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Racconti Erotici Etero

Una settimana insieme (1°cap.) L’aeroporto

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivai all’aeroporto come al solito con un’ ora di anticipo volendo essere sempre preciso e puntuale specialmente per quelle poche volte che potevamo incontrarci. Lei, una ragazza russa, conosciuta per diversi mesi in chat con la quale finalmente avevamo instaurato un rapporto sempre occasionale ma quasi stabile, era riuscita a ritagliarsi una settimana di ferie ed avevamo deciso di trascorrerla insieme per poterci godere a pieno dopo diversi mesi di telefonate e di chattate che ci facevano si’ godere ma che altresi’ ci lasciavano sempre molto piu’ vogliosi e desiderosi di possederci fino in fondo. Mi aveva detto che mi avrebbe fatto una sopresa al suo arrivo ed io gia’ eccitato con il sesso duro tra le gambe non vedevo l’ora che si aprisse quella porta per rivederla dopo 7 mesi dall’ ultima volta che avevamo potuto organizzare un incontro ed anche molto breve.

L’aereo arriva finalmente e con l’ansia che mi uccide cammino avanti e indietro incurante dei passanti sentendo crescere l’eccitazione ed infilando di tanto in tanto la mano in tasca per sentirmi quanto gonfio era il mio membro e quanto la cappella si stava indurendo nell’ attesa di vederla ed averla tra le mie braccia.

La vedo arrivare, varca la porta a vetro ed eccomela davanti agli occhi con una camicetta bianca scollata, una minigonna appena sotto le cosce e delle scarpe alte che mettono in mostra le gambe che avevo sempre apprezzato. Era quella la sorpresa immagino, considerando che ero sicuro indossasse un perizoma come faceva di solito. Le corro incontro, ci baciamo e ci abbracciamo forte da quanto era il desiderio di stringerci e piu’ ci baciamo piu’ mi strofino a lei per farle sentire quanto era stata grande la mia attesa. Ero convinto che lei stesse sentendo il mio sesso che le spingeva il basso ventre e ci guardammo negli occhi pronti a partire per l’albergo dove avremmo trascorso la nostra settimana di passione e sesso sfrenato come gia’ avevamo pregustato al telefono. Saliamo in macchina, ci baciamo ancora e le mie mani iniziano a toccarla dappertutto quasi per avere la conferma che lei e’ li’ davanti a me in carne ed ossa e non e’ solo frutto della mia immaginazione durante le mie notti passate a masturbarmi come un dannato volendo avere il suo corpo davanti sul quale schizzare il mio liquido bollente. Le mie mani la accarezzavano, scendevano dal suo collo alla sua camicetta cercando di sentire il livello della sua eccitazione che non doveva essere meno del mio considerando la foga nella quale si lasciava andare con i suoi baci roteando la lingua dentro la mia bocca avida della sua saliva. Misi in moto e partimmo per la nostra meta consapevoli che non avremmo resistito molto tempo senza sfiorarci anche dentro la macchina. E cosi’ fu, la mia mano inizio’ ad accarezzarle le ginocchia mentre dai suoi occhi che piano si socchiudevano capivo quanto era eccitata lei stessa. Si appoggio’ alla mia spalla lasciando che la mia mano percorresse tutta la lughezza delle sue gambe. Sentivo il calore della sua pelle, le sue cosce lisce e muovevo lentamete le mie dita sulle sue gambe con desiderio di andare sempre oltre. Le chiesi se era eccitata ma la risposta era scontata e nel momento in cui la mano varco’ la minigonna che le copriva appena il perizoma mi dette la dimostrazione di quanto anche lei fosse calda. Con il mignolo della mano destra sfiorai appena il perizoma tra le sue gambe e con meraviglia ma grande eccitazione scoprii quanto era fradicio e bollente. Continuai a sfiorarle il perizoma tra le cosce che ormai teneva aperte mentre mi baciava il collo e si appoggiava ancora piu’pesantemente sulla mia spalla. Passai tutta la mano aperta sul perizoma ed il sentirle la fica cosi’ calda e bagnata mi mandava in estasi. Anche lei si dette da fare muovendo la sua mano sui miei pantaloni che erano improvvisamente diventati stretti e con le dita sentiva quanto era duro e gonfio il cazzo che presto sarebbe stato tutto suo e dentro di lei. Le chiesi di fermarsi nelle sue carezze se non voleva che mi imbrattassi tutto e lei ubbidi’ ma lasciando che continuassi la mia opera con le mie dita. Allargo’ ancora di piu’ le gambe.Potevo vederle anche il perizoma nero adesso e sentire chiaramente le sue labbra gonfie tanto era bagnato dei suoi umori quel pezzo di stoffa che separava la sua fica depilata dalla mia mano. E muovevo sempre con maggior pressione le mie dita su quel perizoma ruotandole e premendole fino a farle allargare completamente le gambe da costringerla, tanto era eccitata ormai e pronta a godere per l’eccitazione accumulata ed il movimento delle mie dita, a poggiare la gamba destra sul cruscotto e scivolare sul sedile della macchina. Vederla cosi’ mi eccitava ancora di piu’ ed il mio cazzo stava esplodendo nei pantaloni ma cercavo di trattenermi concentrandomi sulla guida e su quella fica che ormai sentivo pulsare da quanto era bagnata. Con le dita le scostai il perizoma infilando la mano tra le sue cosce e cominciando a masturbarla davvero sentendo il clitoride che gonfio dal desiderio si ergeva tra le piccole labbra pronto ad esplodere. Con la radio a volume bassissimo ascoltavo I suoi gemiti, I suoi lamenti di piacere e la guardavo con la coda degli occhi mentre si contorceva verso le mie dita che la stavano facendo impazzire. Si sposto’ di lato in modo da dare la possibilita’ alle mie dita di poterla sentire meglio e sprofondare nella sua fica e cosi’ feci sentedola sempre piu’ pronta a godere in quella posizione. Temevo che qualche auto che ci passava accanto in autostrada potesse vedere quella scena ma non mi interessava piu’ di tanto, ero io che la stavo facendo gemere dal piacere e godere come una cagna in calore. Le mie dita dal clitoride si spostarono tra le sue grandi labbra ormai aperte tra le sue cosce completamente divaricate ed in un attimo prima uno e poi due dita la penetrarono fino in fondo facendola rantolare ed allo stesso tempo contorcere e contrarsi dal piacere. La masturbavo fino in fondo con le dita ormai scivolose da quanto fossero piene del suo succo e per farla eccitare ancora di piu’ portai le dita alla bocca per succhiarmele e sentire il suo sapore. Mi riprese subito la mano e se la riporto’ tra le cosce allargandosi lei stessa il perizoma e questo mi fece capire ancora di piu’che ormai stava per godere in macchina, in quella posizione e ripresi quindi a ruotarle le dita sul clitoride e le infilai ancora due dita nella fica stantuffandola fino a toccarle l’ utero e tornando indietro per strusciarle il clitoride che ormai le stava trasmettendo degli impulsi di godimento irrefrenabile. Le dita si spingevano piu’ a fondo mentre la sua mano teneva la mia e mi aiutava a raggiungere il giusto ritmo. Sempre piu’ forte avanti e indietro ruotando dentro quella caverna infuocata che non aveva piu’ umori da far fuoriuscire. Spingevo e spingevo senza sosta seguendo il ritmo del suo ventre che si agitava sotto I colpi delle mie dita mentre non aveva piu’ spazio ormai per le gambe tanto le aveva allargate. Il cazzo mi stava scoppiando e lo sentivo pulsare ma ancora non era il mio momento e non volevo godermi addosso cosi’cercai di accelerare I tempi per farla godere ed interrompere questa che per me stava diventando una tortura. Le tolsi un dito da dentro la fica e con il solo dito medio andai a cercare quell’ anfratto posto al di sopra della sua vagina che sapevo piacerle da impazzire. Qualche spinta leggera mentre ancora lei si dimenava ed ecco che sento il suo orgasmo arrivare possente ed esplosivo che mi riempie il palmo della mano gia’ pieno del suo succo. Per farle proseguire il piacere a quel punto mentre lei d’ istinto stringeva le cosce tornai con due dita nella sua fica muovendole ancora a fondo avanti e indietro per svuotarla di ogno goccia del suo piacere e lasciarla stravolta e distrutta recuperare un po’ di aria. Lascio’ la presa della mia mano e mi bacio’ sul collo lasciando che le mie dita recuperassero la mobilita’ dopo lo sforzo nel pentrarla fino in fondo e assorbissero ogni goccia del suo orgasmo sapendo che me le sarei succhiate avidamente. Poggio’ la sua mano ancora una volta sul cazzo aspettandosi di trovarlo ancora duro come una pietra come effettivamente era ma non volendo farmi godere li’ mentre guidavo mi apri’ solo la cerniera tirando fuori la cappella e dandole un bacio ed una leccatina sulla punta nella quale qualche goccia di liquido si era gia’ depositata. Mi richiuse e si riassesto’ alla meglio pregustando l’ arrivo in albergo e tutto quello che sarebbe seguito.

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