoti, tra i denti e la guancia destra e viceversa, sotto e sopra la lingua, fino alla gola quasi a soffocarmi da sola. L’energia virtuosa e possente emanata dal cazzo, si propagava al cervello e da lì a tutto il corpo, la mia vagina si contraeva accostando e separando le pareti, in attesa di…, qualcosa, il buchetto del culo pulsava, ora chiudendosi stretto da non lasciar passare nemmeno un fiammifero, poi dilatandosi da accogliere “ospiti” di spessore, ero pronta…, lo volevo dentro di me..! Mi alzai sollevandomi appena la gonna, poggiandomi con le mani sulle robuste spalle, ridiscesi sul cazzo in attesa, che subito cercò e trovò la via della fica, da solo senza essere guidato, dapprima aprì le labbra e poi si “accomodò” dentro…, al calduccio, accolto “affettuosamente” dalla mia vagina. Mi distesi col culo sul bacino e sulle gambe rannicchiate, facendomelo entrare tutto dentro, riposizionai la gonna coprendomi le cosce in modo da apparire come una mogliettina seduta e vestita teneramente sulle gambe del marito. Ora viso contro viso, bocche che si cercano, labbra che si aprono lingue che si toccano, il bacio iniziò lento e sensuale, i profumi e gli aromi dei nostri genitali si fondevano assieme in un cocktail di sublime sapore afrodisiaco. Con gesti lenti e sinuosi del bacino, Daniel mi chiavava in fica e mi copriva di baci, staccatesi le labbra delle rispettive bocche, cercavano altri luoghi, le mie si posero sul lobo inferiore dell’orecchio sinistro, le sue sul mio lungo e sottile collo ricco di nervi, ricettori fini del piacere trasmesso. Ispezionai con la punta della lingua l’incavo dell’orecchio, cogliendo anche l’aspro e arcigno profumo del dopobarba, spalmato su di una pelle liscia e ben rasata, conferendo al volto un profilo marmoreo. Una sua mano, calda e secca al tatto, si insinuò sotto la coppa del reggiseno, avvolgendo quasi l’intera mammella, le dita premevano sulla tenera e burrosa carne, sprofondandoci dentro, solo il capezzolo durissimo e sensibile mi comunicava a modo suo, l’intenso benessere e la dolce condizione di soave piacere che tutta mi avvolgeva. Anche la mia mano, intrigante e affusolata cercò il petto dell’uomo incuneandosi tra un bottone e l’altro sotto la bianca camicia, torace villoso da vero maschio, la peluria morbida e delicata avvolgeva le lunghe e smaltate dita di una signora che sapeva apprezzare le cose buone della vita. Momenti di intensa complicità mista al piacere di stare bene assieme, uniti dalle bocche, dalle mani e soprattutto dai nostri genitali che “lavoravano” in sintonia e senza risparmio. Stò per venire, mi sussurrò all’orecchio, te lo tolgo dalla fica..? – Noo…, sono protetta, ho la spirale, vienimi dentro…! Di lì a poco schizzi di puro sperma, infuocati, si spegnevano contro le pareti della mia vagina, nello stesso istante, un’intenso orgasmo liberava, credo, una grande quantità di umori vaginali che si aggiungevano allo sperma dell’uomo. Il peso del mio corpo sui testicoli, fece sì che mi scaricasse tutto dentro fino all’ultima goccia, così il nostro sperma si unì insieme, formando una brodaglia calda e umida, lo strinsi forte a me con la testa sul mio seno materno, quasi a volerlo ringraziare di tutta quella gioia donatomi. Io scendo a Roma, mi disse, gli risposi che proseguivo per Firenze, si alzò mi baciò la mano dicendomi: – E’ stato un vero piacere incontrarla…! – E’ tutto mio gli risposi! Sull’uscio prima di scomparire, – Ehh…, senta, per la richiesta iniziale…, mi dispiace.., mi creda…! – Non si preoccupi, sarà per un’altra volta..! fiordinorma@virgilio.it
P.S. – Ci tengo a far sapere, che sono contenta che non me lo abbia messo nel culetto, perchè l’intensità e la qualità dell’unico orgasmo che ho avuto è ineguagliabile. Quando si fa l’amore con l’uomo giusto il vero piacere lo si ottiene solo con l’unico organo preposto: la fica.! La fica e la vagina, è carne viva ricca di terminali nervosi adatti a dare e prendere piacere allo stato puro, inoltre è stata creata appositamente per ricevere il cazzo del maschio, e quindi a trattarlo veramente bene. In fondo il culo, ovvero l’ano e la sua parte interna è solo un intestino, funzionalmente un tubo di scarico, un surrogato al piacere che per raggiungerlo comunque ti devi menare la passera. Lo sò che stuzzica la fantasia, (io ne sò qualcosa) è trasgressivo e promettente, ma credetemi un vero orgasmo vaginale ti svuota di tutta la tensione e lo stress accumulato, lasciandoti vuota e appagata, sazia di sesso anche per qualche giorno. Detto questo, quando mi và continuerò a prenderlo dietro, mi aiuta per altre cose.Mi piacerebbe confrontarmi coi lettori su questo argomento, in particolare le donne, che lo fanno e sono restie a parlarne. Un bacio Norma

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