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Racconti Erotici Etero

Una visita di cortesia

By 25 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Dedicato a te che mi hai insegnato tante cose’..e tante ancora dovrò apprendere’perché mi hai insegnato ad imparare!

Vola il tempo lo sai che vola e va
Forse non ce ne accorgiamo
Ma più ancora del tempo che non ha età
Siamo noi che ce ne andiamo
E per questo ti dico amore amor
Io t’attenderò ogni sera
Ma tu vieni non aspettare ancor
Vieni adesso finché è primavera
( f.d.a.)

Non potevo non restituire quella visita di cortesia” e , non appena mi digiti che vieni a Milano, mi preparo’
Tu non lo sai, ma ho amici nel settore e così, con una scusa, mi faccio rilasciare un pass per entrare in azienda.
Sono le 14,30 e mi vedi nel corridoio davanti all’ufficio. Un lampo di sorpresa nei tuoi occhi’e afferri al volo la situazione. Col tuo solito modo un po’ guascone ti metti a flirtare spudoratamente e a voce troppo alta con una giovane stagista. Vuoi attirare la mia attenzione, vuoi che mi arrabbi per poi dirmi: ‘ L’ho fatto per farti ingelosire, stupidina”
Le tue avances diventano un po’ troppo pesanti, la ragazza non capisce se scherzi oppure no’
Io sento che il gioco si fa duro’e decido di giocare duro.
Entro nell’ufficio e punto su un giovane biondo seduto al pc. Gli chiedo alcune banali informazioni e, con aria noncurante, mi siedo sulla scrivania davanti a lui. Mentre gli accavallo le gambe sotto il naso diventa tutto rosso come un gambero e incomincia a balbettare.
Le tue schermaglie con la giovane stagista si fanno più insistenti, io mi sfilo un sandalo e , con la punta del piede, inizio a toccare il giovane gambero sulla parte inferiore della cravatta’.giù’giù’fin sotto la cintura. Senza farmi notare, ti tengo d’occhio, mentre lui è diventato bordeaux’

Ti sei zittito di colpo e guardi nella nostra direzione’la ragazza approfitta dell’occasione per fuggire da quella che ritiene, forse non a torto, una gabbia di matti.
I miei piedi sentono indurirsi il’pacco del biondino, mentre rincaro la dose mettendo le sue mani sulle mie caviglie. E’ emozionatissimo quando, nel farlo, gli avvicino al viso la mia generosa scollatura’.aspira il mio profumo e capisco che l’eccitazione comincia a fargli perdere il controllo. Il respiro gli si fa affannoso e le sue mani stanno risalendo le mie gambe’
Intorno silenzio. Avverto la tua presenza immobile dietro di me. Chiudo gli occhi e stringo le lab
bra ‘ Intervieni intervienii!’ prego mentalmente’Non sopporterei che te ne andassi lasciandoci soli, non era questo che volevo’
Ancora niente’le mani dell’altro sono arrivate alle ginocchia e risalgono con una lentezza esasperante’Sono rigida nell’attesa, spero che tu lo blocchi, interrompendo quel gioco che rischia di prendermi troppo la mano, portandomi dove non voglio
Ancora niente’.sono di gelo’
Quando, all’improvviso, un sinistro sotto la mascella lo manda direttamente a terra, proprio mentre mi stava per sfiorare le mutandine. Lo rialzi, lo spedisci fuori dalla porta che chiudi con un colpo secco. Ancora silenzio. Io sono come impietrita, le gambe aperte, la gonna alzata, la camicetta slacciata, i capelli in disordine’
Ti giri e, guardandomi negli occhi, mi lanci la tua sfida: ‘ ‘e adesso a noi due, leonessa!”

La tua voce risveglia mille brividi lungo la mia schiena’ non mi sono mossa’.
Le tue mani su di me, sul mio collo, sul mio seno, sul mio ventre, sul mio’triangolo’.sul mio’.bottoncino’..aprono la strada alle tue labbra, che ripercorrono una seconda volta la via che mi conduce al piacere’sciogliendomi in mille fremiti.
Mi restituisci la vita, mi fai vibrare’.la tua sola presenza mi fa impazzire di desiderio’.quel desiderio che così magistralmente sai far nascere, sai prolungare in me’..sai portare fino all’apice’.per poi sospendere’pretendendo di far esplodere ad un tuo comando’.
‘ no, ti prego, amore, non mi punire così’non chiedermelo oggi di sospendere l’orgasmo”
La tua lingua sta già assaporando le mie gocce di rugiada, che sgorgano copiose dalla fonte’.si insinua maliziosa in ogni ambito nascosto, titilla il clitoride, scivola sulle grandi labbra, oltrepassa la soglia’.strappandomi gemiti soffocati’
”mi piaci tu’mi piaci tu” le note di Vasco Rossi si rincorrono all’infinito nella mia testa’ non so se le sento davvero’o se è il mio orecchio interno che le percepisce.
‘ Ho voglia di te’ho voglia di te’non farmi più aspettare’ bisbiglio.
‘Cosa?’ mi chiedi ‘dimmi cosa vuoi!’
Mi obblighi ad essere più esplicita, aggressiva, imperiosa’ Tu sai che non riesco’
‘ dimmi cosa vuoi, sennò non te lo do!’ Mi costringi a nominare le tue parti intime, ad essere sfrontata’spudorata’ Ti assecondo, ma non ti basta.
‘Ripetilo!’ ordini’.lo ripeto, ma tu insisti:
‘Dove lo vuoi? Dimmi dove lo vuoi!’
‘Tra’le mie gambe” balbetto, mentre non ne posso più di aspettare
‘E cosa c’è tra le tue gambe? Dillo!’
‘La mia patatina, la mia’farfallina..’
‘Non basta! Cosa c’è?’
‘ La mia’figa”
‘E com’è la tua figa?’
‘ E’ calda’è bagnata” E quando l’ho detto , mi fai ripetere cosa voglio e dove lo voglio e perchè’. Ed io obbedisco come una scolaretta, con voce tremante, spossata dall’attesa, divorata dal desiderio di te’che alla fine mi penetri, infilzandomi con la tua asta, riempiendomi con tutto il tuo turgore, con movimenti decisi, con colpi sicuri, che appagano la mia attesa’
Mi avvio finalmente verso l’orgasmo che sta sopraggiungendo’lo sento’ma tu ti fermi all’improvviso..mi guardi negli occhi
‘Perché tu chi sei?’
Io voglio continuare, accenno un movimento del bacino, ma tu mi blocchi:
‘Dimmi chi sei, gridalo forte’o non continuo! mi ricatti vergognosamente.
Cerco di sottrarmi a quell’ultima consegna:
‘Ma di là’mi sentiranno’.’
‘Non me ne importa un cazzo se sentono o non sentono! Dimmi chi sei o non ti permetto di godere!’
Quanto mi costa lo sai, ma non ho scelta.
‘sono’la tua puttana”
‘gridalo’ mi imponi ”ancora’più forte!’
Ti obbedisco urlandolo più volte, mentre riprendi a muoverti e affondi la tua lama rovente dentro di me, scuotendomi, squassandomi con i tuoi colpi’.
Ed è ormai un rantolo quello che mi esce dalla gola, mentre mi conduci nei sentieri dell’estasi’come solo tu sai fare.

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