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Racconti Erotici Etero

UNA SERATA COSì….

By 21 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

UNA SERATA.
Il viale di fronte all’albergo era lunghissimo e ancora immerso nella luce del tramonto. Gruppi di ragazzi e ragazze chiacchieravano allegri accanto ai chioschi dei gelati o alle pizzerie. Le auto passavano piano,coppie anziane a piedi si attardavano alle vetrine illuminate. Caff&egrave all’aperto,ristoranti. Poco più in là il mare. Rodolfo era sceso per mangiare qualcosa e tornare in camera a studiarsi le carte del processo,ma dopo la doccia,indugiando sui canali porno della tv al plasma dell’albergo,aveva scoperto di aver voglia di chiavare. Il suo cazzo si era indurito d’improvviso mentre aveva ancora l’accappatoio bianco con le due stelle ricamate e la sigla Grand Hotel Revex. Rodolfo se ne sorprese,ma subitò scacciò pensieri stupidi:&egrave vero,era lì per lavoro,ma era pur sempre un giovane di 35 anni,single,in forma,con sane voglie di sesso. Che male c’era? Così era sceso per strada voglioso di rimorchiare qualcuna.
Facile da dirsi,ma non da farsi. Era ancora presto(e il suo piano prevedeva anche una lunga e risposante dormita in vista dell’impegnativa giornata successiva in tribunale)e di donne in giro poche. Ragazzine e ultrasessantenni erano le uniche in vista . Nessuna quindi su cui puntare. Non conosceva la città. Mettersi a cercare locali adatti, sbattersela,rimorchiare,ecc. implicava tempo che non aveva.Puttane?era la soluzione migliore:facile e sbrigativa. Nessun impegno. Ma dove?a chi chiedere. Pensò a internet. Dopo un piatto d’insalata in un ristorante pulito vicino alla spiaggia,rientrò in camera e guardò un sito di escort. Nessuna passabile in città. Guardò ancora in altri siti. Una bella cubana a T. a venti kilometri da lì. Ma non aveva la macchina. Un taxi?lungaggini,visibilità. Lasciò perdere. Rinunciare?il cazzo di Rodolfo suggeriva(anzi implorava di no). Scese di nuovo a fare due passi per vedere se l’aria fresca gli avrebbe suggerito qualche idea o lo avrebbe spinto a rinunciare. Dopo qualche centinaio di metri,mentre stava per fermarsi a bere una birra in un bel locale(ma deserto)sul viale,gli venne in mente Lucya. Lucya era una tipa che si era scopato tre anni prima alla Comune di S.,un bel luogo sulle colline abruzzesi dove aveva trascorso un’estate con il suo vecchio amico Gillo. Era un posto per ex-sessantottini e giovani sfigati che giocavano a fare gli alternativi. Rodolfo e Gillo si erano sfondati dal buon cibo,pisolini rilassanti nei prati e chiavate notturne con mature signore di Roma e Milano,con universitarie in vena di spinelli e sano sesso e Gillo si era concesso anche un’ammucchiata con tre donne e quattro uomini,proprio la sera che Rodolfo aveva passato con Lucya. Lucya era l’unica persona che conosceva a M. era una quarantacinquenne con manie artistiche e modi da sofisticata di sinistra,piena di sé,ma quantomeno capace di divertirsi. Non era stata una scopata fenomenale e il ricordo era stato offuscato dalla disdetta di non aver partecipato all’orgia con l’amico(Gillo il giorno dopo gli aveva raccontato meraviglie:poppe,fiche,cazzi,pompini,sborrate,inculate e tutto il circo possibile..),ma ricordava che Lucya era una tipa classica:schizzinosa e aristocratica con atteggiamento però a paladina dei diritti di tutti e democratica,ma che una volta che si beccava un cazzo nella figa si scaldava come una zoccola da taverna. Glielo aveva consumato quella sera,prendendolo ovunque. Rodolfo non era in forma per giunta quella sera,ma scoparsi quella tardona infoiata lo aveva divertito.
Ma come contattare Lucya?
Gillo poteva avere il numero. Lo cercò,ma non rispondeva al telefono. Facile che fosse con la sua fidanzatina ebrea,Rachele,una ventenne che da qualche mese lo teneva a stecchetto:cena fuori,disco,sesso 3 volte al giorno per tutto il fine settimana. una goduria,sosteneva Gillo,ma anche impegnativo. Gli lasciò un messaggio sul cell.,ma non era non era detto chre sarebbe servito.
Di quella vacanza aveva mantenuto i contatti solo con Bruna,una cinquantenne lesbica che diregeva una rivista letteraria. Bruna era un donnone simpatico e per quanto avesse anche lei puzza sotto il naso stile Lucya,era una in gamba. Rodolfo le telefonò e lei,dopo i saluti e due chiacchiere,gli rimediò il numero di casa di Lucya. Telefonò ma non non la trovò in casa,solo la segreteria telefonica. ‘&egrave destino’,pensò Rodolfo. Stasera non si scopa!. Rientrò in albergo,convintosi di rimettersi a lavoro. Forse sarebbe stato anche meglio,la causa del giorno dopo era assai importante per il suo studio. Tuttavia il suo cazzo,non ancora arressosi,lo richiamò alla realtà. Pulsava ancora come un dannato. Telefonò di nuovo e questa volta lasciò un messaggio,saluti,baci e il suo numero. E poi? Pensava,mica &egrave detto che Lucya,dopo tre anni si ricordasse di lui. E poi,poteva essere diventata nel frattempo una cinquantenne sfatta,depressa,in preda a turbe e strafatta di ansiolitici dalla mattina alla sera. forse &egrave meglio il lavoro,pensava Rodolfo aprendo la porta della stanza d’albergo. E tu finiscila!intimò al cazzo. Ma non fece in tempo a riaprire la valigetta con le carte che il suo cell.squillò.
‘Rudy! Dolcezza,come stai?’strillava Lucya al telefono.
‘Oh,Lucya,una favola e te?’
‘Benino. Cio&egrave sono in una fase strana:rilassata ma anche dubbiosa. Faccio yoga. Dipingo. Di nuovo? Erano anni,te ho parlato,giusto?’
‘Sì,Lucyia,dunque stai ben’
‘Dipingere &egrave vita,Rudy. Che bello,sentirti. Ti sei sposato? Ti ho detto che mia figlia,Aly,non Sammy,si &egrave sposata? Un ragazzo del Kenia, un ingegnere,un bravo ragazzo’
‘No,sono ancora single e..
‘Sammy invece vive ancora con quel poliziotto. Un pazzo,un bipolare,sai che lo hanno sospeso due volte? Vessava dei rumeni,gli storceva soldi..Sammy &egrave una brava ragazza,ma così debole’e tu?
‘..ecco io,come ti dicevo mi trovo qui a M. per lavor..
‘Mi occupo anche di fotografia e faccio sempre teatro..che diamine! Non ci rinuncerei mai..neppure se perdessi la voce..diventerei mimo..il teatro &egrave vitale..ma dimmi di te,Rudy?che fai a M. ci vediamo per un th&egrave?
‘Ecco,brava,vediamoci,ho voglia di fare due chiacchiere mi sento solo qui a M.’
‘Oh,che bello Rodolfo! Ti mostrerò le mie creature,i miei quadri,e
‘Sarebbe perfetto Lucya,non vedo..
‘Fra mezz’ora da me! Ti ricordi dove abito?
‘No,non ricordo,ma posso prendere un tax(ma poi Rudy pensò che se fosse andato da lei avrebbe perso tempo e non voleva fare tardi quella notte)..ma ecco,accidenti,aspetto un importante fax dallo studio,lo manderanno qui in albergo,devo studiarlo,ecco(era la prima scusa che gli era passato per la testa,era un po’ debole,ma Lucya era troppo stupida per non bersela)..’
‘Oh,mi dispiace..allora domani?’
‘No,no,ora,subito! Cio&egrave:perché non vieni tu in albergo da me?un bicchiere di vino,due chiacchiere per ricordare i vecchi tempi e poi a nanna presto,domani devo essere in forma in aula..’
‘Io..io non saprei..Liv..la gatta &egrave malata..sai..e poi..non ho la macchina..io..
‘Prendi un taxi!pago io,vieni ho voglia di una voce amica che mi tenga compagnia stasera..sono un po’ triste Lucya..ecco..tu non sai..(inventava,ne aveva bisogno per smuovere quella pelandrona)..ma mi sono lasciato da poco..sono triste..faccio pensieri strani..mi sento così solo,Luc..’
‘Oh,piccino mio! No non fare così,sono qui con te! Ti mando vibrazioni positive?le senti! Ho un guro cinese che mi insegna a infondere forza col pensiero..le senti attraverso il telefono Rudy’?’
‘Certo Luc.ma se tu fossi qui..’
‘Oh,dolcezza,prendo un taxi e vengo,non temere ho un th&egrave calmante che fa al caso tuo..arrivo..’
Ecco,spicciati..che voglio scoparti..altro che calmante..pensava Rudy al cell.mentre quella riattaccava e si precipitava.
Rudy ordinò del vino e stuzzichini,smorzò le luci con la federa dei cuscini per gettare fumo negli occhi a quella stupidotta e quando Lucya arrivò fece la parte del cuore spezzato,del crocifisso per amore,del cornuto mollato dalla stronza insensibile di turno per il suo migliore amico’recitò per un’oretta la parte mentre lei si faceva cuore di mamma,parole comprensive e dolci,tenendolo al seno procace. Quindi Rudy passò all’azione. Le massaggiò i piedi e le fece un dolce solletico. Lei,perse subito il tono da zia comprensiva e si sentì presa da quel giovane che la trattava da regina. Lui le baciò i piedi lentamente,risalì con calma sulle gambe,la fece stendere,lei già era estasiata e si sentiva una diva di Hollywood,e continuò a baciarla con dolcezza,risalendo dolcemente la sentiva mugolare di piacere,se la immaginava già bagnata come una piscina. Lei infatti era eccitata,da mesi non scopava e si credeva di vivere un colpo di fortuna insperato. Quando l’avrebbe raccontato alla sua amica Giulia e alla sua dottoressa,Martina’lui le tolse le mutandine e affondò nel suo sesso che era molle e voglioso. Le leccò la figa a lungo,con grazia,con piacere,con voglia,con stile. Lei godeva,godeva,rapita e selvaggia,mugolava di piacere,mormorava un mantra di libido e sensi accecati. Rudy succhiava,leccava,mordeva. Le infilò due dita dentro,poi tre,poi quattro. Lei era aperta come una vacca. Lei era una vecchia vacca,ma sapeva godersela ancora,pensava lui. La prese davanti e godette nel vederla stringere i denti di lussuria e goduria e urlare di gioia,sbattuta al quel modo. Ma poi si fermò,la fece girare e la prese da dietro. Lei disse di no. ‘NO!!ti prego Rudy,NO!’ ma lui sapeva che era un sì,lo percepiva. La inculò,la prese con rabbia,deciso,crudele. La trapanò. La fece godere ancora,lei gridava di dolore ma anche di piacere,di dolore per il cazzo di lui nel culo,ma anche di piacere sublime e il piacere divenne più forte del dolore. Gridò. Gridò venendo.
Si tolse il preservativo e si distese sul letto. ‘Vuoi venire anche tu?’ chiese lei un filo di voce rotto dal respiro affannato. sconvolta in volto. Raggiante.
Sì.
Lei prese in bocca il cazzo di Rudy. Lo spompinò con stile,da vecchia baldracca che di cazzi ne aveva visti molti. Rudy godeva disteso sul letto,divertito,pensando che non c’era niente di meglio al mondo di un pompino ben fatto. Ma mentre si godeva il suo pompino sentì che Lucya armeggiava col suo buchetto. Ci passava un dito sopra. Dolce,leggiadra. Il dito attorno all’ano mentre spampinava. Rudy era teso,ma quel tocco lo eccitava,era gradevole. Lei smise di spampinare si ciucciò il dito mignolo lentamente,per bene,riprese in bocca il cazzo di lui e infilò il dito nel suo culo. Rudy strillò di dolore,ma passò subito. La combinazione pompino e dito nel culo,infatti,era micidiale,godeva. La sua erezione si fece ancora più forte,espandendosi nella bocca di lei che apprezzava’oh se le piaceva farsi quel cazzo giovane e al tempo deflorarlo con suo dito,tanto per far capire che lei era uan che ci stava ma non una puttana senza volontà come si immaginava quello stronzetto presuntuoso di avvocato lo fece venire quando volle lei,succhiandogli il cazzo ma spingendo due dita nel suo culo e Rudy eiaculò di getto,con rabbia e soddisfazione.

per commenti,suggerimenti,critiche: dorfett@alice.it

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