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Racconti Erotici Etero

UNA SVUOTATA PER NON MORIRE !

By 12 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un agente della Cia, 5 anni fa sono stato prigioniero in sud America per quasi otto mesi e sono stato sottoposto a innumerevoli esperimenti di biomeccanica, da allora delle sfere metalliche si gonfiano nella mia prostata ogni 10 ore e da allora l’unico modo per potermi salvare la vita è avere un orgasmo prima che sia troppo tardi , non c’è modo diverso di smaltirle dato che il mio sangue ne è saturo e il mio organismo da allora ne produce in continuazione, erano state calibrate in base a il mio DNA e non sono in grado di causare danno ad altre persone.
Devo espellerle tutte e devo essere perciò sicuro ogni volta di svuotarmi sino all’ultima goccia, cosa non scontata quando lo fai da 5 anni ogni 10 ore.

Era una sera di Giugno, c’era un discreto via vai di gente, aspettavo nella sfavillante sala di fronte alla reception dell’Hilton di Baltimora, il governo per mantenermi in vita mi organizzava incontri con professioniste, non volevano privarsi della mia esperienza e avrebbero fatto qualunque cosa per mantenermi operativo.
Vedevo l’elegante sagoma femminile avvicinarsi e man mano i favolosi lineamenti diventavano più chiari, la prima cosa che mi colpì erano le sue labbra di un rosso intensissimo, non erano particolarmente carnose ma avevano un aria squisita e non vedevo l’ora di assaggiarle, aveva pantaloni vellutati neri maglia a collo alto bianca e occhiali scuri, i capelli castani e raccolti.
Mi diressi a lei, era Maya, avevo visto le sue foto nel dossier arrivato dall’intelligence ma quando si tolse gli occhiali rimasi senza parole, aveva occhi molto grandi ed espressivi di un blu profondo davvero notevole, non credo che una donna mi avesse mai dato tale effetto a prima vista.
Maya ha 24 anni aveva un leggero accento russo era di Lyubertsy non molto lontana da Mosca, il suo look piacevole e in contraddizione alla sua leggera timidezza che trapelava dalla suoi atteggiamenti.
La simpatia espressa nei primi secondi e la delicatezza la rendevano diversa da tutte le altre accompagnatrici.
Dirigendoci in stanza le chiesi di fare le scale, fissavo il suo corpo mentre saliva le scale di fronte a me e già fantasticavo su quanto avrei fatto di lì a poco.
Appena entrammo in stanza ci dirigemmo sul letto, la presi sulle ginocchia, lei cominciò a ondeggiare il bacino in modo sensuale ed in un secondo i miei pantaloni diventarono una tenda canadese, mi mise la lingua in bocca.
Le tolsi i pantaloni e il reggiseno, leccavo i suoi capezzoli e ben presto le mie dita erano nella sua calda e depilata fichetta , era strettissima a malapena entravano tre dita, amavo particolarmente le sue lunghe morbide e lucide gambe.
Il buco stringeva sulla mia cappella e ogni volta che la mettevo dentro sentivo i suoi urletti striduli che mi eccitavano moltissimo, sentivo il calore della sua figa sino alla palle.
Le appoggiai il cazzo sul petto e le schiacciò ed agitò con fervore, era una vera maestra ogni qualvolta stessi per esplodere rallentava, prolungando quell’immensa estasi di piacere tra le mie gambe, era sicuramente una ragazza in grado di svuotarmi sino all’ultima goccia e di salvarmi la vita.
Ci avvinghiammo sul letto e mentre limonavamo il mio duro cazzo poggiava sul suo liscio e piatto ventre, la sentivo ansimare sul mio collo, me lo leccava e mordicchiava e a quel punto sentivo il bisogno di finirle sul lo snello culo russo.
Con la cappella sul culo mi segavo con rapidità e la forte schizzata le fece percorrere un lungo brivido tutto addosso.
Ero certo che la mia vita non sarebbe stata più in pericolo per le prossime dieci ore, ora potevo cominciare la missione e dirigermi verso la capitale statunitense.

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